Finalmente in Italia l’autobiografia di Eduard Limonov, l’intellettuale dissidente divenuto celebre presso il grande pubblico grazie al best-seller di Emanuel Carrère dedicato alla sua vita e pubblicato in Italia da Adelphi nel 2014. Un “romanzo moderno”, così lo definisce l’autore, che attraversa gli episodi più rilevanti della propria vita, avvenuti prevalentemente dopo la sua scarcerazione, nel 2003. E poi tutte le donne conosciute, dalla convivenza con la ventenne Nastja – che lo aveva atteso durante la reclusione – al periodo in cui si offre a relazioni occasionali per arrivare al quinto matrimonio, con la famosa attrice, di trent’anni più giovane, Ekaterina Volkova, che sarà la madre dei suoi due figli, fino alla rabbiosa relazione con la spogliarellista Magdalena. Unitamente alla sua storia personale, Limonov racconta la radicale trasformazione della zona industriale: i nipoti degli operai delle fabbriche che affittano i propri appartamenti alla borghesia postsovietica e si trasferiscono in periferia, le vie del quartiere che si trasformano, riempiendosi di auto di grossa cilindrata, negozi e uffici | «Limonov si è chiesto se ci fossero al mondo molti altri uomini come lui, la cui esperienza comprendeva universi così differenti come quello del detenuto comune in un campo di lavori forzati sul Volga e quello dello scrittore alla moda che si muove in ambienti firmati Philippe Starck. No, ha concluso, probabilmente no, e ne ha tratto motivo di un orgoglio che comprendo» (Emmanuel Carrère)
Limonov is the leader of the unregistered National Bolshevik Party (NBP). Limonov served two years in prison for illegaly purchasing weapons.
Limonov's works are noted for their cynicism. His novels are also memoirs, describing his experiences as a youth in Russia and as émigré in the United States
"È il 2003 quando Eduard Limonov torna a vivere a Syry, ex-quartiere operaio di Mosca: ha appena scontato cinque anni di carcere e ha da poco compiuto sessant’anni. Non è più giovane, ma ha comunque la possibilità e la voglia di ricominciare: «L’uomo è fatto così: levagli il pane, ma lasciagli la possibilità di rifarsi una vita».
Zona industriale è la testimonianza della rinascita di un uomo; un «romanzo moderno», come lo definisce lui nella prefazione, ricalcato sulla sua biografia, su una vita sempre vissuta al massimo e che ha reso Limonov una persona in carne e ossa dotata di tutti i crismi del personaggio letterario. Ci ha pensato poi Emanuel Carrère, con una biofiction a lui intitolata, a segnare il passaggio di Limonov dal semplice culto alla fama internazionale, a far arrivare a più lettori possibili le innumerevoli esperienze di una figura controversa, affascinante e di difficile collocazione."
Più che un “romanzo moderno”, così l’ha definito lo stesso autore, sembra un memoir poco coeso e spesso ripetitivo. Ci sono pagine interessanti, ma niente di più.
Печальная история о том, как Лимонову не дают, а также о том, как он женится ради продолжения рода. К сожалению, жена не хочет быть стоической женщиной Великой Личности - и Лимонов погрязает в пеленках, соленой селедке и других бытовых неведомых вопросах. Вот так все и проходит, и мы тоже превратимся из горячих боевых биороботов в желчных старых хрычей.
Вроде бы звонко человек пишет и вообще молодец мужик! ;) Но потом все более сквозит какое-то самолюбование-самооправдание-мания величия... Видимо, статейный жанр более адекватен..
Ammetto la mia ignoranza: ho scoperto dell'esistenza di Limonov solo dopo la pubblicazione dell'autofiction di Carrère. Sicuramente Limonov è un intellettuale e un ideologo politico di grande rilievo. In questo memoir ripercorre i cinque anni post scarcerazione vissuti in una zona industriale di Mosca durante i quali si susseguono donne, eventi politici (poco raccontati, purtroppo per me) e scritti. Due le cose che voglio annotare: la totale distanza dalla mentalità misogina e supermachista del Limonov intellettuale e, purtroppo, il suo non ritenere necessario spiegare meglio chi lui sia ma soprattutto la sua ideologia politica. Le due stelline purtroppo sono legate ad una mia incapacità di entrare in contatto con l'autore e, soprattutto, alla mia ignoranza che non è stata in alcun modo colmata dall'autore. Peccato!
Sorta di compendio autobiografico delle vicende successive alla sua scarcerazione del 2003, Zona Industriale appare come un opera tesa a rinforzare quell'immagine ribelle e iconoclasta del suo autore che già emerge nella biografia scritta da Carrere. Purtroppo l'ego di Limonov lo porta a calcare notevolmente la mano. Inoltre la qualità della della scrittura è ben lontana da quella del giornalista francese. Romanzo veramente dimenticabile.
Considerato quanto mi era piaciuto il personaggio descritto e narrato da Carrere, mi aspettavo un po’ di più. Non male la scrittura, ritmo abbastanza sostenuto ma un po’ debole la trama. Bene ma non benissimo