Jump to ratings and reviews
Rate this book

Il delitto di Agora. Una nuvola rossa

Rate this book

"Io questo libro non lo volevo fare. Non avevo nessunissima intenzione di impicciarmi in questa storia." E invece, il romanzo alla fine su carta ci è arrivato lo stesso. Ma cos'aveva di particolare "questa storia" per disturbare tanto l'autore premio Strega Antonio Pennacchi, e allo stesso tempo per convincerlo a impicciarsi?

Tutto inizia ad Agora, un paesaccio sull'Agro Pontino, che una notte di fine febbraio diventa il teatro di un cruentissimo Loredana ed Emanuele, giovani fidanzati, vengono ritrovati uccisi da centottantaquattro coltellate. A scoprire i cadaveri sono il padre e il fratellino della ragazza, insieme a Giacinto, un amico delle vittime, ovviamente le prime tre persone informate sui fatti che la polizia interroga. Presto però arriva il turno di parenti, amici e semplici conoscenti, un caleidoscopio di voci che l'autore di Canale Mussolini rincorre e restituisce con la consueta maestria, un coro disarticolato da cui piano piano emergono discrepanze di orari, comportamenti incongruenti, alibi poco attendibili, tutte cose che mal si combinano con l'urgenza tipica dell'essere umano di trovare sempre e comunque un colpevole… anche a costo di accanirsi su probabili innocenti.

Ispirandosi a fatti realmente accaduti ma rielaborandoli con le armi della scrittura e dell'invenzione letteraria, Antonio Pennacchi tesse un romanzo giallo inconsueto e imprevedibile, una vicenda originale, universale e paradigmatica insieme, un dramma esistenziale sulla spasmodica ricerca della Verità.

215 pages, Kindle Edition

First published November 24, 2018

3 people are currently reading
32 people want to read

About the author

Antonio Pennacchi

17 books54 followers
Scrittore italiano. Operaio presso l’Alcatel Cavi, si è dedicato alla politica dapprima nelle file del MSI e poi in quelle del Partito Comunista d'Italia marxista-leninista. A cavallo fra gli anni Settanta e Ottanta ha aderito al PSI, alla CGIL e poi alla UIL. Nel 1983 ha deciso di sospendere l’attività di attivista e di sfruttare un periodo di cassa integrazione per laurearsi in lettere e filosofia, iniziando in seguito la carriera di scrittore.

Ratings & Reviews

What do you think?
Rate this book

Friends & Following

Create a free account to discover what your friends think of this book!

Community Reviews

5 stars
4 (7%)
4 stars
11 (19%)
3 stars
25 (43%)
2 stars
13 (22%)
1 star
4 (7%)
Displaying 1 - 15 of 15 reviews
Profile Image for Paolo Ventura.
374 reviews2 followers
January 1, 2025
==========
È un pezzo di Valpadana; dove sembra che parliamo il romanesco, ma a pensare e sognare si continua in veneto. Noi non ci siamo mai sentiti del Lazio. Il Lazio è Sud. Ci è completamente estraneo. Alieno.
==========
Ogni paese ha la sua nominata, sedimentata da secoli: il bassianese è furbo, il corese vuole avere sempre ragione, il terracinese è tutto suo, i sezzesi vogliono comandare; i sermonetani sono figli del principe, i privernesi come il prezzemolo, i normiciani ignoranti e chi s’è stufato di comandare a casa sua deve solo sposare una sonninese. I cisternesi infine sono tignosi e «j’agoresi so’ matti». Hanno gli scatti di nervi.
==========
Solo i bambini che vivono in città – dentro una stanza di quattro metri quadri e non hanno mai visto un animale – possono non avere mai infierito. Ma tutti quelli che hanno odorato la campagna hanno peccato qualche volta. Io non ho dato fuoco e non ho ammazzato gatti solo perché non m’è mai riuscito di prenderli. Ma sassate sì, e con la mazzafionda agli uccellini. Oggi sono un animalista convinto, perché se c’è scintilla divina in me e in tutti gli altri esseri umani, non può non esserci anche nel cane e nel filo d’erba. E tremo al solo pensiero di quel che accade – nelle sterminate città moderne e dentro i cubicoli delle famiglie per bene, che votano pure ambientalista – a quei poveri cristi di criceti dentro le gabbiette, a girare come forsennati e farsi venire l’infarto sopra le rotelle, trastullati tra uno stretching e l’altro da «quei criminali che sono i bambini» (parola del Penalista). Per non parlare degli scarafaggi o delle pasticche Raid contro le zanzare. Milioni di persone hanno usato – e il dramma vero è che usano ancora – violenza sugli animali. Ma non tutti hanno poi ucciso esseri umani. Anzi, milioni di questi hanno finito per fare i poliziotti.
==========
Ma è un dato di fatto: se una cosa diventa voce di popolo – vera o falsa che sia – non la schioda più nessuno, nemmeno con le tenaglie. La gente non cerca la verità, cerca quello che le piace. Io non so che dire. Le voci di popolo non mi convincono. Però m’affascinano. Poi non so.
==========
È che la gente – quando si mette a chiacchierare dentro i bar o dal barbiere – sa dove comincia, ma non sa mai dove finisce. Ognuno vuole avere l’ultima parola e aggiunge sempre qualcosa, per non far vedere che ne sa meno degli altri. Così ti escono dalla bocca cose a cui non avevi nemmeno mai pensato. Ma gli altri le prendono per vere e si mettono a raccontarle anche loro. Così dopo qualche giorno – quando qualcun altro viene a riraccontarle a te – tu pensi solo: «Ah, ma allora ci avevo azzeccato».
==========
«Tutti abbiamo un movente plausibile», ripete il Penalista: «Tutti abbiamo un inconscio con cui fare i conti. E dentro questo inconscio c’è tutto il bene e tutto il male del mondo. Quello che deve destare meraviglia non è che ogni tanto qualcuno uccida, bensì proprio il fatto che la stragrande maggioranza non uccide mai. Questo sì che mi meraviglia... È la forza della civiltà, evidentemente. Del controllo e della repressione sugli istinti».
==========
E la pietas per i vivi sotterra inevitabilmente quella per i morti. La vita solidarizza con la vita.
==========
Profile Image for Sedano A Dadini.
5 reviews3 followers
January 12, 2019
Assolutamente non un'opera minore (come se in Pennacchi ce ne fossero), è una riscrittura de "Una Nuvola Rossa", più posata, ragionata e mediata da venti anni di esperienza. Al solito, chiaro e distinto. Scava nell'essere umano e nelle sue pulsioni più animalesche (ricordando che in noi esiste tutto il bene e tutto il male del mondo), indaga il fenomeno del raptus, ovvero la "nuvola rossa" del titolo, parlando al tempo stesso dell'Italia di provincia e dei problemi della giustizia.
Insomma, a me è piaciuto.
Profile Image for Theut.
1,886 reviews36 followers
October 8, 2021
Primo libro di Pennacchi... non memorabile: il racconto stile "rapporto di polizia" non mi ha entusiasmata e le digressioni storiche sui luoghi (che conosco, e questo mi ha spinta a leggere il volume) risultano posticce. Prima o poi mi dedicherò alla produzione maggiore :)
Profile Image for La Biblioteca di Eliza.
590 reviews89 followers
January 14, 2019
https://www.labibliotecadieliza.com/2...

La mia curiosità per questo libro nasce da quelle prime righe riportate nella sinossi:

Io questo libro non lo volevo fare. Non avevo nessunissima intenzione di impicciarmi in questa storia.

Il delitto di Agora è in realtà una riedizione, molto rimaneggiata, di un romanzo scritto da Pennacchi nel 1998 sotto il titolo di Una nuvola rossa. Era questo il libro che Pennacchi non voleva scrivere, questo il giallo in cui non voleva infilarsi. E invece eccoci qua, 20 anni dopo, davanti ad un romanzo uguale ma diverso, in cui l'autore narra un fatto di cronaca realmente avvenuto, la morte di due ragazzi nel paesaccio di Agora sui monti Lepini (Agora è un paese immaginario, ma l'omicidio avvenne a Cori). Una morte strana per l'efferatezza e la giovane età dei due ragazzi ma anche per la cronologia degli eventi che porta ad avere pochi sospettati, pochi alibi ma tante testimonianze di chi ha visto o sentito qualcosa, testimonianze che a volte collimano e volte si scontrano e che fanno brancolare polizia e carabinieri nel mondo delle ipotesi, lasciando il dubbio anche all'autore che, nel cercare di raccapezzarci qualcosa, si ritrova ad indagare anche sull'essere umano, sulle sue paure ma soprattutto sulla sua violenza.

Questo è uno di quei casi in cui un libro mi lascia interdetta. Non avevo mai letto nulla di Pennacchi, pur conoscendo la fama del suo Canale Mussolini, già vincitore del premio Strega, e averlo conosciuto con questo romanzo, o romanzo rimaneggiato, non credo lo abbia favorito nella mia personalissima classifica degli autori. Cosa è andato storto?

Abbiamo tutta una prima parte piuttosto ostica da leggere, in cui l'autore si affida quasi completamente ai verbali degli interrogatori di polizia o dei carabinieri, alternandoli qua e là a degli excursus storici, archeologici o etnografici su Agora, su monti Lepini e sul'Agro Pontino. Paradossalmente le parti più interessanti sono state proprio queste, quelle in cui vengono descritti i luoghi, come si sono formati, la loro storia e la loro mitologia. In questo Pennacchi è proprio bravo, riesce a catturare il lettore, a farlo quasi viaggiare nel tempo. Peccato che non siamo davanti ad un trattato o ad un saggio ma a quello che l'autore definisce egli stesso un giallo. Lui non lo voleva scrivere questo giallo e forse non avrebbe dovuto, o comunque si sente la riottosità nei confronti di questa storia, che non sente sua. Le testimonianze, gli eventi che hanno portato alla scoperta dei corpi, è tutto molto freddo distante, ancor più perchè scritto con il burocratese tipico dei verbali di polizia. Ho avuto proprio la sensazione di avere davanti pezzi di narrazione completamente scollegati tra loro.

La seconda parte è sicuramente più fluida, meno spigolosa rispetto al resto, in cui il narratore prende finalmente in mano la situazione e fa quello che doveva fare fin dall'inizio: raccontare. Tuttavia anche qui troviamo pezzi di giallo e intermezzi filosofeggianti che spuntano tra una riga e l'altra, dando una vera e propria spallata al racconto e mettendo l'efferato omicidio in un cantuccio.
Lui questo libro non lo voleva fare e non lo fa veramente, tanto che ad un certo punto la morte di questi due ragazzi viene messa quasi da parte e loro due, Emanuele e Loredana, spariscono praticamente dalla scena e dall'interesse del lettore.

Non mi è piaciuto. L'ho trovato un romanzo egoista, se mi passate il termine, in cui è più importate l'estro momentaneo dell'autore che vuole raccontare la propria terra o la propria idea della natura umana; invece la morte di quei due ragazzi diventa un semplice appiglio per fare tutto ciò.
Deludente.
Profile Image for Eddy64.
587 reviews17 followers
January 28, 2025
Ispirato a un reale fatto di cronaca, il delitto di Agora è un giallo atipico e il primo ad ammetterlo è lo stesso Pennacchi dichiarando nella prefazione “io questo libro non lo volevo fare. Non avevo nessunissima intenzione di impicciarmi in questa storia”. Teatro del crimine è Agora (con l’accento sulla a iniziale), un paese dell’agro pontino alle pendici dei monti Lepini, dove una domenica sera di febbraio, una coppia di giovani fidanzati viene ritrovata uccisa da 184 coltellate nell’abitazione di lui. Mistero fitto, paese sconvolto, carabinieri che indagano, sindaco e istituzioni con le solite dichiarazioni di circostanza. la vicenda è raccontata riportando i verbali degli interrogatori di amici, familiari, testimoni, possibili indiziati da parte di carabinieri e polizia, verbali che l’editore gli aveva gettato sulla scrivania per convincerlo a scrivere… una ricostruzione minuziosa e burocratica delle ultime ore delle vittime, un susseguirsi di ADR (a domanda risponde), di testimonianze spesso contradittorie, di alibi scricchiolanti, di orari non coincidenti che sembrano non portare da nessuna parte, né il lettore né lo scrittore stesso. Pennacchi le alterna a una serie di digressioni e aneddoti sulla storia dell’agro pontino e dei suoi abitanti (con numerosi rimandi e citazioni latine) e di considerazioni sulla impossibilità di stabilire la verità (nessun testimone è mai pienamente attendibile) che si scontra con la necessità di trovare un colpevole, e allora si prende l’indiziato più probabile e lo si incrimina, poi se l’impianto accusatorio non regge e viene smontato, allora si passa a un altro colpevole…Un giallo alternativo con una narrazione sempre in bilico tra l’amaro e il grottesco. Peccato che risulti un po' scollegato fra le sue varie parti, per il troppo di divagare…  è il difetto di Pennacchi (già visto in altri suoi romanzi): istrionico e affabulatore quando si fa prendere la mano racconta a ruota libera senza troppi freni… ma è così: o lo accetti o lo abbandoni… io continuo a leggerlo… tre stelle e mezzo.
Profile Image for Antonio Parrilla.
742 reviews29 followers
December 10, 2018
Un incipit fantastico, che mi riporta alla mente la ragione per cui mi è tanto piaciuto "Canale Mussolini"... poi però il resto non mi è piaciuto.
Probabilmente Pennacchi ha cercato di utilizzare i fatti per scrivere e stigmatizzare ciò che non va nel rapporto - non sempre limpido - tra società civile e forze dell'ordine, tra la ricerca della verità assoluta e la cosiddetta verità processuale, ma il tentativo non mi pare essere stato così incisivo.
Ma il primo capitolo... goduria assoluta!
Profile Image for Marco.
Author 0 books12 followers
January 5, 2020
Tentativo di riscrittura di un romanzo pubblicato vent’anni fa. Nel post scriptum, l’autore dice di non capire niente di cinema, questo non saprei. Certamente non capisce nulla di gialli. Dimenticabile.
Profile Image for Federica Meloni.
11 reviews1 follower
March 5, 2019
Non ho saputo apprezzare questo libro: non mi sono piaciute le inserzioni di storia antica, né il racconto stile rapporto di polizia.
2 reviews
May 27, 2019
Non un bel giallo
This entire review has been hidden because of spoilers.
Profile Image for Steve.
81 reviews2 followers
January 27, 2021
a me è piaciuto , una storia Italiana, intrigante e tragica , e la verità è ancora ricercata,,, bello
10 reviews
December 13, 2018
Ovviamente non posso essere imparziale, su Pennacchi; ma a chi importa dell'imparzialità?
Un giallo che non è un giallo.
Pennacchi prende il genere, lo scardina e ne trae riflessioni sulla natura umana. Alla sua maniera.
Profile Image for Chiara Ros Cap.
86 reviews1 follower
February 18, 2021
Ho apprezzato molto l'idea di base dell'autore che, riprendendo Mark Bloch, dice: tutti i testimoni mentono, anche se non lo sanno. Ho apprezzato anche le riflessioni sulle voci di popolo e su quanto l'opinione pubblica possa incidere su un processo. Purtroppo però la narrazione l'ho trovata davvero ostica ed ho davvero faticato a finirlo.
Profile Image for Alessandro Nicolai.
307 reviews1 follower
March 25, 2019
Interessante per il fatto di cronaca che descrive, ma mi lascia perplesso come analizza la storia e come tratta il finale, senza dare chiaramente la sua idea
Displaying 1 - 15 of 15 reviews

Can't find what you're looking for?

Get help and learn more about the design.