Lea tiene 12 años y ha perdido a quienes más amaba. Ahora la abruman las preguntas sobre la vida y la muerte. Entonces decide dejarle una nota a su abuelo, con quien vive, anunciándole que emprenderá un viaje por el mundo en busca de respuestas. Se va con Porfirio, un gato rojo que habla, y una caja de colores para dibujar.
Per quanto non sia il mio ambito di pertinenza, al contrario di altri lettori che potete trovare in rete, cerco sempre di leggere almeno uno o due libri per bambini all'anno. In parte per motivi professionali: conoscere i maggiori autori disponibili in libreria, o al contrario, le piccole gemme che stanno lentamente facendo breccia, aiuta a rendersi conto della direzione in cui si sta muovendo un settore. Ma, vi tolgo subito ogni dubbio, li leggo in (gran) parte per piacere, perché un buon libro per bambini sa essere, spesso, un balsamo in grado di restituire - a me, ma non credo di essere l'unica - un approccio di ritrovata semplicità, spesso unito a una punta di ottimismo. Ma per fare questo, appunto, deve essere un buon libro. Deve tenersi lontano dalle stucchevolezze inserite a forza e cercare l'avventura - non per forza fantastica; anche le imprese del quotidiano hanno valore - per presentare a me, e ai piccoli lettori, la possibilità di immergersi in un'altra vita. Deve fare tante domande, e spronarne di nuove, e se danno risposte devono essere tali per cui ci penso e ci rimugino fino a quando non sono piena di altre domande. Deve stuzzicare la fantasia e far scoppiare le immagini nella testa. E deve spingere il piccolo lettore a dire "Un'altra pagina e arrivo, una sola" (promessa ovviamente disattesa). Non deve compiacere il genitore, perché non ne ha bisogno; d'altronde già lo sappiamo, che un buon libro è buono per tutti, senza distinzioni d'età.
E dunque, questo preambolo per cosa?, vi starete chiedendo. Per dire, in poche parole, che Il viaggio di Lea rispetta tutti i punti di questo mio piccolo, personalissimo canone.
Guia Risari fa intraprendere a Lea e Porfirio, splendido gatto rosso con gli occhi come "arance mature" (p.7), un viaggio di scoperta, di sé e di alcuni dei dubbi esistenziali che da sempre caratterizzano l'uomo, e lo rende esplicito e interno alla storia, piuttosto che nasconderlo dietro a degli eventi metaforici. D'altronde, non poteva essere altrimenti, visto che Lea è orfana, e muta per scelta dopo aver perso i propri genitori in un incidente d'auto: il viaggio è una sua decisione, presa per cercare di capire perché, a volte, la morte arriva, il dolore colpisce, la vita sorprende. Perché "delle volte, dentro di [lei], ci sono solo domande" (p. 105), e la spinta a cercare delle risposte è più forte di ogni cosa. Il tutto senza stucchevolezze e con la volontà di dare prospettive diverse, e pensieri su cui riflettere, attraverso gli incontri che Lea fa con un'umanità varia, un po' inquietante e un po' divertente, un po' buona e un po' cattiva: a me, per dire, sono tanto piaciuti la cartomante e lo strano gruppo di ladri, che hanno dato rispettivamente un alone misterico e parodistico al loro incontro con Lea, fornendo alla nostra giovane protagonista nuovi pezzi per la sua personalissima riflessione sul mondo.
E i temi, profondi e d'interesse universale, sono trattati in maniera leggiadra, ma non banale o diminutiva; sottolineano un rispetto per tutti i lettori, bambini o meno, che si pongono domande sul senso di ciò che viviamo e di ciò che ci circonda. Un rispetto e un attenzione che si ritrovano anche nelle scelte stilistiche e lessicali: attraverso un uso vario e il sapiente dosaggio di registri diversi, si presentano al lettore coetaneo di Lea parole nuove, precise e curiose, e al lettore più cresciuto un testo che non risulta in alcun modo semplicistico. Una caratteristica che mi sta molto a cuore, e che sono felice di aver ritrovato in questo libro.
Nell'affrontare questo viaggio e le conoscenze che porta, come accennavo all'inizio, Lea non è mai sola (per fortuna sua, dato che le restituirà anche la parola, e nostra), ma ha un compagno degno dei più famosi aiutanti magici: Porfirio, gatto saggio e parlante, diffidente e affettuoso, magico, ma forse in fondo non molto più degli altri gatti. Con un'entrata in scena che mi ha prima rattristata (per la storia che lo porta tra le braccia di Lea) e poi molto divertita, si presenta subito come una creatura dalle profonde conoscenze e dai poteri particolari, eppure rimane sempre, definitivamente gatto. Non è mai un umano dentro il corpo di un animale; è un felino, che si comporta come tale, e che decide di parlare con Lea perché vede in lei uno spirito affine (ma forse non allo stesso livello - d'altronde, come tutti i gatti, pensa che difficilmente qualcuno possa esserlo). Se rivedersi nei dubbi di Lea è ciò che ci fa immedesimare in lei, leggere le risposte - a volte enigmatiche, a volte ironiche, a volte chiare e dritte al punto - di Porfirio è l'altra metà di ciò che ha reso questo viaggio così interessante e divertente.
Per me, dunque, seguire Lea in questo percorso è stato un vero piacere. Non posso che consigliare questo libro a chi vuole donare ai piccoli umani presenti nella propria vita un libro appassionante, divertente e intelligente; così come a quegli adulti che, come me, ogni tanto tornano volentieri dall'altro lato della barricata, e ne escono soddisfatti. E faccio i miei più cari auguri di buona fortuna all'avventura di Lea che, a ragione, è stata nominata tra i cinque libri in lizza per il Premio Strega Ragazze e Ragazzi, categoria 11+: qui, cara Guia, si tifa per te.
(Libro ricevuto dall'autrice. La recensione riporta il mio onesto parere.)
Ho ricevuto una copia di questo libro dall'autrice, che ringrazio, in cambio di un'onesta recensione
E' stata una lettura molto carina. Il viaggio di Lea è un bel libro per ragazzi, con uno stile molto piacevole, scorrevole, accattivante e, a tratti, poetico. Anche la storia è carina. Si segue facilmente e riesce ad appassionare. Ma la parte migliore del libro sono tutti i personaggi che Lea incontra lungo il suo viaggio. E' una galleria variegata di tipi unici e ognuno, a modo suo, riuscirà a ritagliarsi un posticino nel vostro cuore, proprio come succede a Lea, che riesce ad affezionarsi a tutti quelli che incontra sulla sua strada. Con Lea sentiamo la meraviglia dei bambini, che sono sempre pronti a scoprire cose nuove, e l'innocenza tipica dei bambini, quell'essere senza troppi pregiudizi, che le permette facilmente di affezionarsi alle persone che incontra. Riesce a vedere in ogni incontro il grandissimo dono che le fanno le altre persone: conoscere qualcuno di nuovo è sempre un'esperienza che ci arricchisce, ma noi questo lo dimentichiamo spesso. E non siamo così pronti ad aprire il nostro cuore con gli estranei. Da adulti si ha bisogno di tempo, non ci si fida più in maniera istintiva (e non dico che sia un male, assolutamente, ma leggere della facilità tipica dei bambini nell'affezionarsi, nel vedere che è ancora possibile sentirsi arricchiti per un nuovo incontro, beh... è qualcosa che fa bene al cuore). Credo che il mio personaggio preferito sia l'assassino. Tutti i personaggi sono unici e originali, ma per me lui ha quel qualcosa in più, che me l'ha fatto apprezzare e sono sicura che è uno di quei personaggi che rimarrà con me per parecchio tempo. Un altro personaggio che mi è piaciuto molto è il nonno di Lea. E' proprio una di quelle persone buone e mi ha fatto un sacco di tenerezza. E, ovviamente, ho apprezzato il gatto Porfirio, ma direi che è impossibile non apprezzarlo! L'autrice ha anche molte idee interessanti, che possono portare a diverse riflessioni, per grandi e piccini.
E' un libro per bambini e si vede, soprattutto nella storia e nello sviluppo dei personaggi, ma è un libro che possono apprezzare tutti, indipendentemente dall'età. Tratta temi profondi, temi che sono vicini a chiunque, e lo sguardo fresco e innocente di Lea ci offre una visione nuova, pulita e fresca, che ci lascia con una sensazione piacevole di ottimismo verso il mondo e le persone che ci circondano. Mi è piaciuto molto e se siete in vena di leggere un bel libro per ragazzi non posso che consigliarvelo.
Questa lettura è inquadrata nel target “ragazzi” e sicuramente è una collocazione adatta, ma io la consiglio anche a un pubblico adulto. A me ha insegnato tanto. Parliamo di Lea, una ragazzina di dodici anni che si trova a combattere con il dolore per la perdita dei suoi genitori, avvenuta improvvisamente a causa di un incidente. Lea non capisce, non accetta, è irrequieta e si trova ad avere un bisogno disperato di risposte. E a chi di noi non è capitato? Misurarsi con la sofferenza e con la morte è complicato, ma inevitabile e necessario. Lea pensa che forse, se viaggiasse per il mondo, questo avrebbe sicuramente delle risposte per lei. Qualcuno deve pur sapere la verità, no? Non pianifica il suo viaggio, semplicemente lascia un biglietto al nonno adorato con cui vive, e parte. No, non è sola. Ad accompagnarla è Porfilio, un gatto rossiccio, saggio e parlante. Un gatto leale, orgoglioso, a tratti misterioso, che di sicuro la sa lunga… più lunga di quel che in verità voglia far credere. Durante il suo cammino, Lea incontra personaggi che... See more: http://bookshuntersblog.blogspot.it/2...
Una delle prime cose che salta all'occhio di questo libro è il fatto che sia stato scritto per un gruppo di lettori piuttosto giovani. Facendo parte di una letteratura per ragazzi non possiamo che notare che è una lettura abbastanza veloce, scorrevole e rilassante. La scrittura non è complessa ma al contempo non è banale e non vi sono troppe ripetizioni. E' una storia che si muove in fretta portandosi dietro noi lettori che, tornando un po' indietro con gli anni, ci lasciamo trasportare dall'immensa fiducia che Lea ha nel mondo e dai suoi dubbi che tutti ancora nutriamo. Dubbi che ci invitano a riflettere e che scuotono la nostra anima.
Un libro che racchiude un viaggio personale, alla ricerca di un modo per tradurre i misteri dell'esistenza. Un racconto che non vuole solo trasmetterci una bella storia, ma che vuole arricchirci con frasi rassicuranti e cariche di pensieri. Una trama incredibile, illusoria e magica, che vede come protagonista una bambina che sta cercando di crescere, di diventare grande, addentrandosi in una realtà che ancora non ha capito affondo, ma che ha tutta l'intenzione di far sua. Recensione: http://chelibroleggere.blogspot.it/20...
Voltear a ver tu pasado y darte cuenta que todo lo que sufriste, todo el dolor por el que pasaste, te a convertido en la persona que eres ahora. Ahora preguntate, te gusta la persona en la que te has convertido?, en quien eres ahora?. A esa ancianita la veremos un día, por ahora solo nos queda vivir, disfrutar del tiempo que nos queda en este mundo.
Sinceramente leí este libro para la escuela, no fue algo que me gustó mucho pues siento que es un libro que la edad recomendada que fue cuando lo leí no fue la adecuada pues fue algo muy impactante para mi por los temas que contaba. Además de ser un picó confuso.
Un libro profundo que, aunque al principio no te atrapa tanto, te hace dar un viaje profundo al rededor de temas como la muerte, la vida, conocidos. Preguntas que una niña de once o doce años y que a veces es complicado responder. Lo amo
i read it for school and it's actually pretty good, there are so many interesting characters and i think it's a decent book for kids. the way lea becomes more mature and comprehensive about her parents's death because of the people she met through the book is nice and well thought, and gives a good message.
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Il viaggio di Lea è rivolto a un pubblico di ragazzi molto giovani e chi non vuole poter tornare bambino? Ammettiamolo, tutti noi in fondo in fondo siamo eterni Peter Pan. E perciò ho voluto intraprendere insieme a Lea un viaggio, un viaggio alla scoperta di se stessi e alla ricerca di risposte sulla vita e sulla morte. Purtroppo però, nonostante tutte queste grandi premesse, per me non è scattata la scintilla. Ho avuto tante difficoltà a leggere questo libro, a rimanere concentrata sulla trama e sulle parole. Non so se è stato per il periodo o per lo stile di scrittura, ma mi è mancato il coinvolgimento emotivo. Nonostante questo, il libro non è completamente da bocciare. Ad esempio ho amato la scelta di chiamare il gatto Porfirio e la sua motivazione. Si tratta di una spiegazione semplice, banale se vogliamo, ma mi ha fatto rendere conto che ogni nome ha un suo significato, soprattutto se siamo noi a scegliere quel nome.
"- Porfirio? - ripetè perplesso il gatto. Non aveva mai sentito quel nome. O forse una volta sola. - Mi pare che fosse un filosofo dell'antichità che sosteneva l'uguaglianza tra uomini e animali. Oggi purtroppo nessuno lo ricorda più... Sempre così con i veri geni. -Sì... - balbettò Lea - può darsi, anzi sicuramente. Ma il nome Porfirio viene dal latino e vuol dire rosso, anzi, per la precisione vermiglio."
Un'altra cosa che ho apprezzato è stata la fantasia dell'autrice nel plasmare personaggi originali, strambi, particolari, esempi lampanti che niente è mai quello che sembra. Che sia per l'aspetto fisico, per le dicerie, per l'apparenza. In questo romanzo Guia Risari si pone l'obiettivo di accompagnare il lettore in un percorso di formazione e di crescita tappa dopo tappa, città dopo città, incontro dopo incontro. Lea, sempre in compagnia del suo gatto, un gatto magico in grado di parlare e di consigliare la ragazza, arriva faccia a faccia con la Morte. Letteralmente. E quello che trova non è quello che si aspettava. Consiglio questo libro? Non lo consiglio? Non saprei rispondere. Quello che posso dirvi è che a me, con mio grande dispiacere, non ha catturato. Ma ognuno ha il diritto di farsi una propria idea.
Bellissimo libro adatto a lettori e lettrici di una fascia d'età che va definita come "l'età in cui ci si pongono delle domande importanti" e, come tale, si spera essere senza limiti. Viaggiando con Lea si impara. Non si impara solo dalle risposte che i suoi incontri le forniscono o, per lo meno, suggeriscono. Si impara già tanto dalla sua voglia di partire per esplorare, chiedere, confrontare e confrontarsi. Con onestà, apertura e tanta determinazione. Il ventaglio di situazioni che Lea attraversa, e noi con lei, è ampio e vario, ma c'è un filo conduttore che si fa sempre più evidente. Diciamo, per chi l'ha letto, che basta seguire le orme di "piedi particolarmente piccoli". Sono tante umanità diverse e altrettanti modi di cercare, con maggiore o minor successo e serenità, un senso proprio in una vita che appare dominata dal caso e, per chi ne ha avuto un'esperienza vicina e dolorosa, minacciata da una fine imprevedibile e incombente. Il viaggio della vita avvicina alla morte e il viaggio di Lea lo fa in senso proprio, con l'intenzione di incontrarla e porle le tante domande irrisolte. C'è saggezza e umorismo in ogni pagina. Molto spesso ce li offre l'impagabile gatto Porfirio, che di Lea riesce perfino a leggere i pensieri. Sempre ce li offre il confronto con i compagni di viaggio di Lea. È un libro che non smette mai di essere profondamente serio e, al tempo stesso, di trasmettere leggerezza e speranza. Senza dubbio ancora un'opera filosofica di Guia Risari.
“Il viaggio di Lea” è un romanzo per ragazzi che hanno il coraggio e la voglia di scoprire il mondo. La scrittrice racconta in modo vivace e accattivante i grandi problemi della vita e della morte. Normalmente le domande sull’esistenza nascono in presenza del dolore, della malattia e della morte che suscitano paura, sofferenza, solitudine. Lea capirà che non esistono risposte semplici e che solo vivendo potrà trovare le tanto cercate verità. In questo viaggio non ci sono eroi ma una ragazzina decisa ad esplorare un mondo affascinante ma difficile da comprendere. Una cosa è certa: la vita e la morte sono due facce della stessa medaglia. La vita acquista senso proprio perché ha una fine. È irripetibile. La vita è imprevedibile e dal cambiamento nascono le emozioni. Nella nostra piccola amica sono riscontrabili i semi della curiosità, del rispetto, del coraggio, dell’amore e della scoperta.
3.5 stelline per questo romanzo! Una lettura istruttiva che consiglio di regalare alle giovani menti. Recensione completa qui: http://appuntidiunagiovanereader.blog...