La corruzione, l'infiltrazione criminale, i legami con i poteri forti - occulti e non - sono oggi parte di una strategia di reciproca legittimazione messa in opera da decenni da tutte le mafie e in particolare dalla 'ndrangheta. Lo scambio di favori fra criminalità e certa parte della politica è continuo e costante, il ricatto reciproco un peso enorme sulla cosa pubblica, con ripercussioni su tutti i settori, dalle opere pubbliche alla sanità, dal gioco di Stato allo sport. Il vero problema è che né i ricorrenti disastri ambientali, né il consumo dissennato del territorio, né il degrado di opere e servizi sembrano più scalfire l'opinione pubblica. In Italia c'è un'assuefazione che sconcerta. Quello che è di tutti non appartiene a nessuno. Che importa se la corruzione avvelena l'economia, provocando gravi disuguaglianze sociali o se la mafia ammorba l'esistenza di tanta gente? E perché nessun governo ha mai inserito fra i propri obiettivi primari la lotta alla corruzione e alla criminalità economica? Questo di Nicola Gratteri e Antonio Nicaso è un libro che racconta una verità amara.
Nicola Gratteri è un magistrato e saggista italiano, dal 21 aprile 2016 Procuratore della Repubblica di Catanzaro, capoluogo della Regione Calabria. Attualmente è uno dei magistrati più conosciuti della DDA (direzione distrettuale antimafia). Impegnato in prima linea contro la 'ndrangheta, vive sotto scorta dall'aprile del 1989.
Nomi, cognomi, dettagli, evidenze...c'è tutto C'è la paura di una società molto corrotta dove il coraggio si cerca di seppellirlo sotto la polvere che si lascia posare, e accumulare, sulle proposte di leggi che andrebbero a spezzare i legami tra boss e stato...