Ma l'assassino ha ucciso il pescatore? Come si chiamava la vera Marinella? Dov'è, se esite, la stazione di Sant'Ilario? Qual è il vero nome di Prinçesa?
Un'impresa monumentale. Un'indagine minuziosa e rigorosissima attraverso testimonianze originali e ricerche d'archivio. Un testo fondamentale per tutti gli appassionati di De André e della canzone d'autore. Per la prima volta, Il libro del mondo narra la storia che si cela dietro ogni successo di De André. Tutti gli aneddoti, le curiosità, le vicende personali e le opinioni del cantautore genovese che ''entrano'' nelle canzoni, dalle opere giovanili – quando De André ancora si faceva chiamare solo Fabrizio – al meraviglioso finale di Creuza de ma', Le nuvole e Anime salve.
Già sapevo che sarei arrivato in ritardo: gli anniversari non sono esattamente il mio forte (quello matrimoniale escluso!) e poi in fondo, pensandoci bene, non è che sia necessario piangere in un giorno esatto la scomparsa di uno dei grandi poeti del nostro Novecento. Quindi: Fabrizio De André: le storie dietro le canzoni.
Il libro, oltre che monumentale, è magnifico: pieno zeppo (ma zeppo eh) di informazioni, suggestioni, rimandi letterali. Presentando le canzoni di Faber in ordine cronologico, Walter Pistarini aiuta a tracciare il percorso di un pensatore, artista, finissimo cultore della parola e della cultura popolare: ogni suo pezzo, più o meno noto, è descritto con una precisione appassionata che non scade mai in pedanteria, collegandolo al contesto personale e sociale del momento. SI va oltre le pure curiosità: si entra proprio in un altro universo, quello deandreiano, che ho conosciuto ahimè con un po’ di ritardo pur essendo cultore appassionato del cantautorato italiano.
Mi sembra che tutte le chiavi di lettura siano lì, posizionate intelligentemente una per una nel titolo.
C’è la parola mondo, perché è inevitabile osservare che De Andrè fu in grado – come capita solo ai grandissimi – di creare dei mondi: spazi paralleli, in cui si muovevano personaggi istantaneamente vivi, completi, vicini. C’è la parola storie, perché fra tutte le immense peculiarità di questo artista quella che mi colpisce inevitabilmente e ad ogni ascolto è proprio la capacità di narrare, nel senso più profondo e indimenticabile del termine. E c’è la parola canzoni, perché – senza entrare nell’infinita diatriba su testo poetico in accompagnamento musicale – pescare una pagina a caso del volume e godersi la memoria che ti riporta immediatamente alla melodia riempie la lettura di bellissimi momenti.
È vero che non sempre le fonti di quanto riportato sono certe o autorevoli.
È anche vero che ogni tanto l’autore si lascia andare a supposizioni e interpretazioni personali non riscontrate o confermate. Tuttavia ritengo che questo libro sia imperdibile per gli appassionati di De Andrè e persino per chi invece non si è mai appassionato proprio per i suoi testi di non facile comprensione.
Mi sono innamorata, sin dalle prime pagine, dei vari aneddoti che hanno ispirato Faber e delle somiglianze stilistiche e letterarie che lo legano ai suoi maître à penser quali Brassens, Baudelaire e altri.
Amo Fabrizio perché si esprime con schiettezza ma usa un linguaggio misterioso, per cui ogni volta che lo ascolti trovi nuovi spunti di riflessione. Questo libro non fa che confermarlo e svelare il mondo che c’è dietro ogni canzone.