Nel terzo e ultimo volume dell’epica europea di Péter Nádas si compongono le trame tessute nei due volumi precedenti: ritroviamo così la famiglia Lippay-Lehr, Gyöngyvér e Ágost, l’ispettore Kienast, la signora Szemzo e tutti i personaggi già apparsi in La regione muta e Nel profondo della notte. A loro si aggiungono figure ispirate a personaggi storici come Otmar Freiherr von Verschuer, medico tedesco che collaborò con Mengele, e la contessa Ilona Edelsheim-Gyulai, nuora di Miklós Horthy, reggente d’Ungheria. L’Europa sull’orlo del conflitto nel 1939, l’assedio di Budapest, la rivoluzione ungherese dell’ottobre 1956, e infine il fatidico 1989: Il respiro della libertà è al contempo un romanzo storico, un’indagine e una testimonianza di come ognuno sia chiamato a costruire il proprio senso di libertà anche quando tutto e tutti sembrano ostacolarla.
Hungarian novelist, essayist, and dramatist, a major central European literary figure. Nádas made his international breakthrough with the monumental novel A Book of Memories (1986), a psychological novel following the tradition of Proust, Thomas Mann, and magic realism.
Péter Nádas was born in Budapest, as the son of a high-ranking party functionary. Nádas's grandfather, Moritz Grünfeld, changed his name into Hungarian, which was considered a scandal in the family. Nádas's youth was shadowed by the loss of his parents. Nádas's mother died of cancer when he was young and his father committed suicide. At the age of 16 his uncle gave him a camera, and after dropping out of school Nádas turned to photojournalism. During the late 1960s and early 1970s, he worked as an editor, reader, and drama consultant. After the Soviet-led invasion of Czechoslovakia in 1968, Nádas quit his job as a journalist and devoted himself to literature. "I resigned, walked out, and turned my back on the system to save my soul," he later said.
Opera monumentale! Storie Parallele di Nadas va oltre la narrativa tradizionale, intreccia decine di storie tra Ungheria e Germania dal 1939 al 1989 senza una trama lineare, con storie che si auto concludono, altre che si sfiorano e altre ancora che si intrecciano.
Il romanzo esplora il caos della storia europea e l'impatto dei 2 totalitarismi (nazismo e comunismo) sulle vite dei singoli individui.
Il protagonista, come sempre in Nadas, è il corpo umano. L'autore descrive con precisione anatomica e clinica la sessualità, la violenza e le sensazioni fisiche, rifiutando ogni tipo di romanticismo.
L'opera è un labirinto complesso che richiede pazienza, molta pazienza... inizia come un thriller poliziesco, per poi esplodere in un'opera mondo, ma se fate attenzione, alla fine capirete anche chi è il cadavere ad inizio romanzo..... Un'esperienza di lettura densa, ipnotica e a tratti disturbante.
Sublime.
<i>Un istante prima di morire gli venne voglia di comprendere quella sua antipatia che lo paralizzava, e magari di imparare ad amarla come se fosse la propria. Ma al massimo arrivò a capire che non si è soli neppure nel provare avversione per il proprio corpo, dato che perfino questo è un tratto che alligna rigoglioso nei sistemi di parentela.
Guardava dappertutto, si tastava addosso alla ricerca di quel nulla, da dove poteva esserle entrato dentro, e che cos'era che rendeva gli altri buoni a qualcosa.
Era come se avessero reciprocamente violato il grande e sacro segreto umano di entrambi e la loro rispettiva estraneità. Nessuno dei due capiva l'altro, il che faceva soffrire entrambi, ovvero tutti e due dovevano fingere di non capirsi.
Era stata una breve felicità, che non si comprende mai se non quando la si rievoca all'improvviso. O se anche gli era capitato di essere felice qualche altra volta, magari più profondamente, senza drammi, non lo era mai stato in maniera così oscura e tenera.
Se si riceve una dignitosa educazione borghese, per quanto penose possano essere le circostanze, o per quanto si possa essere di umore depresso, non si avrà mai difficoltà a mostrare una faccia cordiale. Il che non è ipocrisia, bensì una regola di navigazione dettata dal buonsenso. Se esco fuori di casa mia, allora non devo essere di peso a nessuno né con il malessere dell'esistenza fisica né con i disagi dell'anima. Non mi guardo più allo specchio, non mi aggiusto in continuazione i vestiti addosso, sono deciso e soddisfatto di me stesso.
Si guardarono negli occhi, e non direi che non ci provassero un gusto reciproco. Due fronti caparbie, due profili furibondi, due magnifiche criniere, due esseri soli e pieni di odio per se stessi, e perfino io provavo piacere nel vederli così selvaggi.
Si guardarono a lungo, era come se entrambi stessero suonando un particolare strumento musicale, due teste umane orgogliose, affascinate l'una dall'altra. La postura della loro testa emanava e irradiava l'inclinazione a fare qualsiasi cosa l'uno per l'altro o contro l'altro, dotati com'erano di una creatività inesauribile. È pur vero che ancora una volta sarebbe toccato all'uomo arrendersi per primo, perché era stato contagiato anche lui da quel ghigno aspro, invano cercava di difendersi da lei per qualche istante con quella espressione seriosa. Come due bambini cattivi che portano a compimento una comune monelleria, scoppiarono in una breve e sommessa risata. E la risata aiutò l'uomo ad affrontare la sua ennesima sconfitta.
Preferisco tenermi a distanza dalle persone temerarie , conosco bene i giochi assurdi e le smania di potere degli uomini deboli.
Non sono in grado di risolvere come si deve qualcosa che qualunque individuo sano risolve guidato dal suo elementare egoismo. Non ho il coraggio di decidere che cosa va bene per me. O se l'ho deciso, e stavolta l'ho deciso davvero, allora l'esigenza di essere cortese che mi è stata inculcata si rivela più forte del mio stesso benessere fisico. Ero debole di carattere, o quanto meno più debole di tutti gli altri che governavano la loro vita in base ai propri interessi fisici e psichici.
Si può dominare pressoché ogni situazione , bisogna restare disinvolti e dinamici , guadagnare tempo , poiché c'è forse qualcosa che non sia legata al tempo? Tutto è temporaneo.
Tra non molto sarò una matrona, e allora perché mi fa questo il mio corpo. Piuttosto morire. Perché mi punisci così, o Dio Creatore. Perché mi umili. Anche se in realtà non credeva in nessuna divinità, era solo una presa per i fondelli, non era capace di credere in niente e in nessuno. Nasciamo, soffriamo e poi moriamo. C'est tout. E perciò del corpo, anche del proprio, per tutta la vita aveva pensato che qualche volta andava sì appagato, ma che tanto bastava a sistemare quella faccenda ridicola.
Però Rott nell'istante del tradimento provava piacere proprio come nei suoi più oscuri conflitti interiori e nei suoi sollazzi amorosi, dai quali cercava riparo bevendo di nascosto e ubriacandosi in solitudine. In quell'istante si era di nuovo liberato di un'atroce paura e trepidazione, di false credenze di infantile bellezza. Dato che nella sua infanzia lo avevano minacciato che con il tradimento si precipita in un abisso di senso di colpa, in un vortice morale dal quale non c'è ritorno. E ogni volta aveva la conferma che non c'era niente del genere. L'abisso sono io, il vortice sono io. E di questo non poteva che essere di nuovo contento, poiché lo sapeva da un pezzo. Si era liberato del destino di un uomo vivo, di un amico legato a lui da un amore profondo.
Però mi accorsi di quanto fosse ignara, di quanto fosse presa da se stessa o da qualcosa che non potevo sapere, e perciò non le importava nemmeno di quello che mi era successo. Come se non le interessasse, o non le interessasse niente di me. Sarei stato solo una specie di strano ornamento della sua vita compiuta. Ma non potei fare a meno di perdonarla subito anche per questo. In effetti a me non poteva accadere niente che potesse essere importante per gli altri, questo l'avevo compreso subito.
L'uomo non ha nessun compito nel mondo, niente, zero. Non deve compiere un bel niente, né con un Creatore né senza. Tanto la maggior parte del prossimo, per via della sua stupidità, è comunque irrecupera-bile. Per la gente si potrebbero fare varie cose, ma ne vale la pena solo se si è inclini a una carità che lascia il tempo che trova. E tu questa inclinazione non ce l'hai. Non ce l'hai neppure tu, io però almeno mi tormento per questo, soffro, perché non lo vuoi capire.
Non so se in una persona ci sia una pluralità di bisogni a guidare il pensiero, se abbia più di un io, tutti vigili, e non sappia scegliere tra di loro, e non sia capace di esprimere simultaneamente questa molteplicità di io, ma solo uno invece dell'altro o l'uno dopo l'altro o l'uno contro l'altro.
Schiacciato dal peso del presentimento, con un gemito, o meglio con un guaito chiese come fosse mai possibile possedere un essere che vive e respira. II tempo futuro li precedeva, e loro a ogni minuto si rendevano conto con un considerevole ritardo di quello che facevano O dicevano. Li riempiva di paura, mentre cercavano di dare l'impressione che non fosse niente di che. Dovevano prendere vantaggio su se stessi. Era come se la paura di morire d'amore dovesse aggirare o sopraffare un timore più vasto.
E allora anche a lui avrebbe dovuto intendere così la sua vita, goderne appieno l'oggetto e i temi e passare subito oltre con quel po' che aveva guadagnato. Non preoccuparsi di conoscere, di interpretare, di respingere i desideri più pericolosi, perché tanto tutto questo non lo avrebbe portato da nessuna parte e non sarebbe neppure giunto a rivelazioni soddisfacenti.
In un modo o nell'altro dovevano farsi strada a morsi sulla faccia all'uno dell'altra , addentando ora il naso , ora il mento , l'orecchio ,l'arcata sopraccigliare, la mandibola, come a tastare i rilievi sul corpo celeste sconosciuto. Intanto espellevano entrambi i resti di parole di ogni genere, quasi inconsciamente, vergognandosi un po', come a scusarsi, cosa che l'altro non poteva capire. Fino a quando non trovarono labbra che sembravano non esserci mai state, e allora rimasero entrambi come sorpresi, perché di colpo erano arrivati al centro della percezione reciproca.
La passione non è certo qualcosa che vogliamo provare , tutto il più si sta in guardia per evitare di esserne travolti.
Olyan mélységben mutatja meg az enyénekben zajló lelki folyamatok árnyalatait ahogy kevés könyvnek sikerül. És ahogy összekötődnek a sorsok, világok, gondolatok, tettek és nem tettek. Érdemes végig érni. De válaszokat ne várjon senki.