È una mattina di gennaio, piove e fa freddo. Silvia, come d’abitudine, prende la corriera per andare a scuola. Pochi minuti dopo, lo schianto: un camion urta la corriera, esattamente nel punto in cui lei è seduta. Le ferite sono leggere, però qualcosa di grave è successo. Silvia è sorda sin da piccolissima e ha imparato a sentire con le protesi, le sue amate e odiate giraffe. Ora vive una vita normale, frequenta il liceo classico, suona il pianoforte, esce con gli amici. Ma quell’incidente ha fatto si che le protesi ormai non bastino più e sia necessario affrontare una nuova drammatica scelta.Soprattutto Silvia deve chiedersi se, così impegnata a combattere la sua sordità, non si sia difesa dal sentire in altri modi, dal sentire altro.
“Eppure sentire” è la storia di Silvia, Silvia che alcuni suoni non li sente, Silvia che deve imparare a pronunciare correttamente le parole, Silvia che è sorda dalla nascita. Nonostante ciò la ragazza conduce una vita normale, finché un incidente in autobus le compromette ancora di più l’udito, portandola a considerare l’impianto cocleare. Per Silvia, quattordicenne, è un dramma: dovrebbe operarsi e soprattutto rendere evidente una disabilità “invisibile”. Perché non può allora rimanere con le protesi? Esistono davvero suoni nuovi che vale la pena di ascoltare?
“Eppure sentire” manca di una vera e propria trama per potersi definire un romanzo, un’opera forse maggiormente accostabile al genere della monografia. Un centinaio di pagine, quindi, incentrate sul cammino di una famiglia verso l’accettazione di una realtà diversa. La tematica non è di facile trattazione e le riflessioni di Silvia in merito trasmettono un’idea chiara e realistica riguardo emozioni e sentimenti provati, dalla paura di non trovare amici, all’imbarazzo di non capire, la prima cotta, il primo amore e il desiderio di aprirsi. Anche se non sente con le orecchie, Silvia sente con il cuore e prova le tipiche esperienze di ogni adolescente, pertanto vi si ci può facilmente empatizzare. Una sensazione di ripetitività accompagna però durante tutta la lettura e si ha l’impressione di ritrovare gli stessi concetti espressi in maniera differente. Nel complesso il ritmo si mantiene comunque veloce grazie allo stile, semplice, fresco e scorrevole, e alla brevità dei capitoli.
Un libro consigliato a chi cerca un racconto di speranza.