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In un gruppo di persone, un uomo nota una donna sconosciuta che sembra volersi isolare dagli altri. Yair, commosso da quella che egli interpreta come un'impercettibile e ostinata difesa, le scrive una lettera, proponendole un rapporto profondo, aperto, libero da qualsiasi vincolo. Più che una proposta è un'implorazione e Myriam ne resta colpita, forse sedotta. Un mondo privato si crea così fra loro e in questo processo di reciproco avvicinamento Yair e Myriam scoprono l'importanza dell'immaginazione nei rapporti umani e la sensualità che si nasconde nelle parole. Finché Yair si rende conto che le lettere di quella donna stanno aprendo un varco dentro di lui, chiedendogli con imperiosa delicatezza una inaspettata svolta interiore... Romanzo avvolgente e "impudico" di uno dei più grandi autori contemporanei, Che tu sia per me il coltello mostra a ognuno di noi quanta strada e quanto coraggio occorrano per arrivare a toccare con pienezza l'anima (e il corpo) di un altro essere umano.
330 pages, Paperback
First published January 1, 1988
Forse non ti capisco, forse sei completamente diverso da come ti immagini. Dopotutto ti spio attraverso le fessure e mi invento una storia che magari è soltanto immaginaria. (Sai cosa non è immaginario? Quello che il mio corpo ti sta dicendo in questo momento.)
Eppure ho la sensazione che ogni cosa che mi racconterai perché ciò che a un primo sguardo potrà sembrarmi contraddittorio, e mi colpirà con inconsueta durezza così già che in seguito la capirò. Capirò quanto sia giusto per te e radicata in te, nel tuo profondo, tanto da divenire legge
Sono anch'io così per te? (Credo di no.)
Non allontanarti. Ho bisogno di te. Abbiamo ancora molto di cui parlare, siamo solo agli inizi. Lettera dopo lettera capisco che abbiamo appena cominciato. Non solo: anche se parleremo per trent'anni, mi sentirò sempre come se avessimo appena comminciato.
Nudo, invece, improvvisamente, potevo farlo, me n'era venuta voglia. Pensa: ballavo nudo, raggiante di felicità. Forse è impossibile non essere belli quando si è felici e Maya parve quasi sul punto di lasciarsi andare. Sentii che il desiderio cresceva in lei e per un momento sembrò come sradicarsi da se stessa. Ma poi non lo fece. Perché il poliziotto nel tuo sogno pretendeva che tu sporgessi denuncia contro di me? Per averti scritto delle lettere minatorie?
(Come mi sono sentito rinascere, all'improvviso, quando hai detto a quell'idiota ficcanaso che ti sembravano piuttosto lettere minatorie nei miei confronti forse è proprio per questo che non mi lasci.)
Ballavo nella foresta. Magari potessi ballare così ora, in questi anni. Ballavo perché, inaspettatamente, non aveva cominciato a rodermi il solito dubbio, il brivido di freddo. O meglio: stava per arrivare, naturalmente È un meccanismo che in me funzio-na sempre, appena il cuore mi si allarga per qualche motivo, la vescichetta piena di veleno si svuota subito nell'apparato circolatorio. Ma quella volta mi provocó una reazione contraria. Mi scatenai ancora di più, non so perché. Forse sentivo che stavo finalmente facendo lo sbaglio giusto e, anche se Maya mi aveva già girato le spalle tornandosene in macchina, non riuscivo a smettere di correre tra gli alberi e di ballare, così, nudo.
Così dirò, e tu griderai basta, basta, perché sai già che quando
scrivo una cosa del genere, frutto dell'autoesaltazione, mento. Ti sono di nuovo vicino-a-una-distanza-da-urlo. Aiutami contro di me, ti prego. Guardami dritto negli occhi e chiedimi di nuovo, come hai fatto nella lettera, se per caso i muscoli dorsali della mia anima non si stiano atrofizzando e se tu non stia diventando troppo pesante per la mia illusione. Chiedimi dell'altro, chiedimi quali sono le mie vere sensazioni quando ti apri così davanti a me. Non rinunciare, aiutami a combattere il gemello nero che c'è in me, perché da solo non ne sono capace, non posso vincerlo. Chiedimi di affrontare senza riserve i miei sentimenti verso questa tua ferita aperta che mi risucchia al suo interno, richiudendosi sopra di me. Chiedimi di provare il dolore di un altro, di sentire dove fa male, in quale punto del corpo. E se ritengo davvero possibile provare il dolore di un altro, o se per me è solo una menzogna qualsiasi, una frase vuota. Ripeto la parola "dolore" come fa Yochai con le parole che non capisce. Hai detto che in questo modo cerca di tenere lontano le cose che non conosce. Dolore dolore dolore.