Per la prima volta insieme, tutti gli scritti che Umberto Eco ha dedicato alla televisione: al suo linguaggio, alle forme di comunicazione che mette in gioco, alle tecnologie che le sostengono, all’immaginario che produce, ai suoi esiti culturali, estetici, etici, educativi e, soprattutto, politici. Una raccolta che, pubblicando anche scritti difficilmente reperibili, copre un arco di tempo che va dal 1956, anno in cui in Italia vengono messe in onda le prime trasmissioni, al 2015, periodo in cui il mezzo televisivo non può più essere considerato come dominante nella produzione e nella trasformazione della cultura social. Dalla ripresa diretta dei primi anni, alla tv-verità e ai reality show degli ultimi anni, da Corrado al Grande fratello, da Mike Bongiorno a Derrick, le riflessioni di Eco denunciano con costante attenzione le strategie televisive nel quadro di una critica inesausta contro i vari populismi mediatici, che è sempre stata la cifra dello sguardo di Eco sui media.
Umberto Eco was an Italian medievalist, philosopher, semiotician, novelist, cultural critic, and political and social commentator. In English, he is best known for his popular 1980 novel The Name of the Rose, a historical mystery combining semiotics in fiction with biblical analysis, medieval studies and literary theory, as well as Foucault's Pendulum, his 1988 novel which touches on similar themes.
Eco wrote prolifically throughout his life, with his output including children's books, translations from French and English, in addition to a twice-monthly newspaper column "La Bustina di Minerva" (Minerva's Matchbook) in the magazine L'Espresso beginning in 1985, with his last column (a critical appraisal of the Romantic paintings of Francesco Hayez) appearing 27 January 2016. At the time of his death, he was an Emeritus professor at the University of Bologna, where he taught for much of his life. In the 21st century, he has continued to gain recognition for his 1995 essay "Ur-Fascism", where Eco lists fourteen general properties he believes comprise fascist ideologies.
Scritti di grande interesse, personalmente, di un grande maestro. Interessanti soprattutto i saggi della prima parte in cui si dispiega l'animo analitico di Eco e la acutezza del suo pensiero nell'arte della comunicazione attraverso i segni. Purtroppo si tratta di scritti datati e in un campo in evoluzione come questo parlare di TV del monopolo statale sembra un trattato sui dinosauri scritto con il piglio della attualità sociopolitica. La parte finale è una raccolta di "bustine di minerva" a cui il tema comune non riesce a conferire unitarietà di discorso per cui la lettura, comunque godibile diviene molto meno interessante
Mi dispiace ma non ho mai apprezzato Eco e questo libro lo ha confermato perché i saggi che lo compongono non hanno una logica (il curatore poteva sceglierli meglio) e inoltre è pieno di stereotipi ed esempi che invece di spiegare denigrano come: "Brigitte Bardot è attraente, una donna grassa no", oppure "se la mia amante ha la luce della finestra accesa, vuol dire che il marito è uscito".