« Trois mille ans après le voyage d’Argô, nous vivons dans un Reader’s Digest collectif – nous sommes désormais la version facile, simplifiée, synthétisée de nous-mêmes. L’unique impératif est de ne jamais oser. Ne brûler aucun navire, mais, bien au contraire, les accumuler tous, les uns sur les autres, au cas où ils pourraient servir, au cas où nous laisserions tout pour fuir. Nous regardons encore les étoiles, mais nous ne savons plus nous orienter dans l’immensité que nous sommes pour nous-mêmes. Trouver notre place dans le monde. Nous avons cessé de donner aux constellations le nom de nos histoires. Atteindre son but demande de la ténacité, et surtout de ne pas admettre l’idée que nous pourrions peut-être faillir. Beaucoup de préparation, mais aussi une bonne dose d’ingénuité effrontée, exactement comme quand Jason fut le premier homme de la littérature grecque à prendre la mer – et il n’était qu’un jeune garçon. Il est essentiel de ne jamais oublier, comme Alexandre le Grand le comprit en un éclair, que la victoire ne tient souvent qu’à une étincelle. Celle avec laquelle nous devons mettre le feu à nos peurs, à nos hésitations, à nos doutes pour enfin tout laisser derrière nous. Y compris les navires qui nous clouent à la rive au lieu de nous emmener au loin. »
Après le best-seller La Langue géniale où elle a montré combien les traces laissées par le monde grec sont profondes, Andrea Marcolongo raconte son voyage personnel vers cette Ithaque tant convoitée que représente pour tous l’âge adulte. Renouant les fils entre la nuit des temps et aujourd’hui, elle nous invite à converser avec le mythe et à trouver notre part de héros.
Andrea Marcolongo, nata nel 1987 e laureata in Lettere classiche presso l'Università degli Studi di Milano, è una scrittrice italiana attualmente tradotta in 27 Paesi. Autrice de La lingua geniale. 9 ragioni per amare il greco (Laterza, 2016) e de La misura eroica (Mondadori, 2018), scrive per TuttoLibri de «La Stampa». Traduttrice dal greco, visiting professor presso l'Universidad de Los Andes di Bogotá e l'UNAM di Città del Messico e presidente 2019 del Festival de l'histoire di Blois, è stata finalista in Francia al Prix des Lecteurs. Ora vive a Parigi.
Este libro tiene dos líneas narrativas paralelas. Por un lado, Andrea cuenta, a su manera, la historia de Medea y Jasón: la historia de las Argonáuticas; por otro, cada capítulo parte de un extracto de How to abandon ship, un libro sobre cómo afrontar un naufragio cuando ya no queda otra opción que dejar la nave. En el entrelazamiento de estas dos narraciones, Andrea hace observaciones agudas acerca de nuestra época, en que “tenemos a nuestra disposición el repertorio más desmesurado de medios de comunicación de la historia del ser humano y, sin embargo, no sabemos ya qué comunicar”.
Hoy en día entregarnos a lo urgente, rendirnos, traicionarnos a nosotros mismos parece ser el destino al que todos estamos condenados. Pero Andrea Marcolongo no vive, no escribe de acuerdo con los parámetros de estos tiempos: escribe en aspecto (aspect) griego, a diferencia de muchos de nosotros que vivimos solo en la medida del tiempo (tense).
La preocupación por la comunicación entre los seres humanos, por la idea platónica de crear mundo mediante las palabras, de dotar de sentido —incluso de existencia— al nombrar las cosas, pero que hoy en día parece ya extinta, es una de las intuiciones permanentes a lo largo de este libro. Es uno de los rasgos del estilo de esta escritora; algo que dejó impreso tanto en su libro anterior, como en La medida de los héroes.
Este libro hace sentir a cada lector tan próximo a su escritora que en algunos momentos parece como si estuvieran los dos, autora y lector, en una conversación en algún café de Sarajevo (y es por esto que me atrevo a llamarle aquí por su nombre de pila). El ritmo de escritura es fluido, sin ningún afán por llegar al siguiente capítulo, sino más bien ocupándose de que cada uno sea una unidad, aun cuando pertenecen a una totalidad que los cobija. A cada momento el lector siente una cercanía en el uso de las palabras; es así como ella recorta la distancia que impone la traducción (el original está escrito en italiano). Andrea escribe con sinceridad, sin querer convencer a nadie de nada, solo —como ella misma lo dice— siendo fiel a sí misma, algo que se siente en cada palabra, en cada párrafo, y en cada libro que escribe.
Lettura per la scuola. Pur stimando moltissimo Andrea Marcolongo e il tipo di lavoro che sta svolgendo, lo sforzo con cui sta cercando di far apprezzare ad un pubblico più grande le lettere classiche, questo è esattamente il tipo di libro che odio. La lingua geniale era stata una lettura interessante, che riusciva a spiegare con parole semplici molti concetti difficili del greco; beh, questo libro sembrava indirizzato a ragazzine delle medie, tanta era la semplificazione e ripetitività dei temi. Ho trovato davvero pesanti - e soprattutto, banali, tutte le frasi sul senso della vita e dell'amore e dell'anima che l'autrice ha voluto inserire, sembrava di leggere un collage di frasi prese da Tumblr: come dire, tanto fumo nel loro proposito, ma poco arrosto nel loro reale contenuto. Al cinquantesimo "...perché abbiamo tutti bisogno di una carezza..." o "... perché è nell'amore che troviamo noi stessi e bla bla bla" mi è venuta voglia di tagliarmi le vene. Inoltre, devo concordare con altre recensioni negative sul fatto che davvero, tutto - esperienze personali dell'autrice, etimologie e fatti mitologici - viene ricondotto all'amore in modo quasi ossessivo. A tutte i ragazzi, ma specialmente le ragazze di oggi, è questo il tipo di vita che bisogna indicare come strada per la felicità? Una vita i cui l'amore ti salva da tutti i tuoi problemi? Io lo trovo sbagliato, e pericoloso. Altra cosa allucinante che non mi sarei ma aspettata di trovare in un saggio scritto da una studiosa donna, è la stereotipizzazione delle figure femminili nel mito. Parlo di Medea in particolare, uno dei personaggi più misteriosi e affascinanti della mitologia greca, ridotta in questo saggio a ragazzina in preda agli ormoni che fa di tutto per accontentare Giasone; soprattutto visto la fine tragica della loro storia, e il fatto che sia chiaro che Giasone si sia interessato a lei più per i suoi tornaconti personali che per un sentimento reale, il classificare la vicenda come un amore "idilliaco" sia alquanto disturbante. E vogliamo parlare della definizione del mito di Peleo e Teti come "la storia d'amore più bella di sempre"? è giusto definire così la storia di una ninfa che viene ingannata dalla sua stessa famiglia e fatta stuprare affinché acconsentisse al matrimonio? Io credo di no. Forse questa erano le versioni di Apollonio Rodio, da cui, essendo un uomo vissuto duemila anni fa, non ci si può aspettare un granché di più; ma noi oggi dobbiamo interpretarle e aprire gli occhi sulla condizione delle donne nella letteratura antica, poiché sicuramente non venivano "salvate" dall'amore dei matrimoni combinati a cui erano costrette o degli abusi che ricevevano. Ma tutto, tutto in questo libro deve ruotare intorno all'amore vero e all'amore soltanto, quindi. Come ultima cosa, posso aggiungere che le etimologie erano generalmente interessanti, anche se inserite all'interno di paragoni un po' a caso e certe volte anche identiche a quelle già presenti ne "La lingua geniale". 2 stelle perché mi sono piaciute le citazioni da "How to abandon a ship" e il capitolo intitolato "la misura eroica", e perché, come ho già detto, stimo molto il lavoro della Marcolongo pur non condividendo per nulla il suo punto di vista sulla vita espresso in questo saggio.
Almeno una c’è. Intendo: almeno una trentenne, di adesso, una cioè nata cioè negli anni Novanta, negli anni dei post “edonismo reganiano”, una di quelle che oggi vive uno dei momenti più vuoti della storia del nostra paese e che di riflesso (o è per assorbimento? o è perché ce l’hanno condotta passo passo, ignari) potrebbe essere altrettanto vuota come tutti i suoi coteanei, ovvero: senza progetti, senza sogni, senza passioni di nessun tipo incluso l’amore e addirittura il sesso – una generazione che non sa cosa vuol dire provare sentimenti ma che nemmeno sa divertirsi col prossimo, in maniera sana, spensierata, divertita: persino il sesso è diventato un atto di copulazione con un altro guscio vuoto con cui condividono l’unico grande credo attuale: “abbassare le aspettative per non essere delusi” – ecco, una, dicevo, una che potrebbe (dovrebbe?) essere così, come tutti gli altri e invece, con mia immensa e meravigliosa sorpresa, è tutto l’opposto. Una ragazza colta, appassionata, che ama e ha amato, ha sbagliato (lavori, uomini, atteggiamenti nei confronti della vita), una che lavora ed è appassionata di quello che fa, una che viaggia, che è interessata, curiosa. Una che legge. Tanto. E roba bella. Una che pensa. Che riflette. Una che giunge a conclusioni universali, se così posso dire, di grande importanza, profondità e interesse, che non mi sarei aspettata in una ragazza così giovane (o forse mi sono dimenticata di come sono per davvero i trentenni). Un libro che è un regalo per sé stessi, un balsamo e un augurio se si sta passando attraverso un momento forte della propria vita; un libro che non è tanto sull’”amore” come troneggia in copertina (una mera operazione di marketing, ma vabbè) quando un viaggio dentro di sé con tutte le paure e le glorie che questo comporta, e delle cadute in cui inevitabilmente incappiamo e delle risollevate di cui però abbiamo bisogno per poterci poi veramente definire “persone”, persone che hanno vissuto degnamente la propria vita (solo per il fatto di avere avuto il coraggio di rialzarsi non per altro). Certo, fare un viaggio dentro di sé comprende anche l’amore: un primo o un secondo. O un terzo. Ma si parla di “amore” non di “selfie” con uno che si è appena conosciuto o con cui si è appena copulato. Qualche sbavatura dovuta alla sua giovane età ma nel complesso un libro molto valido, che mi ha dato molto. Complimenti.
La Marcolongo, così giovane, trasmette con i suoi libri la passione per la lingua e civiltà dell'antica Grecia. Qui racconta l'avventura degli Argonauti e dell'amore tra Giasone e Medea. Mi piace come, di alcuni vocaboli greci, faccia un'analisi etimologica e dia un'interpretazione concettuale nel contesto di quella civiltà, focalizzandoci sul valore etico, da imitare, delle azioni degli eroi.
Riporto una citazione che mi sembra corrisponda perfettamente alla percezione che ho della terra in cui abito (capirono tutto subito, anche se sull'ambra ho qualche dubbio):
" 'La nave si spinse molto avanti grazie alle vele', fino ad imboccare la foce del fiume Eridano, l'antico nome del fiume Po, per risalirlo controcorrente. La navigazione divenne allora dura per via dell'aria calda e maleodorante della pianura padana, che a quel tempo era tutta palude. Secondo la mitologia greca, il bruciante calore era provocato dal corpo ferito di Fetonte, figlio del sole, che proprio in questa zona d'Italia era precipitato dopo essere stato punito da Zeus. Fetonte aveva infatti ottenuto il permesso di guidare il carro del Sole ma, alla vista dello spettacolo dello Zodiaco, si era così spaventato da scendere a bassa quota, finendo per bruciare ogni terra che incontrava lungo il suo cammino. Le sorelle di Fetonte, le piccole Eliadi, ancora lo piangevano lungo il Po, trasformate in pioppi - le loro lacrime, rese solide dal sole, avrebbero dato origine all'ambra che rotolava luminosa nella corrente del fiume."
del profundo mar en calma surgen dos serpientes de inmensas espirales....' mientras leía #lamedidadelosheroes de #andreamarcolongo pensaba en la cantidad de veces que he dicho que a mi no me gusta el mar. no me gusta porque me da miedo. y así en bucle. pero claro, ahora imaginemos la historia de la antigüedad, la mitología griega y romana si sus héroes se hubiesen declarado en huelga de remos por el temor al infinito azul salado. Ni Itaca, ni Yolco, ni la isla de Circe, ni Escila ni Caribdis habrían salido a escena. Y es que los héroes no temen a nada ni nadie porque los mueve algo más importante incluso que el honor de ganar, les mueve lo que hace que el mundo sea mundo : el amor. 'en el momento exacto en el que fue creado el mundo, justo después del Cielo y de la Tierra, antes que cualquier otra divinidad, nació Eros, el amor << señor del corazón de todos los hombres y de todos los dioses, que da sabios consejos. >> . Andrea Marcolongo reconstruye con precisión filologica la historia de la búsqueda del vellocino de oro y de la primera vez que el hombre se echa a la mar sin saber qué peligros, fortunas o misterios se encontrará en el camino. De este modo Jason levó las anclas de Argos, la primera nave que surcaria el mar, junto a su tripulación. sería Apolonio de Rodas en sus Argonauticas quien recogería este primer viaje inaugural de la literatura griega. Porque antes de Itaca fue Yolco y antes de Penelope fue Medea. De todas las vicisitudes que pasó Jason para llegar a su destino y sobrevivir a las duras pruebas para traer de vuelta a casa al vellocino de oro, #andreamarcolongo extrae enseñanzas que se pueden aplicar a la vida del siglo XXI dejando bien claro que un clásico es algo que no se puede mejorar pero si ver su proyección con el paso del tiempo. . A la historia de Jason y Medea se une también la mención al pequeño manual de supervivencia #howtoabandonship porque esto va de echarse al mar, de manera literal o metafórica, y como enfrentarse a tormentas y naufragios y también a la calma chicha . De ser capaces de mantener la calma cuando el agua sube o de cargar sobre nuestros hombros con aquello que aún creemos que nos sirve al igual que hicieron los argonautas al encallar en el desierto. En situaciones complicadas ser capaz de mantener la calma durante al menos un segundo es fundamental para llegar a tierra firme de nuevo. Y es de nuevo en la mitología y etimología de las palabras como descubrimos que eros y heros se funden en lo mismo : el héroe es aquel que lleva consigo el amor que es lo que le pone una y otra vez en movimiento. Así bajo esta premisa la autora a su vez reconstruye su viaje personal hasta conseguir llegar al lugar donde depositar su propio vellocino de oro.
Este libro me emocionó más de lo que pensé que lo iba a hacer. Tomando como base el mito de los Argonautas y su viaje por el Vellocino de Oro, la autora nos lleva a a nosotros, como lectores, en nuestro propio viaje, analizando lo difícil que puede ser dar el primer paso. Tal como le pasó a Jasón y sus acompañantes, este libro pone en evidencia que constantemente nos veremos enfrentados a distintos obstáculos a lo largo de la vida y lo que puede ser terrorífico al momento de tomar decisiones, pero tal como los héroes griegos, tenemos la capacidad de hacer frente a todo lo que aparezca en nuestro camino, porque de eso se trata en sí ser un héroe: ser fiel a nosotros mismos. Con una narrativa amigable y adictiva, este libro te explica mitología griega sin que se vuelva abrumadora ni confusa; te lleva al origen de las palabras y sus significados oficiales, y nos demuestra como, poco a poco, el lenguaje ha ido mutando y cambiando, de la misma forma en que nuestra forma de comprender el mundo ha ido cambiando. De verdad quedé enamoradísimo de esta historia y de esta reconstrucción contemporánea del mito de Argos, pero por sobre todo, quedé enamorado de cómo nos recuerda que los héroes griegos eran, al final del día, personas como todos nosotros
Un libro che non fa altro che svilire il mito degli argonauti, semplificando figure molto più complesse (come quella di Giasone) e buttando qua e là etimologie e assonanze che alle volte non c'entrano niente (e se c'entrano, sono frasi fatte, comunque etimologie reperibili da qualunque liceale con due dizionari). Inoltre, la scrittrice risulta assolutamente ossessionata dall'amore, elevandolo ad unica ragione di vita. La modernizzazione del mito è tentata attraverso luoghi comuni, semplificazioni non necessarie e idee a tratti anche gravi, visto il target di riferimento (le donne di Lemno, quando hanno ucciso i mariti che non facevano altro che umiliarle, secondo l'autrice "hanno rinunciato all'amore", descrivendo abusi di tal genere come un rapporto recuperabile, ad esempio). Non è un libro per classicisti, e non è scritto da una studiosa di greco. È un libro per ragazzine kol mare dntr scritto da una cattiva scrittrice. Più o meno come l'arte di essere fragili di Alessandro D'Avenia, è un compendio di frasi fatte e pretenziose, assolutamente inutile.
Este es hasta ahora el único libro que he podido leer en dos idiomas: en el italiano original —a manera de práctica y para no perder la costumbre de los bellos vicios que uno coge— y en español —por puro morbo y para entender las partes que quedaron nulas en la versión original—, así que esta vez lo que diga sobre el libro será en dos partes: Sobre el texto y Sobre la traducción.
Sobre el texto Luego de La Lengua de los Dioses, libro que fue un hito en toda Italia y que catapultó a Andrea por todo el mundo, la autora vuelve de nuevo al momento histórico que mejor conoce para mostrarnos todo lo que tenemos que aprender de los griegos clásicos, así lleven mucho tiempo fuera de combate y solo nos queden sus ruinas.
En esta ocasión lo hace a través de Jasón y los Argonautas y su viaje en búsqueda del vellocinio de oro como prenda que le permitirá recuperar el trono del reino de su padre usurpado por su tío. Marcolongo muestra el mito más actual que nunca y aprovecha todo el potencial que tienen todos los mitos griegos para conectar e intentar entender un poco mejor lo más profundo de la naturaleza humana, a veces tan perdida entre tanta conexión con el cibermundo. Para esto se vale de tres ejes a lo largo de su libro: Narrar el mito de la mano de Apolonio de Rodas, hacer una catarsis muy personal de la propia vida —de lo cual no voy a hablar más porque la vida es la vida, y cada uno la vive como puede— y una tercera parte con un tono un poco más cercano al tan de moda coaching mental que a cualquier otra cosa.
La primera parte es muy bien lograda y permite tener de manera clara y sencilla la historia de la primera nave que tocó el mar y la gesta que había detrás de semejante viaje, que no fue una guerra y que terminó siendo una historia de amor. Es un bello recuento de como el papel de héroe es propuesto por los griegos y como todo el mundo para ellos cobra sentido en la medida de las capacidades humanas, en la medida en que logran las cosas, en que fracasan en sus proyectos y tantas cosas propias de la vida común, que para nosotros hoy día son motivo de tantos sentimientos tan blandos.De la segunda, como lo dije antes, no voy a hablar ni a favor ni en contra. Solo diré que me parece muy interesante tomar un libro para hacer este tipo de cosas, un acto de puro valor. La tercera sí es algo sobrado y que la mitad de las veces no viene al caso con lo que se viene hablando más arriba, a veces se peca mucho de idealizar el amor, de creer que todo es bueno, de que los malos somos nosotros y que solo recuperando el espíritu griego vamos a entenderlo; algo que me pareció completamente empalagoso y fuera de sitio. Mejor dejarle eso a Coehlo o a Riso.
Es una muy buena idea la de intentar rescatar los mitos y darles el toque actual que a veces hace falta para que las cosas nos entren; es algo que le funcionó muy bien en su anterior libro y puso de nuevo en boca de muchos la lengua griega, para algunos ya muda y casi exclusiva de las piedras viejas que portan sus caracteres. Pero acá no es tan simple, tan bello y bien construido, llega a ser un poco pretencioso y alejado de la realidad lo que se propone en el texto. No quiero decir con esto que todo lo que diga el libro que no sea sacado de las Argonauticas de Apolonio sea mentiras y propio de una idealización de las cosas, lo que es verdad es el hecho de que a veces las conexiones con el mundo actual que plantea Andrea son un poco forzadas y no se sostienen muy bien por si solas.
Nuevamente en este libro Andrea expone de la mejor manera su conocimiento del griego y poco a poco a lo largo de todo el libro nos va soltando el origen de algunas palabras tan coloquiales hoy día, pero que en la mayoría de las veces ignoramos por completo su origen, la belleza que esconden detrás de si mismas. Memorable por completo es el capítulo Léxico familiar antiguo, una muestra del viaje que han hecho algunas de las palabras más comunes en nuestras lenguas y todo lo que representan. Es el capítulo que me ha llegado a lo profundo del ser, que me ha enseñado el tono justo con el que de ahora en adelante diré un par de palabras que hay allí.
Sobre la traducción Le doy 10 puntos a la editorial por haber conservado el mismo formato y estilo que le dio al primer libro de la autora. Si bien no son continuación ni nada, es lindo ver como entienden que ambos comparten algo en común, que no es solo la misma autora. Habla muy bien de trabajo editorial que hay detrás.
Hay que decirlo que, cuando compré la edición italiana y la abrí por primera vez, me encontré en la guarda del libro con un bello mapa que muestra el viaje de ida y vuelta hasta Yolco, algo que esperaba ver en la edición en español. Mapa que ha brillado por su ausencia en absoluto y que me ha dejado un mal sabor de boca pues es un elemento que le aporta mucho a la historia propuesta por el libro.
De la traducción me ha molestado bastante el hecho de que los traductores se han tomado el atrevimiento de usar el tan de moda 'lenguaje inclusivo' en la traducción hecha del texto. Es común encontrar expresiones del tipo "chicos y chicas", "hombres y mujeres", "padres y madres", aclaraciones que no existen en la versión original en italiano —me he tomado el tiempo de revisar cada caso cuando me lo encontraba— y que deberían haber respetado desde su trabajo de simple vehículo, de interprete. No contentos con eso, han cometido errores muy básicos de la gramática española que sacan el quicio a cualquiera. O sea, son capaces de decir todos y todas, pero no son capaces de escribir "engreída e ingenua", en vez de eso escriben "engreída Y ingenua". Un pecado por completo de parte de los traductores —solo por dar un ejemplo, hay varios del tipo a lo largo del texto— que luego tienen el descaro de hablar del asunto de la inclusión.
No creo que a estas alturas de lo que escriba tenga algo más que decir, solamente añadir que espero el regreso de Marcolongo a algo más similar a su primer libro, o en su primer novela —histórica quizás— en el que nos pueda seguir mostrando todo lo que tenemos que seguir aprendiendo de un pueblo que hace mucho no existe junto a nosotros, pero que todavía nos habla desde lo profundo de nuestra humanidad.
"Mejor, creo, perdernos que no encontrarnos nunca. Mejor haber viajado mucho que haber pasado una vida entera quietos en un puerto echando de menos el mar" (p. 276).
Una hermosa reflexión acerca del viaje iniciático; de todo lo que implica enfrentarse a ese mar embravecido y aterrador que representa la vida.
Partiendo del mito de los Argonautas, Andrea Marcolongo nos presenta una visión muy interesante de lo que significa hacerse mayor, y de todo lo que dicho proceso representa para nosotros como humanos. Como si se tratara de un diario personal, la autora va esbozando sus comentarios y reflexiones en torno al viaje de Jasón y, de una forma bastante amena y personal, retoma una de las aventuras más antiguas y conocidas en el mundo.
En general, me gustó el libro, pero sí debo reconocer que algunas partes (en particular reflexiones de la autora) me parecieron menos interesantes que otras. Todo lo relacionado a las aventuras de los Argonautas, me encantó. Sin embargo, a veces me resultó un poco frustrante que la autora interrumpiera el relato 😅
Por otra parte, disfruté un montón las explicaciones etimológicas de las palabras griegas y el modo en que la autora supo reencontrar lo contemporáneo con lo antiguo. Su narración es, asimismo, excelente.
Desde hacía un tiempo estaba contemplando la idea de volver a leer ensayos y, en verdad, me alegra mucho haber empezado a retomar el hábito con este libro.
Meraviglioso! Un viaggio intrapreso con Gli Argonauti per comprendere a pieno le rotte intraprese nella nostra vita. Andrea Marcolongo diventa guida e amica: soppesa le parole, ci aiuta a riflettere e a capirle a pieno. Lascia un segno dentro di te lettore dicendo molto di sé e capendo a pieno chi sei, senza nemmeno conoscerti. Ho trovato conforto nelle sue parole, stupore ed energia. I Greci la sapevano lunga, lei ci aiuta a prenderne atto, di nuovo.
¿Cuál es la medida de los héroes? Andrea Marcolongo busca descifrar qué convierte a un simple ser humano en un héroe. Lo hace a través de la historia de los argonautas, pero, a su vez, enlaza momentos de su propia vida para contarnos lo que significa surcar los mares.
«Un héroe, para los griegos, era el que sabía escucharse, elegirse a sí mismo en el mundo y aceptar la prueba exigida a todo ser humano: la de no traicionarse.»
La nave de Argo fue la primera que zarpó al mar, según la mitología griega. Jasón, como líder en la búsqueda del vellocino de oro, lo hizo para recuperar su reino perdido en Yolco. El miedo y la valentía que tuvo esta tripulación nos muestran que los clásicos siguen teniendo los mismos temores que aún acechan a la humanidad en este tiempo. Han pasado los siglos y seguimos siendo los mismos.
«Y lo hace mediante palabras modernas que tienen orígenes antiguos, mediante mitos y leyendas que desde siempre custodian el sentido cristalino de las cosas que unen a los seres humanos.»
Marcolongo habla del origen de las palabras, tal como recordar, perder, enseñar, maestro y un montón más. Palabras que usamos sin pensar un minuto porque están ahí. Así sucede con la nave Argo. Por lo menos en mi caso, solo había escuchado o leído un poco de ella en la escuela, pero ya era un recuerdo pasado y ajeno. Marcolongo logra convertir la historia de los argonautas en una experiencia cercana, cálida e íntima.
«Las palabras que ya existen parecen escaparnos minuto tras minuto, como si el tiempo del decir y del saber estuviera agotándose en la clepsidra de la contemporaneidad.»
«Somos nosotros, hombres y mujeres, los que rehuimos las palabras, los que las evitamos, los que las usamos solo lo necesario, como si fueran peligrosas… Somos los primeros que las evitamos deliberadamente, porque nos obligan a hablar de nosotros con sinceridad, con precisión, con emoción.»
«En el fondo, eso es lo que significa leer, del latín lego: elegir. Y solo para eso sirven las palabras: para elegirnos.»
Marcolongo siente una gran pasión por los clásicos y las palabras, por eso elige cuidadosamente cada una de ellas en este libro. Por eso escribe este libro, aún con miedo, siendo este su segundo libro, ese que siempre es un reto para todo autor, porque quizás su éxito no pueda igualar al anterior. No sé qué tan cierto sea, yo solo he leído este libro de ella. Marcolongo, al igual que Irene Vallejo, siente una devoción por las palabras y las historias, y lo que han representado para la humanidad. Sus obras están escritas desde el corazón, desde la pasión de compartir la humanidad, de conocer a quienes nos precedieron.
Jasón y sus argonautas parten hacia la Cólquida sin saber dónde se encontraba. Lo hacen porque «querían hacerlo: es la necesidad la que empuja a los hombres a zarpar.»
«Un heroísmo que no solo hace posible, sino obligatorio, ser feliz o, mejor dicho, (aspásios), estar lleno de alegría. Esa es la medida de los héroes.»
La medida de los héroes es un libro que habla sobre los argonautas, pero es más: es un tratado de amor y admiración a los clásicos, a la palabra escrita y lo que esta ha representado para la humanidad, y que sigue siendo tan relevante para nosotros como lo fue en el pasado. Este libro nos invita a entender las palabras y las historias como la posibilidad de llegar a buen puerto en nuestras propias naves de Argo en la vida. Se habla de mar y del coraje de los héroes, la cual es una palabra que no viene de la cabeza, sino del corazón. Este libro fue escrito desde un profundo acto de amor, el amor de Marcolongo por algo que conoció, porque «el hecho de querer volver a algo o alguien, tenemos que haberlo conocido antes, haberlo amado mucho. Y, por lo tanto, conocer la ruta, la dirección, para volver a él... porque nuestras añoranzas… significan que hemos tenido el valor de escoger ser felices, el valor de amar y de viajar.»
Pienso que este libro fue escrito con tanto amor, y si decides tomar este libro, léelo en la misma proporción en que fue escrito, porque «nunca se es más feliz que cuando se ama.»
Llegué a esta autora por una nota que le hicieron sobre el lenguaje. Y me interesó mucho su visión. Comprar este libro fue una necesidad. Realmente me ha sorprendido la manera en que entreteje la historia antigua de los mitos griegos con lo contemporáneo. Es una mezcla de ensayo y de relato. A la vez hace paralelismos sobre las historias griegas con lo que pasa en la vida de cualquier persona en este siglo. El libro comienza con la aventura de la nave Argos y Andrea lo mixtura con un manual inglés de supervivencia, escrito en el 1942. Como abandonar una nave, un compendio de estrategias para superar naufragios de la vida, ése es el nombre de ese manual. Muy interesante la mirada y el paralelismo de la navegación, la travesía de un viaje con la vida misma. Comienza hablando del mar, relaciona las olas con las palabras, nos invita a construir una nave para emprender el viaje de nuestra vida y convertirnos en nuestros propios héroes o heroínas de nuestra historia. Queda en evidencia la formación de Andrea Marcolongo en letras clásicas y su pasión por viajar. Un libro que he disfrutado mucho y que seguramente volveré a releer los subrayados.
La forma en que hace converger Andrea Marcolongo la línea temporal de su vida con la narración del viaje de Jasón es increíble. Honestidad y claridad en cada línea. Una joven autora tan lúcida. Una grata sorpresa conocer a esta autora por vía de Irene Vallejo. Pocas personas logran “dominar” los clásicos como lo hace Andrea Marcolongo. 10/10
Dopo il successo di La lingua geniale: 9 ragioni per amare il greco, Andrea Marcolongo si riconferma una scrittrice che possiede il raro dono di miscelare critica e vita personale dando vita anche questa volta a un'opera sincera, in cui si mette a nudo davanti al lettore, senza mai risultare autoreferenziale o alla ricerca di compassione. Sebbene a volte troppo semplicistica, ho apprezzato molto la lettura del viaggio degli Argonauti come una metafora per il passaggio dall'infanzia all'età adulta e le riflessioni legate al tema, mi ha invogliato a recuperare le Argonautiche di Apollonio Rodio per gustare il mito direttamente dalla lingua greca; meno le riflessioni legate alla tecnologia e ai social media, di cui la Marcologno ha evidenziato solo gli aspetti negativi. Ma il vero punto di forza di questo libro sono le tantissime etimologie che pullulano tra le pagine, spiegate con minuzia e tantissima ammirazione: sono una vera goduria per chi come me è appassionato di greco e parole, ed è impossibile non percepire la passione dell'autrice per le lingue classiche.
Bella raga sono sparito per un po’, ma siamo tornati caldi come non mai, a breve recensione sul mio primo giallo dopo più di 10 anni dall’ultimo letto, e non è nemmeno di Conan Doyle, robe da matti. Ma non parliamo di me, parliamo del libro. Che dire, l’avevo comprato sulla fiducia perché lei è mega in gamba e il suo primo libro (9 ragioni per amare il greco) mi aveva aperto mondi che nemmeno immaginavo esistessero, ma stavolta non mi ha fatto impazzire. Di per sé il parallelismo tra il mito degli Argonauti e la vita di oggi ci stava, ero super curioso infatti. Il problema è che forse l’avrei apprezzato di più in adolescenza, per via dei troppi collegamenti con cose che dio mio credevo di aver ampiamente superato. Stay tuned
Merita di essere letto. Marcolongo riesce a spiegare la vita come viaggio tramite il mito di Apollonio Rodio e l’amore tra Medea e Giasone. Punto forte del libro? È pieno di etimologie.
Questo libro ha una piccola storia personale. Ho conosciuto la scrittrice Andrea per caso in treno e, tra un discorso e l'altro, mi invitò alla presentazione de "La misura eroica", per il giorno seguente, alla libreria di Lecce. La sua dedica, fu riferita per l'appunto a quell'incontro speciale, che apprezzo e preservo nella mia memoria... Grazie ancora per questa meravigliosa lettura che mi ha trascinata, simile a un'onda, nel fondo dei miei sentimenti. È incantevole, rassicurante. La misura eroica è data dall'esperienza di superare sé stessi, non dal risultato. Vittorie e sconfitte non sono il metro dell'eroismo; eroe è chi decide la sua vita. Erōtikòs. Chi sa desiderare si eleva alle stelle; e la nostalgia è pensiero capace di farsi azione. Adorabile l'anima di Medea, figura di solitudine e molteplicità; selvaggia e mai domata. E le antiche parole che più ho amato sono: amechanìa, mimnèscō, pàthei màthos e soprattutto ἁρµονία. "Platone diceva che le parole hanno il potere di creare, di formare la realtà - parole reali, che hanno effetti altrettanto reali sul nostro presente"
Una metodología de escritura que me recuerda mucho a "Mujeres que corren con los lobos" de Clarissa Pinkola Estés. Lamentablemente las inferencias de la autora a su propio cuento (columna vertebral de la obra) no remecieron mucho mi espíritu. Sin embargo hubieron pasajes inéditos para mi corazón que amé encontrar en este libro.
Συγγραφέας: Andrea Marcolongo Μετάφραση: Άννα Παπασταύρου Εκδόσεις: Πατάκη
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Ένα υπέροχο ταξίδι στην Ελλάδα μέσα από τα μάτια μιας Ιταλίδας έφτασε στο τέλος της.
Δεν πάνε πολλά χρόνια από τότε που η Andrea είχε επισκεφτεί την χώρα μας. Την γνώρισα στην παρουσίαση βιβλίου από τις εκδόσεις Πατάκη. Πήγα και ας μην είχα διαβάσει τα βιβλία. Η αγάπη της για την Ελλάδα αλλά και για τις ρίζες της αρχαίας ελληνικής γλώσσας με έκανε να σκεφτώ αν εγώ που είμαι Ελληνίδα γνωρίζω τις ρίζες μου. Την αγάπησα από το πάθος. Κατευθείαν κατάλαβα ότι είναι ένας ιδιαίτερος άνθρωπος.
Θα δείτε στα βιβλία της ότι αγαπά ιδιαίτερα την Βιρτζίνια Γουλφ, τον Βολταίρο, τον Δάντη και έχει μια ιδιαίτερη αναφορά και στα δύο βιβλία της, στον Νίκο Δήμου.
Η Andrea Marcolongo είναι μια νέα συγγραφέας, μεταφράστρια (έχει μεταφράσει πολλά κείμενα από τα ελληνικά στα Ιταλικά) και κριτικός βιβλίων. Θυμάται μια ζωή να διαβάζει και να είναι με μια βαλίτσα στο χέρι. Έχει ζήσει στο Παρίσι, το Ντακάρ, το Σαράγεβο και σε δέκα διαφορετικές πόλεις. Κάποτε την ρώτησε κάποιος: "Που βρίσκεται το σπίτι σου"; --- "Εκεί που είναι τα βιβλία μου, εκεί είναι και το σπίτι μου" απάντησε.
Το βιβλίο άργησα πολύ να το διαβάσω ήταν στο ράφι για χρόνια όμως αυτή ήταν η κατάλληλη στιγμή για να ταξιδέψω πίσω στις ρίζες μου όταν ταυτόχρονα έχουν εκδοθεί παρόμοια βιβλία για την καταγωγή όπως το καινούργιο βιβλίο από εκδόσεις Gutenberg Με καταγωγή από Μαριούπολη Natasha Wodin. κ.α
Αξίζει να διαβαστεί η υποσχόμενα πολλά Andrea Marcolongo.
Premetto che faccio il classico e ho letto questo libro per scuola, in "preparazione" allo studio di Apollonio Rodio. Avevo già letto altri lavori di Marcolongo che ho apprezzato (pensare che La lingua geniale è stata una delle spinte che mi hanno fatto scegliere il classico) e per questa ragione mi sarei aspettata qualcosa di simile, che purtroppo non ho ritrovato. Ho trovato questo libro molto confusionario, che alterna punti molto interessanti a pura dispersione che ha poco a che fare con l'argomento del libro a mio parere (e se hanno qualcosa a che fare, attraverso il libro non ho potuto capire quale fosse il collegamento). Non dò una stella perché credo che sia comunque utile per una infarinatura e anche molto indicativo della passione dell'autrice, che indipendentemente dalla qualità letteraria dell'opera, trasmette ad ogni pagina, ed è stato ciò che principalmente mi ha invogliato a continuare il libro. Non posso però mancare di sottolineare alcuni passaggi su Medea e Teti che mi hanno fatto storcere il naso, speravo in una rilettura più moderna. Detto questo, ho apprezzato alcuni spunti di riflessione presenti nel libro ma molti altri li ho trovati assai ridondanti e spesso aggiungevano poco a quanto già detto. Continuerò comunque a leggere lavori di Andrea Marcolongo perché la ritengo un'autrice molto capace di trasmettere l'amore e la passione per la classicità, ma ho preferito di grandissima lunga altri libri da lei scritti.
In “La Part du héros”, Andrea Marcologno examines the myth of Jason and the Argonautes as an allegory of the quest for love, self-discovery, and a personal voyage towards confidence.
Part fictional myth retelling and part autobiographical, Marcolongo writes beautiful sections of the voyage of the Argo and it’s symbols and then directly applies it to areas of her life, demonstrating how timelessly relatable the voyage is.
Marcolongo also analyses linguistics, explaining how many of the words we use today to describe universal concepts originally come from Greek, and still transfer the original ideas in many Indo-European languages.
This would’ve been 5🌟 had Marcolongo mentioned the terrible events that happen after the voyage - can the myth really be understood as a voyage for love if Jason eventually betrays Medea by marrying someone else, causing her to commit abominable acts ? 🤔
La scrittura di Andrea Marcolongo è D'Avenia che incontra Baricco: grande amore per la letteratura classica, lessico poetico, divulgativo e sognante. Il libro offre numerosi spunti di riflessione ed è una lettura piacevolissima ma, a volte, è come se si perdesse in digressioni eccessive e fini a sé stesse.
Hasta cierto punto, parece un libro de autoayuda para amantes de la historia y la literatura. Difiero con la autora en su análisis, claro, pero no puedo juzgarla porque supongo que todxs nos ponemos así con nuestra historia favorita. Es bonito, idealista (en exceso) y personal.
Questo è il terzo libro di Andrea Marcolongo che leggo (credo la sua intera produzione al momento). anche questo terzo libro - il secondo in ordine cronologico - non delude. Non raggiunge le vette che a mio avviso La fonte delle parole riesce a toccare, ma rimane comunque un buon libro e una ottima lettura.
Credo sia dedicato ai ragazzi, liceali e universitari - essendosi allungati i tempi della adolescenza. Marcolongo si presenta in pienezza di ruolo come educatrice ed esploratrice. Intendo con esploratrice colei che si inabissa nel profondo non chiaro, non detto e non svelato dell'animo umano per aiutare, con le parole del mito, a scrostare le paure e tagliare i legacci al fine di consentire alla personalità di ciascuno di emergere con peculiare eroismo. A volte per compiere questo encomiabile sforzo cade un po' nel moraleggiante rimpianto di un tempo passato contrapposto al contemporaneo sfacelo della condizione umana. E' la parte più debole del libro, debole nel senso e anche nell'interrelazione con il pubblico scelto, che a mio avviso tenderà a respingere questo approccio.
Sarebbe un peccato perché invece è un libro pieno di messaggi stimolanti, ben costruito a partire dall'individuare Giasone e gli Argonauti come ragazzi acerbi in piena formazione e seguirli nel loro diventare uomini formati ed eroici - intendo uomini come genere umano perché mi sembra che Marcolongo cerchi di superare il divisorio sessista di un mito scritto in tempi lontani.
A mio avviso, ma potrei sbagliarmi, viene un po' pregiudicato il capitolo centrale chiamato appunto LA MISURA EROICA da questa lettura negativa del tempo presente (io credo che tutti i tempi presente della vicenda umana consentano una lettura contemporanea negativa). In fondo ai tempi degli antichi Greci si uccideva per un diritto di precedenza ad un incrocio, con le conseguenze che sappiamo.
Mi sentirei di consigliare, anche per un vecchio come me, tutti e tre i libri che ho letto di Marcolongo.
Un relato expresado con una narrativa amigable y adictiva, explica la mitología griega sin ser abrumadora ni confusa. Explora el origen de las palabras y sus significados originales, además demuestra como el lenguaje ha ido mutando y cambiando, de la misma forma en que nuestra forma de comprender el mundo. La crítica a la neolengua es interesante, aunque no profundiza en ello, no estamos luchando contra un enemigo invisible, sino contra la misoginia que defienden XY conservadores y la secta Q que buscan borrar a las mujeres. Se expresa demasiado en falso masculino genérico, aunque en la traducción si hay momentos donde desdobla. Habla mucho del mito del amor romántico pero enfocado en la mitología clásica resulta interesante. Entretenido y ameno pero sin más. Es una mezcla de etimología con auto ayuda que tiene como espina dorsal la historia de Medea, Jasón y los argonautas. Tiene momentos curiosos pero no parece tener una finalidad clara. ¨El mar conoce la ley del equilibro entre la presencia y la ausencia¨ ¨Vivimos una época en la que las palabras parecen no ser nunca suficientes¨ ¨La medida de los héroes la proporcionaba la experiencia de superarse a si mismo¨ ¨En el horizonte no se ve la luz de ningún faro¨
Un libro que tomando como guía el viaje de Jasón y los Argonautas, así como la relacción entre él y Medea, se adentra en la complejidad de nuestras formas de enfrentar la vida y sus dilemas. El viaje que todos hacemos y como nos configura. El anterior libro de Marcolongo se centraba en la lengua griega; en este, sin embargo, toma una obra griega basada en un gran mito para hacer un ensayo sobre los azares de la vida y la forma de sobrellevarlos, como soportar la travesía en un mar incierto -también se basa en un texto sobre como sobrevivir a un naufragio, escrito en los años 40-. No niego que es denso, pero también muy interesante. He puesto muchas señales en sus páginas. Me ha gustado especialmente como relaciona las palabras de nuestros sentimientos y sensaciones con su etimología más precisa.... Interesante. (less)
Straconsigliato agli studenti e adolescenti che desiderano approcciarsi al mondo delle lettere classiche (e non). Scrittura godibilissima ed emozionante. Ad apertura di ogni capitolo, vi sono citazioni prese da un altro libricino quasi totalmente sconosciuto: un manuale di istruzioni per marinai nelle tempeste e in pericolo generale. Beh, queste piccole citazioni – applicabili in senso generale alla vita – sono un "quid" in più per apprezzare un libro così. Ne lascio un esempio qui sotto:
"B.A. Baker, il terzo ufficiale del cargo Prusa, avverte: ciò che più conta per ogni marinaio è preparare se stesso. Allenare la mente a non smarrirsi, anzi, tenersi saldi ad essa. Non dire mai: "Non avrò mai paura", perché l'avrai. Quando un missile esplode avrai la sensazione di affogare, il panico nella pancia e le ginocchia che tremano. La cura possibile è una sola: agire".
La autora es filóloga. Habla varios idiomas y domina el griego antiguo y el latín. Este es su segundo libro. Nos relata, comenta e interpreta la historia de Jasón y los argonautas con el fin de rescatar el profundo sentido humano de esta historia. Se apoya, para ese propósito, en la etimología de palabras claves que nos revela en su genuino sentido. De esa forma, los significados de este mito griego se vinculan con la experiencia humana y tópicos universales. El camino del héroe es un proceso que toda persona asume en un momento de su vida, dispuestos a superar los límites y cruzar umbrales, movidos por el amor, enfrentando miedos e incentidumbres, levantándonos después de caer, perseverando en hallar nuestra propia medida.
Un libro interesante, ameno, entusiasta que nos recuerda el valor inconmensurable de los clásicos y el poder de las palabras.