È innegabile che viviamo in un mondo sempre più diffìcile da decodificare. Non sta semplicemente cambiando: è in metamorfosi. Ciò che prima veniva escluso a priori, perché totalmente inconcepibile, accade. Sono eventi globali che passano generalmente inosservati e si affermano, al di là della sfera della politica e della democrazia, come effetti secondari di una radicale modernizzazione tecnica ed economica. Basta pensare alla serie di avvenimenti accaduti negli ultimi decenni: la caduta del Muro di Berlino, gli attentati dell'11 settembre, il catastrofico mutamento climatico in tutto il mondo, il disastro del reattore di Fukushima, fino alle crisi della finanza e dell'euro e alle minacce alla libertà create, come ci ha rivelato Edward Snowden, dalla sorveglianza totalitaria nell'era della comunicazione digitale. Ulrich Beck, in questo libro, ci parla dello stato di choc in cui viviamo. Perché la metamorfosi del mondo produce un'esplosione che manda all'aria le certezze su cui si fonda la società contemporanea, quelle che finora sono state le costanti antropologiche della nostra vita e della nostra concezione del vivere comune.
Ulrich Beck was a German sociologist. He coined the term risk society and was a professor of Sociology at Munich University and the London School of Economics.
Ulrich Beck is hardly a household name, in the households I know, anyway and so I was pleasantly surprised when a friend of mine recognised his name when I showed her the book. I'd downloaded some journal articles of his over the years but hadn't really examine them.
Beck died recently, leaving this book unfinished, although it's hard to tell from reading the text. The theme appears to be that the past and current ways of looking at the world and solving its problems don't work any more, particularly due to a globalisation that makes being simply local impossible. By that he means things like the individual networks and connections facilitated by technology, and obviously trade etc. He continues with his notion of the risk society and focuses on climate change, which is not something that individual groups or nations can solve.
Beck writes tightly; his words appear carefully chosen and he explains his ideas clearly, if a little intensely. So this isn't a hard read, other than you need to be in the right frame of mind to read it.
I'd say more about the book, but I made the mistake of not reading it for a couple of weeks, thus losing the plot a little, as it were. As the American Presidential election also intervened, I also wondered, in completing this book, how the ascent of someone like Donald Trump would change things. Here, I agreed more or less with Beck's propositions, but I'm sure he didn't anticipate the current situation where a number of accepted propositions, in a global and personal sense, at any rate, are really up for grabs and may be totally discarded. Then again the Australian government has been trying to legislate away anything to do with climate change, and change in general for quite a few years.
If you want to read a book by someone who's done a bit of deep thinking and has the associated depth of knowledge, who writes succinctly and clearly and makes you think as well then this is that kind of book, particularly as it's around 200pages. Just don't leave a reading gap when you're over halfway through.
"Siamo profondamente confusi perchè la metamorfosi del mondo rende possibile e reale ciò che fino a ieri era impossibile". E vi pare poco? L'autore non ha finito di scrivere questo suo libro, stroncato da un infarto ... Un libro difficile ed importante, da leggere e rileggere.
Con questo caldo di luglio, i fuochi per niente fatui ma criminali che infestano il territorio, leggere per capire la differenza tra parole quali "cambiamento" e "metamorfosi" che stanno trasformando il mondo, non è cosa semplice. Ecco alcuni "momenti" del libro ...
Il «cambiamento» concentra l’attenzione su una caratteristica del futuro nella modernità – la trasformazione permanente –, mentre i concetti di base, e le certezze su cui poggiano, rimangono costanti.
La metamorfosi, invece, destabilizza proprio queste certezze della società moderna. Sposta l’attenzione sull’«essere nel mondo» e sul «vedere il mondo»: su eventi e processi non intenzionali, che passano generalmente inosservati e si affermano, al di là della sfera della politica e della democrazia, come effetti collaterali di una radicale modernizzazione tecnica ed economica. In che mondo viviamo davvero?
La mia risposta è: viviamo nella metamorfosi del mondo. Ma è una risposta che chiede al lettore la disponibilità ad accettare il rischio di una metamorfosi della sua visione del mondo. Ciò detto, resta la domanda: perché metamorfosi del mondo, e non «cambiamento sociale» o «trasformazione»? Prendiamo il caso della Cina. Quello che è avvenuto in Cina a partire dalla Rivoluzione culturale e dalla riforma economica si può definire trasformazione: un percorso evolutivo dalla chiusura all’apertura, dal nazionale al globale, dalla povertà alla ricchezza, dall’isolamento all’integrazione. Metamorfosi del mondo significa qualcosa di più e di diverso rispetto a una semplice evoluzione dalla chiusura all’apertura. Significa cambiamento epocale di visioni del mondo, un nuovo disegno della visione del mondo nazionale.
All’inizio del ventunesimo secolo gli spazi d’azione sono ormai cosmopolitizzati: e ciò significa che il contesto in cui operiamo non è più soltanto nazionale e integrato, ma globale e disintegrato, e comprende le differenze tra le varie regole nazionali sul terreno delle leggi, della politica, della cittadinanza, dei servizi e via dicendo.
Se vuoi riuscire nelle tue attività devi imparare a muoverti in spazi d’azione cosmopolitizzati (condizione necessaria, anche se non sufficiente). Se non puoi avere un figlio ma lo desideri, devi «googlare» la giusta donatrice di ovuli, la madre surrogata ideale o il donatore di sperma che faccia al caso tuo. Così pure per trovare aiuto domestico, per decidere dove andare a studiare o trovare lavoro: per operare con successo bisogna «googlare», sempre.
Credo che bastino queste sintetiche e chiare citazioni per far capire i problemi che si poneva lo scrittore. Se non l'avesse stroncato un improvviso infarto, avrebbe certamente completato il suo pensiero. Così scrive sua moglie nella presentazione del libro:
Il 1° gennaio 2015 a Monaco era una magnifica giornata invernale: cielo azzurro, tanto sole e una neve scintillante. Un paesaggio da cartolina, pieno di magica bellezza. Ulrich ed io, di buon umore, uscimmo a fare una passeggiata nel parco più vicino, il celebre Englischer Garten. Qualche settimana prima, agli inizi di dicembre, Ulrich aveva inviato a Polity Press un manoscritto provvisorio di Metamorphosis, e alla fine di dicembre erano arrivate le prime revisioni. Qualche commento lo aveva un po’ irritato, ma durante la nostra passeggiata, parlandone, Ulrich si rese conto che le obiezioni toccavano aspetti importanti. Iniziò a fare brainstorming, e io con lui. Parlammo della possibilità di aggiungere nuove parti per chiarire e correggere alcuni punti critici. Ma ecco, in pieno brainstorming, la fine. Un infarto, all’improvviso. Ulrich era morto.
Una bibliografia sterminata conclude questo prezioso libro che non può essere letto, va bensì usato come strumento di lavoro che dovrà essere racolto da qualcuno per portare a termine una ricerca che a mio modesto parere non potrà mai essere conclusa. Cambiamento e metamorfosi continueranno a procedere insieme sulla strada degli uomini. La speranza è che sia l'uno che l'altro facciano il vivere degli uomini meno faticoso e più appagante.
L'autore del libro, Ulrich Beck, raggiunge la fama mondiale dopo la pubblicazione della sua opera più nota "La società del rischio". A renderlo noto al grande pubblico sarà una sfortunata coincidenza: pubblicherà l'opera (che dal titolo è chiaro parli di problematiche legate al rischio) pochi giorni dopo il disastro della centrale nucleare di Chernobyl. La sua ultima opera "La metamorfosi del mondo" sarà pubblicata postuma nel 2015, curata dalla moglie Elizabeth Beck-Gernsheim e da un équipe di esperti del sociologo. Il libro propone in sostanza un nuovo modo di intendere la sociologia, tanto da un punto di vista teorico quanto da un punto di vista metodologico. In particolare su questo secondo aspetto l'autore sottolinea l'importanza di superare tecniche e modelli che fanno riferimento ancora alle unità nazionali, per approdare all'unità globalizzata. In ogni capitolo l'autore affronta la categoria della"metamorfosi" in diversi campi: dal problema climatico alle disuguaglianze, dal potere al mondo digitale. L'appello dell'autore è che la sociologia abbandoni il concetto di cambiamento (obsoleto e limitante) sostituendolo con quello di metamorfosi che racchiuderebbe in sé le infinita forme che la realtà che conosciamo adesso può assumere in un futuro non troppo lontano. La lettura può dirsi difficile per i meno esperti e a tratti ridondante: se in alcuni punti gli esempi e i racconti storici riescono a mantenere alto l'interesse, in altri il discorso appare vago e ripetitivo.
Foram dias de muita reflexão debruçado nas linhas dessa maravilha. Leitura complexa, mas que como disse Bauman, entrega “uma exposição meticulosa do nosso mundo”.
Ulrich começa o livro com uma breve explicação sobre o porque de acharmos que “o mundo está louco” e “porque não entendemos mais o mundo”. Segundo o autor, não estamos presenciando uma “transformação” do mundo, mas uma metamorfose do que conhecemos para algo completamente novo.
“Não é o mundo que está se metamorfoseando, mas a imagem de mundo que temos como verdadeira, fixa e absoluta.”
Durante todo o livro, o autor trata a palavra “metamorfose” como “o que era completamente impensável e irreal ontem, é possível e real hoje”.
A metamorfose parental, a metamorfose do clima, o colonialismo climático, a metamorfose da medicina, a distribuição de bens/ males, o perigo da invisibilidade, a metamorfose da comunicação, o risco à liberdade digital, a metamorfose do trânsito e a geração de risco são alguns dos temas dissecados nesse maravilhoso trabalho de Ulrick Beck.
Super recomendo a leitura para todos os interessados sobre o assunto!
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Ulrich Beck, define el estado actual de este mundo como una metamorfosis, donde nuestras teorías, convicciones y políticas demuestran su incapacidad para resolver problemas como la emigración, cambio climático, la privacidad en red y el riesgo nuclear. Afirma que los estados que se cierran en sus fronteras egoístas fracasaran, pues estos riesgos exigen que se actúe de forma cosmopolita y unida. Un buen libro que nos ayuda a comprender el actual desorden mundial.
Beck's work in his last year's stated visionary in spite of an evident need for more refinement and a tougher confrontation with the issue of socio-spatial inequalities and more complex, less legal configurations of governance than those he happened to experience in a Western country. Nonetheless, he got it right on Greta... Before she has appeared on the scene at all! Hence... Worth reading.