Cosa significa diventare se stessi? Affrontare la distanza dal mondo fuori di casa, lasciarsi sconvolgere dal rapporto con gli altri e dalla possibilità di essere rifiutati, guardare la propria famiglia senza paura e falsi sentimenti, vivere la propria interiorità nudi ed esposti, senza nascondersi il dolore di voler essere altro da sé. In un romanzo coraggioso e anticonvenzionale, Bernard Friot racconta l’adolescenza di un ragazzo invisibile, studioso e “normale”. Il tormento segreto della solitudine, della diversità, del dubbio nell'esperienza difficile del collegio, lontano da casa, lontano da sé, lontano da tutto.
" Instant, instantané. Une photo, c'est l'image d'un moment, qu'ai-je à faire de ces débris de temps ? Ils sont imprimés en moi, noir et blanc, c'est assez. J'ai la mémoire encombrée, je voudrais la vider, comme on vide un grenier. Bon débarras, grande braderie. J'ai le droit d'oublier, au moins, visages, corps, regards et mains qui m'ont caressé, ou frappé. Photos déchirées, pages arrachés. Et rien pour les recoller. J'ai le droit d'oublier. "
E'la storia di un'esperienza di crisi adolescenziale che tutti più o meno possiamo aver vissuto, e credo che sia autobiografica. Però non ho trovato un punto di focalizzazione del racconto. Forse non c'è, non doveva esserci e va bene così.