Comincia tutto con una valigia. La tira su il peschereccio del capitano Valentino Costanza, al largo della costa di Rimini, in un bel giorno di maggio. La valigia contiene un mucchietto di ossa, che sembrano quelle di una bambina, e viene subito chiamata la Squadra omicidi, guidata dall’irresistibile vice questore Costanza Confalonieri Bonnet. Un «cold case» raccapricciante ma di secondo piano? Può darsi, ma meno di quarantott’ore dopo se ne aggiunge un altro, decisamente bollente, che coinvolge un’ereditiera infelice, una misteriosa Fondazione e uno studio di avvocati da trattare con i guanti. È un bel garbuglio, e per riuscire a sbrogliarlo Costanza avrà bisogno di alleati, tra cui il compagno di sua madre Leo Liverani, comico e gentiluomo, e lo stesso capitano Valentino, marinaio specializzato in tuffi al cuore. Squadra che vince, e risolve casi, non si cambia e in questa nuova puntata della trascinante serie gialla di Gino Vignali tornano in scena, al fianco di Costanza, l’ispettore capo Orlando Seneca Appicciafuoco, l’agente scelto Cecilia Cortellesi, e il vice sovrintendente Emerson Leichen Palmer Balducci, stavolta impegnato in un’indagine sotto copertura ad alto tasso di ignoranza. Due trame incalzanti si intrecciano in una Rimini primaverile e felliniana, tra segreti dell’alta società, equivoche atmosfere circensi e la seducente scenografia del Grand Hotel.
Sebbene anche questa volta non si possano sopportare i commenti sbrodolosi e maschilisti su Costanza e su Cecilia, tengo botta, perché mi piacciono le atmosfere e lo stile di Vignali (quando non fa apprezzamenti). Questa volta il vicequestore ha per le mani due casi diversi: uno è una sorta di cold case che si apre con il ritrovamento di una valigia che contiene uno scheletro, l'altro la morte di una donna particolare, uccisa a colpi di pistola, Diamante, l’unica erede dei Brandolini, una nobile famiglia di Forlì con proprietà in tutta Rimini, che era malata e infelice. La squadra del vicequestore Confalonieri Bonnet si divide i compiti, ed Emerson Leichen Palmer Balducci questa volta farà pure l'infiltrato al circo.
Perchè in fondo, nonostante il femminismo, nonostante "ilcorpoèmioemelogestiscoio", chi non vorrebbe essere definita una "gafi da gnoso"?
sua nonna Carlotta durante un week-end a Milano, lei ha sì commentato «che schifo», ma subito dopo le ha consigliato di non scandalizzarsi troppo, spiegandole, ormai ne ha l’età, la prima legge dell’ornitologia meneghina, quella che afferma inconfutabilmente che «l’è meij un usel in man che cent che vola».
«Un’altra brutta storia. A Rimini sembra che ci siano più morti che nelle canzoni di De André.»
«Buonanotte, dottoressa» le dice Orlando. «Si faccia coraggio, in tristitia hilaris.» «Giusto. Così si vincono le battaglie, tutte le battaglie. Allegri nella disperazione. Mi piace. Chi l’ha detto?» «Giordano Bruno… insomma… non è che le abbia proprio vinte tutte…» A Costanza cadono le braccia e con un filo di voce ripete: «Buonanotte lo stesso».
Costanza Confalonieri Bonnet è alle prese con un nuovo caso di omicidio in una Rimini primaverile. Sono i primi giorni di maggio, si respira già il profumo dei gelsomini nell’aria, le spiagge si preparano ad accogliere i turisti; si respira la vita. Non per lei che deve risolvere il mistero della donna trovata dentro un trolley, recuperato da una barca di ritorno dalla pesca capitanata dal bel Valentino Costanza. Insieme alla sua squadra (Emerson Leichen Palmer Balducci, Orlando Seneca Appicciafuoco, Cecilia Cortellesi) si mette all’opera. Devono trovare le risposte a diversi interrogativi: com’è possibile che il corpo, pur essendo stato infilato in un trolley di piccole dimensioni, non presenti fratture? che cos’è quella lunetta rosa trovata insieme al corpo? Chi è la donna? Chi l’ha ridotta così? Un aiuto viene dal patrigno di Costanza, in zona per farle un saluto, che le suggerisce la pista circense: potrebbe essere una contorsionista? Potrebbe. e così le indagini prendono una direzione un po’ più precisa, direzione Montecarlo, al circo di Gino Bondi, il quale fa parzialmente luce sull’identità della morta. Secondo il vecchio artista si tratterebbe di Furtuna Papa, che lavorava al circo Kodra, che in quel preciso momento ha messo le tende a Miramare, meno di dieci chilometri dal centro di Rimini. Costanza e Leo (il patrigno) tornano alla base, e ad aspettarli trovano un nuovo omicidio: Diamante Brandolini, un’ereditiera dalla bellezza triste e folgorante in cura da un po’ presso la “Fondazione di altereologia applicata” (una sorta di centro dove si usano tecniche psicologiche miste, il cui fine è la felicità interiore) è stata uccisa con due colpi di ama da fuoco. Due omicidi in pochi giorni. E altre domande a cui rispondere, altri colpevoli da cercare. La Bonnet e i suoi riusciranno a risolvere entrambi i casi e a mettere dietro le sbarre i colpevoli, tra qualche colpo di scena, una piadina o due e tante risate.
Rispetto al precedente è un po’ più lento e per i miei gusti Costanza ha un po’ troppa fortuna. Parafrasando Emerson Balducci: una botta di culo ci sta, ma così è un po’ troppo. (nel libro, poi, ad un certo punto Orlando spiega la serendipity, ma una volta va bene, quando le serendipity diventan tante, si perde un po’ il gusto e anche la credibilità.) La trama regge, ma è sottile come la fune che si vede in copertina. Un giallo leggero, da gustare sotto l’ombrellone, magari con una birra o uno spritz in abbinamento. I personaggi sono il vero punto di forza di questo secondo episodio (a cui spero faccia seguito un terzo, che voglio scoprire se accadrà qualcosa tra il pescatore e Costanza e se Emerson e Cecilia riusciranno ad andare all’Ikea!!ahhaah), insieme all’ambientazione – ma io sono di parte-: la Jole (che quest’anno non riaprirà), la Ilde e i suoi cassoni a Covignano (se siete in zona andateci! Per me sono più buoni di quelli della lella!), il caffè delle Rose, il caffè Cavour son tutti posti che conosco e mi fanno stare un po’ più a cuore questa seconda opera di Vignali... e che mi fanno dare un po’ più di due stelle, ma meno di tre. Due e tre quarti! Buona lettura! (a sto giro nessuna citazione preferita!)
Gino Vignali La chiave di tutto- Ci vuole orecchio- La Notte rosa- come la grandine Ringrazio @ieia2020 che mi ha risollevato il morale ad Agosto, suggerendomi la lettura di questi gialli, il cui autore -Gino Vignali, il Gino che va a braccetto con Michele, per i cultori de Le Formiche ...- è di per sé garanzia della leggerezza che andavo cercando, nelle scorse settimane. Oltre a quella, ho trovato anche molto altro, dal ritratto di una Rimini diversa dal solito e non solo perché colta nelle 4 stagioni a cui è dedicato ciascun romanzo, ad una squadra di personaggi a cui ci si affeziona, al di là di una apparenza da "macchiette", passando attraverso storie che coinvolgono e plot che reggono. In più, mi han regalato la soddisfazione delle letture da ombrellone di una volta, quando leggevi due libri al giorno le cui pagine scorrevano via come l'acqua, contribuendo allo spensierato divertimento dell'estate. I critici letterari potranno storcere il naso, senza dubbio: ma dalle mie parti è tanta roba :) Consigliati, ovviamente
Tre stelle e mezza. Perfetta lettura per una domenica primaverile in giardino, però la trama è meno appassionante de “La chiave di tutto”. Certi passaggi sono un po’ forzati, e l’ironia, che pervadeva l’intero romanzo precedente, qui latita talvolta. Attendo caparbiamente la prossima avventura, perché i protagonisti meritano davvero, e l’aria di Romagna mette sempre di buonumore! “Perché la notte avrà le orecchie, ma il giorno ha gli occhi. E gli uomini di mare la fantasia”.
Un libro molto godibile, ambientato principalmente a Rimini, con bei personaggi (non proprio credibili) e con una storia gialla che va avanti grazie a molti colpi di fortuna - ma che ha comunque un bel finale che ho apprezzato. Divertente e brillante, un libro perfetto per un lungo pomeriggio di lettura (si parla di neanche 200 pagine che volevano, sorrette anche da una prosa originale e spesso ricca di riferimenti e citazioni) Consigliato