Jump to ratings and reviews
Rate this book

Advent

Rate this book
Mennesket og maktene i verdskjend islandsk klassikar

Advent er ei lita forteljing om eit stort menneske, ein variant av legenda om den gode hyrden. Den islandske klassikaren er basert på ei faktisk hending, om Benedikt Sigurjónsson som kvar førjulstid i tjueseks år har vandra opp i fjella med hunden og bukken sin for å finne bortkomne sauar. I 1925, det tjuesjuande året, blir det hardare enn nokon gong. Benedikt har følgje av nokre menn som gir opp undervegs, og han må leite vidare åleine og kjempe mot naturkreftene.

Forteljinga er både poetisk og kraftfull, og utmerker seg med dei storslåtte naturskildringane lesaren ser og sansar vêret og viddene. Både tematikken og stilen gjer Advent til eit høgdepunkt i forfattarskapen til Gunnar Gunnarsson (1889-–1975). Det er den av bøkene hans som ligg føre i flest utgåver, størst opplag og er omsett til flest språk, minst 15. I USA kom ho ut under tittelen The Good Shepherd, som skal ha vore eit førebilete for Hemingways The Old Man and the Sea.

For første gong kan vi lese Gunnarssons Advent på norsk. Oskar Vistdal, mottakar av den prestisjetunge Bastianprisen, står for omsetjinga. Han har også skrive etterord. Boka er illustrert av Gunnar Gunnarsson jr.

94 pages, Hardcover

First published January 1, 1936

87 people are currently reading
2061 people want to read

About the author

Gunnar Gunnarsson

94 books48 followers
Gunnar Gunnarsson is one of Iceland's most esteemed writers. From a poor peasant background, Gunnar moved to Denmark in 1907 to get an education. He wrote mainly in Danish throughout his career, in order to reach a wider audience.
In 1955, he was considered for the Nobel Prize, the year in which it was awarded to his fellow countryman, Halldór Laxness.

For the Icelandic author born in 1947, see Gunnar Gunnarsson.

Ratings & Reviews

What do you think?
Rate this book

Friends & Following

Create a free account to discover what your friends think of this book!

Community Reviews

5 stars
838 (25%)
4 stars
1,368 (42%)
3 stars
840 (25%)
2 stars
152 (4%)
1 star
43 (1%)
Displaying 1 - 30 of 434 reviews
Profile Image for Luca Ambrosino.
273 reviews13.6k followers
January 21, 2020
Inglese (The Good Sheperd) / Italiano

Even though I'm not saying it's a masterpiece, I enjoyed this small novel, commonly known as the nordic "Christmas Carol". Permeated by religion, this novel suggests that the real Christmas is a condition of the soul. We bring the Christmas spirit inside, just like the good Benedikt, who, like every year, leaves on the first Sunday of Advent to recover the sheep that moved away from the flocks during the year. Christmas is communion, and Benedikt spends it with his dog and his mutton, which every year follow him without fear.

The cold of the Nordic snowstorms opposed to the warmth of the two fellow travelers.

Vote: 7


description

Nonostante non inneggio al capolavoro, mi è piaciuto questo libricino, che da molti viene definito come "Il canto di Natale" nordico. Permeato di religione, questo libro lascia intendere che il vero Natale è una condizione dell'anima. Lo spirito natalizio ce lo portiamo dentro, così come se lo porta il buon Benedikt, che come ogni anno si mette in viaggio durante la prima domenica di Avvento per recuperare le pecore che si sono allontanate durante l'anno dai greggi. Il Natale è comunione, e Benedikt lo trascorre insieme al suo cane e al suo montone, che ogni anno lo accompagnano impavidi.

Il gelo della tormenta nordica contrapposto al calore dei due compagni di viaggio.

Voto: 7

Profile Image for Emilio Berra.
304 reviews279 followers
December 17, 2018
Racconto d'Islanda
Dalle nevicate d'Islanda arriva questo intenso racconto : sono solo 88 pagine, ma di spessore.
G. Gunnarsson è una delle perle della letteratura nordica, e "Il pastore d'Islanda" un'opera assai significativa di quel mondo molto particolare.

Come ormai da parecchi anni, il protagonista del breve romanzo, la settimana che precede il Natale, parte col proprio cane e il fidato montone per andare alla ricerca delle pecore smarrite in lande petrose nel freddo e tra bufere di neve : occorreva "trovarle e ricondurle a casa sane e salve prima che la grande festa portasse la sua benedizione sulla terra, e pace e gioia nel cuore degli uomini di buona volontà". In fondo, questi ovini "erano pur sempre esseri viventi", e "che cos'è un uomo senza le sue pecore?".
Lui "era già un uomo anziano" di 54 anni. Alla partenza veniva assalito da una specie di vaga nostalgia : "era perché doveva abbandonare per qualche giorno le terre abitate o perché a ognuno di quei commiati lo assaliva il pensiero che un giorno avrebbe dovuto separarsene per sempre?".
Ben presto, quindi, la narrazione assume un 'respiro cosmico', diventa quasi parabola esistenziale in cui ognuno può rispecchiarsi 'a prescindere' .

In questo viaggio, nel contempo realistico e simbolico, fra suggestive descrizioni il nostro personaggio sperimenta "una grande quiete in lui. E intorno a lui". "Sotto quella luna si poteva quasi vivere di sola aria".
Le sue riflessioni accolgono serenamente la precarietà della condizione umana.
La meravigliosa pacatezza, il sentimento di gratitudine e la scoperta di senso, che queste pagine emanano, ci trasmettono una ventata di saggezza profonda che mostra l'inconsistenza e l'infantile superficialità di stereotipi come 'tutto subito', imperativo di moda della dittatura del piacere immediato.
"La forza che fa crescere la vita è l'abnegazione. E una vita che non è sacrificio nel suo nucleo più profondo è arrogante e sacrilega e conduce alla morte" .
Profile Image for Pavel Nedelcu.
484 reviews117 followers
December 31, 2022
L'ESSENZA DELL'ISLANDA

L'Islanda vera, dell'inverno inoltrato, della stagione fredda prima di Natale. Montagne tutt'intorno. Vento. Sotto la terra, i vulcani caldi. In questo paesaggio si muove Benedikt, il pastore cinquantenne che parte per il suo consueto "pellegrinaggio d'Avvento": in cerca di pecore smarrite durante il pascolo, per riportarle a casa.

Oltre agli acuti interventi ironico-profondi della voce narrante, che in alcuni punti hanno un alcunché di ancestrale, un altro grande merito dell'autore è la descrizione dettagliata degli ambienti e dei movimenti di Benedikt e degli animali che lo accompagnano: il montone Roccia e il cane Leo.

Non è una fiaba: piuttosto, un racconto sulla solitudine. Neanche, non completamente. Si tratta, come ne Il vecchio e il mare di Hemingway, di una sfida: contro la natura, contro sé stessi. Giacché Benedikt si rende conto di non poter più fare questo viaggio ancora per molto tempo. Si rende conto di essere diventato stanco. Vecchio e stanco.

Un libro che riesce, in poche pagine, a contenere l'essenza dell'Islanda e del popolo islandese. Veritiero e profondo. Meglio se letto intorno a Natale.
Profile Image for piperitapitta.
1,049 reviews462 followers
December 24, 2021
Una fiammella nel buio

«È questo il compito dell'uomo, forse l'unico al mondo: trovare una soluzione. Non darsi per vinto. Rivoltarsi contro il pungolo, per quanto sia tagliente, perfino contro quello della morte, fino al giorno in cui gli penetrerà nel cuore. Ecco il compito dell'uomo.»

Sotto una miriade coltre di parole neve, nascosta nel mio Kindle sperduta e tremante, ho trovato una perla pecora.



Quattro stelle, ma l’anno prossimo - perché Il pastore d’Islanda, questo piccolo grande Classico che dovevo ancora scoprire, diventerà per me quello che per Benedikt è il periodo dell’Avvento trascorso ogni anno in cerca delle pecore smarrite sulle montagne - forse saranno di più.
Da annotare anche la bella postfazione di Jón Kalman Stefánsson.
Profile Image for Paula Mota.
1,641 reviews564 followers
September 7, 2024
Os seus sonhos estavam profundamente enterrados, escondidos, sob a passagem do tempo. Aqueles sonhos. Só Deus e ele próprio os conheciam. E as montanhas, às quais os confessava, em gritos, no seu desespero. Mas deixara-os para trás logo na primeira viagem.

Não sei exactamente o que define um clássico, mas creio que se o seu cariz universal e intemporal contribui para esse epiteto, “Advento” tem todo o direito de ser classificado como um clássico moderno. Ainda que seja indubitavelmente produto do seu tempo (1936) e do seu país (Islândia), o seu carácter alegórico, um bocadinho religioso de mais para mim, admito, faz dele não só um bonito conto de Natal, mas também uma história com várias dimensões.
Há 27 anos que, no primeiro domingo do Advento, Benedikt se faz à montanha em busca das ovelhas que ficaram perdidas nas montanhas nas recolhas prévias de Outono…

Sentia uma certa responsabilidade por elas. Afinal, também eram seres vivos.

…somente na companhia dos seus leais companheiros Leão e Nodoso, um cão e um carneiro.

Tinham passado a conhecer-se, pouco a pouco, com aquele conhecimento profundo que talvez só seja possível entre espécies de animais muito diferentes, em que nenhuma sombra do seu próprio eu, do seu próprio sangue, dos seus próprios desejos ou vontades o possa confundir ou de certo modo obscurecer.

Se é claramente bíblica a referência ao pastor e às ovelhas tresmalhadas, não é o menos a ideia de santa trindade formada por este grupo. Benedikt é um homem bom e íntegro que pertence a uma pequena comunidade que se pauta pela solidariedade e pela entreajuda e, durante a sua expedição, não recusando auxiliar quem precisa, acaba por se atrasar, ser apanhado por um nevão, vendo, por conseguinte, os mantimentos cada vez mais depauperados e a sua vida e a dos seus companheiros em risco devido às temperaturas negativas e à fome.

Há algo de sagrado e inviolável na relação do homem com os animais. Um belo dia, Benedikt teria de tomar uma decisão: uma bala para um, uma faca para o outro. Era o preço a pagar. A responsabilidade a assumir. Um homem tornava-se não só dono das suas vidas, mas também das suas mortes. De acordo com o seu melhor julgamento e com os ditames da sua consciência. A vida era assim mesmo. Só quem passava por isso sabia o quanto doía.

“Advento” pode ser lido de uma perspectiva religiosa ou filosófica, como uma saga em miniatura, como uma lição de vida e de amizade entre pessoas e entre pessoas e animais, numa narrativa que é uma luta contra o tempo, seja ele meteorológico, devido às condições agrestes, seja ele cronológico, pois o desejo de Benedikt é regressar à aldeia a tempo de aí passar o Natal.

O Advento! Sim… Benedikt encheu a boca com a palavra. (…) É verdade que não sabia ao certo o que significava, mas era uma palavra que continha, em si, expectativa, antecipação, preparação, e isso ele entendia. Com o passar dos anos, aquela palavra passara a conter, para ele, toda a sua vida.
Profile Image for MartaMP.
92 reviews28 followers
December 28, 2021
Un racconto veramente pieno di amore e saggezza.
La cosa che mi è piaciuta di più è che i tre compagni di viaggio (un uomo, un montone ed un cane) sono considerati tutti alla pari e tutti indispensabili indipendentemente dalla loro natura.
Un gruppo che ha bisogno di tutti e 3, questo fa capire che tra di loro c'è un legame speciale e quindi inevitabilmente ci troviamo a pensare ai nostri legami speciali, che siano con esseri umani o con animali.
La storia narrata non solo ci offre l'esposizione di eventi ed episodi, ma anche riflessioni sulla vita, sulla nostra natura intimo e sulle nostre relazioni.
L'autore riesce ad ampliare l'universo del libro facendo acquisire anche alle cose in apparenza più semplici, un valore universale.
A parer mio dovrebbe essere considerato un classico da leggere a Natale come Il canto di Natale di Dickens.
Interessantissima anche la postfazione di Jón Kalman Stefánsson.
Profile Image for Federica Rampi.
698 reviews229 followers
December 9, 2023
“L’unica certezza era che loro tre camminavano insieme nella notte e al chiaro di luna, tra le montagne silenziose e avevano uno scopo. Uno scopo che tutti e tre conoscevano. Modesto, forse, ma pur sempre uno scopo.”


“Il pastore d’Islanda” è una storia semplice, autentica, che va dritta al cuore.

Un pastore di un villaggio sperduto nel nord-est dell'Islanda, Benedikt, lascia la sua fattoria ogni anno all’inizio dell’inverno, per salvare le pecore altrui smarrite nella neve, in cambio del vitto e di qualche capi di vestiario
Benedikt ha cinquantaquattro anni e compie questo viaggio da ventisette, sempre nella stessa data, la prima domenica di Avvento, assieme al suo fedele cane Leó e al mite montone Roccia.
Le condizioni meteorologiche sono spesso proibitive e come rifugio hanno un ricovero che Benedikt ha preparato molti anni fa, dove riprendere le forze e resistere alla rabbia selvaggia del freddo, quando cielo e terra diventano una cosa sola.

Leggendo delle sue lunghe passeggiate c’è molto da imparare dalla bontà e dalla filosofia di vita di Benedikt, che conosce sia i fili d’erba dei prati estivi che la violenza dell’inverno.
Come scrive Jón Kalman Stefánsson nella postfazione, è “un uomo del popolo, umile, ma una cosa è essere umili, ben altro è essere semplici.”
E Benedikt è semplice perché ama la natura, crede nel disegno di Dio, nell'amicizia, e per le pecore di cui si prende cura è disposto a patire freddo, fame e a mettere la sua vita in pericolo.

“Il pastore d’Islanda” non è solo un’avventura di fatica e lotta contro la natura estrema.
È un viaggio interiore, in armonia con il Creato.

Gunnarsson racconta una storia in cui le piccole cose (i vicini, il cane fedele, le montagne, un mantello caldo , la luce dell'alba, il rapporto con un Dio intimo e personale), racchiudono il senso della vita: sperare di fare qualcosa di buono, “Piano piano, con prudenza"
Profile Image for flaminia.
451 reviews129 followers
April 4, 2018
due cose in attesa di far fuori le ultime venti pagine:
1) trovo abbastanza scandaloso far pagare 15 euro un racconto di 81 pagine corpo 90 interlinea 40, e 'sti cazzi se mi ci aggiungi una postfazione e una nota
2) qualcuno spieghi alla traduttrice o chi per lei che si dice aerare (una stanza, una casa, il locale prima di soggiornarvi) e non areare
Profile Image for Hákon Gunnarsson.
Author 29 books163 followers
April 27, 2016
This is one of my favorite novellas in my native Icelandic. It is about Benedikt that goes every year just before Christmas to collect the last remaining sheep that still are out in the wilderness, and brings them back to where they belong. It is based, probably a little loosely, on the life of a real man, Benedikt Sigurjónsson.

It is short, just a novella, but like all really good literature it seems bigger then the page count suggests. As the English title suggests, (and it does it much more then the original title,) it is a version of a Christ story. In this story Benedikt is the good shepherd.

What I like even more about it is that it is a classic story of man vs. nature. Maybe vs. is the wrong word here because Benedikt isn't fighting nature. He is part of it. He understands the nature where he lives, he know the animals, and he does what he needs to do in order to save his flock.

And he is not alone, even though he doesn't have human companions for most the trip. He has the help of a dog, a ram, and a horse (though the horse isn't along for the whole trip.) His relationship with the animals, especially his two companions, the dog, and the ram, is just so well handled. It is an really enjoyable read.

I can't say how good the English translation is, because I've only read the Icelandic version.
Profile Image for Patrizia.
536 reviews164 followers
July 16, 2020
È la ventisettesima volta che Benedikt, insieme al cane Leo e al montone Roccia, si incammina tra le montagne in cerca di pecore sperdute. Come ogni anno, la partenza è fissata per la prima domenica d’Avvento, lo stato d’animo della festa, il senso di aspettativa che si rinnova.
È un uomo semplice, Benedikt, schivo, ormai soddisfatto di quello che ha.

“Aveva solo una specie di vuoto nel petto, una nostalgia che non si lasciava fissare né chiarire. Era perché doveva abbandonare per qualche giorno le terre abitate o perché a ognuno di quei commiati lo assaliva il pensiero che un giorno avrebbe dovuto separarsene per sempre? L’uomo si aggrappa alle sue cose, si aggrappa a se stesso e alle sue cose al di là della morte, teme che la vita gli sfugga tra le mani – è questa la più reale di tutte le realtà, la più fragile di tutte le fragilità, la più infinita tra le cose infinite. Teme la solitudine, che è la condizione stessa della sua esistenza.”

Ma il pensiero di addentrarsi nella maestosa bellezza delle montagne lo riempie di gioia.

“Ventisette anni… In fondo ai quali erano sepolti i suoi sogni. Quei sogni. Quelli che solo lui e Dio conoscevano. E le montagne, a cui li aveva urlati nella sua disperazione. Ma già al primo viaggio li aveva lasciati lassù. Ben nascosti. O forse no? Non comparivano a volte nella solitudine dei monti, come spiriti inquieti che vivono la loro vita effimera e distorta in un deserto di neve e pietre sgretolate? Era a causa loro che doveva tornare lì ogni inverno? Per vedere se ancora non s’erano dissolti e la terra non li aveva inghiottiti?”

I tre si avviano in un inverno crudele e imprevedibile, in luoghi familiari eppure stranamente ostili. Non vi è il silenzio abituale, perfino la neve si abbatte urlando in una serie di tormente che mettono a dura prova la resistenza. Difficile orientarsi, difficile trovare il rifugio scavato ventisette anni prima, difficile lottare contro la stanchezza e contro il tempo, che scorre veloce alternando giorno e notte. Natale arriva, Benedikt, Roccia e Leo sono ancora lassù, le pecore sembra non abbiano lasciato traccia, il cibo scarseggia.
Il viaggio consueto si è trasformato in una prova di resistenza e di ostinazione

“Anche se tutto ghiaccia, se si rapprendono le pietre e l’acqua, se l’aria gela e cade giù in fiocchi bianchi e si posa come un velo nuziale, come un sudario sulla terra, anche se il fiato gela sulle labbra e la speranza nel cuore, e nella morte il sangue nelle vene – sempre, nel centro della terra, vive il fuoco”.

E in questo racconto poetico e intenso, arde il fuoco di un animo generoso, preoccupato che qualcuno possa continuare dopo di lui a cercare le pecore sfuggite ai raduni autunnali e imoedire che muoiano da fame e di freddo.
Profile Image for Massimo.
313 reviews
December 2, 2021
Una novella abbastanza corta che si legge velocemente. Non è una storia complicata e nulla è particolarmente avvincente, ma il racconto ispira tranquillità e un senso di pace. Anche nei momenti di difficoltà del protagonista, nessun fatto sembra particolarmente grave anche se in realtà dovrebbe. In sintesi un libro defatigante che mostra un certo modo di affrontare le difficoltà della vita.
Profile Image for Amaranta.
588 reviews261 followers
September 7, 2018


" Perché cos’era la sua vita, la vita degli uomini sulla terra, se non un servizio imperfetto che tuttavia è sostenuto dall’attesa, dalla speranza, dalla preparazione?
C'era una volta un pastore insieme ad un cane e un montone. Benedict è la bontà personificata. E' il pastore alla ricerca delle pecorelle smarrite da riportare a casa al caldo durante l'inizio dell'inverno. E solo lui, con le sue conoscenze del territorio e il suo intuito nella neve, può riuscire in quelle lande desolate nell'impresa. Tutti lo accolgono, tutti lo sostengono, la comunità si stringe attorno a lui nel calore del bene.
La neve mi ha sempre dato la sensazione di pulire i pensieri. Sembra che niente di brutto possa succedere fra quelle coltri soffici. Le descrizioni della natura vuota e brulla sotto il manto bianco, la luna che si specchia in quel bagliore sono delicate. Ogni movimento è misurato, ogni gesto controllato e con un suo senso. Nulla viene lasciato al caso, anche una candela viene spenta per non essere consumata, un atto di risparmio e " compassione", come " una persona, un'anima abbandonata al buio, che inaspettatamente si trasforma quando qualcuno si avvicina, quando non è più sola" .
E Benedict insieme ai suoi amici, la sua Trinità, attraversa l'inverno per fare del bene, da solo. Semina e raccoglie amore per la Natura che si riversa sui suoi amici. Il suo è un viaggio, un percorso esterno, attraverso la neve e le montagne, e interno dentro se stesso e la sua solitudine. " Quella era la sua vita: camminare lì. E poichè quella è la sua vita, può affrontare ogni cosa, qualsiasi cosa e darle in benvenuto.


































































































Profile Image for Cristina (Cricci) Casanova.
144 reviews35 followers
December 25, 2021
Racconto fatto di neve e di silenzi.
È anche un racconto pieno di fatica, di sacrificio, di lotta contro le forze avverse del tempo e della natura: il freddo, la notte e il vento.
Nonostante questo enorme sforzo, l’uomo è in stretta comunione con la natura, quindi questa parabola diventa un esempio di resilienza, di speranza e di fede.

La Santa Trinità, come viene chiamata da chi li conosce, formata dal pastore Benedikt e i suoi inseparabili compagni, il giocoso cane Leó e il placido montone Roccia, intraprendono questo viaggio della salvezza la prima domenica dell’Avvento, con lo scopo di recuperare le pecore disperse nei territori ostili dei rigidi inverni d’Islanda.

“[…] ormai si conoscevano a fondo, con quella dimestichezza che forse è possibile solo tra specie animali molto diverse, e che nessuna ombra del proprio io e del proprio sangue, nessun desiderio o passione personale può confondere o oscurare.”

Cosa spinge il “vecchio” pastore a ripetere ogni anno lo stesso viaggio da ormai ventisette anni? Perché sfidare il tempo, la natura insidiosa e il freddo più rigido e ostile per salvare bestie altrui, quando potrebbe invece trascorrere il Natale al riparo e al caldo di un focolare? Il sacrificio, il cammino, la salvezza. E infine la fede. Cosa c’è di più cristiano e vicino allo spirito del Natale?

“L’uomo si aggrappa alle cose, si aggrappa a sè stesso e alle sue cose al di là della morte, teme che la vita gli sfugga tra le mani. E’ questa la più reale di tutte le realtà, la più fragile di tutte le fragilità, la più infinita tra le cose infinite. Teme la solitudine, che è la condizione stessa della sua esistenza.”

Questa piccola favola islandese è un gioiello di delicatezza e semplicità. Una bella riflessione sulla vita, sulla morte, sull’amicizia e infine sulla fede.
Il tocco in più: averla letta il giorno di Natale.
Profile Image for Rita.
896 reviews186 followers
February 9, 2025
Benedikt, um bondoso e determinado pastor islandês, aventura-se todos os anos, no início do Advento, sozinho pelas montanhas geladas para resgatar ovelhas perdidas antes da chegada do inverno mais rigoroso. Acompanhado apenas pelo seu fiel cão, Leão, e pelo carneiro Nodoso, enfrenta tempestades de neve, terrenos traiçoeiros e o cansaço extremo, sempre movido pela sua devoção à tarefa e pela sua ligação profunda à natureza.

Uma história simples cheia de simbolismo e beleza, sobre a solidão, a fé, a resiliência e a comunhão entre o homem e a natureza. Uma história que toca no universal, no sentido da vida, no lugar do homem e dos animais na natureza e que nos confirma como o nosso mundo é belo.
Profile Image for Marica.
410 reviews211 followers
September 2, 2017
Talmud – Chi salva una vita salva il mondo intero
Mi sono serbata questa lettura per il viaggio di ritorno all'ovile, il 23 dicembre, scelta che si è rivelata felice perché cogliere il sapore del libro richiede un certo raccoglimento. E' un libro lieve e nella sua levità sta la sua bellezza. Non ci sono i pensieri filosofici e quanto veri del pastore errante nelle steppe dell'Asia, riletto ora per fare un documentato confronto.
Il pastore d'Islanda fa la sua gita della settimana dell'Avvento perché la vuole fare, perché la gita in sé stessa, col raccoglimento che gli offre, la sobria compagnia che si è scelto, i monti sullo sfondo, il silenzio e il suo scopo salvifico, corona il suo anno di calendario.
Il suo scopo è il salvataggio delle pecore, non delle sue pecore, con l'idea che chi salva una vita salva il mondo intero.
Benedikt non si interroga su chi siamo e dove andiamo e non è abbastanza istruito da formulare la cosa in questi termini. Nel momento del pericolo non ricordo che preghi: si scava una buca e si sistema il meglio che può, guarda nello zaino e fa il conto del cibo che rimane. E' una parabola laica nella quale il rispetto della vita d'uomo e di pecora è equiparato e per quanto in un certo modo ciò sia esagerato contiene la chiave della sopravvivenza del mondo così come noi lo conosciamo: per questo mi è piaciuta.
Profile Image for sigurd.
207 reviews33 followers
December 8, 2017
leggenda vuole che questo breve romanzo di Gunnar Gunnarsson abbia ispirato Hemingway per "il vecchio e il mare". Non concordo, c'è nel racconto di Hemingway una forza eroica e una capacità di misurarsi con se stesso che qui non c'è (stranamente, essendo islandese). Semmai, ho letto tra le righe di questo romanzo un riferimento a un altro dei grandi racconti di Ernie, che tiene quasi bordone alla narrazione di Gunnarsson: le nevi del Kilimanjaro (un racconto che amo molto). Nell'incipit di questo racconto si legge: Il Chilimangiaro è un monte coperto di neve alto 5890 metri e si dice che sia la più alta montagna africana. La vetta occidentale è detta "Masai Ngài", Casa di Dio. Presso la vetta c'è la carcassa stecchita e congelata di un leopardo. Nessuno ha saputo spiegare che cosa cercasse il leopardo a quell'altitudine.
Benedikt, come il leopardo di Hemingway, o come Billy in "Oltre il confine" di Cormac McCarthy, che tra mille traversie decide di consegnare una lupa ai suoi monti messicani, come Thoreau nei boschi e sulle sponde del lago Walden, come Christopher Johnson McCandless nelle terre estreme, compie un gesto che è estraneo agli uomini e che è tanto più rappresentativo quanto più conserva, intatto e puro, il suo mistero.
Nessuna sa e saprà mai cosa avranno trovato questi uomini a quelle altitudini.
Profile Image for Richard.
Author 6 books474 followers
February 25, 2018
People who are not of Scandinavian background might tend to think of the literature of this region as either some stirring epic about Vikings or some romantic fantasy about little mermaids. This Icelandic novella is neither a saga nor a fairy-tale, and yet it partakes a little of both.

It tells how, on the first Sunday of Advent, the uneducated yet devout shepherd Benedikt ventures into the forbidding mountains in search of lost sheep, accompanied by his faithful dog Leo and his crotchety ram Gnarly. On his way he is helped by various folk, most of whom are well-intentioned and only a little less simple than himself. But the story focusses largely on him and the obstacles he faces and overcomes on his journey.

The Good Shepherd has its pastoral aspects, in both the romantic and spiritual senses of the term. But it does not gloss over the harshness of the landscape nor the hostility of the elements which show traces of pre-Christian mythology. This is a tale my grandmother would have loved, I think, but it still has many charms for the modern reader.
Profile Image for LaCitty.
1,030 reviews184 followers
July 25, 2018
Dopo aver letto commenti molto diversi tra loro, ho deciso di leggere questo breve libro e devo dire che a me è piaciuto molto. Certo, la metafora cristologica del buon pastore è smaccata, però queste montagne innevate, le tempeste che si abbattono su Benedikt senza piegarlo, senza distoglierlo dal suo compito, hanno qualcosa di epico. È la lotta dell'uomo per la sopravvivenza nella sua versione migliore perché non è una lotta contro, ma una lotta con (il cane e il montone) e per (salvare le pecore smarrite). E vi dirò di più, per certi aspetti mi ha ricordato London (ovviamente fatte tutte le dovute differenze). Io lo consiglio
Profile Image for Daniele.
304 reviews68 followers
November 12, 2019
Quel viaggio era come una poesia, con rime e parole magnifiche che restavano nel sangue. E come una poesia, col tempo s’imparava a memoria e poi si sentiva il bisogno di tornare, per accertarsi che nulla fosse cambiato. E così era: tutto era ancora estraneo e inaccessibile, eppure familiare e inevitabile. Benedikt si sentì invadere da una pace assoluta. Una fiducia sgorgata dal profondo si diffondeva in lui, totale e infallibile: lì camminava. Camminava lì.

Il top sarebbe stato leggerlo a Natale davanti al camino acceso!
Finale delicato ed emozionante.
Profile Image for Emanuela.
762 reviews39 followers
January 4, 2022
Ho letto questo racconto che ricorda tanto una favola, per un gdl.
E mi è piaciuto intrattenermi per un’oretta, anche senza particolari emozioni o avventure.

Si tratta dell’ultimo viaggio sulle montagne del pastore Benedikt, alla ricerca delle pecore rimaste indietro al rientro dai pascoli per l’inverno.

La parte più bella è la caratterizzazione del protagonista come uomo umile, semplice, taciturno ma di cuore e dedito alla vita nella natura ma che sa apprezzare la compagnia di pochi amici.
Ma mi ha colpita anche la descrizione di una natura impetuosa, maestosa, che incombe e alla cui furia non ci si può sottrarre ma che non punisce se la si rispetta, come risulta chiaro dall’approccio del protagonista e quello degli altri pastori del paese che incontra.
Ed è proprio il rapporto con gli altri pastori che vede come poco rispettosi degli equilibri naturali e chiassosi, che lo contraddistingue come solitario e burbero, ma che aiuta comunque solo per la speranza di salvare le pecore.

Centrale è il rapporto con i suoi animali che sono i veri protagonisti di questa storia.
Il montone Roccia e il cane Leó sono la vera forza della “Santa Trinità”. Roccia è più solitario e affidabile, su cui si può davvero contare. Leó è giocherellone, affettuoso, vivace, tiene sempre su il morale e rinsalda il rapporto tra i tre.

La sensazione che permea l’intero libro è quella di profondo raccoglimento di fronte alla forza generatrice che, oltre che da natura, può essere vista come creatrice. Probabilmente anche per questo elemento, è stato visto il carattere di religiosità del racconto, che però non credo fosse esattamente negli intenti di Gunnarsson, ma solo nel suo sentire.

Una nota malinconica è data dalle ultime pagine in cui troviamo una sorta di passaggio del testimone come conclusione della sua carriera, dall’improvvisamente anziano al giovane Benedikt, che delinea in un certo senso però anche la necessità che ci sia qualcuno che compia la sua stessa impresa negli anni a venire, come a sottolinearne l’importanza del suo ruolo per la salvezza della gente e l’equilibrio delle forze.

La cosa che però non mi ha realmente convinta, che io non ho riscontrato, è l’associazione tra questo racconto e il Natale, a parte per lo scenario nevoso e l’ambientazione. Non ho ritrovato in questa storia le atmosfere natalizie che tutti conosciamo, anche se non è stato qualcosa di cui abbia sentito la mancanza nonostante tutto.
Profile Image for AndreaMarretti.
180 reviews11 followers
December 13, 2023
Effettivamente, spesso e 9volentieri la rilettura è anche migliore della lettura.
Per me è al livello de "il vecchio e il mare", lo trovo molto poetico e bellissimo: tra l'altro il classico libro che presenta delle postfazioni (illustri: Jon Kalman Stefansson ed il nostro Alessandro Zironi) utili e perfino belle quasi quanto il racconto.
Questo breve racconto, fin dalla prima lettura (avvenuta qualche anno fa e _come spesso succede_ PER CASO) continua a ronzarmi in testa, specie nel periodo delle feste natalizie: e non credo di spoilerare niente se riporto l'estratto che si legge sul risvolto della copertina del libro e che spesso mi sovviene.

"Chi non l'ha mai bevuto in una buca nella terra, a trenta gradi sotto zero e in mezzo a un deserto di montagne e tempesta, non sa cos'è un caffè".
Profile Image for Pinkerton.
513 reviews49 followers
June 14, 2018
La “magia” di questo racconto non mi ha incantato. Forse non è il periodo giusto dell’anno per leggere quella che ha tutto l’aspetto di una fiaba dalla forte connotazione natalizia (in questo caso particolare si tratta dell’Avvento), comunque non avrei apprezzato l’impresa annuale di Benedikt che ho trovato antipatico a pelle, gli preferisco i compagni animali. Mi sono quindi poi ritrovato a leggere di malavoglia la postfazione e la biografia dell’autore, il che non ha certo giocato a favore del libro, da cui il voto: 2.
Profile Image for Sofia de Castro Sousa.
201 reviews40 followers
March 20, 2024
✨”Advento” é uma novela escrita pelo autor islandês Gunnar Gunnarsson (1889-1975), tendo sido originalmente publicada em 1937.

O  título desta obra remete-nos para o Advento, que designa as quatro semanas que antecedem o Natal, situando assim o leitor tanto no tempo como também no espaço do inverno islandês, com as suas tempestades e inclementes nevões. Contudo, mais do que o significado bíblico, “Advento” designa a jornada que Benedikt, a personagem principal, empreende há 26 anos, com a missão de resgatar ovelhas perdidas nas montanhas, para tal contando com a companhia e ajuda preciosas do seu carneiro Nodoso e do seu cão Leão. Juntos  simbolizam a força unida, porém sempre em comunhão com os elementos naturais mais ferozes e inóspitos. 

No tempo da narrativa o leitor acompanha a 27ª viagem que Benedikt faz às montanhas. Ele já tem 54 anos, na altura uma idade considerável para tamanha empreitada, contudo Benedikt é uma personagem que poderia ser descrita como humana e, ao mesmo tempo, sagrada. Humana, ao fazer confluir a incompletude do comportamento humano, e sagrada, na medida em que nele se condensa a esperança e a missão de salvar as ovelhas perdidas, resgatando-as da morte, “salvando-se” a si próprio e devolvendo um bem à comunidade na qual ele se inscreve. E apesar do medo e da incerteza, Benedikt como que abraça a Natureza, ao mesmo tempo solene e inocente, para conseguir sobreviver. 

Gunnarsson escreve de uma forma belíssima, poética, ponderada e ao mesmo tempo etérea, conferindo a este livro um cunho impressionante de intemporalidade. Benedikt teme a solidão, algo que é transversal à própria condição humana e, contudo, com ela se confronta todos os anos porque desde que haja amor e sempre que possamos celebrar os recomeços, nenhuma existência será em vão.

Assim, desta narrativa nascem inúmeras reflexões filosóficas e, graças a sua escrita, o autor permitiu-me sentir uma panóplia de aromas e sensações:  a madeira que crepita, os passos que formam pegadas na neve, os flocos gelados que rodopiam, o fósforo que ilumina, a escuridão que oprime, o aconchego que a fidelidade dos animais proporcionam a Benedikt, até mesmo a paz interior que nele se enleva. 

Por conseguinte, este livro não se resume aos factos narrados, pelo contrário, eleva-se para convidar o leitor a refletir sobre si mesmo e sobre a vida. “Advento” merece, pois, ser abundantemente lido.
🧡
Profile Image for Eva Lavrikova.
927 reviews141 followers
December 27, 2022
Rozkošou sú také knihy, kde sa v mále udeje veľa. Také, ktoré dokážu o snežnej búrke, pití kávy či zháňaní oviec písať spôsobom, že na ničom inom v danej chvíli nezáleží. Také, ktoré píšu o brodení v hlbokom snehu, a keď človek dočíta, zistí, že vlastne čítal o veľkosti života a smrti zároveň. Rozkošou sú knihy, v ktorých ticho hovorí tak nahlas, že dokáže prehlušiť všetko ostatné a vyvrieť aspoň na chvíľu okolitý svet ďaleko za hranice čitateľského zážitku.
"Také on zažil kdysi strach ze smrti, a když se to tak vezme, i z života. Možná ještě víc z života. Byla to úzkost, opravdu se bál. Ale to je už dávno. I ta úzkost je pohřbená v těchhle horách. Teď v něm i kolem něj většinou vládne ticho. Ticho jako v horách."
Profile Image for Esmeralda Vorewer.
68 reviews26 followers
March 6, 2022
«Un uomo sale sui monti, poi viene stampato in duecentocinquantamila copie». Un uomo, un cane e un montone per l'esattezza. Tre personaggi che si addentrano nell'inverno islandese per intraprendere un'annuale avventura tra gelo, neve, fatica e solitudine. Il senso del racconto rimanda alla struttura della vita fatta di attese e speranze, all'impiego del tempo e al senso di responsabilità suscitato dalle creature più fragili e indifese, fino al punto di rischiare la propria vita per salvarle. "Chi al riparo sempre resta, la sua vita perderà". Sul lasciare andare la vita per riconquistarla. Sul sacrificare il tempo per valorizzare la propria umanità.
Profile Image for Elín Lóa.
46 reviews7 followers
November 23, 2020
„Eftir því sem árin færðust yfir hann var sem allt hans líf væri orðið ein aðventa. Því hvað var líf hans, rétt á litið, hvað var líf mannsins á jörðinni ef ekki ófullkomin þjónusta sem helgaðist af bið eftir einhverju betra, eftirvænting, undirbúiningi - þeirri ákvörðun að láta gott af sér leiða.“

„Fylgi fótur fæti og sé stefnt í rétt átt, miðar mönnum alltjent frá við.“

Ég hef grun um að þetta sé bók sem muni lifa lengi með mér.
Profile Image for Molly Bloom.
57 reviews34 followers
July 8, 2025
Comprendo che è un libro semplice ma profondo, tuttavia, tranne che un paio di frasi, non mi ha particolarmente coinvolta o fatta riflettere. Probabilmente le mie aspettative erano differenti, fatto sta che non conserverò ricordo di questa lettura. Fortunatamente è stato breve.
Displaying 1 - 30 of 434 reviews

Join the discussion

Can't find what you're looking for?

Get help and learn more about the design.