Maledetti '70: storie dimenticate degli anni di piombo

by Nicola Ventura, David Barra

È possibile raccontare gli anni Settanta senza ridurre la complessità di quel decennio infuocato alla sola denominazione di anni di piombo? È questo il problema con il quale si sono cimentati gli autori di Maledetti '70, che hanno dato retta al motto di Ralph Waldo Emerson - "non esiste propriamente storia, ma solo biografia" - e si sono immersi nella ricerca dei piccoli, grandi protagonisti di quel tempo: da "Agostino O' Pazzo", giovane Masaniello che sfida le forze dell'ordine tra i vicoli di Napoli a bordo di una Gilera 125 truccata, ad Angelo Gallo, lo sconosciuto democristiano calabrese che osa tirare le orecchie al presidente del Senato Amintore Fanfani per il suo disimpegno verso il Sud. Da Ralph Minichiello, il marine italo-americano reduce del Vietnam che, a causa di un inspiegabile ammanco di 200 dollari sul suo conto, decide di dirottare un Boeing per rientrare in Italia fino a Carlo Rivolta, promettente giornalista di «Repubblica» e «Lotta Continua» morto di overdose nei primi anni Ottanta. Pur non mancando, sullo sfondo, le vicende paradigmatiche dell'epoca - la violenza politica, la strategia della tensione, le ingerenze straniere - sono questi protagonisti e i loro aneddoti a immergere il lettore nell'atmosfera e nella mentalità degli anni Settanta, anni maledetti e turbolenti, eppure terribilmente affascinanti.

Genres: History

344 pages, Paperback

First published May 1, 2018

Reviews

[Ivan Lanìa · Rating 3 out of 5]

Fra le mie varie manie ne ho una per gli Anni di Piombo, quindi era inevitabile che prima o poi mi si regalasse un saggio in merito, e devo dire che Maledetti '70: storie dimenticate degli anni di piombo è un gustoso testo introduttivo all'argomento: valido il capitolo introduttivo sulle tensioni socioculturali degli anni Sessanta, con gli ingrippi del Miracolo Economico e il bicolore del Centrosinistra, monumentale e avvincente il nucleo centrale che ricostruisce con prosa da cronaca nera vita, moventi, delitti e morte dei maggiori terroristi sia rossi sia neri – per quanto carente di una linea del tempo e di un organigramma che avrebbero aiutato a tener traccia di chi è chi ed è affiliato a cosa, viste le costanti collusioni e militanze incrociate fra, per esempio, Ordine Nuovo e i NAR ... un po' posticcio l'ultimo terzo del volume che raccoglie assieme pezzi brevi e autoconclusivi su spaccati di vita e società dell'epoca, specialmente considerando che la quarta di copertina presenta il saggio come una panoramica a 360° sul decennio insanguinato (e non come una monografia sul terrorismo con noticine di costume). Poi, sicuramente opinabile l'aver aggirato il delitto Moro, limite enunciato già dal prefatore, e da meridionale di seconda generazione io contesto anche l'aver liquidato in breve l'esperienza dell'autonomia napoletana, ma in compenso tanto di cappello al capitolo sui moti di Reggio Calabria e sull'attivismo giornalistico dei cinque anarchici della Baracca (altri nomi da tenere nel portafogli).
Di sicuro il volume non può e non vuole essere la guida definitiva all'argomento, ma nel complesso è stato arricchente.

[Alberto · Rating 5 out of 5]

Cosa si può dire ancora, di quel decennio che insanguinò l'Italia, lasciando sul selciato centinai di morti, feriti e invalidi? Quale scoop sensazionalistico si può ancora fare, su quel periodo che, volenti o nolenti, ha dato i natali al nostro attuale stato di democrazia?
Di cose da dire, probabilmente, ce ne sarebbero moltissime e gli scoop, quelli veri, se venissero alla luce farebbero tremare le colonne portanti di questo Stato, ma Nicola Ventura e David Barra, non hanno lo scopo di riscrivere la storia di quel periodo, svelando quale oscura trama, o accusando chicchessia; il loro Maledetti 70, ha il solo scopo di ripercorrere quella fetta della storia d'Italia, che fu indubbiamente caratterizzata da una violenza politica che in Europa, e forse nel mondo, non ha mai avuto eguali, ma fu anche un periodo di grande fermento culturale, di grandi conquiste sociali, fu il periodo in cui il cinema italiano si reinventò, creando veri e propri generi che ancora oggi influenzano registi di fama internazionale.
Il percorso attraverso il quale i due autori ci conducono, non può prescindere dalla violenza di quegli anni, ma permette anche di riscoprire piccole e grandi storie di personaggi, che furono di sicuro marginali nelle trame occulte, e quindi dimenticati.
Molto di quello che accadde allora, si riflette oggi sul nostro presente e una volta terminato il libro, guardandomi attorno, nella società che ci circonda e che viviamo quotidianamente, mi sono posto una domanda, che ancora adesso, a distanza di giorni mi gira in testa: "Ma furono veramente maledetti, quegli anni '70?"