Originally published in 1999 by Viking, an illustrated collection of stories about the African land and people, written by the author of AFRICAN NIGHTS and I DREAMED OF AFRICA.
Kuki Gallmann is an Italian-born (born Maria Boccazzi) Kenyan national, best-selling author, poet, environmental activist, and conservationist.
Fascinated by Africa, Gallmann moved to Kenya in 1972 with her husband Paolo and son Emanuele, and acquired Ol ari Nyiro, a 98,000 acre estate in Western Laikipia, in Kenya's Great Rift Valley. At the time the estate was still a cattle ranch, which she would later transform into a conservation park. Both her husband and son eventually died in tragic accidents within a few years.
Kuki decided to stay on in Kenya and to make a difference. She chose to work toward ecological conservation in the early '80s, becoming a Kenyan citizen. As a living memorial to Paolo and Emanuele, she established The Gallmann Memorial Foundation (GMF), which promotes coexistence of people and Nature in Africa and is active in education, biodiversity research, habitat protection, reforestation, community service, peace and reconciliation, poverty alleviation and public health. GMF promotes environmental education of Kenyan students. She dedicated Ol ari Nyiro to this ideal, converting it into the Laikipia Nature Conservancy.
Gallmann published five books, all global best-sellers. The first, her autobiography I Dreamed Of Africa, became a feature film.
La notte dei leoni è uno dei racconti che dà il titolo a questo libro di Kuki Gallmann, autrice di cui è più noto, probabilmente “Sognavo l’africa”.
L’Africa è < i > anche quella della povertà, della siccità, delle malattie e di conflitti laceranti, ma soprattutto è la terra che l’ha accolta, amata, sfidata. Che le ha tolto un marito e un figlio e che, allo stesso tempo, le ha dato nuove radici, nuova forza per continuare a vivere. Terra piena di magia, di stupore, - la terra per chi sa sognare , scrive Kuki- dove si convive ( o si impara presto) con la semplice tragicità della morte, la si accetta, la si vive in maniera più consapevole, più naturale di quanto siano mai riusciti a fare i paesi “civilizzati”. Non è un tabù, è un passaggio. Terra dove Kuki da “meemsab” (Signora) diventa “mama”: di Sveva e di quel pezzo di Kenya che ha scelto come nuova patria e per cui ha speso tutta se stessa creando, nel corso degli anni, una riserva naturale ( la Kuki Gallmann foundation) pe rmantenere intatta la biodiversità e gli usi e costumi della tradizione keniota e non solo.
Il libro, però, non tratta solo di maternità (anzi) ma è un viaggio a tutto tondo nelle emozioni umane e nei paesaggi africani. Una geografia emotiva e reale. Che non inizia dalla notte dei leoni ( e non parla solo del progetto di Ari Nyiro, della rift Valley o del Nest), ma che parte dalle radici italiane, in un delicato racconto dedicato al padre e che ha per protagonisti dei gamberi di fiume e una natura magica, incontaminata. Come a voler suggerire al lettore che già fin da piccolissima, Kuki si sentiva chiamata a esplorare, a cercare grandi spazi, alberi, fiumi. E a proteggerli ( come nel racconto dei gabbiani a Burano). E dopo un paio di racconti che tengono un piede in Italia e uno in Kenya, si prosegue sul continente africano. La penna della Gallmann descrive sapientemente paesaggi e stati d’animo – a volte l’uno si fonde nell’altro-, tanto che sembra di essere insieme a lei. C’è tanta passione nei suoi resoconti: che siano di viaggio, di ricordi, di speranze e sogni. C’è la volontà di lasciare tracce di vita, semi di speranza per il futuro e di fissare il passato, per non dimenticare quello che conta.
Mi ha molto colpito la forza di Kuki, la prontezza di reazione in seguito agli incidenti di Sveva – l’incontro coi leoni o con i ladri, dopo aver quasi distrutto una macchina- e il fatto che ne sia uscita sempre illesa: è stata fortunata o protetta dagli spiriti padre e dal fratello ? chissà? In fin dei conti l’Africa è un luogo dove tutto pare possibile, dove la fede e la magia convivono pacificamente. Dove accadono spesso fatti inspiegabili come nel racconto della guarigione di Osman o della storia di Julius. Grazie a questo libro- diario-insieme di racconti, ho potuto fare un viaggio in Africa , nell’Africa vera (non quella dei villaggi turistici), dal divano di casa mia; ho potuto osservarne la bellezza potente, la forza fatta di ruggiti, lacrime, attese, sangue, di riti per invocare la pioggia, di medici che combattono la malaria, di stregoni che curano otiti e di uomini e donne dal cuore puro e grande o, come nel caso degli shiftah (banditi somali) nero e cupo come la perdizione. Se amate le letture di viaggio, la diaristica, e l’Africa non potete perderlo. 3 stelle e ¾ . Bello, toccante in alcune parti, ma non mi ha fatto dire Wow! Alla prossima!
Night of the Lion’s is Kuki Gallman’s second book. I didn’t mind reading it first, because it was made up of short stories. The last section of the book is in the format of a diary, recording their trek with camels through the desert.
Each story is incredibly well written, what a wonderful storyteller, but every story is so melancholic. The Night of the Lions story is probably my favourite story in the book.
My first book by this author and I am sold. Her pen has the wisdom of practice and years, a good story teller. I definitely want to read the books preceding this one. I could feel her sorrow and desolation at having lost the love of her life, Something that should not befall anyone and I could feel her love for the lions and Africa. A story that spoke to me rather well. Definitely a good read.
Beautiful, poetic language, but the book itself is fragmentary, a series of unrelated tales, with no attempt at a common theme to thread them together. I will read more of her work, because I suspect this isn't the best of what she has to offer.
Bellissimo e intenso come solo l’Africa sa essere. Una raccolta di pensieri, di ricordi che riaffiorano, di vita che toglie e che da, che mai si ferma.
This book felt like it was written, only to ride on the success of the previous book. It is short stories that have way too many descriptive phrases and adjectives .