«Qui da noi ogni dieci anni in media compare una nuova montagna o un nuovo campo di lava a cui tocca trovare un nome. È il Paese stesso a renderci creativi.» Così lo scrittore Hallgrímur Helgason ha spiegato quella ricchezza letteraria e quel gusto del narrare che accompagnano l’intera storia d’Islanda, e che sono all’origine di questo libro. Una raccolta di 47 storie legate in vario modo ad altrettanti vulcani, che spaziano dalle avventure dei primi colonizzatori dell’isola alle imprese di esploratori estremi, dalle antiche saghe norrene alle missioni della NASA nei canyon «lunari» degli altipiani interni, alternando scienza, poesia, cronaca e leggenda. Il viaggio di William Morris nella mitica Snæfellsnes, il «match del secolo» tra Bobby Fischer e Boris Spassky nella Reykjavík del ’72, il mistero che avvolge la spedizione Von Knebel nel cratere di Askja si affiancano all’epopea dello schiavo caraibico che divenne il primo islandese nero della storia, alle attuali sfide dei vulcanologi per prevedere le eruzioni, allo studio dei tunnel di lava che potrebbero aprirci una strada verso Marte. Il libro dei vulcani d’Islanda è un viaggio curioso intorno all’unicità geologica di un’isola che conta trenta diversi sistemi vulcanici attivi, di tutte le tipologie conosciute. È il ritratto di un Paese che è «un esperimento, prima naturale e poi umano», e che per questo ha attirato attraverso i secoli studiosi, avventurieri e poeti, diventando un bacino inesauribile di storie. Grandiosi protagonisti o impassibili spettatori delle vicende narrate, signori di una terra in cui il creato si crea, si distrugge e si trasforma ogni giorno, i vulcani ci ricordano che il suolo su cui camminiamo non è eterno, che non c’è eternità negli sforzi umani, nell’arte e nella scienza. Ma al tempo stesso ci offrono un contatto vivido con la «creazione», con l’imprescindibile guerra tra gli elementi che è all’origine della vita sul nostro pianeta, e racchiudono forse la nostra via d’accesso all’universo.
A través de 47 volcanes de los 200 sobre los que está asentada esta isla, el autor nos va contando la historia y curiosidades de Islandia, un país singular por su geografía y climatología que quién lo visita se queda enamorado. Muy recomendables.
Avevo regalato questo libro qualche anno fa a un’amica grande viaggiatrice, ma non mi ero dato nemmeno il tempo di sfogliarlo. Stavolta, complice l’intenzione di andarci finalmente in Islanda, mio vecchio sogno, me lo sono comprato e l’ho letto.
Ebbene: anche se è un testo difficilissimo da collocare (non è un memoriale, non è un libro di viaggi, non è un libro di racconti né di storia e nemmeno un trattato di vulcanologia), è sicuramente uno dei libri più belli e meglio scritti che abbia mai letto. C’è una vaga somiglianza emotiva con certe opere di Primo Levi (La chiave a stella, Il sistema periodico, Storie naturali). Quello che è certo, è che si tratta di un libro veramente indispensabile per capire che cosa sia l’Islanda e che è scritto straordinariamente bene.
Ogni capitolo è dedicato a un vulcano islandese, che com’è noto tra attivi, quiescenti ed estinti sono veramente moltissimi. Viene data qualche notizia sulla sua storia, sulle sue eruzioni recenti o antiche, c’è il disegno della sua forma per tinte altimetriche. E poi si parla d’altro, che siano leggende attinte dal vastissimo patrimonio tradizionale-mitologico islandese (storie spesso abbastanza trucide, piene di delitti o sortilegi), storie (...naturali!) di animali o di eruzioni, episodi storici antichi o anche più vicini a noi, che per qualche motivo sono correlati con il vulcano. Un modo, in sostanza, molto intelligente per creare una cornice in cui inquadrare narrazioni tra loro diversissime, proprio come appunto aveva fatto Levi nel Sistema periodico.
Con riferimento a fatti storici o meno storici ma comunque realmente accaduti, facciamo così conoscenza con personaggi incredibili: con un giovane pescatore che nel 1984, caduto dalla sua imbarcazione nelle acque gelide dell’isola di Heimaey, per non perdersi d’animo e cercare di sopravvivere si mise a parlare con i fulmari che volavano sulla sua testa, e così riuscì a prendere terra e diventare un caso biologico, pure studiato dagli scienziati - nessun essere umano può sopravvivere per così tanto tempo nelle temperature glaciali di quelle acque. O con il musicista Jòn Leifs che scrisse una rumoristica e rumorosissima composizione dedicata al vulcano Hekla. O con Sara Barsotti, una dei tanti italiani che trovano all’estero gratificazioni e soddisfazioni che la loro patria è così restia a concedere - nella fattispecie, coordinatrice dell’ufficio per l’analisi del rischio vulcanico di Reykjavik, un ruolo che in un Paese come l’Islanda non è propriamente un sinecura. O con Han Jonathan, servo - o per meglio dire, schiavo, d’origine antillana - di una nobildonna danese, che dopo aver servito su una nave da guerra contro Nelson - sempre lui, l’infame di un altro libro in cui si parla di un altro vulcano, “L’amante del vulcano” di Susan Sontag - raggiunse l’Islanda e con la sua laboriosità e intelligenza si guadagnò di fatto lo status di uomo libero (che di diritto ottenne solo alla morte della nobildonna). O col giocatore di scacchi Bobby Fischer, che proprio in Islanda aveva ottenuto la storica vittoria sul russo Spasski, per poi, qualche decennio dopo, andare fuori di testa, fare una serie di dichiarazioni improvvide sull’11 settembre che gli chiusero le porte di quasi tutte le nazioni tranne che della stessa Islanda, dove andò ad abitare fino alla morte e dove oggi è sepolto. O con Neil Armstrong e gli altri astronauti americani che proprio nei deserti lavici dell’Islanda si allenarono alla conquista della Luna. O con Jorgensen, un geniale avventuriero dai mille mestieri, tra i quali medico, marinaio, agente segreto e molto altro, che per un breve periodo si autoproclamò “Protettore dell’Islanda” abolendo la sudditanza di questa dalla corona danese. O con l’ingegnere Giancarlo Gianazza che in Islanda cerca il tesoro dei Templari sulle cui tracce è stato messo da Dante e da Botticelli.
Sono solo alcuni dei numerosissimi personaggi, vicende e situazioni che trovano posto nelle 364 pagine di questo libro. Naturalmente non mancano descrizioni geografiche sempre molto accurate; l’autore rimane comunque quasi sempre defilato. Di sé parla pochissimo; anche se il suo amore per l’Islanda comunque è fuori discussione. Lo fa marginalmente, ad esempio, in un lungo epilogo in cui spiega cosa sono i vulcani, perché esistono, qual’è il loro ruolo nella geologia terrestre. Poi, come se non bastasse tutto quello che è stato detto, alla fine del libro i capitoli. uno per ogni vulcano, vengono ripresi singolarmente e viene aggiunta una ulteriore serie di informazioni su di essi e sulle vicende narrate in ogni capitolo.
Se i vulcani vi appassionano o se dei vulcani ve ne può fregar di meno, se pensate di andare in Islanda o se preferite tenervene ben lontani, questo libro, leggetelo. Ne vale assolutamente la pena.
The subtitle is certainly more beautiful than the title: "Stories of men, fire and transience". An epic air, for a land that Epic is for sure. A book that is a journey between the ancient Nordic sagas and the modern science of our times, written by an Apulian author, also bewitched (like me) from this land. An earth that is geologically the youngest on our planet, but which has retained all the primordial characteristics of the Earth at its dawn. What's more primordial than the volcanoes that generate new lands? Volcanoes that modify the soil, give shape to the mountains, inspire legends and myths. Volcanoes, if we just stopped being so superficial, always remind us that the Earth has a deep core of fire, where all its elements are in constant struggle. Molten rocks, bubbling metals, magma, ice, lava, everything. Leonardo Piccione took 47 volcanoes of Iceland and associated each of them with a story: there are the salient geological data, but they are only a small page; the rest is a story related to the volcano in question. It may be a recent story, a story of a few hundred years ago, but also a story linked to a Nordic saga. So there is the Eyjafjallajökull, the volcano that in 2010 paralyzed all the flights arriving and departing from Europe for weeks; there is Hekla, the volcano from which Leopardi's Icelandic escapes in the Dialogue of Nature and an Icelandic; there is the mythical Snaefells, the volcano from which enter the protagonists of the Journey to the center of the Earth of Verne (then spewed out from another volcano, this time Italian); there is the Askja, where Neil Armstrong and Buzz Aldrin trained before setting foot on the Moon in 1969 with Apollo 11; there is Katla, who takes her name from a witch and hides herself waiting for the return; the question is not whether it will rage again, but when. They are real and also metaphorical stories, and as soon as you set foot in Iceland you immediately feel that under your feet there is the Earth that vibrates, which makes you feel small even without having to look up and see the Universe. A land that we mistreat, because we are ignorant, and we never think that the Earth could swallow us all in a moment and we could not do anything. Because "when Nature decides to claim the legitimate possession of the Earth, men remain silent". This book is the journey of a curious man in the geological uniqueness of an island colonized by the Vikings, who called it Land of the ice and not of the volcanoes, but who then immediately learned that in Iceland you have to live together with volcanoes and that they are sooo much more unpredictable than ice…. Iceland is a land of sulfur, fire, caldere, volcanoes, glaciers, lava fields, black beaches, northern lights, surreal stacks, infinite deserts, low temperatures even in August, of possibilities to travel for hours without meeting another person; I would like to live there. Thanks to Leonardo Piccione for writing this book.
Non lo credevo possibile, ma... Ho amato questo libro alla follia. Ancor più de L'Atlante leggendario delle strade di Islanda. Vi assicuro che qui siamo su tutt'altro livello. E credo che il merito sia dovuto alla vastità degli argomenti trattati, un po' come Il Cucchiaino Scomparso di Kean. I vulcani sono il filo conduttore del libro, non c'è dubbio, ma il vero protagonista è proprio lei: l'Islanda. 47 vulcani, 47 storie che parlano di qualsiasi cosa collegata all'isola. Andiamo da William Morris, al folklore, alle balene, alle stazioni di servizio, al portiere della Nazionale di calcio, alla Nasa, alle piscine, a Wegner, alla Commedia di Dante, ai ricercatori, al Gigante di Ferro, alle Alche e alle marimo. Insomma, di tutto e di più. E non è una lettura pesante o troppo tecnica, nossignore! Riesce a farti entrare nella vicenda, nella mentalità dei locali, e ti insegna un'infinità di nozioni che difficilmente troveresti su Wikipedia. ARGH! Non ho parole per descrivere l'euforia del mio cervello mentre leggeva pagina per pagina, fino alle note finali, questo libro. Inoltre la grafica è ben curata. Ogni vulcano ha i suoi dati e le sue note, il che aiuta il lettore a capire la situazione islandese e a datare le varie eruzioni che si sono verificate nel corso dei secoli. Non c'è dubbio, l'Islanda è una delle terre più misteriose e incredibili al mondo, ma forse è proprio per questo che studiandola potremmo capire sia il passato che il futuro della Terra. Caldamente consigliato!
Al empezar este libro me esperaba un acercamiento puramente científico, geológico o geográfico, a la miríada de volcanes que pueblan Islandia, pero luego descubrí que estos volcanes -aun siendo el tema principal de la narración- suponen el pretexto perfecto para hablar de las diferentes áreas de la isla, su folklore y sus gentes. Lo que más me sorprendió fue la calidad literaria de este ensayo, cuyo autor, un estadista, bien podría dedicarse a escribir novelas. Cada volcán da pie a una pequeña historia ambientada tanto en el mundo contemporáneo como en el tiempo mítico de las sagas islandesas. Sea como sea, los relatos logran igualmente transmitir la particularidad del paisaje de la isla, tan extremo e inexorable, tendiendo puentes entre glaciares y volcanes, turismo y aislamiento, excepcionalidad e internacionalismo, hielo y magma.
"La única categoría a la que responde el magma es la necesidad, su único anhelo es el de colmar los espacios vacíos, destruir ciegamente para regenerar. Los oropeles del sentido se los añadimos nosotros con este maldito vicio de revestirlo todo con nuestra propia complejidad, incluso un elemento tan primitivo como el fuego".
También está bien saber que: (i) los islandeses son muy piscineros, (ii) los islandeses son muy lecturitas, (iii) las nubes volcánicas son capaces de producir rayos (!) (iv) estar gordo te puede permitir sobrevivir seis horas en las aguas heladas del Atlántico norte (preguntádselo a Guðlaugur Friðþórsson).
Se da un lato, a volte, si ha paura del diverso o di ciò che è lontano da noi, dall’altro è innegabile il fascino che un’altra cultura o sempre il diverso esercita su di noi. Spesso questo è anche quanto accade con posti remoti e distanti da noi, come può essere l’Islanda, che con le sue tradizioni, credenze, con la sua lingua o semplicemente con il suo paesaggio intriga e affascina le persone più lontane e distanti geograficamente. Proprio questo motivo mi ha spinto a leggere “Il libro dei vulcani d’Islanda” di Leonardo Piccione, che già solo dal titolo restituisce una delle peculiarità di questa nazione, ovvero la coesistenza degli uomini con i vulcani.
In maniera originale Leonardo Piccione ci porta in un viaggio di scoperta per tutto il territorio islandese, costellato da nord a sud da vulcani, il più delle volte attivi e che con la loro eruzione potrebbero causare non pochi disagi. Oltre a una scheda tecnica con nome, tipo di eruzione, altitudine e altri dati, a ogni vulcano è legata una storia, una leggenda o un evento accaduto lì o comunque strettamente connesso.
Ogni uscita di Iperborea è pressoché imperdibile, specie (a mio gusto) quando si concentra sulla maestosa isola d'Islanda. Qui i protagonisti sembrano essere i vulcani e le storie, tante e diverse per tempo e voce, che vi sono legate, ma l'unica stella sul palcoscenico è solo lei, l'isola delle leggende, un luogo magico come magica è la natura che la costituisce, un posto di meraviglia nella sua durezza e selvaggia essenza. Da leggere e gustare
È passato un anno dal mio viaggio in Islanda e ogni volta che leggo di lei, che sia opera di fantasia o saggistica, i ricordi che serbo con cura si arricchiscono di nuove meravigliose immagini. Fra le mie, ancora poche, letture sull’Islanda questa è al momento la mia preferita. Un bellissimo libro ricco di scienza, storia, folklore, e poesia. Ogni capitolo è dedicato a un vulcano e per ogni vulcano, oltre ad informazioni specifiche sulla loro origine e attività, ci viene raccontata una storia che lo vede protagonista, o quasi. Alcuni di questi vulcani li ho visti, alcune di queste storie le ho ritrovate dal mio viaggio, adesso avrei solo voglia di ripartire e tornare a calpestare questa terra che sembra non appartenere al nostro pianeta. Un libro consigliato a chi è stato in Islanda, ma anche e soprattutto a chi non sa nulla dell'isola del ghiaccio e del fuoco.
I vulcani ci ricordano che il suolo su cui camminiamo non è eterno. Non c’è eternità in quello che facciamo, negli sforzi degli esseri umani, nell’arte e nella scienza. È un bene che i vulcani esistano.
Es una maravilla, lo recomiendo con ganas a los amantes de las historias, de la naturaleza o de la buena literatura. Me ha fascinado de principio a fin, y lo he terminado con el pecho henchido y sonrisa en la cara.
Non è una guida né un romanzo, ma riesce ad essere un po' entrambe le cose. I racconti sono molto vari, e lo stile dell'autore si adegua al diverso registro di ciascuno passando con abilità dall'asciutto al poetico, riuscendo così a raccontare molte anime dell'Islanda. La sezione conclusiva, ricchissima di riferimenti e piccoli approfondimenti su ciascuna storia, è una chicca.
"Il sinistro brontolio dei vulcani ha sempre celato questo in fondo, una proposta di evasione, una via di fuga concreta e immaginaria insieme. Un invito a gioire del fuoco e del suo consumarsi, del suo continuo distruggere per ricreare, il solo modo per ingannare l'estinzione e concedersi un futuro nell'eterno presente di questo universo."
Il libro dei vulcani d'Islanda - Storie di uomini, fuoco e caducità è un libro davvero molto particolare, infatti protagonisti sono i numerosi vulcani d'Islanda. L'Islanda è un paese che mi affascina moltissimo, spero un giorno di visitarla. Questo libro mi ha trasportato direttamente in questa magnifica terra, fatta di lande isolate, di paesaggi selvaggi e di tanta, tantissima bellezza. La bellezza dell'Islanda sta anche nel suo continuo cambiare e rinnovarsi, cosa che avviene anche a causa dei vulcani. In Islanda ci sono tantissimi vulcani, di ogni tipo e genere. Vulcani attivi, vulcani sepolti, vulcani sottomarini, addirittura vulcani che sembrano spenti ma che ancora nascondono un'anima viva. Scherzando molti dicono che ci sono quasi più vulcani che persone. In realtà i vulcani fanno parte dell'identità islandese, sono una caratteristica del territorio e hanno reso questa terra quella che è oggi. Leonardo Piccione ci accompagna tra 47 storie diverse, ognuna che ha per protagonista un vulcano. Si tratta di storie legate a notizie vere, alle famose saghe islandesi o semplicemente ad imprese a cui questi vulcani hanno assistito. I vulcani sono allo stesso tempo protagonisti e spettatori di queste storie, sempre lì sullo sfondo a distruggere e ricreare una terra che è in costante cambiamento. Ho amato questo libro! Come ho già detto io sono profondamente affascinata dall'Islanda, dalla sua geologia e dalla sua storia. Questo libro ripercorre varie storie legate a questa terra, tutte diverse l'una dall'altra, che ci fanno conoscere qualcosa in più di questo meraviglioso paese. Lo stile dell'autore è molto scorrevole ed interessante, mai prolisso nè noioso. La narrazione è divisa in varie storie che hanno per protagonista un diverso vulcano. All'inizio di ogni racconto c'è una scheda dedicata al vulcano che ci fa una panoramica del vulcano stesso. Le storie sono davvero molto varie e le ho trovate tutte molto interessanti e particolari. Passiamo da storie legate alla mitologia e alle saghe islandesi, arrivando a storie legate al calcio, alle missioni sulla Luna, alle missioni di esplorazione e così via. Tutte le storie hanno ovviamente in comune i vulcani e l'unicità geologica dell'Islanda, una terra che ha poco in comune con altri paesi e che sembra ricordare la superficie di pianeti come Marte. Queste storie, gli stessi vulcani ci ricordano che niente resta sempre uguale, che tutto è in continua trasformazione, esattamente come l'Islanda. Un po' saggio e un po' particolare viaggio, questo libro ci offre una diversa chiave di lettura di questo straordinario paese in cui a farla da padrone sono dei giganti di fuoco e la creatività degli uomini.
Per ogni vulcano, sono 47 e io ne conoscevo due, c'è una storia di uomini, di fuoco e di caducità. Ci sono mitologie e storie straordinarie di persone normali. Ci sono giganti, scrittori, calciatori. C'è solo un'infinitesima parte di quella che è la magia e la storia dell'Islanda. E' un libro talmente bello, talmente magico, talmente interessante che ogni dubbio iniziale è scomparso dopo poche pagine. L'ho profondamente amato. Come amo l'Islanda.
Non è una guida né un romanzo, ma riesce ad essere un po' entrambe le cose. I racconti sono molto vari, e lo stile dell'autore si adegua al diverso registro di ciascuno passando con abilità dall'asciutto al poetico, riuscendo così a raccontare molte anime dell'Islanda. La sezione conclusiva, ricchissima di riferimenti e piccoli approfondimenti su ciascuna storia, è una chicca.
Ho trovato questo libro molto ben scritto, passa dal registro divertente, a quello malinconico, a uno più didattico a seconda del racconto narrato. Permette davvero di esplorare le varie zone dell'Islanda.
Un libro che consiglio a tutti coloro che amano l'Islanda o che desiderano visitarla. In questo libro i vulcani sono suddivisi in base alle zone dell'isola e per ogni vulcano si trovano i dati tecnici e le storie ad esso connesso (storie vere, leggende, aneddoti...). Man mano che si va avanti con la lettura, si apprezza maggiormente questa terra di fuoco e si scoprono vicende poco conosciute che rendono ancora più affascinante l'isola.
Un libro curioso,m graficamente molto curato e ricco di notizie e fatti su un paese abbastanza lontano dai nostri pensieri come l'Islanda. Echi di saghe antiche, eroi sconosciuti ed eventi più recenti si dipanano tra le statistiche delle eruzioni vulcaniche, permettendoci di gettare uno sguardo su una terra affascinante, vicina eppure lontana,e un popolo sorprendente. Una lettura piacevolissima.
I vulcani come escamotage letterario per raccontare un sacco di aneddoti curiosi sh questa isola pazzesca: Armstrong e gli astronauti, il primo nero islandese, di streghe e di saghe norrene, ma anche tanta scienza (l autore è pur sempre uno statistico, anche se scrive benissimo). Da portare quando visitate l Islanda.
L'Islanda è una terra viva che si crea e si modifica sotto ai propri piedi. Il libro dei vulcani d'islanda, di una piccola parte dei vulcani presenti sull'isola racconta la convivenza tra islandesi, vulcani, mito e realtà.
Viaggio curioso intorno all' unicità geologica dell'Islanda. Vi è una parte dedicata alla descrizione dei vulcani e una parte in cui si raccontano le storie (miti e/o leggende) legate al vulcano. Molto carino.
Como buena fan de Viaje al centro de la tierra de Julio Verne encontré este libro y es una maravilla para todos los interesados en Islandia y sus volcanes. Semidiario de viaje y semi enciclopedia de datos curiosos que abarcan desde La Divina Comedia de Dante hasta sagas vikingas, el autor presenta 47 volcanes (de 200 en total) con una ficha con el significado de su nombre, más la información de alguna historia de sus erupciones o su origen, ya sea en hechos históricos o en la literatura. Muy interesante y motivador para conocer alguna vez Islandia.