"Questo racconto apparve originariamente sul settimanale "L'Espresso" ma con la doppia firma Fruttero&Lucentini. Semplice il motivo: quei due nomi uniti dalla e commerciale s'erano ormai bene o male consolidati come una ditta o azienda (in realtà era semmai una società di mutuo soccorso) e sarebbe stato stupido rinunciare a un marchio così bene avviato. Ci venivano delle idee, ci presentavano delle proposte, e noi le valutavamo, ne discutevamo, e poi decidevamo se buttarci o no. La richiesta stavolta era per un racconto di genere poliziesco, avendo La donna della domenica diffuso tra i periodici italiani di ogni livello e genere la seguente equazione: vacanze = brama di spensieratezza = lettura di evasione = polizieschi brillanti = F&L. Cedemmo un paio di volte a tali offerte con risultati ai nostri occhi non entusiasmanti. Con Franco ci parlammo al telefono, è chiaro. Probabilmente lasciammo subito cadere la possibilità di mettere insieme un intreccio poliziesco contenibile in una ventina di pagine, e fui forse io, o forse invece Lucentini, a propendere infine per la ghost story." Dal Backstage di C.F.
The editorial team of Carlo Fruttero and Franco Lucentini, particularly notable for their (controversial) curation of the Urania series of fantascienza (science-fiction) compilations from 1964 to 1985.
Breve racconto, tecnicamente perfetto, di una giornata estiva ambientata in Toscana attraverso gli occhi della protagonista che si districa tra personaggi tediosi, mondani e beceri, falsi amici ed intenditori con finale a sorpresa. L'edizione Longanesi si arricchisce di 30 immagini - fantasmi femmina - tratte dai film di Federico Fellini. La prima focalizza Anouk Aimée (La Dolce Vita) con occhiali da sole alla guida...è così che mi sono immaginato Gea.
Delizioso il racconto, delizioso il backstage che segue.
"Questo racconto apparve originariamente sul settimanale "L'Espresso" ma con la doppia firma Fruttero&Lucentini. Semplice il motivo: quei due nomi uniti dalla e commerciale s'erano ormai bene o male consolidati come una ditta o azienda (in realtà era semmai una società di mutuo soccorso) e sarebbe stato stupido rinunciare a un marchio così bene avviato. Ci venivano delle idee, ci presentavano delle proposte, e noi le valutavamo, ne discutevamo, e poi decidevamo se buttarci o no. La richiesta stavolta era per un racconto di genere poliziesco, avendo La donna della domenica diffuso tra i periodici italiani di ogni livello e genere la seguente equazione: vacanze = brama di spensieratezza = lettura di evasione = polizieschi brillanti = F&L. Cedemmo un paio di volte a tali offerte con risultati ai nostri occhi non entusiasmanti. Con Franco ci parlammo al telefono, è chiaro. Probabilmente lasciammo subito cadere la possibilità di mettere insieme un intreccio poliziesco contenibile in una ventina di pagine, e fui forse io, o forse invece Lucentini, a propendere infine per la ghost story." Dal Backstage di C.F.
"Ti trovo un po' pallida" è una tipica ghost story. Un racconto breve di un ottantina di pagine, scritto molto bene. Inizialmente si fa un po' di difficoltà a entrare nel flusso di coscienza della protagonista ma mano mano che si va avanti con la storia si iniziano a mettere insieme i tasselli mancanti. Scorrevole, forse un po' prevedibile nel finale, con il classico colpo di scena che avevano le storie di fantasmi che ci raccontavamo da bambini, ma apprezzabile. Bellissime le descrizioni delle colline, dei paesini toscani e dei ruderi di Roselle.
Scritto bene, stile carino, ma un po' acquetta fresca. Alla lunga ripetitivo, specie quando si è capito come finirà. IlBackstage che occupa metà libro poi, l'ho trovato più che noioso.
Una bella ghost story, avvolgente, in apparenza futile e avvitata su se stessa fino a che il lettore comincia a capire che c'è qualcosa che non va e a cercare di indovinare che cosa...
Interessante ghost story, scritto con uno stile particolare e in grado di rivelare con acume la vacuità di una borghesia che di solido ha solo la presunzione.
Un bel racconto (peccato non averlo letto durante la torrida estate) e un ancor più bel backstage. E' vero, ritroviamo un capitolo che abbiamo già letto (o magari leggeremo) in "Mutandine di chiffon" ma lo perdoniamo, anche perché è funzionale alla struttura del libro. Piccola chicca: la puntuale lezione di marketing in quarta di copertina!