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165 pages, Kindle Edition
First published January 1, 1400
Fin dalla più tenera età sono sempre stata appassionata di miti greci, tuttavia non avevo mai approfondito quelli norreni. Dopo aver letto un paio di romanzi leggeri, che hanno tratto ispirazione da tali leggende, ho voluto cogliere a piene mani direttamente dall'originale, partendo dalla lettura di "Edda" dell'erudito Snorri Sturluson che ha radunato in un tomo unico il mitizzato mondo nordico costituito da un esteso pàntheon di divinità capricciose e imprevedibili, spesso animate da sentimenti quasi umani, e creature straordinarie quali le Valchirie, i giganti e molto altro ancora. Vi consiglio caldamente di recuperarlo (assieme al Canzoniere eddico)se volete definirvi davvero cultori del genere.
Ancor più desiderosa di approfondire quest'ambito, mi sono lasciata conquistare dalla serie tv Vikings che ha inglobato diversi stralci dalle varie leggende e avvenimenti storici aventi come figura di spicco: il temerario Ragnarr Loðbrók. Potevo accontentarmi delle esigue e raffazzonate nozioni ottenute da ciò che vedevo su schermo? Assolutamente no. E quando se n'è presentata l'occasione ho voluto scoprire da me le eroiche imprese compiute da Ragnarr, servendomi di questo libriccino.
La trasposizione televisiva ha conferito un'accezione romanzata alle gesta di questo prode guerriero che nel libro è praticamente assente; la struttura per racconti brevi risulta sì efficace e fluida, tuttavia il susseguirsi di nomi impronunciabili e i riferimenti ad episodi che non è stato possibile ricostruire ne rendono ostica ed impegnativa la lettura... Inoltre ero convinta si desse ampio spazio a Ragnarr, ma egli resta un personaggio appena accennato vengono, invece, enunciate le prodezze della sua numerosa prole, in particolare quelle dell'ingegnoso Ivarr Senz'Ossa e dell'animoso Björn "Fianchi d'acciaio".
L'introduzione è stata molto chiarificatrice poiché attesta che quanto ci apprestiamo a leggere non è "di prima mano" bensì il frutto di diverse testimonianze provenienti dai popoli conquistati (prevalentemente i Sassoni). Si rievocano i numerosi momenti - tanto truci quanto affascinanti - che vanno a ricostruire le impervie spedizioni all'insegna dell'avventura e del magico ancestrale ad opera della furia devastatrice di questi guerrieri a dir poco sanguinari.
In conclusione questo libro altro non è che un ulteriore ed imperdibile fiore all'occhiello per quanto concerne l'epica scandinava, per i motivi stilistici sopra enunciati non posso dire di essermene innamorata ciò nonostante ne suggerisco la lettura a chi ha voglia di carpire qualcosa di più su questo popolo.

