L’ultima spiaggia di via Veneto e un uomo con il cappotto in ogni stagione (Vincenzo Cardarelli). Un concerto di passerotti sul davanzale e un baritono mancato (Eugenio Montale). Lo scalo di un treno alla foce di un fiume e un accordatore di parole (Salvatore Quasimodo). Il salotto borghese di una casa in collina e un collezionista di farfalle (Guido Gozzano). Un mercoledì delle ceneri e un vecchio capitano in esilio (Gabriele D’Annunzio). Il baraccone di un tiro a segno e l’uomo dei boschi (Dino Campana). Il retrobottega di una libreria antiquaria e un figlio del vento (Umberto Saba). Una raccolta di francobolli e un funambolo solitario e malinconico (Aldo Palazzeschi). Un concerto di bossa nova e un bambino di ottant’anni che aveva la voce di Omero (Giuseppe Ungaretti). L’invettiva contro la luna e una donna che pagava i caffè con dei versi (Alda Merini). Fabio Stassi rende omaggio al Novecento e alla grande dimenticata del panorama letterario nazionale, la poesia, con una coraggiosa avventura mimetica e fantastica. Rimpatria nel mondo questi dieci autori, li fotografa in un gesto, li fa parlare in prima persona, dopo la morte e oltre la morte, da quel punto sospeso dello spazio e del tempo in cui sopravvive la voce di ogni poeta. Ne viene fuori un racconto in presa diretta della loro vita, di quello che pensavano della scrittura, delle idiosincrasie, ossessioni, desideri, dolori, allegrie. Dieci monologhi appassionati e coinvolgenti, una dichiarazione d’amore.
Tre e mezzo + Ammetto con mestizia di conoscere poco i poeti italiani del 900. Stassi li racconta con un linguaggio lieve, li fa parlare dall'oltretomba...che mondo sarebbe senza poesia.
Un viaggio totalmente immerso nella poesia quello di Fabio Stassi che non delude, avvicina il lettore ai versi e alla vita vera di chi li resi immortali, al loro piccolo grande mondo pieno di volti, nomi, Storia.
L'intento di questo libro (o meglio, raccolta di brevi biografie/storie) è alto: narrare le vite dei principali poeti italiani da metà Ottocento in poi, mescolando i loro anni ai loro versi, decorando le frasi con rime, note, sensazioni. Si nota apertamente il grosso lavoro fatto dall'autore - investigazioni vere e proprie, minuziose e precise, nelle opere dei poeti, nelle analisi e biografie su di loro - e questo meriterebbe assolutamente cinque stelle: complimenti. Quindi perché solo tre? Perché un lettore forte percepisce che questi testi sono stati adattati per essere pubblicati in un libro: leggendo nelle note o cercando su Internet si scopre che in origine vi è un programma su Rai 5 di letture ad alta voce, dove le vite dei poeti possono essere così ascoltate. Ma c'è un'altra ragione, secondo me, dove questa raccolta si perde un po', ed è il fatto che tutte le storie hanno la stessa struttura (i.e., introduzione accattivante, "Nacqui a...", crescita, eventuali disgrazie, morte), cambiano ovviamente i fatti avvenuti e i versi dei poeti stessi. A lungo andare, leggendo una storia dopo l'altra, mi sono annoiata un po' (eccezion fatta per le storie di Campana, della Merini, di Quasimódo). Un modo per ovviare a questo, e per sfruttare il lavoro di Stassi in maniera brillante, potrebbe essere di usare il racconto scritto o la puntata nelle lezioni di italiano di quinta superiore, per raccontare la vita del poeta studiato al posto che leggerla, così com'è solitamente descritta - noiosa oggettiva e poco accattivante - dal libro di testo.
Prendi uno degli romanzieri italiani più lirici e musicali di cui il nostro panorama contemporaneo disponga, unisci le biografie di poeti illustri del nostro Belpaese e avrai uno dei libri più delicati e intimi che sia stato mai pubblicato sulla poesia italiana. Si tratta di biografie a metà tra il romanzato e il reale, scritte in prima persona da questi poeti ormai defunti che raccontano loro stessi, le loro fragilità, infarcendo tutto con aneddoti particolari spesso sconosciuti anche agli addetti del settore. Elemento comune? Sensibilità, amore per la Parola che rivela il mondo, sensibilità e capovolgimento del reale: in un mondo in cui si fa a gara per mostrarsi forti, invincibili e prestanti capisci che la forza del poeta sta nel rendere lirica ogni fragilità, facendosi beffa della volgarità comune che etichetta ‘follia’ gli occhi lucidi di chi scava la superficialità dell’apparire.
Bella l'idea di avvicinare i lettori al mondo della poesia attraverso la viva voce dei poeti. Peccato solo che siano i morti a parlare... Fabio Stassi presenta una galleria di grandi autori del Novecento italiano (tra i quali Montale, D'Annunzio, Ungaretti, Quasimodo) che raccontano la propria esistenza dopo il momento del trapasso. Una scelta che ricorda molto l'Antologia di Spoon River e che purtroppo congela nel rigor mortis esperienze che invece furono estremamente vitali, come i versi che ai lettori si vorrebbe rendere, appunto, più vivi.
Se a scuola ti raccontassero la vita degli autori con la semplicità e la bravura con la quale Stassi ha scritto questo libro, credo che la letteratura italiana diventerebbe una delle materie più apprezzate.
L'autore ha avuto la capacità di unire la realtà con "la fantasia" in un modo così perfetto che quasi si potrebbe dire che fossero davvero gli autori stessi a raccontarsi, come se lui avesse preso meramente delle lettere lasciate dai poeti, riportandole pari pari all'interno di queste pagine. Davvero complimenti!!!
Di poesia si tratta! Fabio Stassi ci fa incontrare i poeti del Novecento, dieci per essere esatti. Li fa parlare di se stessi e della loro vita, raccontandosi dall'oltremondo. Ritornano per dirci le cose del loro tempo con la loro voce e dal loro punto di vista e lo fanno con un modo così semplice e particolare che alla fine del paragrafo, passando ad un altro poeta, è come salutare una persona di famiglia.
Il libro di Stassi che in assoluto preferisco. Premetto che adoro la letteratura e la poesia novecentesche. Ogni ritratto proposto restituisce visione, stile e temi degli autori a cui è dedicato, riuscendo a restituire in modo originale il timbro della loro voce. Anni fa introdussi Alda Merini a partire da queste pagine in una classe "difficile", a riprova che la poesia è davvero un linguaggio universale: tutti mostrarono un interesse sincero.
In realtà è un 4.5! Ho amato follemente la sua scrittura. Le mie storie preferite? Campana, Gozzano e Saba. Più di tutti? Alda Merini. Amanti della poesia e dei libri che parlano delle vite degli scrittori? Questo libro è fatto per voi.
Un libro di una bellezza disarmante, che da voce ai grandi poeti del novecento da un punto di vista originale e nuovo. Bravissimo l'autore che riesce perfettamente ad immedesimarsi nei personaggi e a raccontare alcuni segreti su di loro che in pochi conoscono.
Non sono semplici racconti quelli presenti in “Con in bocca il sapore del mondo”. Fabio Stassi ridà vita ad alcuni dei più famosi poeti italiani, creando una serie di mini biografie a metà tra realtà e fantasia. Scopriamo così i pensieri nascosti di D’Annunzio e la visione della vita di Montale, per citarne un paio.
Se leggendo tutte le vite illustri una di fila all’altra ci si può annoiare un po’, presi a piccole dosi ci si sente vicini ai protagonisti. Bellissimo lo stile lieve e raffinato dell’autore. Penso che ogni capitolo possa essere uno spunto interessante per rinnovare le lezioni di letteratura italiana a scuola.
Tra gli ultimi arrivati in casa minimum fax c’è Con in bocca il sapore del mondo di Fabio Stassi, un breve libro sulla vita di alcuni dei più grandi tra i poeti italiani del ‘900. Un saggio direte voi? No. Un’opera biografica? Nì, non del tutto. Quella di Stassi è un’operazione più letteraria, e anche più coinvolgente per il lettore; in questi dieci racconti infatti i poeti tornano a vivere, o meglio a far sentire la loro voce, da un oltretomba dal quale sono loro stessi a raccontare la storia della propria vita. Il pensiero va subito all’Antologia di Spoon River, la celebre raccolta di epigrafi di Edgar Lee Masters, qui però lo spazio è più dilatato, e i poeti si prendono più tempo per raccontarci la loro storia.