In ventidue capitoli, brevi ma ricchi di informazioni, Emilio Lussu con un tono dolente e sarcastico insieme racconta ciò che ha visto e subito dal 1919 al 1929, anno della sua avventurosa fuga da Lipari con Carlo Rosselli e Fausto il sorgere e il dilagare del fascismo, soprattutto in Sardegna, manovre politiche, agitazioni di piazza, figure camaleontiche e macchiette popolari. A cominciare dai questori, giornalisti, deputati, professori, sindacalisti voltagabbana, descritti da Lussu nel loro tragico spessore. Un documento imprescindibile rivolto in particolare alle nuove generazioni, che testimonia del contesto nazionale e delle sorti dell'Italia nel decennio di maggior abbrutimento civile della nostra storia e che rivela la forza di chi ha lottato fino all'ultimo, anche negli anni del dopoguerra, per una sinistra democratica.
Avvocato, scrittore, leader politico e leggendario combattente; figura di grande rilievo della cultura sarda e italiana. Nacque ad Armungia nel 1890 da una famiglia di piccoli proprietari terrieri. Gli fu impartita un'educazione di tipo tradizionale, fatto da lui sempre ricordato con commozione e orgoglio. Si laureò a Cagliari in giurisprudenza. Partecipò alla prima guerra mondiale come ufficiale di complemento della Brigata "Sassari", distinguendosi per lo straordinario coraggio, l'umanità ed il grande carisma. Rientrato in Sardegna, fu tra i protagonisti del movimento autonomista ex-combattentista, che mirava a riscattare la Sardegna dall'atavica sottomissione. Con importanti personaggi, quali Camillo Bellieni, Pietro Mastino e Paolo Pili, fu, tra il 1919 e il 1921, fondatore del Partito Sardo d'Azione. Nel 1921 e 1924 fu deputato e si schierò apertamente contro il fascismo, del quale criticava l'atteggiamento repressivo verso le sinistre, l'uso della violenza nell'esercizio del potere, l'essere esso uno strumento del capitalismo settentrionale. Le reazioni squadriste non si fecero attendere, e lo stesso Lussu, nell'ottobre del 1926, fu vittima nella sua casa di Cagliari di una spedizione punitiva. Nel tentativo di sfuggirvi, colpì a morte uno degli assalitori. Processato e assolto per legittima difesa, fu, tuttavia, condannato al confino e trasferito nell'isola di Lipari nel novembre del 1927. Durante il confino, il Lussu ebbe modo di conoscere Fausto Nitti e Carlo Rosselli, con i quali organizzò un'avventurosa fuga nel 1929, prima in Tunisia, e poi a Parigi. Gli anni parigini furono particolarmente importanti. Il Lussu entrò in contatto con molti intellettuali e politici italiani antifascisti, arricchendo il proprio bagaglio culturale e ideologico, e maturando la visione politica che l'avrebbe sorretto nell'accanita lotta contro il regime mussoliniano. Nel 1930, con Carlo Rosselli e Gaetano Salvemini, diede vita al movimento Giustizia e Libertà, che divenne il perno della propaganda antifascista in Italia e all'estero. Nelle file del movimento, prese parte alla guerra di Spagna, abbracciando la causa antifranchista. Nel capoluogo francese incontrò Joyce Salvatori, donna colta e coraggiosa, che sposerà assumendo il nome di Joyce Lussu e che gli darà un figlio, Giovanni. A questi anni risalgono le opere maggiori del Lussu: La catena, del 1929; Marcia su Roma e dintorni, del 1933, avvincente testimonianza autobiografica relativa alle vicende del decennio 1919-1929. Nel 1936, durante la convalescenza seguita ad un delicato intervento chirurgico ai polmoni, scrisse Teoria sull'insurrezione, teorizzazione delle caratteristiche della guerra partigiana. Nel 1936-1937 compose l'opera più famosa, Un anno sull'altipiano, profondo e ironico diario del secondo anno di trincea nella grande guerra. Nel 1943 rientrò in Italia e prese parte alla resistenza nelle file del Partito d'Azione, di cui divenne segretario per l'Italia centro-meridionale. Finita la guerra, nel 1945, fu ministro del governo Parri e del primo governo De Gasperi. Nel 1946 fu deputato dell'assemblea costituente e confluì, con la corrente di sinistra del suo partito, nel Partito Socialista Italiano. Nel 1948 diede vita al Partito Sardo d'Azione Socialista e nel 1964 partecipò alla costituzione del Partito Socialista di Unità Proletaria. Si spense a Roma il 5 marzo del 1975.
Il punto di vista di Emilio Lussu e le sue memorie sull'avvento, la presa e il consolidamento del potere da parte del fascismo comandato da 'Musolino' - il sorgere, l'affermarsi e il progredire di quel terribile momento storico: un ottimo esempio di satira, una magnifica ricostruzione storica, fresca come scritta oggi, come se la materia fosse recente.
Così attuale che questo libro andrebbe introdotto come testo scolastico.
Mai incrociato un libro così, mi ha davvero colpito e sorpreso. Ecco un breve estratto che credo renda bene il tono del libro, il suo perfetto mix di umorismo, critica e ricostruzione: Dopo di allora (cioè, la guerra di Crimea), caratteristica dei bersaglieri è sport, celerità, azione. Nell'esercito italiano i bersaglieri sono quello che sono i sindacalisti in politica e i futuristi in arte.
Scritta nel ’31, dopo l’evasione e la fuga da Lipari e una strenua opposizione al fascismo , l’opera si nutre dell’intento di raccontare la storia della nascita del fascismo calando la realtà nazionale a quella regionale della Sardegna con l’unico scopo di mettere in guardia, con la particolarità degli eventi italiani, l’universalità nella storia europea dei fatti e il ripetersi degli stessi meccanismi. Spagna , Portogallo, Polonia, Jugoslavia, Ungheria:“dappertutto dittature”, chi altri ancora? Edito in Italia nel ’44 e non prima, per l’ovvia cesura temporale con conseguente morte della democrazia di cui è superfluo dire, l’autore non volle rimaneggiare lo scritto per conservarne l’autenticità insita in un memoriale dal tono squisitamente soggettivo e limitato alla visione del momento. Riscriverne le parti avrebbe significato tradire lo spirito del libro: genuino, ironico, vero, appassionato. Lussu è fedele a se stesso, sempre. La lettura ha inizio con gli echi della conferenza di pace di Parigi, con i quattordici punti di Wilson e con il principio di autodeterminazione dei popoli. Il popolo sardo si autodetermina: orgogliosamente resiste alle tentazioni lusinghiere del nascente fascismo. Lussu, interventista pentito, ufficiale decorato della Grande Guerra, fondatore del partito Sardo D’azione, è in questi anni dal ’21 al ’26, deputato. Nel ’21, a Villacidro, terra tanto cara a Dessì, subisce il primo atto squadrista; in un crescendo narra la lenta involuzione dell’uomo in gregario, del coraggio in paura, della democrazia in tirannia. Il Leviatano divora l’individuo e il mostro biblico coincide sempre più con lo stato assoluto. La resistenza dei sardi inizialmente è palese, “corse voce di un movimento insurrezionale in Sardegna”, ma dopo la marcia di Roma e il balletto di onorevoli e re che permettono il fagocitamento delle strutture democratiche, la resa è inevitabile. È già tutta contenuta e anticipata nelle bellissime pagine dedicate al primo discorso di Mussolini alla Camera dopo la sua nomina a capo del governo. Le parole di Mussolini sono ricordate quasi a memoria, di poco si discostano da quelle riportate dalle fonti dell’epoca, ma i fatti sono arricchiti dall’occhio sapiente del regista che spazia per tutta l’aula inquadrando i singoli gruppi e restituendoci le loro reazioni. La dissolvenza finale è memorabile e chiude sui parlamentari che prendono parola contro Mussolini e il nuovo governo: “Se il lettore chiude gli occhi un istante e, attribuisce a quest’istante simbolico la durata di quattro anni, riaprendoli vedrà l’uno e l’altro, l’on. D’Aragona e l’on. Cao, inseriti nel fascismo.” Quando in Sardegna, terra fiera e orgogliosa, arriva il generale Gandolfo a sostituire i prefetti con pieni poteri e a sedare ogni istinto di ribellione, a uno a uno gli amici di Lussu diventano fascisti. E allora si legge la presa d’atto, la delusione mai sbandierata ma chiusa nell’animo fiero e irremovibile. Rettitudine morale pura. La meraviglia di chi racconta, incredulo, l’appartenenza al fascismo di persone insospettabili, di amici, di politici vicini fino a poco prima della marcia su Roma, è lì palpabile e rattrista l’animo. Infinita solitudine del giusto. Gli episodi, tanti, prima raccontati in ottica antifascista vengono accennati e richiamati alla memoria ma impietosamente e dolorosamente siglati con un “Anch’egli s’inscrisse al fascismo”. Sfioro le pagine e non leggo più, sento la storia, vedo gli eventi, odo le voci, ne partecipo gli umori. Il ritmo narrativo diventa incalzante, curiosità mista a paura e a stretta compartecipazione agli eventi e ai destini del protagonista fanno volger pagina velocemente. Antagonisti e scontri epici tra le forze del bene e del male si susseguono. Lussu è un grande narratore. Manca il lieto fine, i tempi non sono ancora maturi, la Storia lo scriverà anche grazie a uomini come lui.
…narro solo alcuni episodi legati alla mia vita… così ci tiene a precisare Emilio Lussu in prefazione a questo testo che fu pubblicato, nel 1931, in Francia dove l’ex deputato- evaso dal confino di Lipari- era andato a riparare.
Il testo nacque proprio per chiarire al pubblico francese ed angloamericano l’humus in cui attecchì l’ondata fascista. Impossibile, con questo obiettivo, non risalire al diffuso malcontento che serpeggiava al termine della Prima Guerra Mondiale. Come sempre c’è chi sa manovrare e volgere a proprio favore lo scontento popolare.
Mussolini agita, Giolitti favorisce: così gradualmente nasce lo squadrismo fascista. Fino ad arrivare al 31 ottobre 1922, giorno in cui la democrazia esala l’ultimo respiro. In una situazione di caos generale (e in cui Mussolini si rifugia nella sede del suo giornale a Milano per essere più vicino al confine svizzero..), cominciata il 28 ottobre, la marcia su Roma si conclude grazie a connivenze ed assenze del governo e del re.
Presenti all’accaduto diversi testimoni che avrebbero potuto fermare ciò che in realtà non era così inevitabile. Così il racconto di Lussu ci trasporta a quei giorni a ciò i suoi occhi hanno visto tra Roma e la situazione in Sardegna inizialmente più cauta per poi sfociare in un’efferata violenza.
E’ il 1926 quando centinaia di fascisti accerchiano la sua casa con il preciso intento di ucciderlo. L’aggressività brutale è ancora più animata in seguito al tentativo di ammazzare Mussolini da parte di un ragazzino di sedici anni, Anteo Zamboni, che morirà giustiziato dalla furia cieca della folla presente. Lussu, oltre che essere un noto antifascista, è anche colpevole di aver partecipato alla secessione dell’Aventino dopo il delitto Matteotti. In massa quindi partecipano all’assedio con l’intenzione di linciarlo. Lussu avverte: «Sono armato!» ma forti del numero cercano di entrare da tutti i lati e Lussu spara uccidendo uno di loro. Tutti scappano e l’ex deputato finisce in prigione per due anni e poi al confino a Lipari..
Questo testo è una preziosa testimonianza consigliata a chiunque!
Inquietante la chiosa che sembra tanto contemporanea:
”-Ma durerà questo fascismo? - Dappertutto dittature (...) - Il mondo va a destra!… - Il mondo non va né a destra né a sinistra. Il mondo continua a girare attorno a se stesso con regolari eclissi di sole e luna.”
Ho apprezzato molto questo libro. Non l'ho affrontato pensando di trovarmi di fronte ad un'opera di carattere storiografico, quanto piuttosto una cronaca dei fatti. Lussu è un reporter estremamente chiaro nel descrivere quanto avveniva intorno a lui e, del resto, lo scopo del libro era proprio quello di rednere noto all'estero quanto stesse accadendo in Italia. Una esposizione così lineare - pure nel crescendo della drammaticità della situazione - permette di capire la genesi del fascismo, delineando le responsabilità politiche e morali delle diverse parti in causa, come se il lettore fosse lì in quel momento. Ed è tanto più toccanto laddove dà conto dei morti ammazzati letteralmente su due piedi.Perchè questo è quello che accadeva. Questo per ricordare, se fosse necessario, che prima dell'entrata in guerra e prima delle leggi razziali, il fascismo per circa quindici anni ha soffocato nel sangue la vita democratica. Non so se sia una lettura praticata nelle scuole dell'obbligo o alle superiori, ma credo che dovrebbe divenire obbligatoria del terzo anno di scuola media o delle superiori.
Tantissimi i passaggi degni di sottolineatura, ricordo ora la passeggiata con un capo popolare democratico cattolico, moralmente abbattuto per via del sostegno che il suo partito aveva dato al governo. La passeggiata li porta fuori Roma, davanti alla tomba di Cecilia Metella "Se la tiranndie è un fatto immorale, non è dovere combatterla?" chiede Lussu "Sì, combatterla, ma senza ferire; negando il consenso.La non resistenza è l'arma della civiltà contro la barbarie" risponde l'interlocutore, che però pochi minuti dopo si leva il cappello davanti ad un gruppo di fascisti di passaggio. "Senza accorgercene, incominciamo a formarci una psicologia da schiavi" Perchè il tiranno ha la forza che gli viene concessa dai suoi stessi servi, per citare un po' approssimativamente De La Boetie nel "Discorso sulla servitù volontaria".
L’opposizione, all’ultimo momento, ridusse il numero dei suoi oratori designati a parlare contro il governo. Fra i più espressivi, parlarono l’on. D’Aragona e l’on. Cao. Il primo rappresentava la Confederazione generale del lavoro, aderente al partito socialista: il secondo, il mio piccolo gruppo. Se il lettore chiude gli occhi un istante e attribuisce a quest’istante simbolico la durata di quattro anni, riaprendoli vedrà l’uno e l’altro inseriti nel fascismo. Il primo come filofascista pudibondo, il secondo come fascista militante, intransigente e violento. L’uno e l’altro giustificano, con abbondanti ragioni ideali, i motivi pratici di queste conversioni. Esse sono state tutt’altro che rare in tutta Italia e han preso il nome di “crisi di coscienza”.
A bordo di una carretta sgangherata o col trattore in tangenziale, a dorso di mulo o a cavallo di un acquascooter, la marcia su Roma continua. Più che sul fascismo, un libro sugli italiani. Di ieri, di oggi e di domani.
Io ero candidato in Sardegna, nella lista dell’opposizione. A Villacidro, capoluogo di mandamento, in provincia di Cagliari, si era costituita all’ultimo momento una sezione fascista. Ne facevano parte alcuni conservatori e democratici, e parecchi gruppi operai in gran parte assoldati. Quando io vi arrivai fui accolto da una dimostrazione ostile: “Fuori! Non deve parlare! Via i traditori della patria!” Io rimasi molto sorpreso. Invano i miei amici politici si atteggiavano a difensori della libertà di parola. Ben presto da difensori divennero imputati. Io rimasi solo, attorniato da una turba minacciosa. Il capo della polizia locale mi spiegò che, proprio per un particolare riguardo personale, non ordinava il mio arresto. Nella confusione, uno dei dimostranti più infuriati trovò il modo di portarmi via il portafogli che conteneva qualche migliaio di lire. Me ne accorsi subito e indicai il ladro. Ma i più frenetici s’interposero e inscenarono una dimostrazione clamorosa: “A chi l’Italia?” domandarono i corifei. “A noi”, rispondeva la turba. Vanamente io mi adoperai a dimostrare che non si trattava dell’Italia ma del mio portafogli. Le mie proteste non furono prese in considerazione neppure dal capo della polizia che mi rispose con una esclamazione: “Incidenti della politica”. Mentre io mi allontanavo, la voce di un oratore fascista rintronava nella piazza: “I valori morali …” Finché, della dimostrazione, a me non arrivò che l’eco indistinta e lontana. Lo chauffeur che mi conduceva levò gli occhi per contemplare il sole ancora alto, e ammirato esclamò: “Magnifica giornata”.
Grande libro di un grande uomo. Tutto quello che c’è da sapere sul fascismo, da Mussolini a Casa Pound, è lì dentro. La descrizione dei voltagabbana che prima si dichiarano oppositori al regime, per ritrovarsi fascisti a distanza di settimane, che Lussu dà con fredda lucidità e umorismo sardonico, è deprimente, quando si pensa ai populismi di oggi e ai tanti che ci cascano perché pensano trovarci il loro interesse e sono ignoranti dei minimi principi democratici.
Emilio Lussu war ein sardischer und italienischer Politiker und Widerstandskämpfer. Nach dem er im ersten Weltkrieg als Soldat gedient hatte, kehrte er in die Heimat zurück und musste die Entwicklung hin zur faschistischen Diktatur Mussolinis miterleben. Er wurde nach einem Angriff auf seine Person und dem damit verbundenen Tod eines Angreifers erst freigesprochen, anschließend aber von einem politischen Sondergericht zur Inselverbannung verurteilt. Nach erfolgreicher Flucht gelang es ihm sich nach Frankreich abzusetzen und von dort war er aktiv im antifaschistischen Widerstand. Später war erneut Senator sowie Minister. Zusätzlich ist er als Schriftsteller bekannt geworden.
Dieser historische Erlebnisbericht beschäftigt sich mit der Zeitspanne der früher 1920er Jahre vom der Besetzung Rijekas (italienisch: Fiume) und den damit verbundenen politischen Spannungen über die Entstehung der fascios und der squadre und die damit verbundenen Straßenkämpfe hin zum Marsch auf Rom. Er endet Mitte bis Ende der 20er Jahre mit der politischen Verbannung und der folgenden Flucht von der Insel Lipari.
Hoch interessanter Bericht, fesselnd und gut geschrieben. Etwas Vorwissen zum italienischen Faschismus sind nicht verkehrt, aber nicht zwingend notwendig. Für mich als ehemaligen Geschichtsstudenten, der einen Prof. mit dem Spezialgebiet der italienischen Geschichte hatte, natürlich ein besonderer Genuss.
Avevo già avuto modo di incontrare Lussu e la sua scrittura nel, forse, ben più famoso "Un anno sull'Altipiano" dove avevo seguito con emozione tutte le vicende dell'autore con la Brigata Sassari durante la Grande Guerra.
In questo volume, all'inizio destinato a un pubblico non italiano, Lussu ci presente il post guerra ma, soprattutto e più importante, l'arco di tempo che intercorre tra le prime avvisaglie del fascismo e la sua prigionia a Lipari. Il racconto di Lussu sull'avvenuto del fascismo è un racconto figlio del punto di vista di un uomo che ha fatto la guerra, un deputato e un sardo. Vediamo infatti prevalere questi tre punti fondamentali perché la situazione italiana durante il primo fascismo, quello pre seconda guerra mondiale e pre asse Roma Berlino Tokyo, è analizzata nel generale parlando di cosa accade nella penisola, politicamente parlando testimoniando ciò che accadeva in Parlamento e da sardo parlando nello specifico della sua Sardegna, privilegiando Cagliari.
Da sarda, posso dire che ero davvero purtroppo poco informata su come il fascismo avesse attecchito nella mia isola e nella mia città. È stato piacevole scoprire che all'inizio ci furono delle resistenze, che il fascismo progrediva con l'indifferenza sarda e le parole di Lussu "l'Isola è sempre indietro rispetto al resto del paese" valeva anche per questioni politiche di dubbio gusto. Il punto di vista di Lussu è, quindi, quello di un uomo fieramente antifascista che ha visto piano piano il fascismo insinuarsi nelle schiere dei politici, dei suoi amici, dei comuni cittadini. Ho apprezzato molto l'alternanza del punto di vista più globale sulla questione e quello più sul particolare in Sardegna. Ha fatto comprendere molto bene le dinamiche di presa e radicalizzazione del fascismo e come poteva essere la vita di una persona che si opponeva al regime.
Un libro che andrebbe letto anche a scuola in vista di una didattica volta al riflettere e al ricordare cosa sia una dittatura e cosa bisogna fare come cittadini per impedirla. È un libro che offre molti degli strumenti che servono per attuare qualsiasi movimento antifascista.
Un libro straordinario. Una lettura lucida, cruda e spietata dell'ascesa del fascismo. I ricatti, le intimidazioni e le agressioni delle camice nere, in particolare in Sardegna, dove il fascismo fece fatica ad insediarsi. Il racconto di un VERO patriota, costretto all'esilio da chi aveva nel cuore solo violenza e il proprio tornaconto.
Lussu riesce in un impresa impossibile: raccontare con beffarda ironia e profondita' l'ascesa del fascimo attraverso la sua esperienza di vita. Immancabile per capire quegli anni tragici che forse non sono ancora del tutto passati.
"- Il mondo va a destra! - Il mondo non va né a destra né a sinistra. Il mondo continua a girare attorno a sè stesso, con regolari eclissi di luna e di sole".
Resoconto al vetriolo sulla ascesa del fascismo in Italia, testimonianza preziosissima e viva. Emerge con forza la volontà di potenza che, dopo la fine della guerra, spinse a raccogliersi nel fascismo; emerge, inoltre, il disprezzo e la resistenza iniziali degli italiani, a fronte della meschinità e codardia fasciste. Un richiamo alla responsabilità, con nomi e cognomi, di tutte le figure politiche e di vertice che, inizialmente decisamente ostili al fascismo, ne divennero poi convinti sostenitori: un affresco di egoismo e paura. Tra le altre cose, narrazione interessante della totale disorganizzazione iniziale del fascismo, nonché della marcia su Roma, e importante testimonianza sull'omicidio Matteotti.
Attualissimo, ça va sans dire: una base per una riflessione strutturata e non superficiale sulle dinamiche fasciste e, più in generale, umane, casuali e politiche.
I didn't quite know what to expect when I picked up this book, something I did because Mario Rigoni Stern, another Italian writer I admire, mentions Lussu a lot. I didn't think I would like it quite as much as I did--to the point of having to put it down now and then in near astonishment--because I thought it would be about politics, not a favorite subject of mine. And it was about politics, about Mussolini's seizure of dictatorial powers and the concurrent rise of fascism, complete with force-feedings of castor oil and country ambushes, in the author's home island of Sardinia. But it was also so much more. Above all it was drily, corrosively funny. And it was this funniness that surprised and astonished me.
Testimonianza diretta di chi ha visto e vissuto sulla propria pelle quegli anni, gli anni della Marcia su Roma (e le sue conseguenze), per molti l'inizio di un glorioso futuro partorito dalla violenza, ma per altri, intellettualmente e umanamente evoluti, l'inizio della fine della democrazia.
Lussu porta tra le pagine soprattutto situazioni personali, filtrate attraverso un senso di distaccata ironia tale da alleggerire il contraccolpo emotivo. Ma come spesso accade, il sorriso nasconde l'amarezza, e forse incredulità, per quel repentino cambiamento avvenuto negli italiani, chi per fede politica, la minoranza, e chi per qualunquismo e opportunismo - e perché no, per paura -, la maggioranza.
Se qualcuno volesse sapere cos'è il fascismo e avesse poco tempo, forse questo sarebbe il libro ideale. Con ironia e sarcasmo Emilio Lussu racconta l'ascesa del fascismo, la marcia su Roma, lo squadrismo, e la reazione degli italiani al fenomeno: conformismo, opportunismo, cambiamenti di casacca. Queste poche indimenticabili pagine sono una delle tante meraviglie che il Novecento italiano letterario custodisce.
Libro memorabile. Racconta, dal punto di vista di Lussu, l’ascesa e il consolidamento del fascismo. Molto ironico, verso i fascisti e, soprattutto, verso gli “antifascisti della prima ora” (che cambiano casacca quasi tutti nel giro di pochi anni). Vale sempre la pena di leggerlo, ma più che mai negli anni sciagurati che l'Italia vive dal 1994. Vale anche la pena di rileggerlo.
- Il mondo va a destra! - Il mondo non va né a destra né a sinistra. Il mondo continua a girare attorno a se stesso, con regolari eclissi di luna e di sole.
Lussu, con il sarcasmo tipico di un sardo, riesce efficacemente a descrivere l'ascesa fascismo nella maniera più concisa possibile: parlando delle persone. Persone intimorite, persone illuse, persone opportuniste, ma sempre e solo persone. Non penso che nessun altro libro sia in grado di spiegare così efficacemente quale sia il meccanismo dietro alla "magia" dell'indottrinamento
Veramente divertente, umoristico quasi, nell'agghiacciante resoconto storico della presa del potere fascista. Il racconto è la personale esperienza di Lussu degli anni a ridosso della marcia su Roma e seguenti, un punto di vista totalmente soggettivo, pertanto ancora più prezioso. Impossibile non notare certe somiglianze con l'epoca attuale. Spaventose somiglianze.
Un libro in cui ho trovato molto di più di quello che mi aspettassi, racconta alcuni avvenimenti del fascismo con un occhio critico, oggettivo e con fare spigliato e mai noioso. Dipinge con esattezza e imparzialità l'ambiente degli anni venti e le violenze del fascismo.
Tanto per buttarla subito in politica, ho immaginato Emilio Lussu (scrittore e politico sardo, mio conterraneo, eroe di guerra e fondatore del Partito Sardo d’Azione) rivoltarsi nella tomba dopo che nella mia Regione il partito da lui fondato ha preso la strada che tutti sappiamo. Questa mia affermazione ritengo sia del tutto inattaccabile, in qualunque modo uno possa pensarla. Scritto ormai quasi novant'anni fa, poco dopo l’instaurarsi della dittatura fascista e a seguito della rocambolesca fuga dal carcere di Lipari, dove Lussu venne confinato dal regime, Marcia su Roma e dintorni racconta con un linguaggio semplice, diretto e ironico, l'ascesa per nulla inarrestabile di Benito Mussolini. Si, avete letto bene: “per nulla inarrestabile”, e se avrete la bontà di leggere questo libro, che mi auguro nel frattempo non sia sparito dalle antologie scolastiche (ma credo di si, visto l’andazzo), capirete a cosa mi riferisco. Di fatto, la tesi amaramente esposta da Lussu è che il Fascismo, dilagante nel paese e conseguenza del diffuso malcontento successivo all'esito non proprio trionfale della Grande Guerra, si sia affermato a causa dell’inerzia e delle divisioni fra le forze politiche allora al governo. Forze politiche in buona parte rappresentate da figure fin troppo accomodanti e accondiscendenti, dal presidente del consiglio Luigi Facta in giù, che nulla o quasi fecero per convincere il Re ad agire nei confronti della sgangherata massa di improvvisati squadristi che diedero vita alla Marcia su Roma. Da li in poi il moltiplicarsi degli episodi di violenza e i voltafaccia dei ferventi antifascisti della prima ora (di cui Lussu fa nomi e cognomi, soprattutto di quelli sardi), poi opportunisticamente passati armi e bagagli sotto l’ala protettrice del fascio, decretarono l’interruzione ventennale della democrazia in Italia, con tutti i disastri che ne conseguirono. Marcia su Roma e dintorni è un libro di facile lettura, ambientato prevalentemente tra Roma e la Sardegna, scritto con una prosa incalzante e destinato principalmente a un pubblico di lettori non italiani, ai quali Lussu si rivolge dall'esilio in Francia. Lettori che ancora non comprendevano la novità rappresentata dal fascismo, ma con il quale poi dovettero fare i conti per via del diffondersi in Europa delle dittature di estrema destra, fino al tragico epilogo della seconda guerra mondiale. Libro allo stesso tempo “storico” e incredibilmente attuale. Difficilmente, durante la lettura, riuscirete a trattenervi dal tracciare dei parallelismi con la situazione odierna. Anzi, sarete pressoché obbligati a farlo, visti i tanti punti di contatto con il contesto sociale, economico e politico di allora, e viste la tante figure ben descritte da Lussu che paiono quasi essersi reincarnate nei rappresentanti politici di oggi. Lettura che non posso far altro che definire obbligatoria: prego provvedere.
Emilio Lussu -- described, in their Storia d'Italia nel periodo fascista, by his political allies Luigi Salvatorelli and Giovanni Mira as having "something of an anti-Duce" due to his difficult character and propensity to activism -- opens this curious memoir by briefly referring to the political struggles in the last years of the parliamentary period marked by Giovanni Giolitti's personality. His authoritative opinion is a helpful guide for those striving to understand the "swamp" -- to quote Silvio Spaventa's well-known 1885 dictum -- of Italian politics; for instance, he classifies Ivanoe Bonomi and the abovementioned Giolitti as belonging to the left-wing of the liberal-democratic constellation (chapter 11) and claims that fascists should dedicate a large monument -- perhaps comparable to the Valley of the Fallen in Spain? -- to a Giolitti supposed to have aided their rise to power (chapter 1).
However, it is noticeable that at no point does the acute observer attempt to pinpoint the nature of fascism, except a passage in chapter 17, where Mussolini's supporters are described as supporting a strong State and militarism while laughing at the "inmortal principles" of democracy, and another at the beginning of the same chapter, where Lussu states that his democratic, autonomist and republican beliefs are incompatible with fascism, thus implying it to be centralist and monarchist. Perhaps the closing paragraph, a pessimistic conversation where the upsurge of conservative dictatorships in several Eastern and Southern European countries (the reference to Spain's Miguel Primo de Rivera in chapter 20 is also meaningful here), of nationalists in Germany and of François Coty's conservatism in France, is likewise related to this.
Lastly, I would like to say that I read this book together with D.H. Lawrence's Sea and Sardinia in order to have a picture of Sardinia at that time. While Lussu's political concerns have little if anything to do with Lawrence's view of the Island as a primeval land not truly belonging to Europe, the account of the English writer corroborates some of the Sardinian politician's claims, such as that by 1921 fascism was all but unknown on the Island (the movement is not mentioned a single time in Lawrence's book) and that instead many of its inhabitants fervently believed in socialism.
This is an impressive auto-biography of an MP who lived through the rise of fascism in Italy. It is impressive because 100 years after, many of the events he describes are taking place again today, even though with less obvious brutality. Fascism has learned it cannot be so obvious, so it is choosing other instruments to rise again. But the base actions are still the same: find a common enemy to rally people around; discredit democratic institutions by ridiculing them and by placing fascists in key positions, weakening the system from within; give guns to people, especially those who support you and are your militia - today it's not so much about guns but about radicalising the base through fake news, trolls and others; control sectors of the media in order to have "legitime" news stories about fascist initiatives and thus start controlling the public narrative about them; force people to join the party, either through fear or by giving people high rewards they can't otherwise obtain because the party doesn't allow it; and eventually make your way to the power so you can change democratic laws into new laws that only you can change. Throughout the book, Lussu explains how Mussolini profited from the post-WWI "rotten peace" to present himself as the saviour of the nation. It only echoed in specific sectors, especially those who felt they had nothing to lose after the war. From there, using all the actions from above, more people joined during the 1920s, while the opposition was either killed or imprisoned. The book also shows how the Italian king did nothing to stop fascism - on the contrary, it increasingly supported it, working with other kings in fascist kingdom's, like Alfonso's XIII Spain with Primo de Rivera. Eventually, this would lead to the end of the Italian monarchy in 1946.
I recommend this book to anyone interested in political science, history, or autobiographies. Parts of it, if not all of it, should be thoroughly studied in every school.
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Emilio Lussu è molto conosciuto per la sua cronaca dell'esperienza sull'Altopiano di Asiago durante la Prima Guerra Mondiale, ma penso che questo sia un testo altrettanto importante, se non di più; un testo che andrebbe letto a scuola per capire realmente quello che fu il fascismo nella vita di tutti i giorni. Lussu dichiara nella prefazione che il suo intento non è l'analisi storiografica, ma una cronaca della sua esperienza personale, come deputato e come uomo, raccontata perché sia possibile riconoscere i segnali e non vengano ripetuti gli stessi errori all'estero. La prosa è tersa, senza fronzoli, e la sua ironia amara colpisce e affonda la retorica vuota di fascisti e antifascisti allo stesso modo. Il fascismo viene mostrato nella sua meschineria e crudeltà, fatta di omicidi sommari, abusi di potere, grandi proclami e fuga alla prima parvenza di pericolo; allo stesso modo, gli antifascisti più retorici, quelli che invocavano la morte, dopo poco si rivedono nelle alte gerarchie, e a loro Lussu non risparmia nulla; è invece più indulgente con coloro che si sono "convertiti" per non morire di fame insieme alla loro famiglia. Critica aspramente anche l'incapacità e indolenza del governo che ha permesso la Marcia su Roma, che sarebbe potuta finire diversamente se solo si fosse agito con più determinazione. Non cede mai all'autocommiserazione e racconta anche gli episodi più feroci e drammatici con una certa leggerezza che non vuole nascondere il peso delle azioni, solo fare un racconto il più possibile obiettivo; è una caratteristica che ho molto apprezzato, la ricerca dell'obiettività, per quanto possibile e nonostante la consapevolezza che il libro non possa essere obiettivo.
- Tra fascisti e antifascisti. Sono stati sparati dei colpi di rivoltella e delle bombe. Sono stati feriti due antifascisti... - Pochi, - affermò il maggiore. Io non volli rilevare neppure quest'interruzione. - Il che vuol dire, - continuai, - che i colpi sono stati sparati dai fascisti. Questo è chiaro. E lei ha fatto arrestare solo degli antifascisti. - Io eseguo gli ordini dei miei superiori e non discuto. - Ma gli ordini non possono imporre l'arresto degli inermi e la tranquillità degli armati. - E se gli ordini impongono questo? - Ah, no, - esclamai io, c'è la legge. - Che legge d'Egitto, - interruppe il maggiore. - Come? - chiesi io con stupore. - Lei, ufficiale della Guardia del re, sosterrebbe che la legge non conta... - Conta un fico, - mi sussurrò in faccia il maggiore. Io non ero preparato ad una risposta simile. E mi trovai, all'improvviso, in uno stato di inferiorità. Il primo pensiero fu di troncare la conversazione e di allontanarmi. Ma, imbarazzato com'ero, commisi la leggerezza di fare appello alla mia carica. - Sa lei, - dissi con un atteggiamento molto dignitoso, - che parla con un deputato del Parlamento? Guardai bene in faccia il maggiore e, per trovarmi un aiuto costituzionale, il commissario di Pubblica Sicurezza che assisteva muto e nervoso. - Il parlamento, - sentenziò il maggiore scandendo le sillabe, - ha fatto il suo tempo. Io rimasi di sasso. Era questa anche la mia opinione, ma io avevo sperato che non fosse la sua.
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Letto in un periodo di interessamento (per ragioni di studio) al periodo della dittatura fascista in Italia, è un’opera autobiografica che Lussu scrive come memoriale dei primi 10 anni del fascismo, vissuti come oppositore prima del movimento e in seguito del partito e quindi del regime. Narra in maniera agevole e con note di ironia e sarcasmo eventi di portata nazionale (Marcia su Roma, omicidio Matteotti, esautoramento della Camera, eccetera) altrimenti drammatici per un Paese uscito vittorioso seppur con diversi disagi dalla Grande Guerra. Tuttavia egli si concentra anche sulla sua esperienza personale di antifascista in Sardegna, raccontando esperienze al limite del grottesco occorse a lui stesso o ai suoi compagni di opposizione, dalle persecuzioni alle aggressioni fino al suo arresto e confino a Lipari, dove riuscirà poi a evadere per rifugiarsi in Francia e continuare l’opera di opposizione al fascismo. A mio parere un’opera fondamentale dell’antifascismo italiano, da leggere criticamente e riflettendo sugli eventi che in breve tempo hanno trasformato il regno d’Italia in una dittatura de facto, basata sulla repressione e la violenza.
Το βιβλίο του Εμίλιο Λούσου "Πορεία προς τη Ρώμη και τα Περίχωρα" προσφέρει μια βαθιά ματιά στην άνοδο του ιταλικού φασισμού από το 1919 έως το 1929. Μέσα από μια γλαφυρή και πικρόχολα ειρωνική αφήγηση, ο Λούσου περιγράφει τον τρόπο που οι φασιστικές δυνάμεις κυριάρχησαν στην Ιταλία με τη συνεργασία ή την ανοχή της πολιτικής ελίτ, της μοναρχίας και των μεγάλων οικονομικών συμφερόντων. Οι περιγραφές των ταγμάτων εφόδου, των πολιτικών διώξεων και της συγκάλυψης εγκλημάτων από τον κρατικό μηχανισμό προκαλούν ανατριχίλα, ενώ οι ομοιότητες με σύγχρονες φασιστικές πρακτικές τονίζουν τη διαχρονικότητα του φαινομένου.
Η απλή, άμεση γραφή του Λούσου, εμπλουτισμένη με πικρό χιούμορ και προσωπικές εμπειρίες, μαγνητίζει τον αναγνώστη και φωτίζει μια σκοτεινή σελίδα της ιστορίας. Σημαντικό ρόλο στην ελληνική έκδοση παίζει και η εξαιρετική μετάφραση του Βαγγέλη Ζήκου, καθώς και το ενημερωτικό επίμετρο του Λάμπρου Φλίτουρη. Ένα διδακτικό και απαραίτητο ανάγνωσμα για όσους επιθυμούν να κατανοήσουν βαθύτερα την ιστορία του φασισμού.
Ritengo sia un autobiografia che andrebbe letta nelle scuole per avere un punto di vista storico diretto. Rispetto al tipico manuale di storia, questo libro narra molti fatti a molti sconosciuti e dà una visione dei personaggi molto diversa da quella che fanno intendere saggi e documentari, a partire dallo stesso Mussolini, che viene quasi ridicolizzato e descritto come uno che non sapeva come andavano fatte le cose. Emilio Lussu ha saputo tenermi attaccata al libro e spinta ad approfondire la sua vita. Lo consiglio fortemente a tutti coloro che volessero farsi un'idea sul periodo fascista in Sardegna, perché mentre si dice che i sardi fossero poco informati al contrario erano particolarmente informati con un loro ideale, la battaglia contro il fascismo, l'antifascismo.
secondo me è un libro unico perché ci dice esattamente tutto quello che è successo prima, dopo e durante la marcia su Roma. non solo dal punto di vista politico ma anche popolare. io ho appena finito la terza media e posso dire senza avere la paura di essere smentita che nei libri di storia c’è scritto pochissimo. questo non è il primo libro che leggo di Lussu. ho letto anche “un anno sull’alto piano”. secondo me marcia su roma e dintorni è migliore perché è un trattato storico in cui parla anche un po’ della sua vita. però non possiamo paragonarli perché hanno due scopi ed obiettivi differenti. consiglio molto questo libro perché ti apre la mente e ti dà una visione ampia dell’italia e della sardegna in quel periodo
Resoconto storico interessante sulla brutalità del fascismo e sui suoi metodi disumani e manipolatori di trattare le persone. Viene davvero da credere che coloro che vogliono riportare questo regime in Italia non abbiano mai davvero studiato la storia da un punto di vista neutrale.