Sono trascorsi quarant'anni dal rapimento e dall'assassinio di Aldo Moro da parte delle Brigate rosse, tragico spartiacque della storia dell'Italia repubblicana. Nei 55 giorni di prigionia l'uomo politico scrisse un centinaio di lettere, che qui sono pubblicate integralmente. Miguel Gotor riordina cronologicamente l'intero carteggio e ne offre un'edizione accurata che restituisce alla prigionia di Moro le sue parole più vere. E attraverso quelle parole riporta il lettore al quadro storico di quegli anni, ad una tragedia del potere raccontata in modo nuovo e avvincente: senza ipotesi fantasiose ma con una scansione di informazioni documentate, suggestive e inquietanti.
Aldo Romeo Luigi Moro (Italian: [ˈaldo ˈmɔːro]; 23 September 1916 – 9 May 1978) was an Italian statesman and a prominent member of the Christian Democracy (DC). He served as 38th prime minister of Italy from December 1963 to June 1968 and then from November 1974 to July 1976. Moreover, he was appointed Minister of Justice and of Public Education during the 1950s. From March 1959 until January 1964, Moro served as secretary of the Christian Democracy.
Moro also served as Minister of Foreign Affairs from May 1969 to July 1972 and again from July 1973 to November 1974; during his ministry he implemented a pro-Arab policy, which characterised Italy during the 1970s and the 1980s.
He was one of Italy's longest-serving post-war Prime Ministers, leading the country for more than six years. An intellectual and a patient mediator, especially in the internal life of his own party, during his rule, Moro implemented a series of social and economic reforms which deeply modernized the country. Due to his accommodation with the Communist leader Enrico Berlinguer, known as the Historic Compromise, Between 1976 and 1977, Berlinguer's PCI broke with the Communist Party of the Soviet Union, implementing, with Spanish and French communist parties, a new political ideology known as Eurocommunism. Such a move made an eventual cooperation more acceptable for Christian democratic voters, and the two parties began an intense parliamentary debate, in a moment of deep social crises. The allegation, with the aim of politically destroying Moro and avoiding the risk of a DC–PCI–PSI cabinet, failed when Moro was cleared on 3 March 1978, 13 days before his kidnapping on 16 March 1978 by the far-left terrorist group Red Brigades and killed after 55 days of captivity.
The Moro's affair remains one of the most mysterious cases of Italian history for its possible implications made through the years that actually the United States (which feared that the cooperation between PCI and DC might have allowed the communists to gain information on strategic NATO military plans and installations) were involved with the help of the philo-fascist network Opeation Gladio.
Aldo Moro is always regarded as one of the greatest Prime Ministers in the history of Italy. As a Christian democrat with social democratic tendencies, he is widely considered one of the ideological fathers of modern Italian centre-left. During all his political life, he implement numerous reforms which deeply changed Italian social life; along with his long-time friend and, at the same time, opponent, Amintore Fanfani, he was the protagonist of a long-standing political phase, which brought the social conservative DC towards more leftist politics, through a cooperation with the Italian Socialist Party first, and the Italian Communist Party later.
Due to his reformist stances but also for his tragic death, Moro has often been compared to John F. Kennedy and Olof Palme. According to media reports on 26 September 2012, the Holy See has received a file on beatification for Moro; this is the first step to become a saint in the Roman Catholic Church.
Novembre 2022. Dopo la visione di Esterno Notte, film/serie di Marco Bellocchio. Bellissimo il film. Per i personaggi e le fantastiche prove di recitazione di Gifuni-Moro, Alesi-Cossiga, Servillo-Papa Paolo VI, Buy-Eleonora Moro. Per la ricostruzione storica - assieme a Buongiorno Notte - di un fatto che ha segnato la storia dell'Italia. E per la presa di posizione politica molto forte, contro la DC che ha "voluto" la morte di Moro. E contro le BR, nient'altro che una piccola banda senza possibilità di rivoluzionare alcunché e che con l'uccisione di Moro decretarono la loro fine (sebbene vi siano strascichi ancora per anni). Come nella distopia di Bellocchio, il vero gesto rivoluzionario sarebbe stato liberare Moro, forse l'unico in grado di scardinare il potere malato della DC.
"Non creda la D.C. di avere chiuso il suo problema, liquidando Moro. Io ci sarò ancora come un punto irriducibile di contestazione e di alternativa, per impedire che della D.C. si faccia quello che se ne fa oggi." (Alla DC, lettera recapitata il 28 aprile 1978)
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In questo anniversario del rapimento, 16.3.21, mi vengono in mente le sue lettere dalla “prigione del popolo”, lette ormai tanti anni fa e ancora vivissime nel ricordo. Sopra tutto, la lotta, ha lottato, strenuamente, e lo ha fatto con la sola parola, da uno stanzino, con queste lettere, messagi in bottiglia. Sopra tutto, l’umanità e la cifra emozionale che riempiono tante delle lettere. Al di là o prima di qualunque altra considerazione (fermezza, ecc.), era un uomo e andava salvato. Bravissimo Gotor a spiegare, contestualizzare, interpretare il tutto.
Mia dolcissima Noretta, .....
E questo è tutto per il passato. Per il futuro c’è in questo momento una tenerezza infinita per voi, il ricordo di tutti e di ciascuno, un amore grande grande carico di ricordi apparentemente insignificanti e in realtà preziosi. Uniti nel mio ricordo vivete insieme. Mi parrà di essere tra voi. Per carità, vivete in una unica casa, anche Emma se è possibile e fate ricorso ai buoni e cari amici, che ringrazierai tanto, per le vostre esigenze. Bacia e carezza per me tutti, volto per volto, occhi per occhi, capelli per capelli. A ciascuno una mia immensa tenerezza che passa per le tue mani.
Sii forte, mia dolcissima, in questa prova assurda e incomprensibile. Sono le vie del Signore. Ricordami a tutti i parenti ed amici con immenso affetto ed a te e tutti un caldissimo abbraccio pegno di un amore eterno. Vorrei capire, con i miei piccoli occhi mortali, come ci si vedrà dopo. Se ci fosse luce, sarebbe bellissimo.
Amore mio, sentimi sempre con te e tienimi stretto. Bacia e carezza Fida, Demi, Luca (tanto tanto Luca), Anna, Mario, il piccolo non nato, Agnese, Giovanni. Sono tanto grato per quello che hanno fatto. (A Eleonora Moro, lettera recapitata il 5 maggio 1978)
La mia decisione di approfondire la storia italiana recente mi ha portata a voler leggere questo saggio che contiene anche tutte le lettere, biglietti e testamenti scritti da Aldo Moro nei 55 giorni in cui fu prigioniero delle Brigate Rosse.
Un particolare pezzo di storia italiana che non trova facili riscontri nella storia europea e tantomeno nei paesi dell’Est raccontato attraverso le lettere di Moro e ricostruito attentamente da Miguel Gotor.
A tratti non di facile lettura per coloro che non hanno dimestichezza con lo stile di saggio storico, questo libro mi ha aiutata a comprendere meglio le dinamiche del rapimento e le ragioni/obiettivi delle parti coinvolte.
Non ho apprezzato le note in quanto scritte in carattere 10 o forse 8 addirittura; note che contenevano varie spiegazioni in merito al contesto e che personalmente avrei scritto con caratteri più leggibili (più grandi) in quanto imprescindibili per capire di cosa si parli.
Socrate non lasciò mai degli scritti, poiché riteneva la scrittura quasi come una trappola. In determinate situazioni di pericolo, come quella vissuta da Moro, la scrittura si veste di un ruolo importante. La scrittura diventa il mezzo per sopravvivere, anche quando sai che verrai ucciso . La scrittura ti aiuta a disegnare perfettamente quelle giornate buie e sature di solitudine. Era il 16 aprile del 1978, quando la vita di Moro cambió drasticamente. Aprile è sempre stato visto uno dei mesi più belli, perché ospita la rinascita della natura e anche quella dell'uomo. Ciononostante, nel 1978 Aprile si dichiara come uno dei mesi più crudeli, perché l'uomo decide di non rinascere insieme alla natura, bensì di crescere insieme al male. Quella mattina cinque poliziotti della scorta vennero ingiustamente uccise, mentre Moro venne preso dalle Brigate rosse. Chiuso in un piccolo covo per 55 giorni, Moro scrisse delle lettere non sono alla sua famiglia, ma anche ai suoi colleghi per chiedere quella mano che non ci sarà mai. Durante quei 55 giorni, Moro scrisse l'epistolario più importante, ma allo stesso tempo più struggente, del ventesimo secolo.
Non si può non passare per questo libro per capire le dinamiche dell’Italia di quegl’anni, e persino di oggi. Dalla lucidità alla tenerezza, dalla rabbia alla resa, dalla speranza e all’astuzia: quasi niente di quello che viene scritto nelle lettere può essere derubricato, rischio che si corre ad una lettura che può divenire troppo sospettosa o troppo emotiva. Necessario l’inquadramento e l’analisi offerti dal saggio pregiato di Gotor, che rivela tutto ciò che c’è in quelle righe.
La ferita aperta, ancora aperta di un paese immaturo, che continua ad appoggiarsi alle comode convenienze che marciano compatte alla ricerca di una manciata di voti in più. Rimanendo, prudentemente, lontani dalla verità. E una serie d'interrogativi che, come vermi strisciano all'interno di quella ferita, che rimangono senza risposta certa. Certo e lucido è l'animo di Moro, al di là delle struggenti lettere di carattere personale indirizzate ai famigliari e agli amici, balzano agli occhi le analisi di un partito, la D.C., che rappresenta la gestione del potere. Le feroci lettere a Zaccagnini, allora segretario del partito, le allusioni allo smisurato potere decisionale di Andreotti, allora presidente del consiglio, capace anche di correggere le bozze della missiva del Papa. Un incastro, mortale per Moro, di interessi e disinteressi. La consapevolezza dello statista di essere più ingombrante da “ritornato” invece che da giustiziato. L'idea che un assetto politico di flebile equilibrio sarebbe stato scardinato col ritorno di Moro nella scena politica risultando deflagrante, più di quanto lo stesso rapimento attuato dalle brigate rosse (solamente da loro?). E di conseguenza la sottile e viscida opera di mortificazione delle sue parole, il batter sulle ambiguità della sua posizione di prigioniero plagiato portavoce delle BR. E tutto quell'armamentario di situazioni esterne, dalla rigida ragion di Stato brandita dall'istituzione, alla mite e pavida iniziativa del Papa, alle sedute spiritiche cui parteciparono esponenti di spicco della politica che avrebbero avuto il sopravvento negli anni a venire, sedute di spiritismo(!) partecipate da cristiani che speravano di avere il giusto segno [che in realtà giunse nella parola di Gradoli, che ahimè, i nostri non seppero interpretare alla giusta maniera confondendo l'omonimo paese, con la via della capitale che era stata rifugio dei brigatisti]. Punti oscuri, infiniti punti, che caratterizzano l'assenza di volontà nel ricercare la Verità di questo nostro Paese.
Chi voglia documentarsi oggi sul caso Moro e su cosa esso abbia rappresentato per la storia repubblicana, non può prescindere dall'accostarsi ai lavoro di Gotor. L'analisi delle lettere è accuratissima, si tratta di un viaggio dentro i testi e, parallelamente, all'interno del prigioniero e delle Br. Imprescindibile.