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Lo smeraldo

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Pubblicato nel 1974 ottenne il plauso, tra gli altri, di Pier Paolo Pasolini e Luchino Visconti e un'accoglienza ottima da parte di un largo pubblico. È la storia di uno scrittore che, dopo un incontro con un misterioso personaggio a New York, intraprende un viaggio alla ricerca di un favoloso smeraldo. In uno sperduto paesino delle Alpi Marittime francesi scopre però il punto di accesso a un'altra dimensione: un futuro nel quale, a seguito di una guerra atomica, l'umanità è divisa tra un sud raffinato, ma povero e arretrato, e un nord ipertecnologico e militarizzato. Opera chiave della maturità letteraria di Soldati, "Lo smeraldo" propone un gioco narrativo erudito e spassoso tra generi diversi - dalla fantascienza al giallo all'avventura -, arricchito da echi orwelliani e immaginifici miscugli di superstizioni, profezie e avveniristica tecnologia.

384 pages, Paperback

First published January 1, 1974

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About the author

Mario Soldati

107 books19 followers
Nato a Torino nel 1906, spentosi a Tellaro (La Spezia) nel 1999, studia in un collegio di gesuiti e si laurea in lettere nella città natale con una tesi di storia dell’arte. Esordisce nella scrittura con la commedia “Pilato” (1924), ma s’impone all’ attenzione della critica soltanto con i racconti di “Salmace” (1929): non mancano, tuttavia, riserve da parte di prestigiosi recensori - quali Giuseppe A. Borgese ed Eugenio Montale - sui temi affrontati in almeno un paio di occasioni (la novella che dà il titolo alla raccolta e “Scenario”, ambedue di argomento omosessuale). Nel 1929, su invito di Prezzolini, si reca a New York, ove resta sino al ‘31; dal suo soggiorno come insegnante alla Columbia University nasce “America primo amore” (1935), diario narrativo di straordinaria felicità, all’inizio pubblicato su "Il Lavoro" di Genova. Frattanto, inizia ad accostarsi al cinematografo, l’altra passione della sua esistenza, collaborando a varie sceneggiature, segnatamente per pellicole del suo amico Mario Camerini (da “Gli uomini, che mascalzoni!” a “Il signor Max”). Nel 1937 licenzia, con “La verità sul caso Motta”, uno dei suoi libri migliori, muovendosi con abilità tra i registri del mistero e del grottesco; nel 1940 dirige, adattando per lo schermo “Piccolo mondo antico” di Fogazzaro, uno tra i suoifilm più suggestivi, che lo conferma anche nel cinema come “un romanziere dell’Ottocento con l’anima d’uno scrittore del Novecento” (C.Garboli). Le sue pellicole maggiormente significative - con l’eccezione di “Fuga in Francia” (1948), tra impegno sociale e neorealismo - sono trasposizioni di romanzi (“Malombra”, 1942, da Fogazzaro; “La provinciale”, 1952, da Moravia). E’ tuttavia l’attività di scrittore quella cui si dedica con continuità, avendo abbandonato nel ‘59 la regia. Ad interessarlo è il tema del peccato: derivante dalla sua formazione cattolica, è affrontato tuttavia con levità in virtù di un’intelligenza puntuta, vigile, ironica, che gli consente di descrivere i propri personaggi senza gravarli d’un giudizio moralistico. Così è, ad esempio, in due tra i suoi lavori più celebrati, “Le lettere da Capri” (1953) e “La sposa americana” (1978), storie d’adulterio scritte ad un quarto di secolo di distanza l’una dall’altra e contraddistinte da un talento narrativo inossidabile. Ma c’è, per soprammercato, un Soldati amante del “giallo” e propenso alla bonomia, quello de “I racconti del maresciallo” (1967), intrighi polizieschi - che sono innanzitutto ritratti della “più quotidiana provincia italiana, opaca e furba nella sua domestica banalità” (S.S.Nigro) - resi popolari dalla bella serie televisiva diretta da Mario Landi nel 1968. Cos’altro? Bisogna ricordare almeno i tre romanzi brevi di “A cena col commendatore” (1950) ove spicca “La giacca verde”, capolavoro che ha pochi uguali nell’ambito del nostro Novecento letterario; e le inchieste per la Rai "Viaggio nella Valle del Po" (1957) e "Chi legge?" (1960), reportage eccelsi, anticipatori del miglior giornalismo televisivo futuro. Il pianeta Soldati è immenso, quasi quanto la sottovalutazione che - colpevolmente e in tanti - hanno riservato al nostro.

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Displaying 1 - 3 of 3 reviews
Profile Image for Hex75.
986 reviews60 followers
August 18, 2021
personalmente mi piace guardare alle pagine meno usuali della letteratura italiana, eppure un caso come questo non mi era ancora capitato: uno scrittore decisamente non immediatamente associabile alla letteratura di genere che scrive una distopia onirica (eggià) che definire strana è un eufemismo.
il protagonista, coinvolto in modo curioso dall'inquietante count cagliani (omaggio a cagliostro? probabile...), si trova a vivere un sogno lucido (sa di saper sognando, sa di non essere il protagonista del suo sogno ma non riesce ad uscirne, ed anzi riesce pure a sognare nel sogno) ambientato in un'italia divisa a metà da una catastrofe, in cui (come nel resto del mondo, più o meno) la parte superiore è un mondo in cui i sovietici hanno conquistato l'occidente e la parte inferiore è una sorta di califfato.
sa già questa premessa è curiosa, il resto non è affatto da meno, comprese parecchi riferimenti all'omosessualità decisamente poco usuali nella letteratura italiana d'epoca.
soldati poi è strepitoso in descrizioni semplicemente perfette (dall'avventura nella metropolitana di new york ad una roma postapocalittica, passando per una genova "moderna" che mi ha fatto decisamente sorridere), in alcuni passaggi davvero da antologia.

è un romanzo perfetto? no, e secondo me qualche lettore potrebbe pure innervosirsi se poco disposto a lasciarsi andare al racconto.
eppure questo è un libro coraggioso per l'epoca, e che ancora adesso lascia sbalorditi: forse non sarà questo il soldati più celebrato, ma questa pagina poco nota della sua carriera merita la riscoperta.
Profile Image for Fren Carillon.
147 reviews11 followers
April 13, 2023
Forse sono un po' severa, ma la voce narrante mi ha irritata terribilmente.
Displaying 1 - 3 of 3 reviews

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