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L'età della frammentazione: Cultura del libro e scuola digitale

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All'inizio Internet era abitata da cacciatori-raccoglitori, alla ricerca dei pochi contenuti digitali disponibili. La nascita del web ha portato ai primi insediamenti informativi. Oggi viviamo nella rete dell'artigianato e del commercio: contenuti in movimento, ma ancora brevi e frammentati. Le nuove generazioni sapranno costruire l'età delle cattedrali, fatta di contenuti digitali complessi? In che modo la scuola, i libri, la lettura possono aiutare questo sviluppo?



Grazie alla rivoluzione digitale e allo sviluppo di Internet è oggi disponibile online una sterminata quantità di risorse e contenuti, molti dei quali utili anche per la scuola, l'apprendimento, la formazione personale e professionale di ciascuno di noi. Nonostante l'enorme complessità orizzontale della rete, questi contenuti sono però in genere granulari e frammentati: la complessità verticale che era tipica della cultura del libro sembra almeno in parte sacrificata. L'età della rete è necessariamente anche l'età della frammentazione? Quali strategie e quali strumenti possono essere usati per favorire una maggiore attenzione alla capacità di costruire e utilizzare – anche in digitale – contenuti strutturati e complessi? Come cambia il ruolo del libro e della lettura nella scuola di oggi e di domani, in cui ogni studente ha in mano anche, e a volte solo, uno smartphone? Gino Roncaglia prova a rispondere a queste domande proponendo, con uno stile sempre chiaro e discorsivo, una visione del digitale e della rete assolutamente originale.

218 pages, Kindle Edition

Published March 15, 2018

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Gino Roncaglia

26 books26 followers

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Profile Image for Emanuela.
Author 4 books82 followers
April 3, 2018
Di questo libro apprezzo l'analisi che fa l'autore sulla inadeguatezza dei testi scolastici così come sono proposti per la didattica attuale. Interessante anche il percorso storico e il dibattito che nel tempo si è sviluppato sulla necessità di superare il concetto di unicità e standardizzazione del testo scolastico, per un approccio più ampio ai contenuti, attingendo a più fonti.

Scorrendo il testo, però, ci sono alcuni concetti espressi che mi lasciano perplessa. Ne cito solo alcuni cercando di essere il più possibile sintetica e non certo esaustiva, date la vastità e la complessità dell'argomento.

Il primo riguarda la voce del titolo che parla di frammentazione. Ecco, cercando di interpretare il pensiero di Roncaglia, credo si riferisca alla modalità con la quale la rete propone i propri contenuti ma, facendo una comparazione con i testi scolastici passati e attuali, tutti i contenuti sono presentati in forma frammentata. Questa prassi è fisiologica e ricalca la necessità di focalizzare un concetto alla volta che, nel gergo si definisce chunk. E' la modalità con la quale la nostra mente assimila un contenuto nuovo che, con i propri tempi, ha bisogno di ricostruire circuiti neurali e crearne di nuovi, "incorporando" e diffondendo progressivamente le nuove informazioni in una condizione più stabile e duratura nella memoria e nella rielaborazione.
Tutta l'azione didattica è frammentata, da sempre: nei contenuti, nei tempi, nell'organizzazione. Il fatto che la rete proponga, anche in forma multicanale o multimediale i propri contenuti, non è altro che una riproduzione, a mio avviso piuttosto logica, di ciò che si è sempre fatto.
Le distorsioni nella didattica sono, soprattutto per ragioni di tempo, quelle di tagliare interi argomenti. La situazione attuale di un docente che adotta il libro di testo è quella di fare delle scelte, a volte drastiche su una quantità di contenuti proposti che sono abnormi rispetto alle condizioni reali. Il risultato è un apprendimento frazionato, parcellizzato. (Questa io la chiamo didattica del trailer, come ad esempio scegliere solo porzioni di opere letterarie o qualche apparato anatomico, e così via.)

Un'altra perplessità che insorge è quella del concetto di perdita di complessità in virtù di questa frammentazione. A mio avviso, la massima complessità si manifesta nella competenza che si acquisisce attraverso una metodologia che comprende il facile e il difficile, il semplice e il complesso, non sempre e non necessariamente ordinati in progressione. Le nuove metodologie, infatti, come il problem solving o il PBL, non necessariamente partono dagli elementi base, anzi, le problematiche sono poste nella loro complessità e successivamente frazionate in questioni più gestibili.
I libri di scuola, solo per il fatto di essere corpo unico, non danno certezza della complessità. E, a mio avviso, inibiscono il processo innovazione e di organicità didattica. (Questa io la chiamo la didattica "findus"dove si pesca nel "freezer" il prodotto standard di cui non si conosce il processo di produzione. A volte comodo, ma poco soddisfacente.)

Per ultimo, la proposta di riunire le forze editoriali per impostare testi più fruibili, la vedo come un'utopia al pari, se non di più per ragioni commerciali, dell'autopubblicazione con percorsi ragionati e strutturati in forma collaborativa. Almeno, questa seconda opportunità apre la possibilità di mettersi in gioco con professionalità progettuale e realistica a chi spende la propria libertà di insegnamento con scienza e coscienza.

Nel mio ebook "testi scolastici 2.0, ora un po' datato che qui viene citato, parlo di libri "veri" a sostegno della complessità e della organicità della conoscenza. Ce ne sono tanti, adatti ai bambini e agli adolescenti e danno una visione di senso alle conoscenze. La tecnica viene dopo.
Le biblioteche scolastiche, anche digitali, dovrebbero servire ad attingere alla produzione letteraria e saggistica, che insieme alla rete, alla scrittura e riscrittura, a percorsi strutturati, possono favorire processi di apprendimento stabili e non vacui, come invece ci raccontano le statistiche sul grado di scarsa alfabetizzazione del nostro paese, a dimostrazione che i processi finora messi in campo sono, per i più, fallimentari.
40 reviews1 follower
July 22, 2020
“È quando la scuola resta indietro – e la nostra scuola è rimasta indietro – rispetto all’evoluzione culturale e sociale, che le conoscenze attorno alle quali è orientato il processo formativo diventano nozioni astratte anziché accompagnarsi efficacemente alle competenze richieste per una partecipazione attiva alla vita del paese.”


“Ma le istituzioni scolastiche sono ancora ferme a un uso in molti casi occasionale e primitivo del digitale: anziché guardare in avanti, sono rimaste indietro. Un problema aggravato dal fatto che a essere rimasta indietro non è solo la scuola: è anche la qualità del dibattito pubblico su istruzione e formazione.”


“L’incontro fra le forme tradizionali della didattica e il mondo dei contenuti e degli strumenti digitali rappresenta per la scuola un passaggio non certo facile. Un passaggio avviato ormai da più di due decenni, ma in larga parte ancora irrisolto: sia perché i tempi di reazione della scuola italiana sono tutt’altro che fulminei, sia perché l’evoluzione del mondo digitale è invece rapidissima.”


“Quella con cui abbiamo a che fare è una galassia a sua volta estesa e variegata, include ottime cose ma anche molta spazzatura: la capacità di discriminare, valutare, selezionare, negoziare resta indispensabile anche rispetto a strumenti e contenuti digitali, e presuppone a sua volta competenze che la scuola deve saper fornire, e di cui chi opera nel mondo della formazione – a partire dai docenti – ha estremo bisogno.”
Profile Image for Annalisa  Ponti.
365 reviews20 followers
July 13, 2020
Leggere questo libro del 2018 dopo la chiusura delle scuole per il Covid-19 è commovente. Ciò detto , Roncaglia si conferma un ottimo divulgatore e gli ampi riferimenti bibliografici (un po’ datati?) permettono futuri approfondimenti. Ma il lavoro inquadra (molto bene) la questione più che risolverla: l’apparente contrapposizione tra libri e digitale, tra complessità e frammentarietà (granularità) delle conoscenze. Lo consiglio a tutti coloro che si apprestano a diventare insegnanti.
Profile Image for Ilaria Alleva.
125 reviews1 follower
December 4, 2023
Non esattamente quello che cercavo, utile agli insegnanti ma un po' troppo ripetitivo
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