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Il perdono della luna

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Da più di mezzo secolo mancava, in Italia, un’antologia delle opere poetiche di Endre Ady.
Questa raccolta, che spazia dai versi apparsi nei primi volumi fino ad alcune poesie pubblicate postume, vuole riparare una lacuna. Penalizzata dalla particolarità della lingua ungherese e dall’eccentricità metrica dei suoi versi, la poesia di Ady merita invece di essere considerata da vicino. In primo luogo perché, dando voce profetica alle tensioni e ai conflitti della storia, fa vibrare anche quelli del nostro tempo; e poi perché scava nelle lacerazioni, nelle dissonanze, nel dolore che pare imprigionare la vita individuale, con una nostalgia straziata di esistenza piena. L’attenzione alle pulsazioni brevi, agli esigui splendori del vivente così come ai sussulti della storia lo fa voce anche di questo nostro tempo ansioso e per i nostri cuori inquieti.

274 pages, Paperback

Published January 1, 2018

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About the author

Endre Ady

120 books35 followers
In the beginning of the 20th century Hungarian poets were claiming to follow in the footsteps of Sándor Petőfi writing in an imitated folksy style yet lacking Petőfi's vision (and, mostly, talent) which was not able to renew itself. Ady was the first to break with the traditions and promote the new, modern style. Although he liked to see himself as a lonely, misunderstood revolutionary, in truth most of the poets of his generation took sides with him (and many of them imitated his style).
His first two books of poetry did not show anything new; he was still under the influence of 19th century poets such as Petőfi or János Vajda. The first elements of his own style appeared not in his poems but in his essays and other writings.
Ady was undoubtedly influenced by the works of Baudelaire and Verlaine. He often uses symbolism, his recurring themes are God, Hungary, and fight for survival. Other themes are present only in certain periods of his life (money, God, life and death, Léda).

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Profile Image for Alessandro.
80 reviews
September 28, 2023
"Io sono parente della morte.
amo l’amore che fugge,
amo baciare
chi se ne va.

Amo le rose malate,
donne sfiorenti morbose,
atmosfere d'autunno
amare e radiose.

Amo l'avviso spettrale
dell'ora crepuscolare,
della morte sacra e grandiosa
la sosia giocosa.

Amo chi parte,
chi si sveglia e chi piange,
e in un'alba fredda, piovosa, i prati
coperti di brina.

Amo la stanca rinuncia,
il pianto asciutto e la pace,
rifugio di saggi, poeti
e malati.

Amo i delusi, i mutilati,
e quelli che si son fermati;
amo chi non crede e chi è turbato:
questo è il mondo che amo.

Io sono parente della morte.
amo l’amore che fugge,
amo baciare
chi se ne va."

--

"A me, al mio orecchio fa lo stesso,
se ansima la voluttà o rantola il tormento,
se sgorga il sangue o tintinna l'oro.

Io so, proclamo che questo è il Tutto
e che a nulla serve ogni altra cosa:
solo il sangue e l'oro. Il sangue e l'oro.

Tutto muore e tutto trascorre,
gloria, canti, potere, denaro.
Ma sopravvivono il sangue e l'oro.

Popoli muoiono e ancora rinascono
e santo è l'audace che, come me, afferma
per sempre: il sangue e l'oro."

---

"Né lieto avo né discendente,
né parente né conoscente,
non sono di nessuno,
non sono di nessuno.

Sono, come tutti, maestà,
Capo Nord, mistero, estraneità,
fuoco fatuo e lontano
fuoco fatuo e lontano.

Ma, ahimé, qui non posso restare,
vorrei tanto farmi vedere,
per essere visto davvero,
per essere visto davvero.

E tutto per questo: straziarmi, cantare.
Amerei essere amato
e a qualcuno appartenere,
a qualcuno appartenere."

----

"Com'è monca oggi la Luna,
quale deserto la tacita notte!
Quanto sconforto per me in questo giorno!
Com'è monca oggi la Luna.

Ogni intero appare spezzato,
ogni fiamma arde a guizzi,
ogni amore giace in pezzi,
ogni intero appare spezzato.

Corre con me un carro malconcio,
mille lamenti gli volano appresso.
In parte silenzio e in parte fracasso,
corre con me un carro malconcio."

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