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Il bell'Antonio

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La storia di Antonio Magnano, incapace di consumare il proprio matrimonio con l'ereditiera Barbara, nonostante la sua fama di seduttore.

269 pages, Paperback

First published January 1, 1949

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About the author

Vitaliano Brancati

57 books19 followers
Nato da Rosario, avvocato con interessi letterari, e da Antonietta Ciàvola, Vitaliano Brancati compie i propri studi a Catania e si laurea in lettere nel ‘29, con una tesi su Federico De Roberto. Per alcuni anni, si dedica all’insegnamento e pubblica opere (il poema drammatico “Fedor”, 1928; l’atto unico “Everest”, 1931; il dramma patriottico “Piave”, 1932) di irrilevante valore artistico e manifesti intenti di propaganda nazionalfascista. Si trasferisce intanto a Roma, ove - grazie pure ai contatti con Moravia ed Alvaro - si allontana dalle posizioni politiche favorevoli al regime, al punto da ripudiare i suoi lavori precedenti. Il nuovo corso artistico si apre con “Gli anni perduti” (1938), intriso di umori gogoliani e cechoviani: ma è con “Don Giovanni in Sicilia” (1941), che egli s’impone all’attenzione della critica e del pubblico. Attorno alla figura del quarantenne Giovanni Percolla, il Brancati traccia un quadro pungente e serrato del “gallismo” imperante in una città della Sicilia: e per il tramite dell’inconcludenza smargiassa, delle immaginarie avventure erotiche dei suoi giovani abitanti, egli allude maliziosamente alle smanie di grandezza imperiale, al velleitarismo d’un paese perduto nelle adunate oceaniche (“il fascismo vero e proprio si configura agli occhi di Brancati come una sintesi di autobiografia della nazione”, annotava acutamente Sciascia). Il successivo “Il bell’Antonio” (1949) va vieppiù a fondo nella descrizione amara e risentita del provincialismo fascista: la grottesca impotenza che affligge il protagonista diviene metafora di come, per l’autore, l’erotismo dei siciliani “consista nel pensare e sognare la donna con tale assiduità e intensità, e talmente assottigliandone e sofisticandone il desiderio, da non reggere poi alla presenza di lei, dall’esserne umiliati e come devastati” (Sciascia). E’ ancora un’ossessione sessuale al centro dell’incompiuto ed ambizioso ultimo suo romanzo, “Paolo il caldo” (1954); tra i racconti, spicca lo straordinario “Il vecchio con gli stivali” (1944), acre satira del fascismo e dell’antifascismo ufficiale, trasposta in celluloide da Luigi Zampa in “Anni difficili” (1947). L’ipocrita divieto di rappresentazione che colpisce il migliore dei suoi lavori teatrali, “La governante” (1952), incentrato su un caso di non accettata omosessualità femminile, ispira all’autore il pamphlet “Ritorno alla censura” (1952), ove egli rivendica la libertà d’espressione dell’artista. Della sua attività di sceneggiatore cinematografico, meritano menzione almeno “La bella addormentata” (1943) di Luigi Chiarini, “Silenzio, si gira!” (1944) di Carlo Campogalliani, il già citato “Anni difficili” cui fa seguito - sempre per la regia di Zampa - “Anni facili” (1953), “L’uomo la bestia e la virtù” (1954) di Steno.

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353 (44%)
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58 (7%)
1 star
15 (1%)
Displaying 1 - 30 of 81 reviews
Profile Image for Steven Godin.
2,782 reviews3,373 followers
August 8, 2023

3.5/5

Boasting of having many of his own sexual adventures in the past, Alfio Magnano is so proud of his son Antonio, who is following in his footsteps whilst living as a libertine in Rome. With up to four mistresses at a time, this most handsomest of young men, who seems to charm the undies off anyone, is described as being an angel with a face like sugar, but underneath he's all stallion, and while entertaining one of his many female admirers is said to makes love so passionately that they have sparks coming out of their eyes.
Believing he's had enough fun in Rome Antonio's father calls him back to Catania to marry the shy and sensitive virgin Barbara Puglisi, daughter of the city’s esteemed conservative notary. Antonio has never even seen her, let alone kissed her, but seeing Barbara in the street one day in all her purity is immediately smitten. Very early in their relationship he tries to caress her, but she turns away and locks herself in her room quivering. Yet whist visiting an orange grove in the following days she peppers him with kisses. Female hormones?

Their marriage ceremony is everything they'd hoped it would be, and they take up residence in the Puglisi palazzo. Brancati's narrative skips ahead three years and an explosive truth suddenly emerges: Antonio hasn't yet, in the words of Alfio, managed to steer his boat into port.
He simply can't believe it, thinking, if anything, their marital problems would be down to his son wearing her out in the bedroom. When word gets back to the church of this development, the marriage is viewed to be null and void, which is music to ears of Barbara's father who knows that the wealthy Duke of Bronte who has friends in high places now wants her as his wife. This bloated pig of a man who waddles down the street like a perambulating bladder of lard gets his way as well. Poor Barbara! Doesn't surprise me she ends up seducing their coachman.

Barbara rarely features from this moment on, with Brancati concentrating on Antonio’s crushing frustration of his impotence, and how he slowly opens up to his uncle and cousin about his embarrassment of not being able to perform, while his father Alfio is still raging at the Puglisi family for humiliating his son. The bedroom comedy, lightheartedness, and notion of love gives way later on when Brancati focuses more on Italy’s destructive flirtation with Fascism, and ends the novel in a sombre way during the war with bombed out building and much uncertainty. Brancati paints a vivid portrait of life in Sicily similar to what Grazia Deledda did for Sardinia and Cesare Pavese for Piedmont. His prose (going by the translation) is accomplished enough and very much of the time, though the story itself didn't dig deep enough into certain characters, so I wish it had been a bit longer. No doubt Antonio's father Alfio stole the show with his booming rants, that were at times like those of a madman. Overall, a pretty decent read.
Profile Image for Sandra.
963 reviews333 followers
April 27, 2015
Un romanzo apparentemente umoristico, ma in realtà triste, quasi disperato, che ritrae, attraverso il problema che è centrale nella storia, l’impotenza sessuale di Antonio Magnano, problematiche non soltanto sicule ma italiche, critica il machismo e il modo di pensare di una certa italietta di provincia, in cui l’onore e la stima per un uomo si misurano dal numero delle sue erezioni. Accanto a questa critica vi è quella forte al regime fascista, essendo il romanzo ambientato negli anni ’20 e ’30, di cui il machismo è sempre stato un cavallo di battaglia, ed anche alla Chiesa che avalla lo sdegno della gente catanese e l’umiliazione che viene inflitta al povero Antonio, un bellissimo Adone presentato come un inetto, un perdente nato, impotente non solo nel sesso ma in ogni aspetto dell’esistenza, circondato da personaggi meravigliosamente delineati, come lo zio Ermenegildo, dilaniato da dubbi esistenziali tra fede e ateismo che espone in un bellissimo monologo destinato al nipote Antonio sui banchi della chiesa, il padre Alfio Magnano, tipico maschio siciliano che per provare la sua virilità giunge ad elencare alla legittima moglie i figli da lui avuti da altre donne, e soprattutto il cugino Edoardo, figura complessa e problematica, che nel triste finale rivela ad Antonio dubbi che un qualsiasi italiano uscito dal fascismo poteva nutrire, pensieri che fanno riflettere: “ Più conosco le celle, i fili spinati e le sentinelle col mitra, e più odio la tirannide!... No, Antonio, non bisogna mai catturare un uomo, mai! Io ho odiato la tirannide, ma quanto più l’avrei odiata se avessi conosciuto bene queste cose!.. Ed è curioso che queste cose me l’abbia fatte conoscere la libertà…”
Profile Image for sigurd.
207 reviews33 followers
January 7, 2019
"Il bell'Antonio" di Vitaliano Brancati è un capolavoro. Giovanni Macchia disse che come una statua Hugo non offre una veduta unica; la stessa cosa si può dire per questo romanzo di Brancati. si beve come un sorso d'acqua e si continua ad avere sete. Manzonianamente assortito; stendhalianamente esaltato; ideologicamente gaddiano. Alleggerito dal comico, ma a tratti furioso. e "libro di furie" si sarebbe dovuto intitolare Eros e Priapo, il libello che Gadda scrisse per scaricare il suo odio antifascista: passando in rassegna, illuminati dalla metafora di Priapo, i simboli fallici della dittatura. come Gadda, anche Brancati aveva in odio i "grandi amatori", da Foscolo a Napoleone a D'annunzio... (ho letto di recente il primo libro della Laudi, Maia, dove D'annunzio fa un elenco di donne...)
La storia del bell'Antonio è abbastanza nota. Un uomo bello come il sole, orgoglio del padre e della famiglia, dopo un periodo di dolce vita a Roma, torna a Catania con la fama di seduttore a sposare la figlia di una famiglia benestante, Barbara Puglisi. L'avvenire si prospetta radioso e pieno di figli, ma i figli non arrivano. passati tre anni, si scopre che Barbara è tale e quale a come era uscita dalla casa del barone Puglisi. Scandalo! Vrigogna! il figlio di Alfio Magnano, proprio lui! da non dimenticare come il tutto si svolga in epoca leghista, dove il celodurismo, più che altre complicate ideologie, la fa da padrone...
imperdibili e quasi esilaranti i capitoli centrali, dove la scalogna più nera, paragonabile solo alla perdita del carico di lupini di quell'altro grande romanzo siciliano che è i malavoglia di verga, piove addosso alla famiglia e in particolare al padre Alfio, talmente amareggiato che finirà, per salvare l'onore della famiglia, per morire ucciso dalle bombe in compagnia di una prostituta.
Profile Image for Noce.
208 reviews363 followers
June 4, 2014
Ma se vi presto Vitaliano per un paio di giorni, mi promettete che gli vorrete bene?


Vi è capitato mai di soffermarvi a guardare una cosa, una persona, e di provare un’ondata di affetto? Di quelle che vi fanno vergognare del puccettosismo sopito che non sapevate di avere?

Adesso, io non so se la cosa funzioni anche per trasposizione, ma l’ondata di affetto per Vitaliano me la godo e non me la leva nessuno.

A casa mia ho diverse edizioni di questo libro, in una c’è un galletto in copertina e rimanda in modo diretto alla ridicola percezione della virilità di cui si fa beffe Vitalianuccio mio. Quella che ho letto io invece, non è neanche quella che vedete spostando i vostri begli occhietti a lato del titolo, la mia edizione ha in copertina una regolare e lucida scriminatura di capelli. La più azzeccata direi. In pratica una riga di culetto che ricorda molto le pettinature de “I Vitelloni” o dei “Poveri ma belli”. Certo, certo, anche di Mastroianni nella corrispondente trasposizione cinematografica. Però il film non è la stessa cosa. Lo sapete. C’è mica bisogno che ve lo dica! Innanzitutto è ambientato quarant’anni dopo, e allora il magnifico contesto storico politico dipinto da Vitalianuccino mio, va a farsi benedire. Inoltre nel film il protagonista è Antonio. Il bell’Antonio. Lo stupendo e affascinante Antonio. Nel libro, udite, udite, i protagonisti sono altri.

Allora: prima di tutto c’è Don Alfio, il papà di Antonio, che nei suoi accessi d’ira mi fa morir dal ridere, e a cui perdono quello che adesso chiameremmo “machismo”, malattia ancora non debellata ahimé, con la conseguenza che il mondo è pieno di esemplari appartenenti a questa categoria, peccato per noi donzelle che non siano simpatici come Don Alfio, che ci fa sorridere anche in punto di morte.

Poi c’è Ermenegildo, lo zio di Antonio. La disincantata umanità di questo vecchietto, trasuda dal bastone con cui si regge fieramente, mentre gira intorno a una palma di Catania e ci racconta la sua disillusione. Un Don Chisciotte malinconico con l’accento catanese che parla delle viltà politiche, di ieri, di oggi e di domani.

Infine c’è Edoardo, il cugino di Antonio. Il più combattuto dei personaggi di Vitalianetto mio adorato, che ci fa innamorare della sua andatura da gambero, due azioni in avanti, e un passetto di pentimento indietro, fino all’ultima pagina, fino all’ultimo pianto al telefono.

E l’Apollantonio che fine fa? Diventa lo sfondo bellissimo e vacuo che esalta i personaggi attorno.
E’ il rametto di prezzemolo che si mette sul bordo del piatto di penne all’arrabbiata, prima di far la foto da mettere nel menu a colori. Bello e pomposo, ma in realtà ciò che importa al palato sono la quantità di peperoncino e la cottura al dente.

Che dire ancora? Io a Vitalianuccio bello, gli voglio proprio bene. Sono anche un po’ gelosa di farlo scoprire a chi ancora non lo conosce. Ve ne prego, se per caso volete fare la sua conoscenza, abbiatene riguardo, e restituitemelo se non altro ben pasciuto e con la camicia stirata bene.
Profile Image for Amaranta.
588 reviews261 followers
September 5, 2022
Ah come mi sono divertita! Ho sempre rimandato la lettura di questo libro credendo che fosse un mezzo pacco, sconoscendo (mea culpa) che l’autore fosse siciliano, e collocandolo fuori tempo.
Ma è un piccolo gioiello di ironia, di filosofia, di modo di vivere tutto nostro.
Il mito del superuomo scardinato, si esplica attraverso mezze parole, mezze frasi, silenzi incompresi, porte sbattute prima che una verità scomoda si profili fra le pagine. E mi sarei aspettata una risoluzione che fucile alla mano avesse costretto i giovani in camera da letto fino al lieto epilogo, diciamo così. Ma qui quello che si indaga e che invece viene fuori è l’elemento del disagio psicologico dell’essere maschile in un momento storico in cui virilità = potenza. E cosa può fare allora il povero Antonio, bellezza di mamma e papà se non rinchiudersi nella sua stanza e finire i suoi giorni nella solitudine del dramma che lo ha colto?
Il romanzo risulta leggero, ma non c’è speranza per chi non si conforma allo standard della normalità.
A distanza di 70 anni dalla scrittura del romanzo, che all’epoca doveva essere all’avanguardia, le cose sono davvero così tanto cambiate?
Profile Image for Outis.
392 reviews68 followers
October 14, 2018
Tragicomico.
Nella Sicilia fascista l'impotenza sessuale non è solo una tragedia, è la cosa peggiore che possa capitare. Così il bellissimo Antonio passa dalle stelle (con la sua fama da Dongiovanni che rende fiera la famiglia, papà soprattutto) alle stalle (scherno e vergogna non solo su Antonio, ma su tutti i Magnano).
Il titolo, Il bell'Antonio, inganna parzialmente perchè, anche se Antonio è il protagonista, a reggere il romanzo sono soprattutto i personaggi che si muovono intorno a lui: il padre Alfio, lo zio Ermenegildo e il cugino Edoardo.
Se Antonio è un uomo chiuso, anche egoisticamente, in se stesso e nella sua tragedia, Ermenegildo ed Edoardo, con le loro riflessioni e i loro dilemmi, danno un più ampio respiro alla vicenda (anche dal punto di vista politico) mentre Alfio, rappesentante della mentalità comune, garantisce momenti più divertenti, anche se talvolta molto illuminanti.
Nelle descrizioni lo stile stile è forse un pochino attardato, considerando la data di uscita, ma comunque sempre godibile e, al contrario, molto brioso nei dialoghi.
Profile Image for The Frahorus.
991 reviews99 followers
January 18, 2022
Antonio Magnano è come una calamita per le donne di ogni età: il suo aspetto fisico attrae come il canto delle sirene, e ogni donna gli casca ai piedi. Ma ha un problema con l'altro sesso: ha un blocco che non riesce a superare. E porterà in crisi il suo matrimonio con la bella Barbara Puglisi.

L'autore Vitaliano Brancati ci porta nella Catania degli anni 30 (in pieno fascismo) ed esce fuori il suo sarcasmo verso quella società doppiogiochista, costruendo una storia che ben rappresenta l'infelicità del protagonista verso una vita e un mondo ipocrita, superficiale, pieno di machismo. Interessante la figura di suo zio Ermenegildo, in piena crisi esistenziale e l'unico che riesce a capire fino in fondo Antonio. Bellissime le descrizioni di Catania, soprattutto la via Etnea (che conosco molto bene); lo stile di scrittura di Brancati è a dir poco sublime.
Profile Image for Ilaria Quercia.
408 reviews113 followers
February 15, 2025
"Il Bell'Antonio" esplora con amarezza e profondità i temi della virilità, della politica e del conflitto tra apparenza e sostanza.
Ambientato nella Catania degli anni '30, il romanzo dipinge un quadro desolante di una società in cui la mascolinità tossica e la violenza sono preferite alla dolcezza e ai valori autentici, rivelando un vuoto di contenuti che permea tanto la sfera personale quanto quella politica.
Antonio è un uomo per la cui bellezza e fascino diventa oggetto di ammirazione e desiderio, ma la sua apparente virilità nasconde una profonda impotenza, sia fisica che emotiva. Questo per lui è un fallimento personale che diventa metafora di un più ampio fallimento sociale e politico: la società catanese, così come l'Italia fascista dell'epoca, è ossessionata dalle apparenze, dalla forza e dalla virilità esteriore, mentre è priva di sostanza e valori autentici.
La politica, come la mascolinità, è ridotta a una performance vuota, in cui l'immagine conta più della realtà.
Brancati non usa l'ironia per descrivere questa realtà, ma un tono amaro e disilluso. La sua impotenza è simbolica: rappresenta l'incapacità di una società intera di confrontarsi con la realtà e di abbracciare la dolcezza, l'empatia e l'autenticità.
La mascolinità è celebrata, la violenza, sia fisica che emotiva sono preferite alla gentilezza, perché più facili da comprendere e più conformi alle aspettative .
Il romanzo è una denuncia amara di una cultura che privilegia l'apparenza sulla sostanza, la forza sulla sensibilità, la violenza sulla fragilità.
Profile Image for lise.charmel.
524 reviews194 followers
October 12, 2020
Anni '30 in Sicilia. La storia del povero Antonio, il giovanotto più bello di Catania, desiderato da tutte le donne e in grado di soddisfarne nessuna. Questa sua caratteristica lo porterà a essere messo alla berlina da tutti i suoi concittadini e allo scioglimento delle nozze con la donna amata, che lo abbandonerà per un uomo molto più ricco.
Una denuncia delle ipocrisie dell'uomo e del fascismo, del dover essere come gli altri, la società, la dittatura si aspettano.
La prima metà è scorrevole e invitante, ma nella seconda metà il pensiero di Brancati viene inserito in dialoghi artificiosi sulla libertà, sul fascismo, sull'inclinazione del genere umano e la lettura diventa tediosa.
I romanzi non sono il posto dove fare i comizi secondo me. Peccato perché lo spunto narrativo è originale e i personaggi ben descritti.
Profile Image for GONZA.
7,428 reviews124 followers
July 7, 2025
Ma che bello questo libro. La scrittura di Brancati mi ha catturato quasi immediatamente anche se i personaggi, almeno all'inizio, non erano proprio amabili. L'evoluzione del personaggio di Antonio, che sembra quasi una caricatura all'inizio, finisce per essere forse uno di quelli indimenticabili, non tanto per la sua storia quanto per la grazia con cui si evolve. Non vale lo stesso per tutti i comprimari che sono orribili, secondo me, con qualche rarissima eccezione, ma anche no.
Profile Image for Sara Sbaraglia.
191 reviews20 followers
October 31, 2013
L'impotenza maschile in Sicilia negli anni del Fascismo. Ossia l'impotenza maschile in un contesto di esplosione testosteronica, che lèvati! Questo è il tema del romanzo ed è un tema che non stimola granché la mia curiosità, probabilmente perché le esplosioni testosteroniche mi fanno solo ridere tantissimo, meglio di una barzelletta. E solo per questo motivo completamente sciocco ho messo una stelletta in meno.
In realtà sono rimasta piacevolmente colpita dalla stile di Brancati. In questo libro ci sono delle immagini così belle, che sembra impossibile esistano in un tanto piccolo oggetto. Le descrizioni sono brevi, ma così evocative che ti pare di vederle davvero davanti ai tuoi occhi le strade rumorose di Catania, di sentirle rimbombare nella mente e nel sangue le campane di Roma, di seguire con lo sguardo non le letterine su un foglio stampato, ma il profilo dell'Etna. Bello, bello, bello!
E che dire poi delle riflessioni profonde, dei dilemmi veri si sarebbe detto tanto e tanto tempo fa, riportati alla luce da un vecchio stanco e malandato, quel buon caro Ermenegildo disilluso, a cui vorresti tendere la mano e consolarlo quando non ricorda il nome di qualcuno. A quell'uomo macilento che si chiede "dov'è la verità? Perché siamo al mondo? E a cosa serve la sofferenza umana, perché il mondo continua ad industriarsi a produrla? Esiste Dio? Se esiste perché fa quello che fa? E se non esiste possiamo noi continuare a vivere sapendolo? E il pensare che l'unica verità possibile è farsi queste domande, perché è impossibile trovare le risposte, non è la semplice rassegnazione alla sconfitta?". E a fargli da contrappeso c'è Edoardo, il giovane che vorrebbe sognare, il giovane che vorrebbe cambiare il mondo, ma è più stanco di un vecchio. Il giovane che brama la libertà, ma non appena la conosce ha paura anche di questa, perché conoscere la libertà significa cominciare ad aver paura di perderla: "Più conosco le celle, i fili spinati e le sentinelle col mitra, e più odio la tirannide!... No, Antonio, non bisogna mai catturare un uomo, mai! Io ho odiato la tirannide, ma quanto più l’avrei odiata se avessi conosciuto bene queste cose!.. Ed è curioso che queste cose me l’abbia fatte conoscere la libertà."
Le loro parole sono l'eco di un mondo in rovina, di un'epoca che avanza a colpi di cannone, che Brancati lascia sullo sfondo, ma poi le riversa nella storia come le luci di un palcoscenico.
E poi ci sono Antonio e suo padre, afflitti dallo stesso problema, il primo rassegnandosi e crogiolandosi nella sua malinconia, il secondo cercando in tutti i modi di opporsi, senza poter davvero fare qualcosa per il figlio, ma il suo nome, almeno quello, va salvato!
Un libro bello davvero.
Profile Image for Arwen56.
1,218 reviews336 followers
March 15, 2015
Ottimo romanzo, questo, di Brancati. Ci presenta una problematica delicata, quella dell’impotenza maschile, inquadrandola in un luogo geografico (la Sicilia) e in un tempo storico (il fascismo) che ad essa sono entrambi, contemporaneamente e paradossalmente, antitetici e coincidenti. La scelta di questa particolare ottica fa sì che dalla penna di questo autore escano figure di una smagliante duplicità, che delineano con chirurgica precisione i mali che a tutt’oggi corrodono l’Italia tutta, non solo la Sicilia.

La lucidità e la ferocia delle più che veritiere e meritate critiche mosse sono volontariamente stemperate dal tono scanzonato e, a volte, persino deliberatamente umoristico adottato dall’autore. Soluzione molto intelligente. Quasi astuta, verrebbe da pensare. Se si fosse limitato a denunciare le carenze di una società che è, ancora adesso, pusillanime e doppiogiochista, pronta a pararsi il culo in qualsiasi maniera e a sottrarsi alle proprie responsabilità nascondendosi dietro qualsiasi pretesto (uno dei più recenti è il tristemente famoso “politically correct”), probabilmente molte voci si sarebbero levate, indignate, a contraddirlo. Invece, al contrario, in questo modo Brancati è riuscito a insinuare il dubbio. E a far riflettere. A far pensare.

Pensateci, infatti, a quei singhiozzi finali di Antonio e di Edoardo. Il primo piange perché “scopare” non può e degli ideali non gliene frega niente. Il secondo piange perché “scopa” persino quando vorrebbe concentrasi solo sugli ideali e, suo malgrado, non ci riesce. Perfetta e circolare rappresentazione di quella “Repubblica delle banane” nella quale viviamo.

Consigliatissimo. Avercene di scrittori così.
Profile Image for Monica. A.
421 reviews37 followers
September 21, 2020
Alloppiato dall'ignoranza, così si definisce Antonio.

Ma davvero questo libro ha più di settant'anni?

Ambientato in pieno fascismo, fra Roma e Catania, in un periodo in cui la virilità e la possenza fisica erano all'ordine del giorno, Antonio si vede costretto a vivere di sotterfugi per nascondere il suo problema alla società.
Le sue vicende sono narrate con fine ironia, la storia scorre via velocemente, ma ogni battuta, ogni allusione sessuale fatta dai genitori e dagli amici sono drammaticamente affilate e feriscono chi, come lui, deve subirle.
Un bellissimo affresco storico che ci mostra quanto potesse esser difficile ammettere un problema di impotenza agli occhi della comunità perché, se adesso è possibile vivere meglio, allora non c'era via di scampo alla vergogna e al disonore.
In realtà Antonio è poco presente, tranne che nel suo bellissimo racconto-confessione allo zio, la sua famiglia è molto più attiva e la sua storia la viviamo attraverso i loro occhi e soprattutto i loro giudizi.
Quindi fra due chiacchiere sulla politica, qualche battuta del tipo
gli altri avranno la libertà, ma l'Italia ha le donne, il povero Antonio subisce l'umiliazione di un matrimonio annullato dopo tre anni e la morte del padre che decide di farla finita in modo "onorevole" a discapito del figlio. Il tempo passa e porta la tanto attesa libertà, la fine della guerra e l'arrivo in Italia degli amercani, con tutte le battute al seguito.
Profile Image for Cirano.
196 reviews12 followers
October 25, 2017
È il primo libro che leggo di Brancati e devo dire che mi ha molto sorpreso in senso positivo. È molto scorrevole, scritto molto bene e con un ritmo che prende e che ti porta a voler da subito sapere come andrà a finire.
Tutto il racconto si sviluppa intorno alla figura di Antonio, un giovane avocato, la cui vita sembra essere destinata ad un sicuro successo. Successo nella cariera, con le donne, ecc. al punto da diventare quasi un mito all’interno dela sua città, la Catania degli anni trenta.
Grazie alle conoscenze politiche avrà diversi vantaggi e vantaggi procurerà ad amici e parenti; sposerà la figlia di un notaio di famiglia benestante e tutto sembra andare benissimo, meravigliosamente.
Dopo tre anni di matrimonio però tutto crolla. La sua impotenza lo porterà a perdere la moglie con l’annullamento del matrimonio da parte della Sacra Rota, a diventare lo zimbello della città in un periodo in cui vigeva la figura dell’uomo guerriero e il machismo e la misoginia la facevano da padrone e a perdere tutte le proprie certezze.
In realtà in tutta questa vicenda ho visto una metafora dei tempi. Siamo negli anni trenta in pieno regime fascista e i paralleli con le vicende politiche del paese sono parecchie. Il matrimonio di Antonio si celebra nel 1935 anno in cui l’Italia entra in guerra per la “conquista dell’impero” momento di massimo consenso per il regime fascista e anche il matrimonio stesso è l’apice della vita del protagonista; ci sono i tre anni di matrimonio che corrispondono pressappoco al periodo prebellico e infine la guerra con il disastro che ha causato e la fine di un regime di cartapesta basato più sulla dimostrazione della forza che della vera forza equivalenti alla fine dei successi di Antonio.
In definitiva credo che Brancati abbia voluto nascondere dietro questa storia la Storia vissuta dal nostro paese in quegli anni seguendone, come ho cercato di dimostrare poc’anzi, in parallelo i fatti e trasmigrandoli nei suoi personaggi e nelle loro vite.
Profile Image for Nadia.
1,530 reviews529 followers
May 2, 2024
العمل عن بلدة صقلية في زمن الفاشية حيث الرجل ليكون رجلا مضطر لإثبات فحولته .
هي حكاية أنطونيو الجميل المرغوب من كل الفتيات و موضع حسد رجال البلدة و الذي يصبح وصمة عار على عائلته بسبب عجزه الجنسي في بلد يزهو بذكورته.
العمل يتابع الخط الدراسي لحياة أنطونيو و للحوالات في المجتمع الإيطالي في أواخر حكم الدوتشي و الحزب الفاشي .
Profile Image for Gibson.
690 reviews
July 27, 2016
Impotenza

Brancati l'ho sempre ammirato nel ruolo di sceneggiatore per i grandi registi italiani con i quali ha lavorato, ma come romanziere mi mancava. Percorso inverso dunque, il mio, che anche in questo caso mi ha portato al libro passando prima per la pellicola di Bolognini (con Mastroianni e la Cardinale), film che mi aveva lasciato punti in sospeso sul comportamento del protagonista.
Ora, terminato il libro e contestualizzato anche il periodo storico (assente nel film) nel quale Antonio si muove, mi è ancora più chiaro il senso di impotenza che lo investe, metafora di quel malessere esistenziale che colpisce l'uomo libero di pensiero che non intende assoggettarsi alla massificazione ideologica di regime, di quel vomitevole regime del ventennio italiano.
L'utilizzo della satira da parte di Brancati rende divertenti, se non grottesche, alcune situazioni in grado di strappare più di un sorriso; altre volte, invece, l'autore vela la narrazione di pessimismo incupendo il romanzo.
Profile Image for Aqeela Ali.
142 reviews13 followers
February 25, 2023
أنطونيو الجميل
ڤيتالينو برانكاتي

فتىً وسيم كجمالِ يوسف إذا مرَّ تقطعت أوصالُ النساءِ ولهاً بحُسنه وبهائه تتداعى حياتُه الجنسية بعد قضائه يوماً مع امرأةٍ شغف بها حُباً، وتغدو فضيحته بجلاجل بعد زواجٍ عذري دام ثلاث سنوات لتُبطله الكنيسة بعد ثبوت أن زوجته عادت "كما هي" لما خروجها من بيت أبيها. يفقد أنطونيو بعد هذه الحادثة المزلزلة امتيازات المجتمع الذكوري الذي صار يتندرُ بوضعه، والذي شكل لأبيه هاجساً حول "شرفه" وفحولةِ دمائه.

يعرض الكاتب صورة المجتمع سياسياً واجتماعياً نقداً وتحليلاً، ويطرح تساؤلاتٍ في خاتمته وهو يستعرضُ الحرب وآثارها: ماذا تعني همومنا الصغيرة في معمعة الحياة؟!

الرواية هي الثانية في ثلاثيةٍ للكاتب، ولكني وجدتها يمكن أن تُقرَأ كعملٍ مُستقل. وقد سقطت من النسخة بين يدي ثمانُ صفحاتٍ غير مطبوعة وفي لبِّ حل العُقدة 🫢😅 ولكن مشيتها!
والترجمة بديعة.

٢٤.٢.٢٠٢٣
Profile Image for LaCitty.
1,039 reviews185 followers
October 15, 2020
Caspita, che romanzo.
Partiamo dal presupposto che parlare di impotenza è un tabù allora come ora. Merito di Brancati è affrontare questo tema con grande delicatezza, ma anche ironia. Il matrimonio del protagonista nasce sotto funesti presagi: la prima uscita pubblica dei due fidanzati è in occasione di un funerale! Piccole bugie si accumulano, Antonio è una "patacca" non solo quando si parla di sessualità, ma anche quanto ad amici altolocati; tuttavia il caso e la fortuna lo assistono fino al crudele disvelamento della verità. L'italietta pettegola e invidiosa si getta sul succulento pettegolezzo e i capitoli in cui lui confessa allo zio la sua "disfatta" sono memorabili.
Ma Il bell'Antonio non è solo questo, è anche il periodo storico in sui è ambientato (il ventennio fascista), le correnti politiche che si fronteggiavano, gli idealismi, le ipocrisie e i compromessi per raggiungere il potere (rappresentati dal cugino di Antonio, che pure ). Questo aspetto forse è quello che sono riuscita a cogliere meno, complici anche un paio di capitoli piuttosto ostici.
Ciò non toglie che ci si trovi davanti ad un romanzo di grande valore e ad un autore da approfondire.
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Profile Image for Ruppe.
503 reviews46 followers
January 8, 2025
Ci sono due tipi di personaggi in questo capolavoro di ironia sociale italiana: le macchiette, i caratteri che rappresentano i vizi dell’Italia tradizionale e familiare e del fascismo. Sono uomini sopra le righe, volutamente monodimensionali e tratteggiati con eccesso, caricaturali eppure realistici e rappresentativi del proprio tempo.
E poi ci sono Antonio, suo cugino Edoardo e Barbara, i protagonisti, che rappresentano un’umanità più completa, sfaccettata e ambigua.
Fino all’ultimo rimangono sfuggenti e ambivalenti, come è giusto che sia a rappresentare l’animo umano e le sue contraddizioni.

Il romanzo è divertentissimo, dissacratorio, splendidamente rappresentativo dei vizi e delle nevrosi dei tre grandi intrecci della vecchia Italia: la religione cattolica, la famiglia tradizionale e la politica (qui, nello specifico, il ventennio fascista con le sue particolari vergogne).
L’autore smonta e dissacra, deride ma rappresentando con spietata perizia, non perdona eppure diverte, con stile salace e ottima tecnica di scrittura e possesso della lingua e di diversi registri.
Profile Image for Serginho S.
97 reviews1 follower
May 31, 2023
Non credo leggerò altro di Brancati, ma il bell’Antonio è senza dubbio un bel romanzo. La lettura è a due velocità: la prima parte scorre rapidamente tra i sorrisi per le grottesche situazioni delle famiglie catanesi, mentre la seconda è piuttosto angosciante. Il tema principale dell’impotenza di Antonio è una scusa per approfondire il peso di un’identità di genere, quella dell’essere maschio a tutti i costi, ma allo stesso tempo rappresenta la condizione di chi ha vissuto gli anni del Fascismo in prima persona. Un ottimo ritratto della Sicilia dell’epoca: lo consiglio più che altro agli amanti del genere.
Profile Image for Ruby La Belva.
720 reviews156 followers
November 9, 2025
Uno dei libri più belli e attuali che ho letto negli ultimi anni
Profile Image for عمر الحمادي.
Author 7 books704 followers
November 30, 2021
أجاد المؤلف وصف حالة عائلة أنطونيو وهي تعاني من العار، هذا التوصيف متكرر في كثير من الأمور التي لا تستوجب العار، لكنه المجتمع الذي يخلق ذلك العار أو يهدمه... لم تكن النهاية مشوقة بقدر أحداث الرواية نفسها
Profile Image for Mostafa Abdalaa.
94 reviews29 followers
February 28, 2023
أدب إيطالي واقعي كلاسيكي ممتع و عذب و فذ للغاية.
Profile Image for Daniel De Lost.
222 reviews25 followers
July 10, 2025
Il bell’Antonio si è rivelata una lettura decisamente interessante e sorprendente, non solo per il valore letterario del testo in sé, ma anche per il piacere di scoprire un autore come Vitaliano Brancati, che riesce a coniugare eleganza stilistica, ironia amara e una profonda intelligenza psicologica e sociale.

Ambientato in una Catania del primo Novecento, il romanzo ruota intorno alla figura di Antonio Magnano, giovane di straordinaria bellezza, idealizzato da tutti come un simbolo di virilità irresistibile. Il paradosso, che costituisce il cuore della trama, è che dietro questa maschera perfetta si cela un segreto intimo: l'impotenza sessuale. Brancati utilizza questa condizione come chiave per smascherare le ipocrisie della società siciliana e italiana dell’epoca, dominata da un’ossessione per la mascolinità e l’onore, fortemente influenzata dalla retorica del fascismo.

Il romanzo non è soltanto la storia di un uomo ma, a ben vedere, una riflessione profonda sul rapporto tra apparenza e realtà, tra desiderio e aspettativa sociale. Antonio non è solo un personaggio tragico, ma anche un simbolo di tutte le imposizioni culturali che possono soffocare l’individuo. La sua parabola esistenziale, pur ambientata in un contesto storico specifico, conserva un’attualità disarmante.

Dal punto di vista stilistico, ho apprezzato molto la scrittura di Brancati: una lingua ricca, a tratti barocca, ma mai fine a sé stessa, che sa essere ironica, malinconica, affilata. I dialoghi sono vivaci e profondi, e alcuni passaggi raggiungono un'intensità quasi teatrale. Il ritmo narrativo non è sempre uniforme — la parte centrale, in particolare, può apparire più lenta — ma il romanzo mantiene una coerenza interna forte, sorretta da una visione lucida e insieme compassionevole dell’essere umano.

Scoprire Brancati è stata senz’altro una bella sorpresa. È un autore che merita maggiore attenzione, capace com’è di raccontare con intelligenza e umorismo gli abissi dell’animo umano e le follie del contesto sociale in cui è immerso.

Senza dubbio una lettura che lascia traccia, stimola riflessione e, soprattutto, ci ricorda quanto la letteratura possa essere uno strumento prezioso per smascherare le maschere della realtà.
Profile Image for Bardamu.
213 reviews6 followers
January 18, 2023
Tre stelle e tre quarti.
Proprio bello. Scritto magnificamente, divertente ma non "leggero".
Banalizzando si potrebbe asserire che è il soggetto perfetto di una commedia all'italiana degli anni '60.
Ed infatti lo sarà ( Mauro Bolognini girò un bel film con Marcello Mastroianni e Claudia Cardinale. Alla sceneggiatura collaborò anche P.P. Pasolini ).
Ma non è solo quello.
E' il feroce ritratto del maschio siciliano e di una società delineato da uno scrittore solido.
Prima o poi dovrò leggere un altro romanzo di questo autore, anche se quello che mi frena un po' è il fatto di avere già visto tutti i film che ne sono stati tratti.
Profile Image for Muthanna.
17 reviews
June 23, 2021
بعاطفة جياشة وبحماسة مشوبة بالألم، هكذا يحكي الايطاليون قصصهم. رواية جميلة من صقلية في زمن الفاشية..

اندفع نحو شاطيءٍ خاوٍ،
لان خريف الحياة يقترب
وتنتظر الاحلام مهزومة بلا عزاء"
Displaying 1 - 30 of 81 reviews

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