Roma, 7 agosto 2012. Il giorno dopo la festa di compleanno della figlia minore, Vito Semeraro scompare nel nulla. Vito si è separato da qualche tempo dalla moglie Carla. Ma la piccola Mara il giorno del suo terzo compleanno si sveglia chiedendo del papà. Carla, per farla felice, lo invita a cena. In realtà, anche lei in fondo ha voglia di rivedere Vito. Sono stati insieme per tutta la vita, da quando lei era una bambina, sono stati l'uno per l'altra il grande amore, l'unico, lo saranno per sempre. Vito però era anche un marito geloso, violento, capace di picchiarla per un sorriso al tabaccaio, per un vestito troppo corto. "Può mai davvero finire un amore così? anche così tremendo, anche così triste." A due anni dal divorzio, la famiglia per una sera è di nuovo unita: Vito, Carla, Mara e i due figli più grandi, Nicola e Rosa. I regali, la torta, lo spumante: la festa va sorprendentemente liscia. Ma, nelle ore successive, di Vito si perdono le tracce. Carla e i ragazzi lo cercano disperatamente; e non sono gli unici, perché Vito da anni ha un'altra donna e un'altra quasi figlia, una famiglia clandestina che da sempre relega in secondo piano. Ma ha anche dei colleghi che lo stimano e, soprattutto, una sorella e un padre potenti, giù a Massafra, in Puglia, i cui amici si mobilitano per scoprire la verità a modo loro. Sarà però la polizia a trovarla, una verità. E alla giustizia verrà affidato il compito di accertarla. Ma in questi casi può davvero esistere una sola, chiara, univoca verità? Antonella Lattanzi, voce unica nel panorama letterario contemporaneo, costruisce un meccanismo narrativo miracoloso – un giallo, un noir, una storia d'amore – popolato di creature splendidamente ambigue. Attraverso una macchina linguistica prodigiosa e un ritmo incalzante e cinematografico, percorre in funambolico equilibrio il crinale che separa bene e male, colpa e giustizia, amore e violenza. E rivela, uno dopo l'altro, i segreti che ruotano a
Avevo letto, qualche tempo fa, il suo primo libro 'Prima che tu mi tradisca', con una certa curiosità e altrettanta delusione al termine della lettura. Ero pure un po' incazzata - sei la solita, ti sei fatta fregare dagli entusiasmi altrui e tu invece sai bene cosa pensi delle scrittrici - però poi, con il tempo, quella storia continuava a girarmi in testa.
All'uscita di 'Una storia nera' mi sono detta, figurati, non cascarci, mai più. Poi faccio il mio consueto ordine mensile su Amazon e guardo la mia lista dei libri un po' incredula: sono tutte donne, tutte scrittrici. E' di certo cambiato molto negli ultimi tempi, ce ne sono tante di bravissime e ogni volta il mio sciocco pregiudizio diventa sempre un po' più piccolo, però è sempre lì sullo sfondo, pronto ogni volta a bacchettarle. Poi.
Cedo. Leggo troppe recensioni entusiaste e cedo, ma sì, che vuoi che sia, mi piace poi avere ragione. Termino il libro in un paio di giorni. Dopo pochissime pagine mi rendo conto della qualità di scrittura di questa ragazza (sì, lo so, ha 4 anni meno di me quindi quale ragazza, ma, in fondo, è sempre facile percepirsi tali), cazzo, è brava. E si è inventata una storia che ti tiene lì appesa, capitolo dopo capitolo. Ma non è il solito gialletto scritto bene, no no, è proprio un signor romanzo. Mi ha tenuto lì incollata una mattina all'alba quando il mio orologio segnava le cinque e un quarto e non avevo voglia di dormire più.
Insomma, facciamola breve: Laura sei una stronza. Ci sono delle scrittrici bravissime, capace di raccontare sentimenti profondi senza cadere nell'Harmony e e che sanno utilizzare le parole giuste, misurate e capaci di scorrere veloci su quelle pagine. Capaci di tenerti lì, inchiodata ed entusiasta. Capaci, sì, di farti ammettere, alla fine, che no, non avevi ragione per niente e che queste ragazze hanno coraggio da vendere e da scrivere per creare opere importanti.
Consiglio: niente vino rosso, niente birra, sì a sfondi rilassanti e a sole caldo sulla pelle, che di nero e di freddo ce n'è a sufficienza nel romanzo.
Muito estranho... mas de uma estranheza que não se entranhou... Tem laivos de thriller e não era disso que estava à espera. Para além disso, o estilo da autora fez-me algumas comichões.
"Voi lo sapete perfettamente quello che pensate? Quello che volete? Voi potete dividere tutto con certezza, giusto e sbagliato, sì e no, questo e quello? Se voi potete io vi invidio con tutte le mie forze."
Ha sido una novela de la que disfrutas con su lectura por la forma de escribir de la autora. Aunque se desarrolla en la actualidad no dejaba de verla como una novela ambientada en la Italia mafiosa los años 60 por la forma de hablar y ser de los personajes. Solo puedo recomendarla y decir que buscaré más obras de la autora, me ha encantado!!
Impactada. Impactante. Relata a la perfección los malos tratos, el abuso dentro del matrimonio, las reacciones de la víctima (ese diálogo interior cuando ella relata en el juicio las "reglas" de una "pelea" con su marido), la forma de ser del marido (celoso, arrepentido, infiel, violento... un maltratador de cabeza a pies). Y, a pesar de la crudeza del tema, no puedes dejar de leer. ¿Qué ha pasado con Vito? ¿Quién lo mató? Porque, aunque haya confesado alguien, tú le das mil vueltas, no te lo crees, habrá sido tal, habrá sido cual... Y esas dos charlas finales, que te dejan sin aliento. Muy muy recomendable.
Antonella Lattanzi è un talento perché le sue storie non ti mollano, perché quando inizi a leggere vuoi andare avanti e finire, perché dei suoi personaggi alla fine vuoi conoscere esiti e sviluppi di vita. Però... la storia è sospesa, alcuni aspetti sono veri e cruenti, ma altri solo accennati, superficiali e poco funzionali al racconto. Volgarmente "allungano solo il brodo" e questo è un po' un peccato se penso a quello che invece ho apprezzato del romanzo: alla complessità nel ribaltamento dei ruoli buoni e cattivi coesistono, la versione giusta e quella sbagliata si confondono in un climax narrativo che tiene incollati fino alla fine.
Carla ha tre figli e un ex marito violento. Il giorno del compleanno di Mara, la loro bambina più piccola, sarà l'ultimo giorno in cui la famiglia vedrà Vito, il marito e il padre, dal momento che, qualche ora più tardi, l'uomo verrà ritrovato senza vita nei pressi di una discarica. In un susseguirsi di narrazioni incentrate su dinamiche famigliari assurde e su episodi di violenza domestica, il romanzo assume i contorni di un thriller. Anche se la risoluzione del caso sembra chiara e logica sin dal principio, l'omicidio di Vito, in realtà, nasconde dettagli ed elementi che non saranno svelati sino alla fine del romanzo. Il libro si concentra sul tema della violenza domestica e dell'amore di una madre verso i figli, la quale si fa carico, silenziosa, di tutto ciò che subisce da anni, per non arrecare peso e dolore ai ragazzi. Ma questa forza, questa tenacia e questa resistenza viene meno quando la violenza raggiunge apici inaccettabili e quando la voglia di libertà supera la lucidità e la razionalità umana. Si tratta di un romanzo forte, diretto e incisivo. Lo stile di scrittura è originale e curioso, così come la forma narrativa che include linguaggi e accenti locali, forme linguistiche particolari e descrizioni di usi e costumi locali. Si tratta, dunque, di un romanzo interessante, che spinge il lettore a riflettere sui temi affrontati e ad immedesimarsi in Carla e, in alcuni momenti, anche nei personaggi secondari che popolano il romanzo, soprattutto in Nicola, il figlio maggiore, il quale assume un ruolo fondamentale nell'intera faccenda.
Die kleine Mara feiert ihren dritten Geburtstag. Ihre Eltern Clara und Vito sind geschieden. Es ist Maras größter Wunsch, dass ihr Papa genauso wie ihre älteren schon jugendlichen Geschwister an der Feier teilnehmen soll. Obwohl Clara eigentlich keinen Kontakt zu Vito mehr möchte, erfüllt sie ihrer Tochter den Wunsch. Es wird ein angenehmes Abendessen, bei dem es nicht zu Problemen kommt. Allerdings ist Vito nach diesem Abend verschwunden. Seine Geliebte, seine Schwester sorgen sich und melden ihn als vermisst. Die Polizei reagiert zunächst verhalten, schließlich ist er ein erwachsener Mann, beginnt dann aber doch mit der Suche.
Ein Geburtstag eines kleinen römischen Mädchens, etwas harmloseres kann es kaum geben. Und offensichtlich läuft der Abend ja auch ohne Harm. Wie kann dann ein Vater einfach verschwinden. Doch nach und nach kommt heraus, dass die Ehe von Clara und Vito nicht so friedlich verlief und dass Clara durchaus einen guten Grund hatte, sich zu trennen. Es muss ihr schwergefallen sein, Vitos zu der Feier einzuladen. Und nun sorgen sich alle um den Verschwundenen, in der Erinnerung wird er fast zur Lichtgestalt. Was wird sein, wenn er gefunden wird. Das Ganze ist doch sehr rätselhaft.
Es ist der erste Roman von Antonella Lattanzi und er ist sehr gelungen. Die Autorin versteht es bis zum Schluss die Spannung aufrecht zu halten. Lange ist es ungewiss, wer die Fäden in der Hand hat und was tatsächlich passiert ist. Man muss es sich erlesen und das hat was. Dabei wechseln die Sympathien und man ist überrascht, wo man hingeleitet wird. Wenn man denkt, man hat es, dann kommt eine Kleinigkeit in einem Nebensatz, die das Bild verändert. Am Ende kann man sich durchaus fragen, ob sich die Ausrichtung der Feier gelohnt hat. Zumindest hat das Fest einiges geändert, ob zum Besseren wird sich finden. Ein packendes Buch, das die Gehirnwindungen etwas durchrüttelt.
Eine Geschichte, die einem geradezu die Luft abdrückt, so intensiv ist sie erzählt. Die römische Hitzewelle und die quälende Unausweichlichkeit der Geschehnisse bilden eine stimmige Einheit, die den Leser bis zur letzten Zeile an das Buch fesseln.
“Una storia nera” è un romanzo dalle mille anime: giallo, noir, storia d’amore. Un romanzo in cui ho molto apprezzato il ritmo incalzante che svela i segreti custoditi dai personaggi. Mi è piaciuto il modo in cui, dosando alla perfezione i tempi, l’autrice svela la psicologia dei personaggi. C’è una tensione che rimane viva nella narrazione alternata del passato e del presente. I luoghi e il tempo si uniscono in una comunione di emozioni creando il substrato che nutrirà il futuro dei protagonisti. Massafra, il passato che lega tradizione e famiglia, si proietta nell’Urbe, fulcro del presente. Tutti i personaggi camminano sul labile confine che divide il bene dal male. Vito e Carla; i loro figli Mara, Nicola, Rosa; i parenti giù a Massafra; Milena, l’amante che tutti conoscono; tutti hanno in sé mille sfaccettature. Non totalmente buoni, non totalmente cattivi. Ambigui. Tutti legati da un amore malato diventato ossessione. Tutti fragili e prigionieri delle loro sofferenze. Mai liberi, mai felici.
La psicologia dei personaggi si riflette nella storia assumendo le sembianze del caldo torrido dell’Urbe. La natura crea atmosfere cupe che ben rappresentano la sensazione di chiusura, di prigionia dei protagonisti alla ricerca del senso dell’esistenza e dell’accettazione della vita. Una ricerca dura e difficile che porterà a un finale non ben definito. Ogni lettore può immaginare, secondo la propria sensibilità, ciò che succederà. Io, conclusa la lettura, mi sono posta alcune domande. Cosa faranno dopo i personaggi? Saranno in grado di disegnare un futuro migliore? Riusciranno a liberare la loro anima imprigionata per respirare un po’ di felicità? Rimarranno succubi delle loro emozioni? “Una storia nera” non è un punto d’arrivo ma l’inizio di una profonda riflessione.
3,5* Ενδιαφέρον γραφή και κλιμάκωση της ιστορίας. Αν θέλετε να διαβάσετε μια ιστορία κακοποιημένης γυναίκας στον γάμο της και όλα τα συναισθήματα που δημιουργούνται στο οικογενειακό περιβάλλον της, αλλά και στα παιδιά της, είναι το ιδανικό βιβλίο. Στην ιστορία του βιβλίου ο άνδρας εξαφανίζεται και αργότερα τον βρίσκουν νεκρό. Για την δολοφονία κατηγορείται η πρώην γυναίκα του και θύμα συνεχής κακοποίησης που προκαλούνταν από ερωτική ζήλεια. Ήταν αυτή ο θύτης; Και ποιος την βοήθησε; Ήταν ένα ατύχημα; Νόμιμη άμυνα ή ένας φόνος εκ προμελέτης;
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Παίρνοντας στα χέρια μου το "Μια μαύρη ιστορία", αλλά και διαβάζοντας την περίληψή του, δεν ήξερα τι να περιμένω απ' το βιβλίο αυτό. Για την ακρίβεια, μην έχοντας γνώση, και γνώμη, για την ίδια τη συγγραφέα του, αφού δεν είχα διαβάσει ποτέ άλλοτε κάποιο βιβλίο της Antonella Lattanzi, δεν είχα ούτε μια στοιχειώδη κατευθυντήρια γραμμή. Βέβαια, αυτό που τελικά αντιμετώπισα, ήταν πολύ διαφορετικό απ' οτιδήποτε θα μπορούσα να σκεφτώ, όχι τόσο επειδή μ' εντυπωσίασε το αποτέλεσμα, αλλά γιατί αντί για ένα καθαρόαιμο αστυνομικό μυθιστόρημα που πραγματεύεται ένα έγκλημα πάθους, μίσους, ίσως κι εκδίκησης, βρέθηκα να διαβάζω μια ιστορία που κάτω από την επιφάνειά της θίγει πολύ σημαντικά πράγματα, μέσω από ένα πρίσμα ανθρωπολογικό και κοινωνιολογικό, που μπορεί να μην αρέσει στους σκυλοπυρηνικούς αναγνώστες της crime λογοτεχνίας, αλλά σίγουρα θα κερδίσει κάποιους άλλους.
Η Κάρλα και ο Βίτο, αν και έχουν χωρίσει εδώ και δύο χρόνια -παρά τον μεγάλο έρωτα που έζησαν και τα τρία παιδιά που απέκτησαν μέσα από το γάμο τους-, κυρίως εξαιτίας του έκρυθμου χαρακτήρα του δεύτερου που τον οδήγησε πολλές φορές στο να χτυπήσει την πρώτη κυριευμένος από την ζήλια και τις εμμονές του, περνάνε ένα οικογενειακό βράδυ μαζί με τα παιδιά τους, με αφορμή τα γενέθλια της μικρότερής τους κόρης. Μετά τη βραδιά αυτή, όμως, ο Βίτο εξαφανίζεται, και οι ισορροπίες όλων όσων σχετίζονται μαζί του αναταράζονται και αναστατώνονται. Όλοι τον ψάχνουν απεγνωσμένα, όμως μοιάζει σαν να μην υπάρχει κανένα ίχνος του, με την αστυνομία ν' αναλαμβάνει να λύσει το μυστήριο της εξαφάνισής του, που ίσως, τελικά, να κρύβεται σε κίνητρα που κανείς δεν φανταζόταν.
Το "Μια μαύρη ιστορία" είναι ένα καθαρόαιμα δικαστικό δράμα. Η ταυτότητά του δεν μπορεί ν' αμφισβητηθεί, κάτι που ισχύει και για τον χαρακτήρα αυτού, το οποίο κι εκφράζει την ιταλική κουλτούρα και ιδιοσυγκρασία σε όλα τα επίπεδα. Οι αστυνομικές έρευνες, οι ανακρίσεις, οι αποκαλύψεις, οι εξελίξεις μέσα και έξω από τις δικαστικές αίθουσες, η καταδικαστική συμπεριφορά των Μέσων Μαζικής Ενημέρωσης, όλα διαθέτουν τον ιταλικό αέρα, χαρακτηρίζονται από το ταμπεραμέντο μιας φυλής που δεν χάνει το πάθος και τη δυναμικότητά της ακόμα κι όταν βρίσκεται μπροστά σε μια καταστροφή, όταν καλείται ν' αντιμετωπίσει τους χειρότερούς της εφιάλτες, ν' αναμετρηθεί με τις αλήθειες της. Αλήθειες που άλλοτε κρύβονται πίσω από τοίχους και κλειστές πόρτες με τις ίδιες της οικογένειες-θύματα να καλύπτουν το δράμα της βίας που αυτή βιώνει, και όχι μόνο, αλλά και αλήθειες που κρύβονται μέσα στα σπλάχνα της ίδιας της κοινωνίας επειδή εκείνη δεν αντέχει να βλέπει το σκληρό τους πρόσωπο, πόσο μάλλον να το χειριστεί και να λυτρώσει αυτούς που πρέπει να λυτρώσει.
Πράγματι, η ιστορία του Βίτο είναι μια μαύρη ιστορία, όπως ακριβώς μαρτυρά και ο τίτλος της. Γιατί τόσο ο ίδιος, όσο και όσοι βρέθηκαν μπλεγμένοι μαζί του, επειδή τα μονοπάτια της ζωής τους έμελλε ν' ανταμώσουν, σημαδεύτηκαν από την παρουσία του. Για την αδερφή του είναι ο άγιος άντρας, η κολόνα και το στήριγμα της οικογένειας που έπεσε θύμα γυναικών που δεν του άξιζαν, με την Κάρλα να φέρει τη μεγαλύτερη ευθύνη για την πτώση και την καταστροφή του. Για την Κάρλα, από την άλλη, είναι ο άντρας που ερωτεύτηκε όσο κανέναν άλλον, μα κι εκείνος που την πόνεσε όσο κανείς, όχι επειδή άσκησε βία στο κορμί της, αλλά επειδή άσκησε βία στην ψυχή της, με χειρότερη όλων, την αδυναμία της να τον βγάλει από μέσα της παρά τις φρικαλεότητες που είχε πράξει εις βάρος του. Κάτι ανάλογο ισχύει και για τα παιδιά του, τουλάχιστον τα ενήλικα, αφού όσο κι αν τον φοβούνται, άλλο τόσο τον αποζητούν, γιατί στη συνείδησή τους ποτέ δεν έπαψε να είναι ο πατέρας τους, ενώ για τη μικρή του κόρη που δεν έζησε την τρομακτική μεριά του, είναι ο καλύτερος μπαμπάς του κόσμου. Όσο για την ερωμένη του, παραμένει ο άντρας μυστήριο, εκείνος που θέλει να τον κερδίσει στη συνείδησή του, κάνοντάς τον ν' αποκηρύξει την πρώην γυναίκα του, που τον κρατάει δέσμιό της.
Όπως, ίσως, καταλάβατε, πολλοί οι χαρακτήρες της ιστορίας αυτής, πολλές τα κατηγορώ, αλλά πολλές και οι ευθύνες. Και η κοινή γνώμη και τα Μέσα πάντα εκεί, άγρυπνοι φρουροί, να παρατηρούν και ν' αναλύουν κάθε νέα λεπτομέρεια που έρχεται στο φως, κάθε μικρή ή μεγάλη αλήθεια που ανατρέπει να τα δεδομένα και τις καταστάσεις, και κατ' επέκτασιν και τη συνείδηση και την κρίση μας. Ο θύτης μπορεί να γίνει θύμα, και τ' αντίστροφο, μέσα σε μια μόλις στιγμή, οι ισορροπίες είναι λεπτές και εξαιρετικά εύθραυστες, ενώ το ν' αποφασίσεις τι είναι ηθικό και τι ανήθικο, τι δίκαιο και τι άδικο, είναι πολύ πιο δύσκολο απ' όσο φαντάζεσαι. Γιατί εκεί που η λογική σου σού φωνάζει την απάντηση, εκεί είναι που το συναίσθημά σου σού φωνάζει κάτι άλλο. Γιατί, ποιος ευθύνεται περισσότερο; Αυτός που πράττει εις βάρος των άλλων ή αυτός που υπομένει; Αυτός που αγαπά με ανιδιοτέλεια ή αυτός που κυριεύεται από την αγάπη και την χρησιμοποιεί ως δικαιολογία για όλα; Αυτός που χειραγωγεί ή αυτός που χειραγωγείται; Αυτός που γνωρίζει αλλά παριστάνει τον ανήξερο και δε μιλά, ή αυτός που τολμά να υψώσει τη φωνή του; Το ποιος έχει, λοιπόν, το μεγαλύτερο μερίδιο ευθύνης στην τραγωδία αυτή, θα το αποφασίσετε εσείς.
Complice la splendida giornata, oggi in baita ho finito un po' di cose che avevo in arretrato. Compresa la Lattanzi. Premetto che non è il mio genere e che già dopo 15 pagine avevo capito come sarebbe andato a finire. Ho letto troppo di Conan Doyle da piccola temo. Il romanzo è comunque piacevole anche se a tratti un po' ripetitivo. Bella la scrittura, buono l'impianto narrativo ma in generale, secondo me, non particolarmente credibile. Ho apprezzato molto come la scrittrice abbia trattato il tema della violenza familiare, senza morbosità né retorica. Bello il personaggio principale, la madre, il più riuscito in assoluto. Ero incuriosita dalle recensioni e sono contenta di averlo letto. Lo consiglio a chi ama le storie a sfondo tragico, i processi all'americana anche se siamo in Italia, i finali aperti e le trasmissioni pomeridiane che fanno le pulci ai fatti di cronaca nera.
Non avevo mai letto niente di Antonella Lattanzi. Stile superlativo, un po' prolisso, ma davvero mi ha affascinata. Trama... nnnni. 'nzomma. Spoiler . . . . . .
La storia di alcuni personaggi non va a parare da nessuna parte e non se ne capisce la presenza o si capisce poco. Davvero i bambini di tre anni sono in grado di nascondere segreti e poi sfoderarli con tanta perizia e capacità di dettaglio? Mah!
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Vito e Carla hanno tre figli; Nicola e Rosa già adulti e Mara che va ancora all'asilo. Si sono separati da poco dopo una vita insieme ed un rapporto difficile, fatto di amore ed odio, di violenza fisica, gelosia, minacce da parte di Vito, che è però una persona stimata dalla società e dai colleghi di lavoro, e ha alle spalle una famiglia d'origine piuttosto potente a Massafra, luogo a lui sempre caro, dove ha voluto nascessero tutti i suoi figli. Carla è una donna apparentemente fragile, bella, dedita alla famiglia e soprattutto ai figli, che decide di crescere a Roma, dove si stabiliscono tutti e dove Vito lavora. Nel momento in cui si separano, purtroppo le minacce di Vito non finiscono e Carla ed i figli non si sentono mai del tutto al sicuro, nonostante Vito sia sempre stato un padre piuttosto affettuoso. La sera del compleanno della piccola Mara, su richiesta della bambina Carla invita tutti a cena per festeggiare come una famiglia normale, e la serata sembra andare bene, senonchè il giorno successivo Vito scompare. L' angoscia di non sapere cosa gli sia accaduto inizia a pervadere le giornate soprattutto di Rosa, che scopre di essere affezionatissima a quel padre imperfetto. Tutti lo cercano, compresi i parenti di Massafra, ma di lui non c'è nessuna traccia...
"Una storia nera" è un romanzo poco catalogabile; un pò noir, un pò thriller, un pò dramma famigliare, di sicuro spiazza il lettore proprio come il titolo promette di fare. Tanti gli elementi che la rendono tale; l'ambiguità dei rapporti tra i due protagonisti Vito e Carla, ma anche quelli poco fraterni tra Nicola (un pò alter ego del padre) e Rosa, le descrizioni di una città anonima, la presenza inquietante di voraci gabbiani un pò ovunque che fanno da padroni soprattutto sulla scena della discarica di Spinaceto. Il mistero legato alla scomparsa di Vito, che si chiarisce pian piano nel procedere della narrazione, l'esistenza di una sua seconda famiglia, i meccanismi sottili che legano gli ingarbugliati rapporti umani tra i tanti personaggi. La stessa posizione di Carla cambia varie volte nell'evolversi della storia, nessuno sembra essere veramente innocente e forse nessuno lo è mai. Una narrazione ritmata, incalzante, permette al lettore di non annoiarsi e di giungere al finale in un avvincente crescendo. Ho trovato questo romanzo molto interessante per le tematiche trattate e per come si srotolano i fatti procedendo nella lettura, apprezzabile anche l'analisi che fa la Lattanzi dei rapporti umani, di quelle a volte neanche troppo sottili dinamiche che li governano. Un bel libro.
Un libro avvincente dall’atmosfera opprimente (la rima non è voluta). Non parlerò della trama, perché è già nella descrizione e per non fare spoiler indesiderati. Posso dire però che ho apprezzato molto le descrizioni dei personaggi e il fatto che nessuno di loro risponda al classico archetipo di “buono” e “cattivo”: tutti, in modo più o meno marcato, nascondono dei lati oscuri che cercano di tenere segreti, e non si riesce a tifare incondizionatamente per uno e detestare completamente un altro. Altra idea vincente è l’ambientazione in una Roma soffocata dal caldo d’agosto, una città che sembra non riuscire più a respirare, una sorta di specchio dell’angoscia dei protagonisti. Non mi ha fatto impazzire invece lo stile scelto dall’autrice, discorsi molto lunghi, una frase dietro l’altra, tutte separate da virgole, tante virgole, tantissime virgole, finché ti sembra di essere in apnea, e di andare sempre più giù, e non tornare più su… Mentre invece nei discorsi diretti virgole e altri segni di punteggiatura sono state quasi aboliti. Anche questo è un modo per rendere l’oppressione della vicenda cardine della storia, ma a me personalmente sembra che ne abbia un po’ abusato. Nell’insieme comunque ho un giudizio più che positivo, sono stata avviluppata dai tentacoli della trama fino alla fine, che lascia con una grande questione irrisolta: c’è sempre un giusto e uno sbagliato nella vita, o a volte i confini possono essere più labili? Ai lettori l’ardua sentenza.
Voi lo sapete perfettamente quello che pensate? Quello che volete? Voi potete dividere tutto con certezza, giusto e sbagliato, sì e no, questo e quello? Se voi potete io vi invidio con tutte le mie forze.
I programmi di cronaca ci hanno abituati alle storie nere. Il cliché della violenza domestica, della donna che sopporta le botte per amore dei figli e i figli che l’accusano di esagerare a voler lasciare il padre. Poi le minacce, lo stalking selvaggio fino alla più classica delle conclusioni: il femminicidio. Lattanzi invece inverte e sovverte la banalità. Adoperando un perfetto stile nevrotico e frenetico ci racconta una storia nera che ha tutti i contorni, quantomeno in principio, di una qualunque storia familiare italiana. La quotidianità di due genitori separati, Carla e Vito, con due figli grandi (dunque già in grado di schierarsi e recriminare) e una bimba da accontentare perché ha bisogno di entrambe le figure genitoriali. Per lei Carla e Vito si riuniscono attorno a una torta di compleanno perché la piccola possa soffiare le candeline illudendosi ancora di una unità familiare apparente, per una sera soltanto. Che male può fare? Ma apparente è ogni verità in questa storia nera. Il primo amore di Carla, conosciuto e scelto già fra i banchi di scuola, diventa un marito violento e geloso, difficile da gestire e impossibile da sopportare. Due anni dopo il divorzio, quando ormai Carla e Vito hanno imbastito nuove storie, succede l’imprevedibile: Vito scompare e Carla è l’unica ad averlo visto. Tutti lo cercano: la famiglia, vecchia e nuova e quella d’origine giù al paese, che è tutt’altro che raccomandabile. La storia nera si dipana inesorabile sulle bugie e sulle verità delle vite di tutti. Lattanzi fa un’analisi quasi chirurgica attraverso i fatti, con una precisione cinematografica che si accompagna a uno stile scarno e diretto. Una storia dolorosa che può essere la storia di chiunque.
Απατημένη και κακοποιημένη γυναίκα αποφασίζει να σκοτώσει τον βίαιο άντρα της - και πολύ καλά του κάνει. Επιμένει οτι έδρασε μόνη και χωρίς προμελέτη αλλά μάλλον δεν ήταν έτσι. Τον ήξερε τι κουμάσι ήταν ο άντρας της και ναι μεν της επιτεθηκε αλλά - αυτή τη φορά μόνο - τον είχε προκαλέσει με σκοπό να τον σκοτώσει. Και αφού δεν το σκέφτηκε καλα γιατί ο εραστής της ήταν κότα και δεν την βοήθησε, απευθύνθηκε στον μεγάλο της γιο. Που νόμιζε πως η μαμά του ήταν το απόλυτο θύμα αλλά τελικά δεν ήταν και τόσο. Και τελικά το έμαθε. Επιπλέον η ερωμένη του πατέρα του τον είδε να βοηθάει την Καρλα να ξεφορτωθεί το πτώμα.
Una storia nera , cronaca di un delitto con una corolla di personaggi molto simili e riconoscibili nello scibile umano . Antonella Lattanzi caratterizza i personaggi in maniera che ognuno prenda un proprio ruolo nella storia che nera è e rimane fino alla fine ,suprema la descrizione di Mimma Semeraro ,donna del sud profondo ,rancorosa e difficile nell'accettare la morte . Alcuni dei lettori hanno scritto che la storia narrata ha un finale prevedibile , infatti in cronaca i delitti sono molto prevedibili , la violenza porta sempre con se la morte , chi cova pianifica l'azione.
È il racconto convulso di un amore malato e di una tragedia evitabile come tante, di una storia sbagliata in cui la vittima è il carnefice in un rapporto patologico. Lo stile è concitato, febbrile. Prende il lettore e non lo molla fino alla fine, nella ricostruzione di un fatto di sangue ma anche di anime perse.
Ho letto recensioni che definivano questo libro "scontato, prevedibile e banale". Beh, ringrazio per non essere così lungimirante come le persone che hanno utilizzato gli aggettivi di cui sopra per definire questo libro, dal momento che - per quanto mi riguarda - è stato un continuo susseguirsi di colpi di scena che mi ha portato a terminarlo in nemmeno tre giorni. Promosso.
Una storia nera è il racconto di un mondo insieme squallidissimo e allo stesso tempo pieno di una cosa che si fa fatica a chiamare amore, ma che dall’amore nasce. È lo schifo che si prova contro tutti e contro se stessi, mentre si scorrono le pagine, e insieme una pietà gigantesca.
È anche un bellissimo romanzo, ovviamente, dove ogni capitolo fa crollare qualche certezza in più.