La parola giapponese datsuzoku appartiene a quella famiglia di sostantivi che in altre lingue non hanno una traduzione corrispondente precisa. Questo termine significa fuga dalla propria routine quotidiana, quindi un allontanamento temporaneo dalle azioni che si compiono quasi meccanicamente e che occupano lo spazio delle nostre giornate. Ecco, che cosa è un libro se non un datsuzoku, un momento di evasione bellissimo e irripetibile che spezza la noia della quotidianità? Le fiabe scelte, tradotte da Valentina Avallone, fanno parte di un volume originale più ampio chiamato Green Willow and other Japanese Faiy Tales del 1910, a cura di Grace James; un’opera che cerca di riassumere in sé la quasi totalità dello scibile relativo alla mitologia giapponese, orale e scritta, a seguito di un lungo lavoro di ricerca, confronto e traduzione. Di seguito la nota introduttiva dell’autrice al volume: “Queste storie e leggende provengono da molte fonti. Alcune di esse sono state prese dal Ko-ji-ki o The Record of Ancient Matters, opera che raccoglie interamente tutto ciò che appartiene alla mitologia giapponese. Molte di esse sono state tramandate oralmente essendo frutto di ricordi della fanciullezza, in origine ascoltate dalle labbra di un compagno di scuola o di una balia; altre sono state il soggetto di rappresentazioni andate in scena nei teatri
Un piccolo gioiellino che racchiude tutta la magia delle antiche leggende giapponesi impreziosito da disegni di una raffinatezza unica.
Oltre alle fiabe più note ne sono presenti diverse che non avevo mai letto per cui mi sento davvero di consigliare questo libriccino edito Abeditore agli amanti della mitologia giapponese 🫰🏼
2,5 ⭐️ Questo libricino mi incuriosiva molto, ma purtroppo non ha soddisfatto le mie aspettative. La cura dell'estetica è di certo lodevole (questa casa editrice sforna meraviglie), le illustrazioni sono stupende e meritano tanto, però altrettanto non posso dire sui testi. Non mi è piaciuto il modo in cui sono stati scritti e le storie a tratti mi hanno annoiata proprio per lo stile narrativo. Le trame hanno dei bei significati, si è sentito molto l'elemento favola, però non sono riuscite a entrarmi nel cuore e mi dispiace tanto.
Bellissime fiabe che ti teletrasportano in un Giappone antico e ricco di leggende. Si legge in un paio d'ore, la traduzione del testo e le spiegazioni a margine delle parole tradizionali giapponesi sono fatte molto bene. Una bella e piacevole lettura!
Una bellissima, ma breve raccolta di favole giapponesi, alcune delle quale piuttosto conosciute mentre altre non le avevo mai sentite, corredate da disegni particolarmente raffinati. Un piccolo gioiellino di libro.
La parola Giapponese Datsuzoku significa fuga dalla propria routine quotidiana. E i libri sono proprio questo!. E’ una raccolta di 5 storie giapponese. Senza neanche aprirlo con questo libro siamo già in Giappone, la carta è bellissima come le illustrazioni. Le storie al suo interno sono storie tramandate ai giorni nostri della cultura orientale. Se siete affascinanti dall’oriente e ora di certo non ci possiamo andare con questo libro è come essere li.
Libro molto bello graficamente e ben curato dal punto di vista editoriale. Le fiabe sono carine ma per chi non conosce a fondo la cultura giapponese rimangono solo storie, il cui significato si perde in una mitologia lontana dalla nostra. Forse un minimo di presentazione o di spiegazione avrebbe aiutato.
Bellissimo piccolo gioiellino tascabile che regala perle del folklore giapponese. Leggende e miti si alternano capitolo dopo capitolo immergendo il lettore nel favoloso mondo asiatico, il tutto arricchito da litografie tipiche dell'epoca che vanno ad anticipare o illustrare il mito narrato.
Edizione fantastica come Abeditore sa garantire, il sapore di vintage e del Giappone nel palmo della mano.
In questa piccola raccolta, che è una selezione scelta di cinque leggende della mitologia giapponese, facciamo la conoscenza con personaggi soprannaturali - in alcuni casi terribili - appartenenti al folklore del Sol Levante. Mi sono piaciute in particolare le prime tre, dove esseri con poteri magici vengono a contatto con gli uomini: la principessa della Luna, la signora della Rugiada del mattino, la donna delle nevi. Le ultime due, invece, hanno più il sapore di narrazione legata alla genesi del mondo e degli elementi naturali (la divisione tra regno del cielo e dell'oltretomba, il dominio del mare e dei corsi d'acqua, la creazione del tuono etc...). Affascinante scoprire come alcune credenze (ad esempio il fatto che se si mangia negli Inferi, per i giapponesi la terra di Yomi, non si può tornare indietro) siano comuni all'Occidente (vedi i miti greci) e all'Oriente. Una nota di merito alle bellissime illustrazioni di quest'edizione, curatissima come lo sono tutte quelle di Abeditore.
Consigliatissimo per chi vuole approcciarsi alla mitologia giapponese. Ottimo anche per chi già conosce questo bellissimo mondo, vale leggerlo anche solo per immergersi nella bellissima grafica e disegni. Una chicca da non perdere!
Cinque sono i racconti proposti da DATSUZOKU, tutti tratti dal tomo “Green Willow and Other Japanese Fairy Tales” del 1910 e tutti tradotti da Valentina Avallone. I primi tre di questi (fra cui figura anche la celeberrima storia della Principessa Splendente, trasposta in animazione dallo Studio Ghibli ormai quasi un decennio fa) vantano un sapore spiccatamente ‘fiabesco’, ricamato su personaggi femminili dal fascino ultraterreno e sempre sottilmente pericoloso, su temi quali l’amore e il calore familiare e, in generale, su un taglio narrativo di stampo decisamente intimista; gli ultimi due, invece, attingono a piene mani a quella che è la cosmogonia giapponese, puntando i riflettori sulla coppia divina formata da Izanagi e Izanami e sul ribelle, irriverente Susanoo. Ciascuno di essi, tuttavia, indipendentemente dalla propria appartenenza al primo o al secondo grappolo di storie, appare comunque collegato ad ognuno degli altri da un filo conduttore radicato in atmosfere lugubri e luttuose, in contatti surrealmente disinvolti fra mondo dei vivi e mondo dei morti e, in particolare, nell’assenza di confini fra ciò che è sogno e ciò che è incubo, ciò che è mondano e ciò che è celeste. Bonus? Un’incantevole galleria d’illustrazioni, ad opera di maestri del calibro di Warwick Goble e di Utagawa Hiroshige (no, nessuno si è dimenticato di Hokusai – i suoi lavori impreziosiscono già l’esordio di ogni racconto), posta a chiusura del volume.