Als die in Rom lebende Journalistin Lilli Gruber auf die Tagebücher ihrer Urgroßmutter Rosa stößt, wird ihr bewusst, wie sehr sie in ihrer Familie und in ihrem Heimatland verwurzelt ist. Sie macht sich auf, das Schicksal von Rosa und deren Tochter Hella zu ergründen, die zu Beginn des 20. Jahrhunderts in den Strudel der Geschichte geraten, und begreift schmerzlich, dass tiefe Kräfte bis heute das Leben der Menschen in Südtirol prägen. Lilli Grubers Urgroßmutter Rosa Tiefenthaler war eine für ihre Zeit ungewöhnlich kämpferische und moderne Frau. Sie setzt bei ihrem Vater nicht nur durch, dass sie den geliebten aber nicht standesgemäßen Jakob Rizzolli heiraten darf. Sie führt auch das Erbe der Familie fort, indem sie das riesige Weingut übernimmt – eigentlich undenkbar für eine Frau an der Wende vom 19. zum 20. Jahrhundert. Als der Erste Weltkrieg ausbricht und die Front quer durch Rosas Heimatland verläuft, ist das der Beginn vieler harter Jahre. Denn Südtirol fällt nach dem Krieg an Italien, und die Rizollis gehören nun der unterdrückten deutschen Minderheit im bald schon von Mussolini faschistisch regierten Italien an. Und als die mittlerweile erwachsene Tochter Hella gegen den Faschismus opponiert und für ihre Haltung sogar ins Gefängnis kommt, wird Rosa klar, dass heile Welt der einstigen Habsburgermonarchie unwiederbringlich vergangen ist.
"Lilli Gruber besitzt ein Erzähltalent, das diese Familiengeschichte in einen Roman verwandelt. Pure Faszination und Lesefreude!" La Repubblica
"Lilli Gruber gelingt es auf faszinierend einfache Art, die Familienereignisse, den Ablauf der politischen Geschichte und ihre eigenen Erfahrungen zu einer Erzählung zu verknüpfen." Süddeutsche Zeitung
Dietlinde Gruber nasce a Bolzano il 19 aprile del 1957 da una famiglia di imprenditori. Durante il fascismo la sorella della nonna materna era inviata al confino e il padre, Alfred, lavorava come insegnante clandestino nelle cosiddette "Katakomben - Schulen". Il percorso di studi di Lilli passa da Verona presso le Piccole Figlie di San Giuseppe, e presso il liceo linguistico Marcelline di Bolzano, proseguendo alla facoltà di Lingue e Letterature straniere dell'Università di Venezia. Conseguita la laurea torna in Alto Adige-Sudtirolo: sono questi gli anni di Alexander Langer e dell'impegno, che Lilli Gruber fa suo, per la nascita di una cultura del dialogo tra i diversi gruppi linguistici.
Parla italiano, tedesco, inglese e francese: svolge il praticantato giornalistico presso l'emittente tv Telebolzano, allora unica televisione privata dell'Alto Adige. Scrive per i quotidiani "L'Adige" e "Alto Adige". Diventa giornalista professionista nel 1982. Dopo due anni di collaborazione con la Rai in lingua tedesca, nel 1984 viene assunta al Tg3 Regionale del Trentino-Alto Adige; in seguito viene chiamata dal direttore del Tg2 Antonio Ghirelli a condurre il telegiornale della mezzasera e della Notte, nonchè inserita nella redazione di politica estera.
Libro davvero interessante per le vicende storiche narrate, la questione dell’Alto Adige mi ha sempre incuriosita e in questo romanzo il punto di vista degli altoatesini è molto chiaro. Ma la scrittura della Gruber, anche se scorrevole, risulta fredda, tagliente, e si capisce perfettamente quello che pensa del popolo italiano anche se cerca di dissimulare e rimanere imparziale. Peccato anche per le varie digressioni sulla sua vita per far comprendere bene da che tipo di famiglia lei provenga (agiata, colta, con possedimenti). Troppo autoreferenziale.
Eppure ce la mette tutta. E anche io, nel senso che a pelle "la "Lilli mi piace tanto. Tuttavia non appena mi avvicino sento la distanza, la freddezza, lo sforzo di essere super partes, la fatica di essere ben preparata, l'impegno per essere equilibrata. E alla fine, a differenza della Fallaci che non gliene impipava nulla di essere corretta quanto passionale (nel bene e nel male) la Gruber sfiora la grandezza perchè di questo libro passa di più la fatica che non la passione. Peccato, soprattutto considerata il soggetto che tratta. A dispetto dell'idea vincente di questo libro, la Gruber ancora una volta mette le distanze - tra lei e il lettore (che non è altoatesino e che non può capire ma deve informarsi) e tra lei e gli altri altoatesini (perchè lei discende da una ricca famiglia di possidenti terrieri e non è una rozza contadinotta - almeno, io l'ho percepito così). Ne esce così un libro "corretto", equilibrato, ricco di informazioni, ma tante di quelle che si trovano sui libri e troppo poche di quelle che ci avrebbe potuto raccontare lei. Troppo spazio alla sua bisnonna - che viene rappresentata poi in maniera un po' troppo ripetitiva e altrettanto spazio è dedicato alla zia Hella, ma dei suoi genitori? Di lei? Il libro si intitola appunto "Eredità": come è stato per lei vivere con questa eredità? Com'è sentirsi altoatesini oggi? Lei in particolar modo, come si sente nei confronti di questo passato che ci ha raccontato, sia ufficiale (ovvero quello della Storia) che privato? Nulla si sa e il libro cala il sipario alla vigilia della seconda guerra mondiale. Peccato.
Lilli Gruber, ottima giornalista, qui propone la storia romanzata della sua famiglia d’origine, sudtirolese (altoatesina) di etnia tedesca, incentrata sulla figura della bisnonna Rosa (1877-1940), testimone diretta o indiretta di vicende storiche e sociali molto rilevanti per la sua terra, per la sua gente e per se medesima: tra le principali, il passaggio del Sudtirolo dall’Impero austro-ungarico al Regno d’Italia al termine della prima guerra mondiale e i patimenti del gruppo etnico tedesco durate il fascismo, impegnato decisamente nell’italianizzazione dell’Alto Adige. La parte storica è interessante, assai meno quella ricostruita con l’immaginazione, per evidente debolezza letteraria: Lilli è un'ottima giornalista, non una romanziera.
L'ho letto perché volevo conoscere meglio la storia del Sud Tirolo e mi sento abbastanza soddisfatta: molte domande hanno trovato una risposta. Questo libro però non è un romanzo e non è un saggio; a metà strada tra l'uno e l'altro, la parte di ricostruzione storica attraverso i documenti è la più riuscita e interessante, mentre la caratterizzazione dei personaggi e le parti di finzione narrativa sono scarne e abbastanza noiose. Avrei dato anche tre stelline se non fosse per le troppe parti in cui l'autrice parla di sé stessa senza che il filo narrativo lo richieda: molte volte ho avuto la sensazione che l'obiettivo non fosse quello di raccontare le vicende della propria famiglia, ma di autoincensarsi.
"Rosa ha chiuso gli occhi pensando che i suoi sogni fossero morti, ma in realtà erano solo sospesi. I suoi sogni vivono ancora, e la sua storia non è finita."
Davvero molto bella questa storia familiare che la Gruber ci regala. I fatti raccontati fanno parte della storia di molte famiglie del Trentino Alto-Adige, ma questo libro mi ha permesso di approfondire alcuni eventi che, sebbene mi vengano raccontati sin da bambina, ancora non mi avevano fatto riflettere. Assolutamente da leggere per riflettere su un pezzettino di storia che molti, anzi troppi, ancora non conoscono o ignorano.
Un bel libro sospeso tra la realtà di un diario e le ricostruzioni di una pronipote di talento. Lilli Gruber ricostruisce, tramite il diario della sua bisnonna Rosa, la vita nel sud tirolo tra la fine della prima guerra mondiale e il 1940, anno della morte della bisnonna. Si aiuta con numerosi documenti recuperati in due anni di ricerche e di testimonianze familiari e non e ci offre uno spaccato di vita parallela e spesso intrecciata con gli avvenimenti di un periodo storico orribile. Il passaggio mai gradito dall’Impero Austroungarico al Regno d’Italia, le oppressioni del regime fascista, il “mito” di Hitler come salvatore della loro terra e la nuova guerra in arrivo. Tutti questi avvenimenti fanno parte della storia, ma leggerli come vissuti ha un altro impatto. Se mai andrò in quei territori, li guarderò con un occhio molto diverso da quello che avrei avuto se non avessi letto questo bel libro.
Ignorando che un giorno una loro discendente avrebbe messo per iscritto le loro gesta, una ricca famiglia possidente, vive la sua vita in un villaggio del Sud Tirolo, a cavallo del 1900. Sono anni difficili quelli, cade l'impero austro-ungarico, il sud Tirolo diventa italiano, poi arrivano i fascisti e infine scoppia la seconda guerra mondiale. Lo scrittore Gruber ci narra, amalgamandolo sapientemente con le vicissitudini della sua famiglia, proprio di questo periodo, analizzando a tratti il periodo storico con l'occhio dell'uomo moderno e talvolta non condividendo l'operato della sua famiglia.
Se anche voi affrontando passi alpini o dormendo in alti rifugi montani bolzanini, vi siete chiesti perchè lì fuori al freddo sventolassero bandiere austriache o tedesche e non italiane; se anche voi chiedendo informazioni in Alto Adige vi siete sentiti rispondere con un italiano stentato e con quella strana "erre" e vi siete sempre chiesti perchè, e gli Alto Atesini magari vi sono anche stati un po' antipatici per questi motivi, ebbene, questo libro fa per voi.
Personalmente lo ritengo un libro interessante: mi ha portato a conoscere risvolti che ignoravo, facendo rivalutare la mia posizione verso questa gente costretta suo malgrado a vivere in un limbo italo-tedesco per molti anni. Si legge bene, la scrittura annoia solo nelle prime pagine ma poi diventa veramente godibile.
Leggere della nostra storia e sempre interessante. Ma leggere della storia dei posti che quotidianamente si abitano lo è ancora di più. Questo libro affronta nel dettaglio la storia del Sudtirolo e lo racconta non solo dal punto di vista storico, ma anche da quello umano. Spiega la lacerazione, che ancora oggi molte persone vivono, che provoca la perdita di aspetti fondamentali che costituiscono la nostra identità. Tramite la storia della sua famiglia, Lilli Gruber ci restituisce un quadro tanto drammatico quanto vero della nostra storia recente, che spesso il genere umano dimentica in fretta.
"Mi sento grata che attraverso le generazioni le parole di questi testimoni siano arrivate fino a me." Anche io sono molto grata alla Gruber per aver scritto questo saggio interessante: si tratta infatti di un documento in parte romanzato ed in parte storico sui vissuti dei parenti ed avi della giornalista nel sud tirolo, nel periodo tra impero e ventennio fascista. La lettura è scorrevole, complice anche la bravura della Gruber, nonché il tema del libro in sé.
Inizio un po' faticoso, poi quando la storia privata si intreccia con la Storia diventa veramente interessante. Particolarmente curiosa la spiegazione di come si possa essere filo nazisti e antifascisti contemporaneamente. Ci lascia capire con molta chiarezza perché in Alto Adige qualcuno ce l'abbia ancora con gli italiani.
E' stato il primo della Gruber che leggo. Mi e' piaciuto molto. Davvero bello! La sua storia personale, la storia dell'Italia e della Germania, magnificam raccontate. Sono curiosa di leggere anche gli altri suoi libri.
Dopo aver letto questo libro, capisco meglio la difficoltà della gente di SudTirolo. Non erano tempi belli per nessuno ma una situazione come quello non potev'essere stato facile. Veramente un bel libro!
Questo libro è un tesoro già solo per la lettera che contiene (quella di un padre alla figlia per dare il consenso al matrimonio tra lei e il suo amato): uno scritto del 1901, che ci appare anacronistico, ma che racchiude in sé perle di virtù morale e gioielli di consigli preziosi su come comportarsi in famiglia, coi figli, in società. Precetti semplici che potrebbero sembrare patriarcali e vetusti, ma che al contrario dimostrano la saldezza di un'esistenza vissuta nella fede e il conforto del vivere secondo principio.
Non voglio però soffermarmi su questo documento, perché l'importanza di questo testo non si esaurisce qui: ogni pagina ci mette a contatto con la Storia, con i sentimenti di una minoranza etnica a lungo incompresa, ma anche con gli usi e i costumi altoatesini. Ogni capitolo, ben orchestrato, mai troppo lungo, ci avvicina maggiormente alla comprensione della questione sudtirolese, inframezzando storia a trama, rimanendo godibile dall'inizio alla fine, senza soluzione di continuità.
Questo stile, tipico di Gruber (lo stesso che ho ritrovato in Inganno), ha la capacità di coinvolgere, intrattenere pur affrontando argomenti di un certo peso riguardanti la nostra storia come Paese, con l'annessione in tempo bellico di un territorio che non si è mai sentito italiano e che tutt'oggi convive con duplici sentimenti verso i Welshchen. Grazie alla vita di Rosa Tiefenthaler, bisnonna della giornalista, possiamo comprendere quello che il popolo sudtirolese ha vissuto come uno strappo e un'usurpazione, capendo quanto debba essere stato difficile e doloroso assistere alla distruzione della propria Heimat, così come la si è sempre conosciuta. Inoltre, e qui ammetto la mia becera ignoranza, possiamo conoscere alcuni aspetti inediti di figure di spicco della nostra storia, come Alcide De Gasperi e Cesare Battisti.
Coloro che hanno lasciato un pezzo di cuore in Trentino Alto Adige, devono necessariamente leggere questa testimonianza, unica nel suo genere, fedele alla ricostruzione storica ma decisamente umana ed empatica.
Die vertane Chance, die Geschichte einer Region aus einer persönlichen Perspektive zu erzählen. Das Material hätte viel mehr hergegeben - Alltagsgeschichte, Sozial-, Wirtschaft- und Kulturgeschichte. Stattdessen hält sich die Autorin langatmig mit fiktiven Episoden auf (ärgerlich anmaßend, wenn beispielsweise die Begegnung eines aus Deutschland geflüchteten jüdischen Geschäftsmannes mit der Südtiroler Landwirtin herbeifabuliert wird – um jüdische Geschichte mit einzubeziehen und gleichzeitig der Urgroßmutter eine Haltung zu unterstellen, für die es keinerlei Anhaltspunkt gibt). Deshalb liegt der Verdacht nahe, dass vieles offenbar eher ihrem Wunschdenken entspricht als dass sie es mit ihrem reichen Material stützen könnte und würde. Die Autorin hat viel Arbeit in ihr Projekt gesteckt, aber schlimme Eitelkeiten haben eine vielseitigere Darstellung wohl verhindert. Schade!
Ero tentata dalla quarta stella, che il libro merita perché fa conoscere una storia sconosciuta ai più e omessa dai libri di scuola. Merito alla Gruber di avermela fatta apprezzare, sotto un profilo a me lontano, ma che è interessante studiare. La scrittura è perfetta, l'approccio del giornalista che vuole dare conferma delle notizie non inficia il sentimento che permea la mano della scrittrice, personalmente coinvolta. Un libro che ho letto con piacere, ma al quale manca, forse, l'epilogo nell'oggi.
Un buon libro, più interessante di quanto mi aspettassi. Lilli Gruber scrive bene e senza protagonismi, narrando la storia della sua famiglia e del Sud Tirolo tra prima e seconda guerra mondiale. Le vicende sono talvolta romanzate ma in modo dichiarato e senza disturbare la ricostruzione storica. Ho letto il libro in tre giorni quindi non posso certo dire che non mi è piaciuto
Lilli Gruber trascina il lettore in una storia affascinante di identità, intrecciando perfettamente gli eventi storici con i racconti personali famigliari, dal passato al presente. Un must per chi ha curiosità di conoscere la realtà del Sud Tirolo dalla bocca delle persone che ne hanno vissuto i momenti più tormentati.
Bel libro in cui l'autrice ci porta con sé in un viaggio nel tempo alla ricerca delle proprie origini, nella cornice storica del secolo scorso che si intreccia con la storia dei giorni nostri. Con questa lettura ho imparato molte cose che non conoscevo riguardo la storia del Sudtirolo e dell'Europa.
Ottimo libro per chi vuole conoscere la storia del Sud Tirolo, raccontata dalla ricostruzione delle memorie della famiglia della Gruber. Si percepisce il forte legame che lei tutt'ora ha con quella terra.
Al di là della storia familiare , peraltro gradevole, storicamente molto interessante ! Terre dove ho trascorso molte estati con un qualche irritazione per la nota poca empatia che hanno con gli italiani....forse ora qualcosa in più l’ho capita !
Ein spannendes Buch, welches die eigene Familiengeschichte perfekt mit der Regional- und Weltgeschichte verbindet. Zwar hatte ich mit Band drei angefangen und habe nun Band 1 abgeschlossen, aber ich habe mich sofort wohl gefühlt und freue mich schon auf Band 2
Un libro che non ti aspetti. Un intreccio tra la storia della famiglia dell'autrice e la storia misconosciuta ai più dell'Alto Adige scritto in modo assolutamente lineare e chiaro. Una scoperta inaspettata.
Un libro molto scorrevole e decisamente interessante, come tutti e tre i volumi della trilogia, soprattutto da un punto di vista antropologico. I toni, a volte freddi e descrittivi, riescono comunque ad accompagnare il lettore in maniera agile e confortevole attraverso l'intero racconto.
3.5/5 stelle Un libro che racconta vicende storiche molto interessanti e (ahimé) a me totalmente sconosciute del nostro paese. Non mi ha molto convinta il tipo di scrittura, come accennato in altri commenti, l'autrice è più una giornalista che autrice di romanzi.
Sehr interessant und eingängig geschrieben. Und hat mir sehr viel Neues über die Geschichte Südtirols und die Seele dieser Region näher gebracht. Augenöffnend.