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O Mar: Uma História Cultural

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Uma história abrangente e única das diversas relações entre a humanidade e os mares.
Eis o livro pelo qual eu esperava: uma exploração antropológica da relação entre o Homem e o mar. Nesta análise brilhante, John Mack mostra-nos de que forma uma curiosidade inata levou os seres humanos a desafiar os mares, criando uma das mais importantes dinâmicas que possibilitaram a evolução da civilização. Uma leitura essencial para todos os que têm interesse na espantosa história da Humanidade.» Barry Cunliffe

Mais do que uma simples história, o livro de John Mack é um estudo multidisciplinar da relação das sociedades humanas com os mares. Nele o autor cruza a História com a Antropologia (a sua formação principal), mas também as artes elLiteraturas e o estudo das mitologias relacionadas com o mar. O resultado é um livro verdadeiramente abrangente através do qual discernimos a evolução da relação da humanidade com o mar.

360 pages, Paperback

First published May 15, 2011

10 people are currently reading
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John Mack

94 books7 followers

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1 star
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Displaying 1 - 2 of 2 reviews
Profile Image for Svalbard.
1,136 reviews66 followers
December 5, 2020
Questo libro può agevolmente essere accostato al bellissimo “Il mare intorno a noi”, di Rachel Carson, che lessi e recensii tempo fa (e ho inaspettatamente ritrovato il nome dell’autrice nella Storia della castità recentemente letta, vedi anche in questo caso la mia recensione) Quello era un affascinante libro sul mare visto sotto il profilo geologico, naturalistico e ambientale. Quest’altro, invece, parla del mare nella prospettiva antropologica: cosa significa il mare per le diverse persone e popolazioni che l’hanno vissuto e che lo vivono; che siano gruppi etnici costieri o isolani, o che siano marinai e navigatori di ogni genere. Il testo è magnificamente informato sotto il profilo antropologico; nello stesso tempo adotta una prospettiva piuttosto originale, scegliendo di dare molto spazio alle opere letterarie scritte a proposito del mare o da gente di mare, e alle raffigurazioni pittoriche, supponendo che i significati veicolati dalle forme artistiche possano “dire” molto di più e meglio degli studi antropologici, spesso compiuti da gente di terra, quindi non del tutto capace di immedesimarsi in profondità nell’oggetto del suo studio. Esso è suddiviso in sei grandi capitoli: Mari diversi? (cosa cambia da un mare all’altro, partendo da quello storicamente più antico, il Mediterraneo); Concezioni del Mare (cos’è il mare per soggetti diversi, e visto da prospettive diverse), La navigazione e le arti nautiche, Mare come società, Spiagge (il punto di confine tra terra e mare), Il mare sulla terra (qual’è la visione e la coscienza del mare da parte di chi non vi fa parte). All’edizione italiana si aggiunge un ulteriore capitolo molto bello, a cura dell’Istituto di Culture Mediterranee della provincia di Lecce (di fatto non è firmato), dedicato al mare visto attraverso le opere letterarie di autori italiani. Lbro interessante, pieno di stimoli, scritto con grande intelligenza e capacità anaitica, con svariate illustrazioni. Mi ha lasciato solo una preoccupazione. Si parla molto delle popolazioni del Pacifico e della loro capacità di “sentire” il mare nella navigazione: sapersi orientare in uno spazio immenso non soltanto guardando la posizione del sole e delle stelle, ma anche percependo i movimenti delle barche, la riflessione delle onde da parte di un’isola lontana, le correnti, la temperatura dell’acqua… Sono abilità che una volta erano possedute anche alle nostre latitudini e longitudini, e che poco per volta si vanno perdendo. Che bisogno c’è di sapersi orientare con le stelle, se esiste il GPS…? In questo come in molti altri campi, la tecnologia facilita le cose ma ammazza le capacità sensoriali e culturali e si rende insostituibile. E se un giorno la spina si staccasse, sarebbe ancora possibile arrangiarsi in qualche modo? Non credo ad un futuro distopico in cui le macchine prendono il potere e schiavizzano o eliminano gli uomini. Ma pare non sia più così fantascientifico un futuro in cui l’uomo possa “delegare” la sua cultura e le sue conoscenze alle macchine, più perfezionate dell’uomo, rese in grado di riprodursi e di colonizzare altri mondi quando il Sole si spegnerà. Non vivo questa prospettiva con particolare angoscia. Ma è il nostro perderci come esseri umani, nel frattempo, che mi lascia perplesso...
Profile Image for The Book : An Online Review at The New Republic.
125 reviews26 followers
Read
August 2, 2011
THE MOST UNFORTUNATE feature of John Mack’s new book is its subtitle. I can only hope that “A Cultural History” was the work of an editorial assistant who feared that Mack’s effort would be sequestered on a shelf of academic or scientific tomes unless some popular tag were attached. Since cultural histories are all the rage, Mack’s book at least has a fighting chance of sharing a display with the most recent profundities of David Brooks.Read more...
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