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La casa degli sguardi

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Daniele è un giovane poeta oppresso da un affanno sconosciuto, “una malattia invisibile all’altezza del cuore, o del cervello”. Si rifiuta di obbedire automaticamente ai riti cui sembra sottostare l’umanità: trovare un lavoro, farsi una famiglia… la sua vita è attratta piuttosto dal gorgo del vuoto, e da quattro anni è in caduta “precisa come un tuffo da olimpionico”. Non ha più nemmeno la forza di scrivere, e la sua esistenza sembra priva di uno scopo. È per i suoi genitori che Daniele prova a chiedere aiuto, deve riuscire a sopravvivere, lo farà attraverso il lavoro. Il 3 marzo del 1999 firma un contratto con una cooperativa legata all’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma.
In questa “casa” speciale, abitata dai bambini segnati dalla malattia, sono molti gli sguardi che incontra e che via via lo spingeranno a porsi una domanda scomoda: perché, se la sofferenza pare essere l’unica legge che governa il mondo, vale comunque la pena di vivere e provare a costruire qualcosa?
Le risposte arriveranno, al di là di qualsiasi retorica e con deflagrante potenza, dall’esperienza quotidiana di fatica e solidarietà tra compagni di lavoro, in un luogo come il Bambino Gesù, in cui l’essenza della vita si mostra in tutta la sua brutalità e negli squarci di inattesa bellezza. Qui Daniele sentirà dentro di sé un invito sempre più imperioso a non chiudere gli occhi, e lo accoglierà come un dono.

Con la lingua precisa e affilata del poeta, Daniele Mencarelli ci offre con grazia cruda il racconto coraggioso del rifugio cercato nell’alcol, della spirale di solitudine, prostrazione e vergogna di quegli anni bui, e della progressiva liberazione dalla sofferenza fino alla straordinaria rinascita.

228 pages, Hardcover

First published January 1, 2018

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Daniele Mencarelli

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Displaying 1 - 30 of 353 reviews
Profile Image for Orsodimondo.
2,458 reviews2,432 followers
May 7, 2022
TUTTO CHIEDE CORAGGIO


Deonta Wheeler

Se ci sei tu, Dio, dietro tutto, quello che fai compiere qua dentro non è giusto. Tu, non noi, dovresti chiedere perdono.

L’io narrante e lo scrivente si chiamano entrambi Daniele Mencarelli: si tratta della sua vita, episodi e momenti vissuti personalmente, Mencarelli non ne fa mistero, men che meno nelle presentazioni, durante le quali aggiunge dettagli e aneddoti.
Questo è il suo debutto nel romanzo, 2018 – ma alle spalle aveva già raccolte di poesie – esordio che racconta un periodo della sua vita seguente a quello al centro della storia del suo secondo e più celebre romanzo (memoir?) del 2020, Tutto chiede salvezza (vincitore dello Strega Giovani di quell’anno): lì, nel secondo, era più giovane, qui, nel primo, ha qualche anno in più.


Deonta Wheeler

Daniele vive ai Castelli Romani, ad Ariccia per la precisione, paese famoso per la porchetta e per il ponte dei suicidi (in queste pagine compare una scena tra Daniele e sua madre sul ponte che mette i brividi).
Daniele ha ventisei, o giù di lì: è messo male, il dolore lo dilania, l’ansia lo divora. Forse è un maniaco depressivo, o forse un borderline, o ha un disturbo della personalità, o la sindrome d’ansia generalizzata. Forse ha un po’ dell’una e un po’ dell’altra. Magari è “solo” “dotato” di un’eccessiva sensibilità. Vive di e con e tra pasticche, droghe, alcol tracannato fino a dimenticare chi è, e dov’è. Beve per non ricordare, ma il giorno dopo il problema è proprio quello, che non ricorda nulla. I ritorni a casa lo consegnano ai genitori stravolto, ammaccato, ferito, la macchina lasciata chissà dove, dentro un fosso, contro un semaforo, addosso a un’altra. La madre dorme per terra, sui tre gradini che portano nella sua stanza. Preoccupazione perenne.


Deonta Wheeler

Ha bisogno di muovere le cose della sua vita, intervenire. Cerca un lavoro, qualsiasi. Siamo in Italia, e per farlo, serve chiedere un favore. Il lavoro che arriva, e a caval donato non si guarda in bocca, è per una cooperativa di servizi, pulizie e facchinaggio all’ospedale pediatrico di Roma, il Bambin Gesù, proprietà vaticana, sul colle del Gianicolo (posizione stupenda: come Daniele anch’io ho bevuto caffè e cappuccini ammirando il panorama. Ma per quanto considerato un’eccellenza, la mia esperienza è negativa, ne ho un ricordo tutto meno che positivo. A cominciare da quella ridicola pratica del parcheggio, che non esiste, si lascia la macchina lungo la strada, in balia dei parcheggiatori abusivi, notoriamente aggressivi - e senza macchina meglio evitarlo, l’autobus passa quando ha voglia e va da lì a lì, collegamento assurdo…).


Deonta Wheeler

Qui Daniele racconta i suoi mesi di pulizie e traslochi e sollevamento pesi e faccende varie, con turni notturni e diurni: la fatica, lo sporco, il puzzo, la soddisfazione di un lavoro fatto bene, come si deve, anche se si tratta di spalare merda – i rapporti di lavoro, la sindacalista paracula, il personale impiegatizio che guarda dall’alto in basso la manovalanza, la solidarietà, l’affetto che nasce, le morti, le malattie, il dolore, i bambini che dovrebbero essere gli unici immuni da dolore e orrore e in quel luogo sono invece i più colpiti. Gli sguardi cercati, mai evitati.
Tutto finirà nelle sue poesie: ma la poesia può servire a testimoniare il dolore, non a curarlo. Anche se…

Mencarelli scrive un romanzo come fosse poesia senza versi, senza rime, senza lirica, in prosa sciolta. Lo fa raggiungendo un’incredibile intensità emotiva che costruisce poggiando sull’ironia, a volte perfino sul comico.
I dialoghi sono quasi sempre in dialetto romano e fanno ridere, più che per la lingua buffa, per l’incredibile umanità e intelligenza che li permea.


Deonta Wheeler

Non serve capire, comprendere.
Serve accogliere l’umano con tutta la forza che ci è concessa.
Arrivare alla bellezza che non conosce disfacimento, nucleo primo e inviolabile.
Fronteggiare l’orrore per sfondarlo.
Ecco il primato d’amore che ho visto negli occhi di quella suora. Una vetta, un’altezza destinata a pochi. Solo a chi non arretra mai di fronte alla realtà, senza mai chiudere gli occhi, con un coraggio sterminato nel sangue, più forte di qualsiasi paura, egoismo.
Non ci si arriva senza coraggio.
Improvvisamente, mi fioccano davanti agli occhi gli ultimi anni della mia vita. Quante parole, nomi di droghe e malattie, soltanto per dire che mi manca il coraggio per vivere e veder vivere le persone che amo, accettando la scure deld estino, perché solo così può essere, consumandomi nella vicinanza, nell’accettazione di ogni orrore possibile vivendolo per quel che è veramente: un diaframma. Un velo nero da strappare. Dietro quel velo resistiamo bambini, tutti. Sempre.
Perderò la luce di questo momento, non so se un poco alla volta, o tutta in un solo istante.
Ma ne porterò per sempre testimonianza, perché uno solo di questii momenti basta a illuminare una vita intera.



Daniele Mencarelli
Profile Image for s.penkevich [hiatus-will return-miss you all].
1,573 reviews14.9k followers
September 11, 2024
continue to make me a house for your gaze,
use me to stay alive in memory.


Sometimes sorrow can shock us back into life. Drawing off his own personal experiences, Italian poet and writer Daniele Mencarelli’s debut novel The House of Gazes is an incredibly vulnerable portrait of a life slowly drowning itself out only to find a will to survive where he least expected: a janitorial job at a children’s hospital. Mencarelli’s gorgeous prose—translated here by Octavian MacEwan—does well in navigating an unsettling dive into alcoholism, depression and the heartbreak of working in a place where the death of children is a daily occurrence, keeping the reader pressing on and engaged despite how emotionally taxing of a read this can be. This emotional exhaustion, however, reveals itself to be thematic as Mencarelli shows the often overlooked everyday heroism of those who push on through sorrow and exhaustion, be it in grief or in order to fulfill a job that keeps society going. House of Gazes becomes a harrowing tribute to those who have passed far too soon as well as those who survive them through a tale of a volatile path towards recovery and rebirth that, ultimately, reminds us there is hope even when the world seems senseless and unbearably cruel.
bambin-gesu
Bambino Gesù hospital where the novel is set.

It is heartbreaking to learn that these stories are inspired by Daniele Mencarelli’s time working in the children’s hospital. Having recently spent some time sitting around in a children’s hospital, I can attest to how unbearably sad they are and even all the bright attempts to make the place cheery can’t cancel out the heavy knowledge of the suffering of innocent lives around you. In the face of all this on a daily basis, Daniele the author, like the Daniele that is our narrator, expressed his experience in a book of poems, Bambino Gesù, and now as a novel. His thoughts on the function of poetry cut straight into me, acknowledging that it can’t erase the pain, but it can bear necessary witness.
poetry bears witness to pain, it doesn’t cure it. Words have always accompanied me. They’re crystal and root, journey and blade. They’re everything but medicine. Poetry doesn’t cure. If anything, it opens, unstitches, uncovers.

He captures not only the sadness within the hospital, but the actions of those who work around the clock to assuage the suffering and, as are the duties of his janitorial crew, keep the place livable. ‘You only have to observe carefully to be drawn into other people’s lives,’ he says, and through his observations we are not only brought into the lives of those in the hospital, but are instilled with their memory to carry them with us through a world they otherwise no longer exist in.

Swallow the medicine that makes you forget, that kills fear. And I’ve tried every medicine, right down to this last one.

Daniele, however, is suffering himself. A lifetime of drug and alcohol abuse has stripped him of friendships and his frequent mishaps have driven his own parents to their limits. ‘I go out to drink, and I drink to go out,’ he tells us, and we are front seat to the daily debauchery he plunges himself into with no desire to continue living. A poetry friend’s connection gives him once last chance to keep afloat, a janitorial job, and the shock from what he witnesses within the hospital,’the full spectrum of the pain that takes root in children,’ and the loss of innocent life, makes him reconsider his own blithe attitude towards his own. It is a journey from a lifestyle hellbend on blacking out and forgetting, to one of lucid awareness and remembering. ‘I will remember,’ he says, if only to be a living tribute to those who are slipping away from memory. Though it is not an easy journey, and frequent relapses occur (especially when something tragic happens), which tests the patience of even those closest to him. It is difficult to witness, though he does seem to crash his car while drunk so often it begins to seem like a plot hole that no legal action is ever taken against him for his many drunken episodes.

If it’s you, God, behind everything, what you’re doing here isn’t right. You—not us—should ask for forgiveness.

A major thematic quandary is the problem of suffering and how one could continue to believe in a loving God or even believe in any goodness in the world. He struggles with ‘understanding what design dictates the choice: one child in place of another; happy normality on the one hand, abnormal despair wrought by disease on the other,’ and the guilt of having lived so long without valuing his life while so many children lose theirs. It is telling that early on Daniele reflects on how ‘childhood is a land we can treasure in later years. It’s that little bit of joy we humans get to experience,’ only to be confronted with lives that will never have that luxury. It shakes his whole perspective on life.
what loving design can this death possibly be attributed to? What lofty path, invisible to us humans, justifies this life taken from the world? There’s no possible reason for that innocent’s death,not one that I can comprehend.

Yet still he clings to a belief in a purpose, and wants to find a purpose of his own in the face of so much sorrow. And now only the suffering of children, but the parents who must leave their childless, and the workers who face dangerous situations on a daily basis yet are looked down on by the rest of society.

Bambino Gesù has done nothing but confirm the insane futility of everything…In fact, the mere existence of that “Baby Jesus” hospital, of the little Christs who spend their lives in it, should be enough for the entire human race to scrupulously annihilate itself. A nice toast right in god’s face.

His time spent with the janitor team, and the friendships he forms and fumbles, also awakens his drive to live. Even if only to support those who support him at work. We do get a sense of trauma bonding occurring between the staff, but it makes them kind and understanding to one another. There is a rather unfortunate anti-union vibe to the novel, but we also see how these workers are pushed to exhaustion to keep the hospital functioning yet are still looked down upon by others. ‘In these months, I’ve learnt that there’s no role, birth, or affiliation that can represent a human being in their entirety,’ he begins to realize, ‘You only have to spend a day exploring it to witness the annihilation of the social classes.’ Death is the great equalizer and all the social hierarchies begin to seem not only meaningless but practically absurd in the face of death.

An aspect I really appreciated was how Daniele’s suffering and his ability to write were never tied together in the way people will often romanticize mental health struggles of artists as some sort of creative doorway. Daniele resents the idea of being seen as “sensitive” instead of “suffering” and pushes back against the belief that depression or other mental health struggles are just something one can embrace for artistic purposes and get over.
I’d ask for a total ban—from the year 2000 onwards—on the concept of “sensitivity,” at least when used to fantasize about the human spirit. A single concept for thousands upon thousands of inaccuracies, dangerous do-goodisms, and delayed or never completed realizations

I am reminded of a line from Jeanette Winterson in Why Be Happy When You Could Be Normal?, ‘Creativity is on the side of health – it isn’t the thing that drives us mad; it is the capacity in us that tries to save us from madness.’ Daniele recognizes that his path back to art and poetry must also be a path back to health and self-care. His alcoholism doesn’t allow him to create better, it distracts from it. His suffering doesn’t inspire, but his desire to be better does.

A blanket of unspeakable sorrows enclosed in a single sound. “Horror.”

As emotionally taxing and painful as House of Gazes can be, it is ultimately a rather redemptive and tragically beautiful story. A story of redemption, rebirth and of remembering. It is only when seeing the world around him that Daniele himself feels seen, being caught in the gaze of children that come to mean the world to them despite being on their way out of this world. Heartbreaking yet healing, House of Gazes really shook me up and shattered me but built me back better for it, a sorrowful journey you must take along with the narrator. And above all, we understand why we must remember those who have gone before us and how literature is a powerful way to bear witness.

3.5/5
Profile Image for ☆LaurA☆.
504 reviews148 followers
August 2, 2025
ORRORE
Una coltre di dolori impronunciabili racchiusi in un unico suono. Orrore.

Mencarelli sa scrivere la vita e raccontare il dolore.
Intenso, straziante, coinvolgente, doloroso, emozionante....questi sono alcuni dei sentimenti che ho provato mentre i miei occhi scorrevano frenetici sulle parole di Daniele.
A volte le parole sfuocavano per via del velo di lacrime che mi annebbiava la vista, a volte chiudevo gli occhi per non sapere quello che Danie' vedeva in quell'ospedale.

«Strano, eh? C’è gente che cerca d’ammazzasse e gente che vorrebbe vive, e invece.»
Perché la vita è bastarda, ti mette davanti a strade sbagliate e ti invita a percorrerle, ma la stronza non ti dice come tornare indietro. Puoi essere solo tu a volerlo e nessun altro.
E quando una madre ti dice : «Io t’ho fatto nasce, ma rinasce spetta solo a te.» È in quel momento che capisci che devi combattere per risorgere, per tornare ad essere la persona che volevi essere e se scrivere può aiutare a esternare il male e a ricordare il male allora scrivi. Scrivi come se non importasse nient'altro, come se foglio e penna fossero necessari tipo respirare.

Non mi fermerò qui con le letture di Mencarelli, ma non subito, non dopo due libri così strazianti.
Profile Image for Laura Gotti.
589 reviews611 followers
December 16, 2019
È un libro bellissimo. Triste chela tristezza ti avvolge come una coperta per giorni, ma così bello e così necessario che ci penso quasi tutti i giorni. Io non lo regalerò a nessuno perché fa male ma servirebbe davvero a tutti il bagno di realtà che ti fa fare questo libro e lo fa senza retorica ma solo con la poesia che ci dovrebbe accompagnare sempre, soprattutto nel dolore.

Leggetelo, se avere forza e cuore, io mi ci sono imbattuta per sbaglio e l'ho divorato in poco tempo. Perché c'è sempre da imparare dagli ultimi, dai bambini, da chi lavora sodo, da chi parla poco, da chi ha un cuore grande che spesso non si vede.
Profile Image for Dolceluna ♡.
1,265 reviews154 followers
April 23, 2022
Mentre lo stavo terminando, ferma alla banchina del treno durante il mio quotidiano viaggio da pendolare direzione lavoro, mi sono dovuta fermare. C’ero quasi, alla fine, mi mancava poco, ma ho chiuso il libro con mano tremante e sono rimasta lì con lo sguardo imbambolato e il battito del cuore accelerato.
Era troppo, era troppo tutto.
Era troppa la sofferenza che emergeva dalle pagine, troppo forte l’emozione che stavo provando, troppo vivida l’immagine di Daniele impegnato nel suo quotidiano lavoro all’ospedale pediatrico, e delle sue azioni, dei suoi gesti, dei suoi sguardi, che a un certo punto ho dovuto interrompere e riprendere respiro.
La sensibilità di Mencarelli è qualcosa di indescrivibile.
Uccide.
L’intensità emotiva che si prova leggendolo fa quasi male, richiede una sosta regolare, una pausa, per quanto la semplicità dello stile, capace di far leva talvolta perfino sull’ironia nonostante la gravosità dei temi trattati, ci inviti a divorare le pagine.
“La casa degli sguardi” fa parte di una trilogia autobiografica, insieme a “Tutto chiede salvezza” e a “Sempre tornare”: il narratore protagonista è proprio lui, Daniele Mencarelli, il quale rievoca la sua esperienza come volontario di una cooperativa di operai operante presso l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma, esperienza avvenuta in gioventù, durante un periodo di tentata riabilitazione dall’alcolismo. In questa “casa speciale”, luogo di sofferenza e di speranza, Daniele, giovane poeta distrutto dalla sua stessa sensibilità verso il mondo, entra in contatto con una realtà fino ad allora ignorata e che lo spingerà a porsi degli interrogativi aiutandolo ad uscire, con difficoltà, dal vuoto che pare avvolgerlo: una testimonianza di distruzione e di rinascita, narrata con la voce delicata e affilata di un poeta. Nell’ospedale Daniele si spacca la schiena, stringe rapporti umani sinceri e complessi, tocca con mano la sofferenza altrui, scopre se stesso attraverso gli altri. E decide di darsi un’altra possibilità.
Confesso di aver provato un po’ di rabbia nel vedere come Daniele, per buona parte del racconto, si ostini a rovinare se stesso e la sua famiglia, condannandosi a una lenta morte mentre vede altri che, attorno a lui, vorrebbero vivere ma sono condannati, dal destino, alla morte. Ma i mali dell’anima sono forse i più difficili da capire, e da guarire. Quando a Daniele scatta qualcosa dentro ecco che avviene la risalita dagli inferi…forse cosa accade veramente non se lo sa spiegare bene nessuno, nemmeno lui stesso.
Il romanzo resta un vero e proprio gioiello, una storia indimenticabile intrisa di cruda realtà e venata di poesia.
Il mio pensiero finale non può che andare, fra tutti, ad Alfredo, detto “Tik-tok”, lo sguardo e l’immagine simbolo di tutto il libro…e della tristezza che ho provato, ben sapendo che è esistito davvero.
Ciao Alfredo, buon viaggio.
Profile Image for Gabril.
1,043 reviews255 followers
November 15, 2024
Il dolore del giovane Daniele affoga nell’alcol la sua disperata insensatezza. Solo l’incontro con la pena, la malattia, la sofferenza altrui (soprattutto quella innocente) saprà agganciare quel nodo insopportabile insinuando un filo di speranza nel centro del buio.
Il primo memoir di Mencarelli è forse il più intenso e toccante, insieme a Tutto chiede salvezza.

“Non serve capire, comprendere. Serve accogliere l'umano con tutta la forza che ci è concessa.”
Profile Image for Federica Politi.
223 reviews17 followers
December 10, 2020
“Ma la poesia lo testimonia il dolore, non lo cura. Le parole mi accompagnano da sempre, sono cristallo e radice, viaggio e lama, sono tutto, tranne medicina. La poesia non cura, semmai apre, dissutura, scoperchia.”
Come si racconta l’abisso. Come ci si vive dentro. Come si trova quella crepa da cui può entrare la luce.
Daniele è un ragazzo. Un giovane poeta. Un’anima sensibile che vuole solo dimenticare nell’abuso alcolico, il proprio disagio psicologico, un dolore antico che da secoli avvelena lo spirito di uomini o donne. Sopravvive nel fondo di un bicchiere scomparendo agli occhi di chi gli sta vicino che trema nel terrore che la prossima volta sarà l’ultima.
Daniele inizia a lavorare all’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma in una cooperativa come addetto alle pulizie e qui, con lo sguardo rivolto al dolore degli altri, tra compagni di lavoro tanto diversi da lui ma tra i quali si sente accolto, inizia un difficile percorso di rinascita personale.
Un romanzo che acceca. Nel contrasto tra la finezza di una prosa poetica bellissima e la genuinità di un parlare dialettale che avvolge con ruvidezza e sentimento. Daniele che non è solo un personaggio ma una persona reale che riesce a condurci con il suo passo, incerto, traballante ma tenace e costante, attraverso il buio verso la luce servendosi di emozioni, dolori e parole, attraverso la morte verso una nuova possibilità di vita.
Un romanzo che sfida, mette alla prova, in cui la rabbia lentamente si annulla nel dolore altrui, nel quale è impossibile non restare coinvolti e assorbiti in un flusso pulsante che attraversa lo sguardo per raggiungere il cuore.
“Non serve capire, comprendere.
Serve accogliere l’animo umano con tutta la forza che ci è concessa.
Arrivare alla bellezza che non conosce disfacimento, nucleo primo e inviolabile.
Fronteggiare l’orrore per sfondarlo.”

Profile Image for Come Musica.
2,062 reviews627 followers
June 13, 2018
Una storia autobiografia di rinascita: dalla dipendenza dell’alcol alla ritrovata umanità attraverso il dolore dei bambini ricoverati al Bambin Gesù.
Profile Image for Greylain.
145 reviews58 followers
October 7, 2023
“Serve accogliere l'umano con tutta la forza che ci è concessa. Arrivare alla bellezza che non conosce disfacimento, nucleo primo e inviolabile. Fronteggiare l'orrore per sfondarlo.”

Nei libri di Mencarelli è sempre presente una certa forza distruttiva che toglie il fiato, e “La casa degli sguardi” non è da meno: il modo in cui i personaggi si muovono tra le pagine è straordinariamente angosciante, toccante e lenente al tempo stesso.

In “La casa degli sguardi” (primo libro in ordine di uscita per la fortunata trilogia di Mencarelli, ma secondo in ordine di cronologia di lettura) incontriamo – di nuovo, nel mio caso – Daniele, giovane poeta oppresso da un’inquietudine inspiegabile, “una malattia invisibile all'altezza del cuore, o del cervello”. Da quattro anni la sua via è l’alcool, l’unico mezzo che gli permette di raggiungere “la dimenticanza”, momenti di puro oblio e sollievo dal peso opprimente che sente ogni giorno.

Tuttavia, a un passo dal toccare il fondo, Daniele prova a chiedere aiuto. A tendergli la mano sarà un nuovo, inaspettato lavoro: è il 1999 quando firma un contratto come addetto alle pulizie con una cooperativa legata all'ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma. Passando di reparto in reparto, Daniele conoscerà in prima persona sia l’orrore dei bambini segnati dalla malattia sia la grande solidarietà dei suoi compagni di lavoro.

Dentro al Bambino Gesù, l'essenza della vita si mostra in un’alternanza di brutalità e di inaspettata bellezza, e la sofferenza a cui è costretto ad assistere sarà per Daniele la svolta necessaria per abbracciare la potenza della rinascita.

C’è poco da fare, Mencarelli mi fa soffrire sempre. Tanto. Tantissimo.

Il suo modo di scrivere non fa sconti a niente e a nessuno: non si nasconde dietro a un dito, ti sbatte in faccia la realtà con tutto il suo orrore e tutto il suo splendore.

“Mi viene un po’ da ridere, io che sfrutto la cosa che odio più di tutto al mondo. La sensibilità. Il metro degli sciocchi. Come voler misurare ogni altro sentimento umano. La retorica del poeta sensibile la impiccherei. Si parli, semmai, di fragilità, di esseri nati con la pelle più sottile, un bassissimo numero di anticorpi a ogni bene e male del mondo, dal dolore alla tenerezza, malinconia e amore compresi. Persone che le inchiodi con poco, basta un fiore per bucargli la pelle.”

Con Mencarelli non si può far altro che aprire le braccia e lasciarsi travolgere, in silenzio, dall’irruenza delle sue parole.

E allora, venga l’orrore. Venga lo splendore. Noi siamo qui.

5 stelle (di nuovo) 🌟
Profile Image for Ilaria Quercia.
408 reviews112 followers
April 26, 2021
E' 𝗾𝘂𝗮𝗻𝘁𝗼 𝗱𝗶 𝗽𝗶𝘂❜ 𝗯𝗲𝗹𝗹𝗼 𝗲 𝘂𝗺𝗮𝗻𝗼 𝗽𝗼𝘀𝘀𝗮 𝗮𝘃𝗲𝗿 𝗹𝗲𝘁𝘁𝗼 𝗶𝗻 𝘃𝗶𝘁𝗮 𝗺𝗶𝗮.
Ci sono potenza, dignità e 𝗰𝗼𝗿𝗮𝗴𝗴𝗶𝗼 di mettere a nudo un passaggio esistenziale vergognoso di autolesionismo mutato in radice di ripartenza che germina nel luogo dove soffrono i bambini, gli innocenti: l'ospedale pediatrico Bambino Gesù.
𝗧𝘂𝘁𝘁𝗼 𝗱𝗶𝘃𝗲𝗻𝘁𝗮 𝗱𝗲𝘃𝗮𝘀𝘁𝗮𝗻𝘁𝗲, il dolore cresce costantemente di fronte alla sofferenza ingiusta di un bambino malato e si soffre non meno per i pregiudizi, per la 𝗱𝗶𝘀𝗽𝗮𝗿𝗶𝘁𝗮❜ 𝗰𝘂𝗹𝘁𝘂𝗿𝗮𝗹𝗲 e 𝘀𝗼𝗰𝗶𝗮𝗹𝗲 nelle altre interazioni fra i personaggi.

Mencarelli ha una 𝗽𝗿𝗼𝘀𝗮 𝗮𝘀𝗰𝗶𝘂𝘁𝘁𝗮 e 𝘀𝗲𝗺𝗽𝗹𝗶𝗰𝗲, parlano i fatti e la sostanza e non una ricerca di stile che spesso copre l'inconsistenza, qui i contenuti sono forti e fanno male.

Non mi sarei aspettata di trovare tanta bellezza nel dolore, ma questo libro voglio ricordarlo a lungo.
Bellissimo!
Profile Image for Ermocolle.
472 reviews44 followers
April 18, 2023
La spietata lucidità di analizzare la propria fragilità e la difficoltà di vivere.

Una dissertazione senza sconti e senza alibi. Un cammino nell'accettazione di sé, fra la consapevolezza del dolore inflitto a chi resta e ama nonostante tutto e la volontà di cambiare almeno in parte la propria personalità che obbliga ad un vissuto perennemente coi nervi scoperti.

Indole, dipendenza da sostanze, abuso di alcol per dimenticare, malattia o semplicemente una maniera poco ortodossa e anticonformista di vivere le emozioni che ti si parano davanti.

Quello che amo della sua penna è il donarsi a chi legge, l'offrire una chiave di lettura diretta e sofferta per interpretare un disagio comune e conosciuto.

"Osservare è il mio vero lavoro, quello non scelto ma affibbiato alla nascita».
Profile Image for Gauss74.
464 reviews93 followers
August 9, 2022
In occasione della pubblicazione di questo "la casa degli sguardi" in formato audible, ritorno insieme a Daniele Mencarelli nel mondo terribile del vizio, del disagio mentale, della sofferenza che nasce dalla fragilità. Perchè in un mondo come questo (ma ce ne sarà mai stato uno diverso?) la fragilità non è ammessa nè ammissibile, ed è da questo che in buona sostaanza nascono patologie più o meno autodistruttive che conosciamo da sempre, inclusa quella dell'alcoolismo di cui si parla qui.

Se "tutto chiede salvezza" racconta di un TSO obbligatorio, all' interno di una struttura con regole tutte sue, più o meno distorte, questo racconta di un ospedale pediatrico. Altra struttura, altra prigione, altro girone infernale che contiene tanto più dolor che punge a guaio: ma in entrambi i casi, proprio lo socnvolgente contatto con la sofferenza porta il protagonista Daniele (omonimo dell'autore) a sprofondare per poi riemergere grazie alla passione per la propria arte.
Il mondo della dipendenza picchia duro come un fabbro, non nasconde niente, non concede nulla al politicamente corretto. Mette ansia. Da un lato fa venire voglia di smettere di leggere, dall'altro dà la sensazione che chiudere il libro sarebbe solo un'altra sconfitta. Come un'altra sigaretta, un altro bicchiere di vino, un altro buco. E' un bene che sia così, perchè quando si parla di questi temi, un'opera d'arte o è disturbante o non è.

Faccio fatica ad immaginare un luogo dove la sofferenza, il male, lo spregio dell'universo in faccia agli uomini si concretizzino di più che in un ospediale pediatrico. In questo caso il bambin Gesù di Roma, ma avrebbe potuto essere qualunque altro. E' proprio la ricerca di senso che conduce l'autore che narra in prima persona (ma migliaia, milioni di altri come lui) a sprofondare nel vizio. Eppure, paradossalmente, proprio l'esperienza diretta del male spinge l'umanità in avanti con ancora più forza, fino a poterne costruire un senso più vero, meno infantile. Grazie all'esperienza del duro, manuale ed umile lavoro quotidiano che cementa coi colleghi rapporti sani ( mentre negli aerocondizionati taccododiciati uffici amministrativi non è sempre così eh?); grazie all'incontro con la forza immensa che la fede cristana dà nella quotidiana lotta contro il male e contro il vuoto. Lo sguardo di una suora ottantenne che accompagna un bambino deforme perfora l'anima di Daniele e trafigge il vizio del bere molto di più ed in modo più decisivo che qualsiasi sessione in comunità.

L'arte, il sano rapporto di lavoro, la fede incrollabile nell'esistenza di un senso sono le armi che Daniele affina per combattere l'esperienza del male, e per uscire dalla dipendenza. Questo libro ha tutta l'aria di essere autobiografico. Ed è per questo che serve. Perchè man mano che si fa avanti il vuoto, che si impossessa del mondo attraverso un nichilismo sempre più feroce, con esso si espandono vizi che distruggono sempre più e sempre meglio. Occorre esserne consapevoli, per combattere. Perchè la vita, quella che ha speranza di avere senso, è sempre una lotta.

Bella la lettura di Dario Sansalone, che restituisce una romanità che resta sullo sfondo, spettatrice, ma ancora capace di dare profondità e colore ad ambientazione e personaggi.

Grazie, Daniè.
Profile Image for sfogliarsi.
434 reviews374 followers
November 8, 2024
Un libro davvero doloroso!❤️‍🩹❤️‍🩹
Daniele Mencarelli, è scrittore della trilogia della sua vita. Come ben sapete, io ho letto questa trilogia senza seguire l'ordine di pubblicazione, questo perchè non lo sapevo... ma in ogni caso la storia ha un senso. Lo scrittore mette su carta la sua vita, spesso difficile e dolorosa.
Come il resto dei suoi libri, anche questo libro l'ho trovato bello, breve e doloroso. Mencarelli si mette a nudo e si racconta e forse l'ho trovato così doloroso proprio perchè ho conosciuto questo scrittore in presenza e l'ho sentito raccontarsi dal vivo. Quelli di Mencarelli non sono mai letture facili, sono letture che colpiscono il lettore, lo destabilizzando e lo rendono fragile, così come lo è il protagonista, nonchè lo stesso Daniele.
In questo libro si parlano di tanti temi forti, come la dipendenza dall'alc0l e la sofferenza dei bambini ricoverati nell'ospedale in cui trova Daniele per lavoro. Si tratta di una storia di cambiamento e crescita, di momenti positivi e momenti negativi, proprio com'è la vita, fatta di alti e bassi. Daniele è un giovane poeta oppresso da un affanno sconosciuto, «una malattia invisibile all'altezza del cuore, o del cervello», non ha più uno scopo e decide di lavorare per mettere a tacere i suoi pensieri... ma quel lavoro sarà duro e necessario allo stesso tempo... scoprirà realtà lontane da lui che lo lasceranno con l'amaro in bocca e il dolore al petto...
Con uno stile poetico, lo scrittore, ci conduce in questo viaggio fatto di speranza, di conoscenza di sé, di dolore e di sofferenza... una cosa è certa, Daniele dopo questo lavoro avrà sempre una maggior consapevolezza di vita, aiutato anche dalle parole...
Profile Image for Antonio.
80 reviews16 followers
August 23, 2024
Non ci sono parole per commentare questo libro. Mi rifugio nel tutto che mi ha lasciato.
Profile Image for Lucio Aru.
Author 1 book36 followers
January 5, 2023
Quest’autore ha un modo unico di raccontare la tristezza. È leggero, ma non inconsistente. Terreno, senza mai scadere nel volgare. I personaggi che popolano questa storia gli somigliano: sono così umani che diventano poesia.
Profile Image for Sally68.
298 reviews32 followers
August 19, 2020
Qualcosina meno di 4 stelline...
L'ho subito definita una lettura, una storia onesta, quando racconta del suo problema;l'alcoolismo e dei suoi difficili rapporti con i genitori, in particolar modo con la madre e a tratti toccante, soprattutto quando racconta dei bambini malati dell'ospedale Bambin Gesù. Personalmente avrei quasi voluto che calcasse, approfondisse di più questo aspetto, avrei voluto mi facesse piu male. Il focus del libro poi devia e si focalizza sul suo lavoro, sul contatto con i suoi nuovi colleghi di lavoro, entrambi avranno un ruolo fondamentale nella svolta che avverrà però poco dopo, grazie a un incontro, a un'immagine, un gesto di una suora, che spiazzerà e farà riflettere Daniele.
Fin qui l'ho trovata una lettura piacevole. Poi c'è la svolta e Daniele decidere di cambiare vita, di uscire dal alcolismo e il tutto è apprezzabile. Lo racconta solo però in modo troppo sbrigativo, un finale troppo facile e un po meno "onesto" del resto del libro.Chi conosce l'alcoolismo sa quanto sia difficile uscirne, è una lotta continua e negli anni.
Daniele si riscatterà e a fine libro ci regala una poesia stupenda, che mi piacerebbe trascrivere qui sotto ma farei uno spoiler enorme....Per cui chi è incuriosito vada a recuperare il libro.
Profile Image for Selien.
102 reviews
June 14, 2025
4,5⭐️
Wat een mooi boek, heel erge fan van de schrijfstijl. Ik kreeg kippenvel op het einde 🐓 ga deze auteur zeker in het oog houden
Profile Image for Fátima Matos Correia.
5 reviews
September 2, 2025
“A palavra é um mistério, tem a ver com forças desconhecidas, sabe tomar a seu cargo a tensão humana, e sabe devolvê-la, fixá-la infinitamente numa folha de papel, disponível ao longo dos séculos para quem a quiser ler.”
This entire review has been hidden because of spoilers.
Profile Image for Postcards from far away✨.
236 reviews2 followers
November 15, 2020
I libri “così”, quelli che all’inizio devi per forza reputare taglienti, tristi, che ti spezzano dentro e per giorni non fai che pensarci, torni dentro nella storia - o meglio - nei ricordi di essa, quelli che ti hanno preso di più gli occhi e il cuore e resteranno lì per un po’ a corroborarti dentro. Ecco, quello è il segno che è uno fra i tanti libri che ti hanno lasciato qualcosa. E non importa del lessico complesso, della storia intricata, susseguirsi di personaggi ed azioni che ti tengono sulle spine.
No.
Daniele Mencarelli ha scelto di raccontare una fase della sua vita associata al Bambino Gesù, un ospedale pediatrico di Roma. Insomma: un’autobiografia. E voi direte: ma non ne hai mai letta una?
Ovvio che sì ma non come questa. E non solo perché ci sono di mezzo bambini, tanti bambini con destini differenti.
Daniele Mencarelli ha scelto la semplicità, la limpidezza delle sue parole, delle sue frasi che ti scavano dentro.
Nella quarta di copertina Daria Bignardi scrive: “quando un poeta si mette a scrivere un romanzo e ha una storia fortissima da raccontare il risultato è un piccolo capolavoro”. Non potrei esprimere meglio ciò che penso di questo libro. L’influenza da poeta si nota molto e rende questa forte storia anche onirica.
Una storia di bambini, alcuni con destini già segnati raccontati da un poeta in crisi per alcolismo. Nello stesso tempo riesce a narrare della vita e della fatica per continuare a vivere, della difficolta nell’affrontare ogni giorno sguardi dalla finestra e poi, là fuori, lo sguardo della bottiglia, della famiglia che ti vorrebbe rinnegare come figlio e fratello, ma sangue richiama sangue e quindi sofferenza dietro e davanti. Mattina e sera. Non c’è riposo nemmeno nel proprio letto. Solo nel fondo della bottiglia, laddove attende la dimenticanza a lungo cercata dal protagonista e scrittore Daniele.

Non vedo l’ora di leggere anche Tutto chiede salvezza.
21 reviews
March 3, 2025
Me encontré con este libro casi por casualidad. Se trata de una narración autobiográfica escrita en forma de novela, en la que un joven poeta de 25 años convive con su adicción al alcohol. Vive con sus padres, quienes, entre el sufrimiento y la resignación, han soportado la carga de su dependencia durante más de cuatro años. Todo cambia cuando consigue un trabajo en el Bambino Gesù, el hospital pediátrico de Roma, como parte del equipo de limpieza. Allí, confrontado con el sufrimiento real de niños enfermos que aún tienen toda una vida por delante, comienza a ver la realidad con otros ojos. En esos pasillos, descubre lo verdaderamente importante y comprende que debe aprender a enfrentar sus problemas en lugar de huir constantemente de ellos. Es una historia conmovedora en la que Daniele, el protagonista, busca renacer a la vida en un lugar donde muchos inocentes, sin saberlo, llegan a entregarla.
Profile Image for aurora torelli.
114 reviews237 followers
February 25, 2023
possibile che ogni libro che leggo di quest’autore finisce per essere un cinque stelle?
Profile Image for Marte.
60 reviews11 followers
December 9, 2022
Bella perché autobiografica e vera la storia narrata ne "la casa degli sguardi", poi ripresa e ampliata in "tutto chiede salvezza" e "sempre tornare". Non sono riuscita a leggerle nell'ordine dovuto la successione dei romanzi, ma ho apprezzato molto questa storia toccante. Attraverso un ritrovato contatto con la realtà del dolore degli innocenti e con la fatica fisica, in un viaggio alla riscoperta della semplicità dei rapporti umani, il protagonista riesce a ridare un senso al suo sé in pezzi. Ne vale la lettura.
Profile Image for Laura Campagna.
29 reviews3 followers
April 3, 2022
Un piccolo frammento di storia dell'autore, Daniele, un ragazzo consumato dall'alcolismo che rinasce e riprende in mano la sua vita in un posto inaspettato, l' ospedale pediatrico di Roma. Una storia vera, intensa che da speranza.
"Non so perchè sono qui, cosa stia cercando, ho soltanto una certezza: quel che ho visto mi parla come fosse una cosa nuova. Non pensavo esistessero ancora primizie da vivere."
Profile Image for Barbara Bartolucci.
217 reviews10 followers
June 19, 2022
Mencarelli ha un’anima stupenda e una penna che scarnifica il cuore.

Una storia di rinascita sofferta e combattuta con tutte le forze possibili. Partendo da un lavoro qualsiasi in un luogo, l’ospedale pediatrico, in cui diventa necessario dimenticare per poter andare avanti, Daniele riesce invece a trovare la luce e la forza di ricordare, ricominciare a soffrire e quindi a vivere.
Profile Image for Sarasenzasperanza.
48 reviews3 followers
April 10, 2022
„Dovrei solo smettere di chiedere, cercare, dovrei solo far finta di non cogliere ovunque l'assenza di qualcosa, qualcuno. Un'assenza sterminata che rende infelice anche l'amore.”
Profile Image for Valentina Farris.
33 reviews2 followers
May 6, 2022
"Vivere è guardare in faccia l’orrore, il dolore, la morte e continuare a cercare la bellezza."
Profile Image for Luca Lollobrigida.
188 reviews3 followers
March 7, 2022
Un altro piccolo capolavoro di Mencarelli, autore ancora troppo poco conosciuto ma che trasmette le sue emozioni con una forza prorompente. Un libro che commuove ad ogni pagina, che non può non lasciare una traccia profondissima in ognuno di noi.
Ancora una volta tutto chiede salvezza, ma noi ci sentiamo impotenti davanti a tanta sofferenza.
Displaying 1 - 30 of 353 reviews

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