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Der letzte Schnee

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Ein Winter in den Bündner Bergen. Was tun, wenn der grosse Schnee ausbleibt - und mit ihm die Gäste? Paul und Georg stehen wie jedes Jahr an ihrem alten Schlepplift, so schnell bringt den ordentlichen Georg nichts aus der Ruhe und den grossen Fabulierer Paul nichts zum Schweigen. Zu allem fällt ihm eine Geschichte ein, um das grosse Verschwinden aufzuhalten und die verkehrte Welt wieder ins Lot zu bringen. Er redet über die Kapriolen des Wetters und über das Glück des Lebens, er spricht über seine grosse Liebe Claire und über den Sohn, der macht, was er will. Er erzählt vom Leben in den Bergen, von Vorfahren und Vorbildern, von Sieg und Niederlage, Schule und Erziehung, und räsonniert über die zeitlosen Fragen nach Herkunft und Zukunft. Arno Camenisch beschreibt auf seine unverkennbar eigenwillige Art bildstark und präzise vom Ende und Verschwinden in einem Tal im Wandel der Zeit, während der Schlepplift im Hintergrund regelmässig rattert wie der Lauf der Welt.

104 pages, Unknown Binding

First published January 1, 2018

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Arno Camenisch

24 books33 followers

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Displaying 1 - 26 of 26 reviews
Profile Image for piperitapitta.
1,051 reviews467 followers
May 20, 2019
Aspettando la neve con Godot



A metà romanzo, che poi è quasi più un racconto lungo, ho pensato che il Georg e il Paul, i due addetti allo skilift di un piccolo paesino svizzero nel cantone dei Grigioni, altro non fossero che una trasposizione sotto la neve di Aspettando Godot.
Neve che è sempre di meno, così come sono sempre di meno i turisti che il Georg e il Paul non smettono mai di aspettare.

Ed è così che giorno dopo giorno, mentre assistiamo alla solita routine quotidiana dell'apertura e della chiusura dell'impianto, mentre scrutiamo il cielo insieme a loro, e insieme a loro a ogni rumore speriamo di vedere arrivare drappelli di turisti, ascoltiamo anche i racconti che fanno l'uno all'altro rievocando, con sguardo disincantato e surreale, i tempi andati e le persone che li hanno abitati. Così è la vita, si ripetono spesso l'un l'altro raccontandosi i fatti, anche drammatici, che li hanno visti protagonisti e spettatori, è andata così, guardando il cielo e parlando del tempo.



La scrittura di Arno Camenisch, proprio in virtù di quel lieve disincanto e umorismo appena accennato, è stata una sorpresa, così come è stata una sorpresa scoprire e ascoltare su YouTube parlare in romancio , una lingua romanza appartenente al sottogruppo delle lingue retoromanze (a cui appartengono anche il ladino e il friulano), parlata esclusivamente in alcuni territori del cantone svizzero dei Grigioni. Stupore che viene meno in parte, almeno per noi che siamo costretti a leggerlo in italiano, ma di cui riusciamo a intuirne la particolarità grazie ad alcune "sporcature" mantenute nella traduzione di Roberta Gado; anche perché (come scrive nella sua bella recensione su Il Sole 24 Ore Guido De Franceschi* - che ho trovato online mentre, subito dopo aver pensato a Beckett, cercavo conferme) la sua "petite musique" è data sì dal romancio, ma anche dalle tante contaminazioni linguistiche che finiscono per rendere quella di Camenisch, che come molti svizzeri parla anche un buon italiano, una lingua unica e inimitabile e la sua narrazione poetica.

*«Aspettando lo skilift con Godot

[Guido De Franceschi su IL magazine de Il Sole 24 Ore di maggio 2019 a proposito di Arno Camenisch e del suo recente “Ultima neve”.]

… lo scrittore svizzero Arno Camenisch. Lui può leggere nella sua lingua madre, che è il romancio nella su variante sursilvana, può leggere nell’altra sua lingua letteraria, che è un tedesco sporcato di Schwiizertüütsch (cioè il tedesco elvetico), può leggere con il suo imprevedibile accento spagnoleggiante le ottime traduzioni in italiano delle sue opere a cura di Roberta Gado, ma il risultato non cambia: Camenisch ha un gran flow. Certo, è un bravo performer, ma sono le sue stesse pagine, anche in traduzione, a trasudare oralità. Per dirla con Louis-Ferdinand Céline, i suoi libri vivono di petite musique. Per questo, anche nella lettura solitaria, per godersele davvero, per non sbandare tra le virgole, per scivolare nei discorsi diretti senza andare fuori tempo, le frasi di Camenisch vanno snocciolate almeno a mezza voce, come facevano gli antichi...»




Una piacevole scoperta, insomma,leggerò sicuramente altro di suo e, visto che non sono riuscita ad andare all'unica presentazione romana (anche se una volta tanto era nella mia libreria di zona), lo farò aspettando (anche io) che Camenisch ritorni, certa che arriverà prima dell'ultima neve.

Qui il video di un’intervista in italiano ad Arno Camenisch.

«La morte ci cura dalla vita, dice il Georg e si accende la sigaretta. Danne una anche a me, va', fa il Paul, se tutto è perduto, tanto vale farsi una cicca. Il Georg gli allunga una sigaretta e il Paul se l'accende. Il cielo è sommerso di nuvole. Fermi davanti alla loro casetta, guardano da lontano la nebbia che raggiunge la valle e la valle che pian piano svanisce.»
Profile Image for Ernst.
646 reviews29 followers
June 16, 2024
Warten auf Godot am Schlepplift, ganz entzückend, die beiden philosophierenden Liftwarte sind unvergesslich.
Das Tempo ist völlig rausgenommen, die Tage dehnen sich und haben jeden Tag die gleiche Struktur, die von Inbetriebnahme und Betriebsende begrenzt werden. Was die beiden Protagonisten in ihrer Freizeit machen, erfährt man nur rudimentär, ihr Leben spielt sich im Roman nur hier an dem kleinen Schlepplift ab.
Rundherum, ahnt man das hektische Touristentreiben, aber nicht hier in diesem vergessenen Seitental, nur ein zwei Male pro Tag verirrt sich versprengte Kundschaft hier her, viel Zeit um in Erinnerungen zu schwelgen und über Gott und die Welt zu spintisieren.
Das schöne an Carmenischs kleinen Romanen (ca. 100 Seiten) ist dass die melancholische Grundmelodie immer von feinem Humor durchzogen ist. Und nicht zuletzt seine Fähigkeit durch die kurzen Schilderungen, er formuliert sehr gut auf den Punkt, große Räume zu öffnen die der Leser selbst befüllen darf.
Profile Image for Tim.
248 reviews51 followers
June 13, 2018
Ab und zu stösst man auf Bücher, die in ihrer Form und Art an Authentizität kaum zu übertreffen sind. Arno Camenisch, 1978 geboren, muss wohl einer der Autoren sein, welche mit dem Talent ausgestattet sind, ebensolche Werke zu schreiben. Viel lässt sich über diese hundert Seiten auch nicht erzählen, lediglich dass sie für mich zu den sofortigen Klassikern der Schweizer Literatur gehören.

“Wie die Dolores aus dem Nachbarsdorf, die schöne Tochter vom Abwart, eine Bank war das, die hatte das Portfolio einer Bundesrätin, wie eine grosse Referenz ans Leben war in Listen und Tabellen aufgeführt, was sie alles konnte und was für Zusatzdiplome und Spezialkenntnisse sie auch noch hatte, das hätte für drei Leben ausgereicht, so einen Schatz an Wissen hat nicht einmal ein Astronaut. Aber die Arme getraute sich kaum mehr raus in den Schnee vor lauter Panik, was aus ihr werden solle, die ist halba farruct geworden ab dem vielen Nachdenken.“
Profile Image for Michael Bohli.
1,107 reviews53 followers
March 16, 2018
Seit Jahren stehen die beiden Freizeit-Philosophen Paul und Georg am Bügellift und arbeiten in den Schweizer Alpen. Dass nun seit längerem immer mehr der Schnee und somit auch die Skifahrer ausbleiben, das bringt den Alltag auch nicht weiter durcheinander. Schliesslich gibt es im Hütli viel zu Besprechen und Erledigen.

In konzentrierte und auch reduzierter Weise beschreibt Arno Camenisch auf unvergleichliche Weise die Tage der beiden älteren Herren in Graubünden. Dabei wird dem Leser nicht nur die Bergwelt aus der Perspektive dieser Mannen erläutert, sondern dank dem gelungenen Mix aus schriftdeutschem Text und Mundartwörtern auch die urchige Eigenheit der Landesbewohner etwas fassbarer gemacht. Humoristisch und mit wunderbaren Details ausgestattet, ist dieses kurze Buch ein toller Genuss.
Profile Image for Laura Gotti.
589 reviews610 followers
July 13, 2020
Scopro questo autore per caso e lo metto in wl, lo lascio lì perché poi io mi dimentico le cose. poi, un pomeriggio, sono a Venezia e come al solito giretto alla MarcoPolo e lì hanno un intero scaffale Keller e così Camenisch finisce nella mia borsa e inizio a leggerlo in vaporetto.

È un racconto lungo che finisce velocemente nell'attesa della neve insieme a il Paul e il Georg. Sono due montanari che fanno funzionare una skilift e una baita e passano le giornate ad aspettare che nevichi o che arrivino i turisti. Succede molto poco, sia una cosa che l'altra.

Non succede altro, ma succede tutto. Perché il tempo passa chiacchierando, della vita, dei figli, degli amori passati, delle morti in paese e della vita che era.

Io, di base, son montanara quindi mi riconosco molto in quelle chiacchiere e riconosco, soprattutto, le chiacchiere di paese. Poi io sono fuggita a 18 anni ma mi piace sempre incontrare un Paul o un George.

Vino rosso, che ha fatto fresco e si beve così volentieri. La neve arriverà, prima o poi.
Profile Image for Samuele Petrangeli.
433 reviews79 followers
April 9, 2020
Due considerazioni. Una sul libro, una a partire dal libro.

1 "Ultima neve" è la storia di due uomini che lavorano in un impianto di skylift. Arno Camenish non fa altro che riprendere le loro giornate, ogni capitolo ne è una, dove non succede assolutamente nulla. Ogni tanto arriva qualche turista, ogni tanto c'è da riparare qualcosa qua e là. Per lo più, i due uomini aspettano e fanno due chiacchere. Spesso raccontano aneddoti della loro giovinezza o di qualche loro conoscente. Come quello che era morto due volte, o come quella volta che un cane tornò a casa con la lepre di un altro. Insomma, nulla di che. Si passa il tempo.
Il linguaggio stesso che usa Camenish è il più semplice possibile e il meno letterario possibile. Innanzitutto, il testo è fatto quasi unicamente di dialoghi, con brevissime descrizioni o azioni. La descrizione dell'atmosfera è lasciata emergere dalle parole dei due uomini. Inoltre, anche stilisticamente, non vi è alcun segno di interpunzione fra i dialoghi. Non vi è un a capo. Sono come lampi. O, meglio, come lucidissime perle di una collana.
Camenisch da una parte imbastisce tutta una semplicità di struttura e di lingua, ma dall'altra ciò su cui vuole puntare è far emergere il tempo e l'attesa. In tutto il libro, e in modo esplicito nell'ultimo capitolo, ciò che rieccheggia è una specie di "Aspettando Godot" in salsa realistica. E' l'attesa e la fine. Il tempo che scorre. La neve che non è più quella di un tempo e il tempo della nostalgia e dei ricordi. Il finale, con la nebbia che piano piano sommerge tutta la valle, l'orologio rotto che non segna più il tempo, è quasi troppo esplicito per essere unicamente una metafora.
Ma, se molti dei discorsi possono essere visti come apertura verso temi più generali, quello che mi importa sottolineare è come quei discorsi siano discorsi che sono quotidiani. Che, cioè, Camenish non imbastisce discorsi dal sapore filosofico o che. Ma semplicemente, leggendo i discorsi di questi due montanari, con la loro lingua semplice e schietta, si percepisce qualcosa oltre. Come se la vendita da un giorno all'altro della taverna di montagna nascondesse, in realtà, un qualcosa di ben più universale. Come se tutte le loro storie non fossero altro che variazioni sullo stesso tema di nostalgia e tempo che scorre. E questi discorsi lo sono e al contempo non lo sono. Non lo sono perché sono semplicemente i ricordi e i racconti che 'sti due si fanno per passare il tempo. E lo sono perché nel momento in cui Camenisch li scrive e li struttura all'interno del romanzo assumono un significato intrinseco ulteriore.
Che è un po' il meccanismo che sta alla base della letteratura del quotidiano, no?

2 C'è tutta una letteratura che fa del piccolo, del quotidiano la propria essenza. Partendo da Carver e Haruf, pare che ci sia quasi una corsa a cercare di raccontare la storia più piccola, più qualsiasi possibile. Raggiungere il grado zero della vita.
Da una parte c'è sicuramente tutta un'idea della poesia del quotidiano, che il piccolo gesto sia, cioè, carico di tutta la bellezza e grandezza e poesia che di norma la letteratura ha sempre attribuito al grande gesto. E', insomma, un cercare di mostrare come ogni vita sia degna di essere raccontata.
Dall'altra - e "Ultima neve" lo mostra bene - è anche un tentativo di dare una forma e un senso alla realtà più quotidiana. Attraverso la selezione e l'organizzazione, infatti, degli eventi e della storia si dà una forma più o meno chiusa alla vita. Una vita quotidiana, non quella del grande gesto, ma quella in cui è facile rispecchiarsi. Dando una forma alla più minima delle vite è allora possibile dare una forma e un senso alla vita in sé. E questo passa attraverso un doppio processo: il primo è quello dello scrittore, che appunto seleziona e organizza; il secondo è lo sguardo del lettore che organizza a sua volta e cerca un senso e un oltre in quel fatto piccolo, insignificante, quotidiano per il semplice fatto che è scritto. Prendiamo i discorsi dei due uomini di "Ultima neve": sono discorsi quotidiani, nulla di troppo differente da quello che sentiremmo in qualsiasi bar, o che magari facciamo anche noi a lavoro. Eppure, non ci sogniamo nemmeno lontanamente di vederci nulla di poetico o profondo o che so io. Eppure, nel momento in cui lo andiamo a leggere, scorgiamo qualcosa dietro questi discorsi, come un iceberg. La differenza è quel processo che è la letteratura.
Profile Image for Esther.
Author 3 books49 followers
January 23, 2023
Kurzweilige Unterhaltung mit Geschichten aus den Bündner Bergen.

Was Arno Camenisch wirklich beherrscht, ist mit reinen Beschreibungen Szenen lebendig werden zu lassen, als ob man neben Georg und Paul sässe und sie schon ewig kennen würde.
Im Grossen und Ganzen geht es um ihre kleine eingeschränkte Welt in ihrem kleinen Bergdorf im Graubünden, aber bei der Beschreibung des "Arbeitsalltags" der beiden an einem Skilift werden auch Probleme wie Klimaerwärmung angerissen.

Arno Camenisch schreibt Geschichten, die man hören sollte, am besten von ihm selbst gelesen.
Für diese Geschichte gibt es von mir einen Stern weniger als Hinter dem Bahnhof, aber wahrscheinlich nur aufgrund der Tatsache, dass ich dieses Buch selbst gelesen habe und mir dabei einfach der Rhythmus fehlte, der die Texte von Arno Camenisch zum Lese- oder eben HÖR-Vergnügen macht.
Profile Image for Karo.
9 reviews
March 6, 2024
It is very good in showing the monotony of their work days in the writing, however so good that I couldn't finish it.
Profile Image for the_literate_traveller.
16 reviews7 followers
January 31, 2023
Ein geniales Buch – trotz oder vielleicht auch gerade wegen seiner Kürze.

Paul und Georg betreiben einen Skilift in Davos und warten auf Schnee und auf Gäste – beides bleibt aus. Während sie den alten Schlepplift trotzdem jeden Tag laufen lassen und etliche Kaffeepausen machen, bis es endlich 4 Uhr ist, reden sie über Gott und die Welt. Dabei thematisieren banale Geschichten wie nebenbei grundlegende Themen wie Gleichheit, Glück, Sorgen um die Zukunft.

Zu alledem schafft es Camenisch auch noch typisch Schweizerische und Bergler Steoretypen und veraltete Weltbilder sowie Schweizer Ausdrücke einzubauen – bringt zum Schmunzeln. Aber auch zum Nachdenken.
Profile Image for Pep Bonet.
921 reviews31 followers
June 27, 2022
Voici un En attendant Godot aux Grisons. Une station de ski en voie de disparition suite au manque de neige et deux personnages qui passent leurs journées à attendre les skieurs tout en remémorant les vieux temps, ceux qui sont partis pour ne plus revenir : les commerces qui ferment, le bistrot qui disparaît, les parlants de romanche qui réduisent comme peau de chagrin, la vallée qui meurt à petit feu. Et le tout dans ce style si propre de Camenisch, qui écrit en allemand, car écrire en romanche est égal à ne pas être lu. Son écriture est pleine de populismes, des prononciations curieuses, à mon avis bien rendues en français par le traducteur, comme les j/g qui deviennent ch, ou les ch qui deviennent tch; les mots en italien ou en romanche (que Paul et Georg prononcent romontsch) parsemés dans le textes (d'ailleurs, j'ai le doute que des mots en français pourraient être présent aussi dans le texte suisse-allemand, ce qui aurait justifié quelques mots allemands dans la traduction, mais soit).

Ce qui me plaît dans Camenisch, entre autre, est qu'il renonce à raconter une histoire et qu'il peint un paysage avec des personnes, leurs faiblesses et leurs problèmes. Voilà, je vois le Rhin Antérieur lorsque je lis ses livres et je me désole en pensant à sa beauté inutile.
Profile Image for Bobparr.
1,149 reviews88 followers
July 26, 2024
Non sono andato da molte parti seguendo i racconti di George e Paul, sono rimasto lì dentro la baita, ascoltando aneddoti locali di persone del posto che come tutti noi hanno fatto cose semplici.
Non ho capito quanta neve c’era fuori, nè quante persone sciassero: a volte sembrava nessuno, a volte sembravano tanti, ma mai troppi.
Intanto il tempo passa, la neve si scioglie, la nebbia sale, la corrente manca, tutto svanisce.
Profile Image for Eloisa Torresini.
53 reviews
July 19, 2025
È un libro veloce, appassionante come può essere una conversazione origliata al bar del paese. La scrittura è semplice e fluida, i dialoghi sono inseriti nelle descrizioni e rendono tutto più vivo. Accenna timidamente al tema del cambiamento climatico, riflettendo forse il disagio dei due personaggi nel guardare in faccia la realtà di un mondo che sta cambiando. Nel complesso, dunque, ho trovato il libro malinconico ma piacevole.
Profile Image for Ana.
19 reviews
January 16, 2022
ein Stern für die sprachliche Ausführung.
ein Stern für die Länge bzw. die Dankbarkeit, dass das Buch kurz ist; so est die Zeitverschwendung begrenzt.
Also eigentlich so betrachtet hätte das Buch nur 1 Stern von mir bekommen.
Abzug für die Absurdität, die Anspielung auf Godot ist peinlich.
Abzug für die Handlung, oder besser gesagt das Fehlen der Handlung.
Abzug für die Hauptfiguren.
Profile Image for Bert.
127 reviews8 followers
February 24, 2020
Twee skilift beheerders filosoferen over het warmer worden van de aarde, het verdwijnen van de sneeuw en het dorpsleven in hun dal. Het verhaal is onderhoudend. Knap geschreven om de klimaatverandering en de impact op de sneeuw en het skiën te beschrijven door twee dorpelingen.
43 reviews
September 7, 2021
leicht zu lesen, stilistisch gelungen, nur die handlung fehlt mir etwas. gewissermassen erinnert es mich an Joyce's Ulysses, aber das mochte ich drum auch nicht... der reiz liegt mehr in der sprache als im inhalt.
Profile Image for Mosci.
22 reviews
July 11, 2024
Die Philosophen am Skilift. Aktuelle Themen werden in wunderbaren Dialogen eingefangen. Abzug gebe ich, für die fehlende Handlung sowie vor allem für das Stilmittel (?) auf die Darstellung von Satzzeichen zu verzichten, welches mich immer wieder aus dem Text herausgerissen hat.
Profile Image for vurihur.
45 reviews
June 2, 2021
I was a little confuded tbh. But overall not so bad. I watched the play and I really enjoyed that.
Profile Image for Shona H.
284 reviews8 followers
April 22, 2023
Lustig - wäre toll als Theaterstück.
Profile Image for Nivona.
13 reviews
April 1, 2025
One of the best Swiss books I have ever read!
Profile Image for Flapidouille.
876 reviews3 followers
June 2, 2025
Au fil des pages par ces personnages très typés deviennent de plus en plus attachants, jusqu'à ce que ce livre où il ne se passe rien semble finir vraiment beaucoup trop tôt !
Profile Image for Monika Pfenninger.
7 reviews
March 27, 2025
Ich lese es gerne vor dem Schlafen gehen. Es entschleunigt ganz wunderbar. Die eingestreuten Mundart-Wörter gefallen mir auch sehr gut.
Author 1 book1 follower
April 30, 2022
Deux hommes d'un certain are, probablement proche de la retraite, sont les gérants d'un téléski dans un village perdu au fond des Grisons. Un critique les a comparé avec les Vladimir et Estragon, de "En attendant Godot". Je crois que Beckett est moins drôle que ce petit roman (ou est-ce une novelle ?).
Il reste que les deux protagonistes viennent d'une autre époque et cela crée des réminiscences et des discussions sur la vie qui a changé qui sont assez intéressant.
J'ai lu la traduction française, qui était disponible dans ma bibliothèque publique, l'original est en allemand.
Profile Image for Pascale.
1,366 reviews66 followers
August 12, 2024
Who would pass up the chance to see how Camenisch can combine the set-up of "Waiting for Godot" with current concerns about the impact of climate change on ski resorts? Unfortunately I think I like the concept of this book more than its execution, which is only mildly funny. Paul and Georg dutifully report to work everyday at a ski resort which remains largely deserted due to insufficient snow. What few customers they have they tend to turn away because Paul doesn't want to deal with credit cards. Paul is verbose and lazy, Georg is a stickler for regulations but always mislays things. As all old crones do, they reminisce about the good old days, school chums who've left or died, shops and services which have closed down. It's sweetly nostalgic but falls short of my expectations.
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