Iacopo Melio è un attivista per i diritti umani e civili: presta la voce a chi non ce l'ha, a chi si sente sconfitto in partenza, a chi ha troppa paura per tirarla fuori, usando parole come «libertà» e «uguaglianza», «giustizia» e «dignità». Rompiscatole per natura, a sovvertire regole e previsioni ha iniziato presto, scegliendo la vita. Iacopo ha venticinque anni e la sindrome di Escobar, una malattia genetica talmente rara che, secondo la scarsa bibliografia scientifica esistente, comporterebbe sintomi troppo vari per essere classificati. Essendo nato con la camicia, di sintomi ne ha una gran varietà: tra questi, uno straordinario senso dell'umorismo. Armato di penna e arguzia, e di una pagina Facebook che conta oltre 600.000 follower, rema quotidianamente contro i pregiudizi e i luoghi comuni: bersaglia chi parcheggia nei posti per disabili pensando che siano un inutile favoritismo; chi è convinto che i venticinquenni in carrozzina rimangano bambini per tutta la vita (figuriamoci avere una ragazza); chi dà per scontato che quattro ruote servano per muoversi, ma solo in casa. Per questo, nel 2015 ha fondato #vorreiprendereiltreno, una onlus che si occupa di sensibilizzazione all'abbattimento delle barriere architettoniche e culturali attraverso progetti sul territorio e un'attività mediatica costante. "Faccio salti altissimi" è un libro in difesa della libertà di essere se stessi, nel rispetto dell'unicità di ciascuno e nel superamento di un fuorviante, oltre che riduttivo, concetto di «normalità», che ci vorrebbe tutti uguali, matrioske prodotte in serie. Ma è anche la storia di un ragazzo come tanti, «pezzi di vita e sogni incollati addosso», con la testa piena di progetti e speranze.
Nato nel 1992 in provincia di Firenze. Lavoro come attivista, editorialista e scrittore: mi occupo di diritti umani, sociali e civili, di libertà e parità, di autodeterminazione e marginalità. Femminista, progressista, ambientalista e antispecista. Credo nell’antifascismo e sogno la Palestina libera.
Un libro genuino scritto da una persona genuina. Uno di quei libri che fanno bene all'anima, alla mente, al corpo. Memorie e insegnamenti di un ragazzo che la vita la vive davvero, senza abbattersi se si trova di fronte a un ostacolo, ma anzi affrontandolo e vincendolo con il sorriso sulle labbra e un'ironia da fare invidia. Questo è ciò che vedo io in Iacopo e nel suo meraviglioso libro, che farò leggere ai miei figli quando sarò mamma e ai miei ragazzi quando sarò professoressa. Perché la normalità non esiste, le disabilità sono in ognuno di noi e le diversità ci arricchiscono tutti. E questi fondamenti, secondo me, devono essere insegnati ai giovani, bambini e ragazzi, piuttosto che agli adulti.
“Per la prima volta, però, ho voluto raccontare la mia esperienza e la mia storia. Per far capire in parte ciò che è stata, o che è, giorno per giorno, mostrando dalla mia prospettiva. Per mettere in circolo empatia. Che è poi il senso della lettura, se ci pensate bene”.
All’inizio non mi avevi convito Iacopo, poi pagina dopo pagina mi sei piaciuto, il senso della lettura ha prevalso con l’empatia per capire da lontano un ragazzo di 25 anni, come tanti, come pochi.
Puoi trovare questa recensione anche sul mio blog, La siepe di more
Confesso spudoratamente di aver subìto subito il fascino di Melio solo perché nella sua scrittura ho riconosciuto un vernacolo toscano che mi ha fatto sentire seduta a una tavolata di amicu, dove si fanno discorsi seri inframmezzati da bischerate – perché seri sì, ma senza esagerare, che poi si scade nel sussiegoso.
Poi in Faccio salti altissimi si parla di diritti, che è un altro argomento che cattura il mio interesse, soprattutto quando si tratta di diritti negati. Melio non parla solo di diritti negati legati strettamente alla disabilità, ma allarga molto lo sguardo: è difficile rimanere nel proprio angolo quando si inizia a interessarsi di diritti umani e civili, perché questi sono come amiconi estroversi vogliosi di abbracciare chiunque. Non vogliono essere contenuti, ma includere più persone possibile nel loro abbraccio.
Inoltre c’è l’altro lato della medaglia: è impossibile trovare una persona che abbia bisogno di un solo diritto o un diritto che non ci riguarderà mai e poi mai. Cerchiamo quindi di limitare l’indifferenza e di imparare ad ascoltare le storie diverse dalla nostra: se non possiamo partecipare e donare a ogni iniziativa, perché non abbiamo tempo e denaro sufficiente, possiamo lasciare che quelle storie modifichino il nostro modo di pensare e di agire.
Sembra niente, ma è quello che fa cambiare la sensibilità di una società abbastanza perché il bisogno di cambiamento arrivi alla politica, che poi è quella con il potere effettivo di avviare le riforme necessarie. Nella speranza che non ci si impieghi troppo tempo, perché alle persone i diritti servono ora, non è che possono aspettare i nostri comodi. Teste a pinolo.
Iacopo con la I racconta la sua vita da persona "seduta" e fa capire alle persone "in piedi" che sarebbe il caso di cominciare a non soffermarsi su certe differenze che non esistono. Un libro interessante, pieno di emozioni e punti di riflessione. Da leggere! Ora però mi viene un dubbio, si dice Mèlio o Melìo? ;-)
Un libro che ti apre la mente ,Iacopo affronta la sia vita in modo ironico ,sfidando la sua disabilità ,perché prima di essa viene lui ,e dovremmo capirlo tutti .Preciso ,comico ,scorrevole .Da leggere .
Il romanzo,é una narrazione autobiografica ma allo stesso tempo la narrazione di un mondo ancora tabù:quello della disabilitá,descritta senza pietismo o compassione, ma in modo semplice e sensibile.
È un libro che fa sorridere e fa commuovere, ricco di umanità, così come ricco è Iacopo. Con leggerezza e serenità ripercorre il suo quotidiano, tra difficoltà e conquiste, amore e tristezza, con tutti gli alti e bassi che la vita ci offre. Consigliatissimo.
"Un gioiello di buona scrittura e di autoironia", leggo sul risvolto di copertina. Mi dispiace, ma non sono d'accordo. Ho letto questo libro perché seguo Iacopo Melio da qualche anno e trovo i suoi interventi tendenzialmente lucidi e connotati da una certa arguzia tipicamente toscana, ma in questo libro ho trovato invece una scrittura banale, un'autoironia un po' troppo facile, e diversi pipponi da bravo ragazzo ricchi di esempi puerili. Si è salvato, con mio sollievo, il capitolo sulla sessualità. Devo dire che l'impressione che ne ho ricevuto è di un libro scritto in qualche modo per dovere, perché si è raggiunta una certa notorietà mediatica, ma senza aver ancora raggiunto la maturità necessaria allo scrivere. Detto questo, auguri all'autore per il suo nuovissimo percorso in politica in cui penso che potrà dare molto e da cui penso che potrà ricevere altrettanto.
Uno dei libri piú belli e intensi che abbia letto. Davvero non ho le parole esatte per descriverlo, dato che ora mi ritornano in mente tutte le scene che mi sono immaginata mentre ero immersa nelle varie pagine. Ci ho messo davvero molto tempo a leggerlo proprio perché ho preferito "allungare" la lettura dato che volevo assaporarlo in tutto e non volevo che finisse. È ovvio che ci sono dei punti che non condivido come modo di pensare dell'autore e in questo caso sono stata come incoraggiata ad aprirmi ed esprimermi di piú. Iacopí, grazie perché contribuisci a farci respirare. ❤️
Come si fa a non dare 5 stelle a un libro che è senza filtri né censure, senza imposizioni né barriere, ma semplicemente vero? Lo stile frizzante e ironico di Iacopo (con la I) mi ha catturata fin da subito, ma sono state tante frasi incastonate tra un episodio di vita simpatico e un altro drammatico a farmi rimanere incollata a questo libro. Mi sembrava quasi impossibile che le sue parole rispecchiassero esattamente quello che penso, i principi per cui vivo e il passo (o il giro di ruota) con cui affronto ogni giorno. A riprova del fatto che "la disabilità non ci sarebbe se dessimo a tutti gli strumenti giusti per poter fare quello che fanno gli altri"; in questo caso lo strumento è la scrittura che ha reso i miei pensieri di "normodotata" (😉) esattamente uguali a quelli di Iacopo. Non sono sicura che questo libro possa piacere a tutti, dopotutto è un libro personale e emergono molte idee dell'autore, alcune delle quali potrebbero risultare antipatiche, scomode e il contrario di politically correct. Ma, in fin dei conti, se ho capito una cosa da questo libro è che "anche i disabili sono stronzi".
Libro molto piacevole, scorrevole, delicato. Ne ho apprezzato l'ironia e i toni leggeri con cui si affrontano temi che spaziano dal cyberbullismo, all'attivismo, alla vita privata, senza mai scadere nella banalità.
Libro consigliatissimo, che tratta il tema della disabilità visto e vissuto giorno dopo giorno da Iacopo Melio. Dalla copertina e dal titolo si evincono la semplicità, la normalità e la genuinità dello scrittore e dei temi trattati. Scrittura molto semplice, diretta ed efficace e in alcuni tratti anche scherzosa nonostante l'importanza di certi argomenti. Sicuramente riducendo ma non sminuendo le difficoltà della vita, si possono affrontare al meglio ed è proprio questo il messaggio che abbiamo appreso da Iacopo: il buonumore e l'amore possono fare davvero la differenza per affrontare al meglio la nostra esistenza e lui lo dimostra ogni giorno anche ringraziando tutti coloro a cui vuole bene e che gliene vogliono. Infine, "Faccio salti altissimi" è davvero una buona incitazione per tutti quelli che, complice anche la pigrizia, non si mettono in gioco davanti la vita, fosse anche per aiutare se stessi.
Questo interessante saggio ironico, a tratti anche comico, dovrebbe essere proposto a scuola, non solo per far capire che la normalità non esiste, e che esiste solo l’unicità di ognuno di noi, ma anche per aiutare a crescere con consapevolezza apprezzando ogni ‘singolo respiro’