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Una variazione di Kafka

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L’itinerario tortuoso di un tram attraverso le traduzioni di un intero secolo. Una variazione d’autore nella Metamorfosi getta nuova luce su uno dei racconti più inquietanti del ’900.

«Un biografo ha scritto che "una singola sillaba in Kafka può suscitare le emozioni del lettore fin nel profondo". Ecco, io sono uno di questi. Nel mio caso si tratta di una parola, benché a variare siano solo due sillabe. La parola è Strassenlampen (lampioni), e sta all’inizio della seconda parte della Metamorfosi. Tutto è cominciato quando mi sono accorto che nella più classica traduzione italiana invece dei lampioni c’era un tram. Come si fa a prendere un tram per dei lampioni? Ho guardato in giro: in una quantità di traduzioni nelle più diverse lingue sbucava il fantomatico tram. Che in tedesco si chiama Strassenbahn. Se un commesso viaggiatore può svegliarsi trasformato in uno scarafaggio, direte, anche un lampione può trasformarsi in un tram. L’apparente strafalcione, tram per lampioni, era già nella prima traduzione della Metamorfosi, uscita anonima nel 1925, un anno dopo la morte di K. Risalendone la peripezia ci si imbatte nell’appropriazione indebita di quella traduzione da parte di un gran signore delle lettere universali come Jorge Luis Borges. La traduttrice vera era Margarita Nelken, una donna spagnola dalla vita brillante, tumultuosa e triste.
Non era questo però a motivare il fervore che mi aveva preso. Il fatto è che a un certo punto mi è sembrato che il tram al posto dei lampioni fosse più bello, e che illuminasse la conclusione stessa del racconto. E non fosse un errore – Strassenlampen e Strassenbahn possono confondersi – ma una variante introdotta dallo stesso Kafka. Proporre una correzione addirittura della Metamorfosi è quasi come sfidare la lettera delle sacre scritture per le quali si fanno guerre micidiali. La filologia laica risparmia lo spargimento di sangue, tutt’al più qualche spargimento di cattedre. Ma è stato bello immaginarsi alleato di Kafka contro l’ordine tipografico costituito. Lettrici e lettori scusino le pagine pedanti: si possono saltare e riprendere dove la trama – il tram – torna sui suoi binari.» Adriano Sofri

224 pages, Paperback

Published February 22, 2018

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About the author

Adriano Sofri

41 books9 followers
Adriano Sofri (Trieste, 1º agosto 1942) è un saggista, giornalista e scrittore italiano ex leader di Lotta Continua, condannato a ventidue anni di carcere – dopo un lungo iter giudiziario – quale mandante, assieme a Giorgio Pietrostefani, dell'omicidio del commissario di polizia Luigi Calabresi, avvenuto nel 1972. Sofri è stato scarcerato (dal 2005 scontava la pena in regime di detenzione domiciliare a causa di problemi di salute) nel gennaio 2012 per decorrenza della pena, ridotta a 15 anni per effetto dei benefici di legge. Pur assumendosi la corresponsabilità morale dell'omicidio, a causa della campagna di stampa diretta contro il commissario portata avanti assieme agli altri membri di Lotta Continua, Sofri si è sempre proclamato innocente per quanto riguarda l'accusa penale, così come affermato anche dai coimputati, a eccezione del reo confesso Marino.
Scrive su Il Foglio e i suoi interventi sono ripresi anche da una pagina Facebook intitolata Conversazione con Adriano Sofri.

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Displaying 1 - 7 of 7 reviews
Profile Image for Alexander.
161 reviews33 followers
July 29, 2022
Spannende Lektüre für Kafka-Freunde: Sofri entdeckt in zahlreichen Übersetzungen von Kafkas „Verwandlung“ am Anfang des 2. Kapitels, dass das Wort „Straßenlampen“ mit „Straßenbahn“ wiedergeben wird. Wie konnte es dazu kommen? Dieser Frage geht der Autor nach.
Profile Image for Tittirossa.
1,058 reviews328 followers
May 3, 2020
Interessante, tra la bottonologia e la filologia e la narrazione di storie.

Grande pregio n. 1 (cosa che Sofri auspicava): ho riletto La metamorfosi (aka La Trasformazione, come il plagiario Borges amava sottolineare poichè lui "il tedesco lo sapeva"), e oltre a stupirmi di nuovo per la mostruosa bravura dell'autore, mi sono richiesta perché si diano per "letti" i classici dopo averli letti una volta. (in questo caso, due volte, a scuola e qualche anno fa).

Grande pregio n. 2: ha rafforzato il mio pregiudizio (più una antipatia scaturita dalla frequentazione dei borgesofili applaudenti frequentanti il corso di Raimondi nel lontano 1980qualcolsa) verso Borges.

Una inezia come una parola (in tedesco, 4/5 in italiano: lalucedeilampioni oppure lalucedeltramelettrico) si porta dietro una quantità di storie, di vite, di studi, di ricordi (la luce del tram che illumina le notti di bambini paurosi), di guerre e rivoluzioni, di amori, figli.
Più interessanti delle dotti disquisizioni filologiche, anche se pure quelle sono avvincenti come un giallo nella ricostruzione di Sofri (a metà fremevo per sapere chi avesse ragione, visto che la questione di Borges era stata finalmente liquidata).

Una singola parola di un libro vale la pena di tutta questa ricerca? Sì, se si è fanatici delle storie nelle storie (l'ipotesi della circolarità della citazione del tram nelle prime e nelle ultime pagine è si interessante e avvincente, ma aggiunge un ulteriore bagliore di genio a un racconto altresì perfetto).
Insomma, se si considera che tutto quel tempo impiegato nella ricerca e nella lettura è stato sottratto ad altre letture (un po' come quando leggiamo di azioni per salvare un soldato o un prigioniero in guerra che sono costate la vita ad altri 100).
Profile Image for Chomsky.
196 reviews36 followers
June 3, 2018
Basta una parola diversa "tramvia" invece che "lampioni" nel testo della "Metamorfosi" di Kafka per trasformare Adriano Sofri da attento lettore in investigatore culturale e la sua indagine è minuziosa e illuminante portandoci a conoscere le affascinanti avventure di questo testo che ha infiniti livelli di lettura. Da Kafka a Borges passando per tanti traduttori e studiosi nel saggio si dipanano storie e miti di un racconto veramente capace di contenere universi.
Già la vicenda del titolo è misteriosa, per non dire kafkiana. Il titolo originale è "Die Verwandlung" che in tedesco significa "La trasformazione" mentre "Metamorfosi" si dice "Metamorphosen" per cui il buon Joseph intendeva proprio trasformazione ma la prima traduzione spagnola del 1925 la chiama "La metamorfosis" forse per inserirla in un contesto favolistico oppure per strizzare l'occhio ad Ovidio ma da allora questo titolo ha connotato l'opera e ne ha anche influenzato la lettura.
Sofri ci illustra la vita infinita di un testo che testimonia le mille variazioni di Kafka.
Profile Image for Padmin.
991 reviews56 followers
April 13, 2018
Una piccola storia kafkiana tra lampioni e tramvia

"Tutto comincia da un errore di stampa, troppo strampalato per richiamare l’attenzione. Cent’anni dopo, l’autore di questo libro lo trova troppo strampalato per non richiamare l’attenzione. Dunque va a rintracciarne l’origine, da una lingua all’altra, da una traduzione all’altra, da una edizione all’altra de La metamorfosi, il racconto «perfetto» di Kafka, del 1915, con il folgorante incipit in cui una mattina Gregor Samsa si trova trasformato in un enorme insetto, mentre il mondo intorno è immutato. E man mano Sofri è sempre più preso dal dubbio che l’errore strampalato non sia un errore, ma una variazione introdotta da Franz Kafka, per migliorare, sia pure con una sola parola, il suo racconto. Finché trova un paio di rimandi testuali, nel diario di Kafka e nelle sue lettere alla fidanzata Felice, che (secondo lui, naturalmente) forniscono la prova certa della sua ipotesi".

Vi avverto che se amate le parole (e le traduzioni) con questo librino si va letteralmente in solluchero.
Giuliano Ferrara (Giuliano Ferrara, sì, embe'?) lo ha definito thriller filologico, nonché "il libro migliore dell'anno (compreso il 2017) e anche frivolo".
Tutto vero. Appena avrò tempo riporterò qualche passaggio, per adesso mi piace ricordare una fenomenale dichiarazione d'amore di Sofri per Google (dunque per la rete, basta saperla usare con criterio, no?).

Si deve sapere che da anni io chiamo Google "zio". Zio Google.
Adriano sospetta tuttavia che potrebbe trattarsi di genere femminile: zia.
Non è stupefacente?
Profile Image for PopMonkey.
36 reviews1 follower
July 31, 2021
Chicca imperdibile per chi ama Kafka e La Metamorfosi, ma soprattutto per gli amanti delle curiosità...si parte da una piccolissima variazione della traduzione (ma anche del testo originale) dell’opera più importante e conosciuta dello scrittore praghese, per poi percorrere un viaggio attraverso le diverse traduzioni, i traduttori (o presunti tali) e arrivare infine alla soluzione di Sofri sul dilemma iniziale che non potrete fare a meno di condividere!
Profile Image for Read me two times.
527 reviews2 followers
February 22, 2023
Un divertissment di filologia, focalizzato su una variazione tra la prima e la seconda edizione di La metamorfosi. È stato piacevole e divertente leggerlo, non è per tutti perché deve interessare l'argomento, oltre che il romanzo di Kafka in sè, ma se ci sono i presupposti sarà un bel viaggio di approfondimento ♡
Profile Image for Stephen Maldon.
Author 3 books3 followers
September 12, 2024
I did not enjoy reading this book as much as I thought I would.

As a lifelong Borges devotee and unabashed Kafka fan, I obviously started reading this divertissement about some bizarre aspects of die Verwandlung’s publication and translation history less than five minutes after leaving the bookstore. I was disappointed that it took me a week or so to finish it. I read the German version of the book, which is 150-odd pages long (the last 40 pages consist of notes). I realized I was bored by page 47, and I had to reread pages 86-103 twice—yes, reread twice—to understand the author’s point.

Remember that Borges hypothesized that the natural medium of the effective detection narrative is the short piece and praised Poe and Chesterton for some of their memorable short stories. (Granted, “The Murders in the Rue Morgue” famously does not conform to Borges’s prescription, but many present-day readers do consider it overlong.) In my opinion, this book—which is framed as a philological detection story (the German subtitle explicitly says ein philologischer Krimi)—would have benefited from an editor reining in the author’s understandable and contagious enthusiasm for his subject matter. This variazione should have been not only half as long but also twice as orderly; there were just too many irritating back-and-forths and unnecessary red herrings.

In sum, on the positive side: fascinating topic for readers of the bookish persuasion; lots of interesting factoids and facts in there; and appropriate attention to detail and careful handling (especially given how revered both Borges and Kafka are). Nevertheless, I found the execution of this novella/essay was not on a par with its ambition.
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