«Cualquiera cuya mente es lo bastante orgullosa como para no formarse en la disciplina lleva oculta, secreta, una bomba en el fondo del cerebro», reveló alguna vez Vladimir Nabokov ante sus alumnos; «yo sugiero, aunque solo sea por diversión, que coja esa bomba particular y la deje caer con cautela sobre la ciudad moderna del sentido común». Esta ética literaria, que atraviesa toda la obra del autor de Pálido fuego, aparece en Una belleza rusa para convertirlo en una de las bombas más refinadas y encantadoras de Nabokov. Escrito entre 1924 y 1940, mientras huía de Rusia y vagaba por una Europa ya bajo la sombra de la barbarie nazi, este volumen de cuentos muestra la serena e inspirada madurez narrativa de un escritor brillante, capaz de deslumbrar por igual en sus percepciones, en un final impredecible o en inolvidables miniaturas. Aquí, en un mágico desfile que se pasea por el confundido universo de los exiliados rusos, vemos a la melancólica Olga, bonita y aburrida gracias al cósmico aburrimiento de sus pretendientes; al manojo de nervios llamado Romantovski, quien no es culpable de nada pero invita al castigo; al pésimo escritor Ilyá Borísovich Tal, cuya pasión literaria lo hace víctima de la ingenuidad; al súbito duelista Antón Petróvich, cautivo de su honor y también de la deriva... Personajes fascinantes propios de una mirada que combina piedad con osadía, y que hacen de Una belleza rusa un texto insoslayable de Nabokov, siempre fiel a una altísima elegancia poética solo presente en ciertas bombas o, como se sugiere en estas páginas, en el vuelo de la única e imposible flecha que no deja nunca de volar.
Vladimir Vladimirovich Nabokov, also known by the pen name Vladimir Sirin, was a Russian-American novelist. Nabokov wrote his first nine novels in Russian, then rose to international prominence as a master English prose stylist. He also made significant contributions to lepidoptery, and had a big interest in chess problems.
Nabokov's Lolita (1955) is frequently cited as his most important novel, and is at any rate his most widely known one, exhibiting the love of intricate wordplay and descriptive detail that characterized all his works.
Lolita was ranked fourth in the list of the Modern Library 100 Best Novels; Pale Fire (1962) was ranked 53rd on the same list, and his memoir, Speak, Memory (1951), was listed eighth on the publisher's list of the 20th century's greatest nonfiction. He was also a finalist for the National Book Award for Fiction seven times.
Most of these tales appeared overly familiar. Voldoya plumbed our collective Slavic Soul and gleaned these riveting episodes of emigré life. The stories are of course timely even if the methods depicted harken to something ancient, something less mechanical. A few of these I obviously read a year ago but all of them lingered, draped with phrases that spoke however warbled of past attention.
I was less impressed with the chapters pulled from an abortive novel. One can fashion the threads to richer deposits but the truncated form was abrupt, almost snarling.
As noted, this was a perfect book to tote around Belgrade on early spring days. The electric imagination, darkened wit and the striving for a just phrase made this a wonderful journey.
Personalmente non amo molto i racconti, mi infastidisce il passare da una storia ad un'altra, da un numero di personaggi ad un altro senza adeguato approfondimento – in realtà, il mio ideale di libro sarebbero i tomi intorno alle 800-1000 pagine – ma questi racconti di Nabokov, molto eterogenei per epoca di creazione e tematiche, sono bellissimi, mi sento di dire che, insieme a quelli della Woolf, sono i più bei racconti del XX secolo.
Sono catalogati in rigoroso ordine cronologico, tradotti in inglese sotto la meticolosa guida dell'autore, come dicevo, trattano temi diversissimi, molti sono ambientati nel mondo émigré berlinese o parigino, altri ricordi della vita in Russia prima dell'emigrazione, alcuni sono pittoreschi e anche un po' grotteschi acquerelli riecheggianti i temi da sempre cari a Nabokov: la nostalgia, l'assurdo e l'incompiuto della vita, un'ironia malinconica che pervade il tutto, ironia anche aspra, quando si addentra in un'aperta invettiva contro il regime vigente in Russia.
Leggendo questi deliziosi, bellissimi acquerelli, si vede come la vita sia ben strana: la vecchietta émigrée che a Berlino attende il ritorno del giovane figlio che lavora a Parigi e si prepara ad accoglierlo, solo che è morto per un assurdo – ancora incidente – in mattinata, cadendo nel vano dell'ascensore vuoto e nessuno sa come dirglielo o interrompere i suoi festosi preparativi; due cugini, uno attore teatrale e perciò abbastanza scalcagnato, che incontra dopo anni l'altro suo cugino, più ben messo e “integrato”, che avendo un improvviso infarto decide di farsi portare a casa del posato parente, unica conoscenza in una città straniera, solo che arriva a casa di questi e lo trova...be' un po' morto, accoltellato dalla moglie, una matrona bionda assai fumantina, pare. O ancora, un'ineffabile storia d'amore dove le junghiane sinergie difettano terribilmente, tanto da rendere la vita dei due sfortunati protagonisti un rincorrersi per decenni, almeno un paio, interrotto solo dalla morte accidentale della Lei, comunque così davvero mai dimenticata. Bellissimo è poi il racconto, un po' grottesco e un po' allusivo, in cui il protagonista si perde in una biblioteca, per scoprire che fuori c'è il mondo del regime a cui la sua Russia è ormai assoggettata.
Sono tutti bellissimi questi racconti, dovrei nominarli uno per uno, ma, in ultima analisi, secondo me ciò che li rende mirabili risiede nel fatto che restano impressi nella memoria visiva, come se dopo averli letti, si fosse appena usciti da una mostra pittorica di un delicato pittore impressionista. Questo grazie al suo stile ineffabile, che crea davvero un mondo nuovo e parallelo a quello del lettore, dove questi viene trasportato, se solo si lascia condurre dai dettagli minuziosi con i quali Nabokov intesse la sua trama; mi ricordo ad esempio un racconto a tema “ricordi d'infanzia”: l'annuale viaggio di famiglia verso le spiagge di Biarritz, sul treno Nord Express San Pietroburgo-Parigi (una sorta di Orient Express in senso contrario) dove si apprende che la carrozza del treno era di legno di castagno marrone (non semplicemente di un blando marrone), e i sedili di velluto blu oltremare. Sembra davvero di esser su quella carrozza simil OE, in viaggio con lui e le sue sinestesie e memorie fotografiche di prim'ordine.
Cura del dettaglio che trasporta davvero in un mondo parallelo, linguaggio sovente poetico e distacco ironico anche nel descrivere le grandi tragedie, sono ciò che rendono Nabokov Nabokov, e certo che di azzeramenti esistenziali lui se ne intendeva. Che ne sarebbe stato di lui, se dopo aver perduto, come si suol dire, tutto – beni, amici, patria, ben presto parti della sua famiglia – non avesse avuto tutto se stesso, un se stesso di prim'ordine, fortunato lui: vasta cultura, background, sensibilità, una passione totalizzante (la scrittura e la letteratura, in questo caso), che alla fine è sempre ciò che salva, la curiosità e il coraggio di guardare sempre a una nuova pagina di vita, anche se piena di incognite. Sarebbe forse diventato un misero émigré desolato, preda dell'alcool e di una disperazione senza rimedio. Non so, forse esagero un tantino, ma questi racconti, al di là del grande godimento che danno leggendoli, forse, tra le righe, nascondono anche dei piccoli-grandi insegnamenti di vita. Io li rileggerò senz'altro.
I reeeeeally regret not reading some of Nabokov’s more well known stuff first, because this short story collection definitely assumes a familiarity with his work, and seems like it’s most interesting as insight into his early themes/writing style. As is, my biggest takeaway was mostly like yeah…your family was literally Russian nobility and you didn’t like, LOVE that you lost multiple vacation homes in the Russian Revolution. You’re allowed.
Nabokov escribe tan bien que realmente decepciona el aburrimiento que provocan algunos de sus relatos. Por destacar tres especialmente interesantes: 'Una belleza rusa' (un frágil y triste devenir por la vida), 'Labios contra labios' (un intento mediocre de ser escritor) y 'El círculo' (una añoranza juvenil encantadora).
Me gustó mucho. Una gran cantidad de personajes variados e historias inmorales, tristes, un poco grotescas y graciosas, a veces. Mis cuentos favoritos fueron: "El Leonardo", "Labios contra labios", "Una cuestión de honor" y "El duende de la patata", quizá porque tienen un mayor desarrollo de la trama y con unos finales demoledores.
Un grosso tomo che raccoglie tutti i racconti scritti da Nabokov – oltre a un’ampia e accurata documentazione. Ne ho lette cinquecento pagine, ora sospendo la lettura e la riprenderò di tanto in tanto. Molti sono brevi capolavori: ho amato, in particolare, L’aureliano, Una questione d’onore, Il Leonardo, Una brutta notizia, Il campanello, Nuvola, lago, castello: veri e propri gioielli, che incoronano Nabokov fra quelli che per me sono i più grandi autori di racconti: Maupassant, Cecov, Schnitzler, O’Connor, Carver, Yates, i nostri Moravia e Buzzati (e altri). La scrittura di Nabokov è semplicemente sublime. Un volume prezioso, da comprare, rileggere, conservare.
Potrei rileggere questi racconti tanto frequentemente da impararli a memoria, e non mi verrebbero mai a noia. Ho particolarmente apprezzato quelli di carattere autobiografico. Lo stile è impareggiabile, altamente evocativo, a volte fiabesco o onirico, capace di richiamare d'un colpo alla mente mille vividissime immagini, come la morbidezza della luce dietro il vetro opaco di una porta che si affaccia su una strada berlinese nell'umida sera novembrina.
• "La Bellezza Russa e Altri Racconti" è una raccolta veramente rappresentativa della narrativa Nabokoviana. Il volume raccoglie una serie di scritti che spaziano nel tempo e nelle tematiche includendo sia opere giovanili, spesso pervase da un'atmosfera nostalgica e melanconica legata alla Russia pre-rivoluzionaria e all'esilio, sia opere più mature che anticipano o richiamano i temi presenti nelle sue opere posteriori. Uno dei temi centrali è, oltre alla nostalgia per la Russia perduta, dove spesso i personaggi esiliati si aggrappano ai ricordi di un passato smarrito, è il ruolo della memoria. Allora i ricordi vengono spesso distorti o diventano ossessivi, tali da modificare la percezione della realtà dei personaggi, influenzandone le azioni. Anche la bellezza è un altro dei temi principali, una bellezza che non è mai prettamente estetica, bensì misteriosa, sfuggente e talvolta persino pericolosa. Altro elemento chiave è l'ossessione, di qualunque natura sia, artistica o intellettuale o amorosa. Questa indagine sulle diverse forme di ossessione offre uno sguardo penetrante sulla psicologia dei personaggi. Nabokov è maestro nel ritrarre stati mentali compromessi da sensazioni, paranoie, le allucinazioni. I suoi personaggi sono spesso incapaci di sfuggire alle proprie fissazioni. Ma l’aspetto che più colpisce e stupisce è lo stile inconfondibile di Nabokov. La precisione chirurgica della sua prosa, la ricchezza lessicale, l’eleganza formale sono straordinarie. Ogni parola è stata scelta con cura maniacale ed io mi sono divertita a sottolinearne parecchie. Spesso le frasi sono costruite con una musicalità propria. Metafore, sinestesie, la complessità e la stratificazione delle scelte linguistiche incantano veramente. L’edizione poi è arricchita dalle note del figlio Dmitri, che sono utilissime per una migliore comprensione dei testi.
"So bene che il mio cervello è condannato, che il terrore che ho provato una volta, l'inerme paura di esistere, prima o poi mi raggiungerà ancora, e allora non vi sarà più salvezza." (Terrore, p. 138)
"Tutto se ne va così. Svaniscono l'armonia e il senso. Il mondo torna a infastidirmi con il suo mutevole vuoto." (Il leonardo, p. 366)
"La mia vita è un addio perpetuo agli oggetti e alla gente, che spesso non fa alcun caso al mio amaro, breve, folle saluto." (In memoria di L. I. Šigaev, p. 374)
"… i ricordi, lunga ombra crepuscolare di una nostra precipua verità." (Primavera a Fial'ta, p. 436)
2.0/ Dos estrellas porque están “bien” escrito. Pongo las comillas porque está lo necesariamente bien escrito. No es terrible, no es maravilloso, no es nada que me cause emociones de ningún tipo. Quizá sea porque no estoy en aquella época o porque los temas de los que escribió no me interesaban, pero lo que sé es que terminar cada cuento me costó. Me aburrieron todos. Ninguno me dejo nada. Los terminaba de leer y me daba cuenta que había tenido la misma sensación de desinterés durante todo el cuento. Con el único que quizá pegué un poco más la nariz a las páginas fue con “La mala noticia”. Creo que no fue el mejor lugar para empezar con Nabokov, escucho mejores recomendaciones.
Not one of Nabokov's better books. This collection of short stories didn't really have any stories that stood out to me and most were fairly mediocre. If I had to pick out, what I consider, the best story in the collection, it would be Lips to Lips. It's a story about an unsuccessful writer who believes he has a book that will be published. The story was amusing but nothing special. The book was a bit of a disappointment for me from a writer who is usually a sure bet for a good read.
There were some stories I really liked (eg. torpid smoke, the visit to the museum, lips to lips) and some I didn't really feel anything for (eg. a Russian beauty, Solus Rex, the circle). I guess most of the ones I felt little for were excerpts from unfinished novels and I think it has to be the unfinishedness that made the stories fall flat for me. Overall Nabokov's writing itself usually pulls all the stories to a higher level (except for Ultima Thule -- I felt like the dialogue was so dreadful to read) and I'm impressed by most works in this collection in terms of that, even if the plots themselves didn't really work for me. Especially torpid smoke for some reason I particularly loved.
Maravilloso, un libro de relatos magnífico. No me alcanzan las palabras para poder describir todo lo que lo he disfrutado de principio a fin. Aunq odio que me dejara la duda del vidente y el significado de la vida y la verdad.
Nabokov's Wikipedia entry says that the author did not believe that literature should teach, and his stories do not. Nabokov does not seem concerned with telling intelligible stories at all, but works like an abstract painter, placing his words to evoke certain moods the way a painter arranges his hues to capture specific emotions, without regard to whether the scene is comprehensible or "real." Predominantly, the evoked emotion is confusion: "Ultima Thule" is a blizzard of gibberish, while the other stories exhibit this trait to greater or lesser degrees. The bits of lucidity that break through capture humanity's negative qualities in stark relief. For example, in "The Circle," Innokentiy is frustrated that he has not been invited to a specific house for dinner, "just to have the pleasure of haughtily refusing." Large chunks of the stories may be hard to follow, but we never doubt that his characters are sad, grotesque and bitter. Only two instances of characters experiencing genuine happiness come to mind, and readers should be familiar enough with Nabokov's sadism by those points in the book to expect that it won't last.
The characters are unsympathetic and unlikable, even when they are relatable. The stories are so devoid of hope that "empty" doesn't properly describe them. They are vacuums, depressing for the sake of being hopeless, and they might suck out your soul.
In other words, reading these stories was a real bummer.
Written before the second world war mainly in Berlin for a readership limited to Russian exiles, these stories seem like museum-pieces; they hardly resonate today. Even as sources of clues about what life in Berlin was like as political catastrophe took shape in the 1930s, they have almost nothing to tell us. They range from a razor-sharp satire about would-be writers and the corruption of literary magazines (‘Lips to Lips’) to micro-melodramas (‘Breaking the News’) to extended psycho-dramas ('An Affair of Honor') and even a melodrama (‘The Potato Elf’) whose bathos curled my toes, and led me to ask, How could Nabokov bring himself to publish such rubbish? Some stories are straightforward. But ‘Ultima Thule’ is inscrutable. Its characters purport to speak with the departed, and with each other in stiff academic utterances such as ‘But anything you might term a deduction already exposes the flaw: logical development inexorably become an envelopment.’ Whew! Literary historians and fans of Nabokovian board games may be fascinated, but with the exception of ‘Lips to Lips’, this collection was for me an irritating bore.
Excepto el primer relato que me gustó hasta ahí nomas la verdad que ninguno me pareció particularmente interesante, re aburridos y no les encontré la gracia cuando terminaban me preguntaba ¿tanto para esto?. Tendré que probar con algún otro libro de Nabokov pero esta colección de historias cortas fue una decepción 🤷♀️
This was the second reading of this collection of short stories, many years have passed since the first reading. Interesting, but a little bit disappointing, too. Nabokov certainly had a mind and style of his own!
Los relatos se van poniendo cada vez mejores. El último ("El círculo") es excelente, de una prosa sublime, y lo coloca a Nabokov bien arriba. Mis preferidos: "Ultima Thule", "Solus Rex", "La mala noticia", "Labios contra labios" y "Una visita al museo".
A book of short stories from early in the career of the author (who wrote "Lolita" which I loved). I didn't like any of the stories---and found the structure and the flow of the tales very difficult to comprehend. 4.5/10
“Suddenly Innokentiy grasped a wonderful fact: nothing is lost, nothing whatever; memory accumulates treasures, stored-up secrets grow in darkness and dust, and one day a transient visitor at a lending library wants a book that has not once been asked for in twenty-two years”.