"Pendant ma première année à l'école, on avait une professeur qui aimait chanter. À la fin du cours, elle nous faisait écouter sa voix. Tout ça pour dire qu'elle nous amusait. Une fois, elle a posé la question à toute la classe de ce qu'on voulait devenir, le métier que chaque élève souhaitait faire plus tard, ce dont il rêvait, avec son explication. J'ai regardé mon copain à côté et j'ai vu qu'il avait un rêve et que c'était de devenir médecin. Moi, je me suis dit "Je n'ai rien à dire", je n'avais aucune envie d'un métier comme médecin qui ressemblait à avocat ou professeur comme d'autres aussi avaient l'idée. Tout à coup, j'ai pensé que ce que je voulais, je n'osais pas le dire, c'était d'être le héros d'un livre, le personnage principal dans le roman d'un écrivain."
Rachid è un ragazzo molto fortunato. Se questo racconto autobiografico corrisponde interamente a verità, è fortunato perché gli è andato pressoché tutto dritto in un contesto in cui c'era molto che poteva andare storto. Ha avuto la fortuna di trovare una famiglia che lo comprende e amanti che, pur essendo uomini maturi mentre lui un ragazzino appena adolescente, l'hanno rispettato. Per questo il libro riesce ad avere tutta la freschezza che effettivamente ha. Complice anche una prosa semplice ("orale", viene definita in quarta di copertina), immediata, il mondo in cui Rachid è nato e cresciuto arriva dritto dritto al cuore del lettore. Si ha l'impressione di stare leggendo una favola, gli ambienti della casa, dell'hammam, della moschea, le stesse avventure amorose di Rachid, sono trasfigurate con gli occhi sognanti di un bambino prima e di un ragazzo che ricorda con nostalgia poi. Si ha la descrizione di un Marocco tollerante, vivace, quasi cosmopolita, un ambiente di gesti e rapporti umani genuini, molto caldo e fisico, ma di una fisicità sensuale e spesso implicitamente sessuale. E' un libro che, per quanto certe situazioni possano dall'esterno sembrare degradanti (leggi un quindicenne che va a letto con un quarantenne), non permette di giudicare. Rachid guarda il suo mondo e le sue esperienze con troppo amore, semplicemente non si può prescindere dall'atmosfera di "incanto" che pervade tutto il libro. Sembra, come ho detto, di leggere una favola. Il dolore, che pure deve esserci stato, è appena accennato e relegato in secondo piano. Memorabile inoltre il capitolo finale sulla splendida figura del padre, colui con cui Rachid ha il rapporto più intimamente profondo, che capisce anche senza conoscere nulla delle esperienze del figlio. Una figura che è presente in tutto il romanzo, anche fra le righe, anche negli occhi dei numerosi amanti più maturi di Rachid. E' lui che Rachid è andato sempre cercando. Dico la verità, sarei curiosa di sapere se sta ancora con Antoine, se questa strambissima liaison tra due uomini fatta di amore (sessuale e paterno insieme), tradimenti e venticinque anni di differenza sia alla fine durata nel tempo. Sarebbe una bella dimostrazione che ognuno, alla fine, la felicità e la stabilità le trova dove vuole.
Rachid O. raconte son enfance au Maroc, entre relations sexuelles prématurées et omniprésence de la drogue. Il ne s'agit pas ici d'y évoquer les plages et palmiers des cartes postales, mais de peindre un portrait réel et sans compromis d'un Maroc trash contemporain.