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L'edera

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Paradigmatico fin dalla formulazione del titolo, L'edera è la storia di un attaccamento totale: quello di Annesa, una Lady Macbeth assassina per amore, ma più di lei nobile, incapace com'è di nascondere la colpa dietro lo scudo dell'indulgenza, verso Paulu, «un personaggio in transito», un doppio a metà tra autoctono e forestiero. Di nuovo il risultato di un modello letterario, produzione deleddiana originale, a cui nessuno mai ha potuto sottrarsi.www.ilisso.it

230 pages, Kindle Edition

First published January 1, 1908

17 people are currently reading
446 people want to read

About the author

Grazia Deledda

434 books270 followers
Grazia Maria Cosima Damiana Deledda was an Italian writer who received the Nobel Prize for Literature in 1926 "for her idealistically inspired writings which with plastic clarity picture the life on her native island [i.e. Sardinia] and with depth and sympathy deal with human problems in general". She was the first Italian woman to receive the prize, and only the second woman in general after Selma Lagerlöf was awarded hers in 1909.

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119 (21%)
4 stars
214 (39%)
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2 stars
51 (9%)
1 star
4 (<1%)
Displaying 1 - 30 of 55 reviews
Profile Image for Berengaria.
957 reviews192 followers
January 5, 2023
4 stelle
Recensione per il libro facile per gli studenti di italiano.

Ho letto alcuni di questa vecchia serie dei libri classici italiani per studenti della lingua, nessuno di quali, purtroppo, è stato più della media. Beh, sorpresa! Non è vero per L'edera! Finalmente, una storia interessante che è piacevole da leggere… e (quasi) non è fonte di confusione o orribilmente antiquato per quanto riguarda le donne.

Pubblicato originariamente nel 1910, L’edera è una storia di povertà, disperazione, amore e speranza che potrebbe accadere oggi. La trama e le scene sono facili da capire e la grammatica/ il vocabolario sono adatti per studenti al livello B1.

Raccomandato.
Profile Image for Carlo Mascellani.
Author 15 books291 followers
February 15, 2022
Come l'edera resta attaccata al proprio sostegno e da lui trae forza, così la protagonista Annesa, orfana, compie anche sacrifici estremi per aiutare la decaduta famiglia dei benefattori che l'hanno raccolta. È un dramma di scelte sofferte, di slanci verso una libertà che, infine, torna a stemperarsi nelle più rassicuranti regole religiose e sociali, di un mondo granitico che stenta a lasciarsi scalfire.
Profile Image for Darka.
553 reviews431 followers
Read
January 25, 2025
доволі цікава книжка про гріх і спокуту на прикладі зубожілої сардинської родини. цікаво, що для місцевого священника розпуста стає більшим переступом, ніж буквально смертовбивство. крізь всю історію червоною ниткою йде образ "плюща", який може вдушити дерево, якщо його не зрізати. хто тут плющ, а хто дерево авторка лишає на наш розгляд.
Profile Image for Claudia.
103 reviews23 followers
November 6, 2025
Grazia Deledda ha ricevuto il Premio Nobel per la Letteratura nel 1926. Originaria di Nuoro, in Sardegna, fu soprannominata da alcuni «l'anima del verismo», corrente letteraria di cui Giovanni Verga è il rappresentante più noto. Grazia Deledda ha pubblicato 36 romanzi e circa 250 racconti, la maggior parte dei quali è ambientata nella sua isola natale, la Sardegna, e in particolare nella regione della Barbagia. Questa vasta regione orientale dell'isola è prevalentemente montuosa e i suoi abitanti, nel corso dei secoli, hanno resistito ai Fenici, ai Cartaginesi e ai Romani, il che spiega il loro carattere forte e resiliente.

Finalmente ho letto L'edera, che mi aspettava da tempo su uno scaffale. Lasciando temporaneamente da parte Emile Zola, sono rimasta sorpresa, per contrasto, dal ritmo lento dei primi capitoli.

Ci troviamo in un villaggio, Barunei, durante la festa patronale, in compagnia di una famiglia dell'aristocrazia contadina sarda, i Decherchi. Tutto evoca un certo declino: una dimora che un tempo era bella, ma ora è decadente; Don Simone e Don Cosimu, ormai anziani; Donna Rachele, vedova, madre di Paulu, a sua volta prematuramente vedovo, e padre di una bambina affetta da una malattia. Non ho potuto fare a meno di pensare ai Rougon-Macquart, con la differenza che Grazia Deledda, a differenza di Zola che si concede qualche digressione sull'ereditarietà, non interviene mai nel testo per esprimere le proprie impressioni e conclusioni.

Annesa è la serva adottata in passato da don Simone. Non si sa proprio da dove viene. Dicono che forse venga dal continente. La chiamano "Pili brunda" (capelli biondi). Si occupa in particolare di Ziu Zua, un parente asmatico e invalido, confinato nella sua camera e pieno di rancore e avarizia. Ziu Zua vive nel ricordo, si potrebbe dire anche nell’ossessione del suo passato glorioso, quando serviva nell'esercito piemontese. Dorme letteralmente su titoli bancari nascosti sotto il materasso mentre i Decherchi sono sull'orlo della rovina. Paulu è il principale responsabile della situazione, e si impegna a battere la campagna alla ricerca di fondi.

Annesa e Paulu hanno una relazione segreta, nonostante la giovane sia promessa all'altro servitore della famiglia, anche lui adottato, forse figlio naturale di uno dei Decherchi. Ma i tentativi di Paulu falliscono, nonostante le sue numerose conquiste femminili.

Si percepisce subito la frustrazione dei membri di questa famiglia, destinata a un'imminente povertà, in contrasto col loro orgoglio, la loro pietà sincera, il loro senso delle apparenze. Nonostante ciò, Donna Rachele tiene a offrire, come ogni anno, un pasto a sei poveri, mentre il parroco del paese, un sacerdote atipico, cerca di convincere Ziu Zua ad aiutare finanziariamente la famiglia che lo ospita.

Per amore di Paulu e per gratitudine, quasi filiale, verso i Decherchi, Annesa, in seguito a un messaggio allarmante di Paulu, assente da casa, commette un delitto. A partire dal quinto capitolo, il ritmo della narrazione accelera e Grazia Deledda arricchisce il testo, fino a quel momento molto fattuale e sobrio, di passaggi introspettivi in cui gli eventi meteorologici e la descrizione del paesaggio, in contrasto con il puro verismo, costituiscono una proiezione dei pensieri della protagonista.

Annesa vive nella febbre, nella paura, poi nella vergogna e nel senso di colpa. Nonostante le indagini della polizia e l'autopsia, nessuno sospetta del suo gesto, tranne il prete che ha capito subito la situazione e ha ascoltato la sua confessione informale, anche se lei non crede in Dio. C'è qualcosa di Raskolnikov in Annesa, che lavora, in un certo senso, alla sua redenzione anche se il prete sospetta che lei non provi alcun rimorso.

Verso la fine del racconto, il ritmo rallenta mentre gli anni scorrono sullo sfondo. Spetta al lettore interpretare i segni e le vicissitudini del destino di Annesa e dei Decherchi.

»La vecchia casa Decherchi pareva una rovina : la porta tarlata, i balconcini arruginiti, sfondati, il cornicione coperto di erbe selvatiche, tutto, all’esterno, come nell’interno della casa, tutto era decrepito, pronto a cadere e a sepellire le tre meschine creature che l’abitavano. »

Da leggere per immergersi nell'atmosfera di questa regione della Sardegna all'inizio del XX secolo, una terra bella e selvaggia, una terra di leggende. Da leggere anche per l’analisi dettagliata dei personaggi e dei loro rapporti particolari.

Da notare che il romanzo è stato pubblicato per la prima volta a puntate nel 1907 in Francia (La Revue Bleue) e in Germania (Deutsche Rundschau) su richiesta degli editori delle riviste interessate. L'Edera è stato pubblicato in Italia solo pochi mesi dopo, nella Nuova Antologia di Firenze.
Profile Image for Guido Mura.
Author 7 books4 followers
December 8, 2020
Un paese sardo, due vecchi, rappresentanti di due diverse classi sociali, che parlano di un ragazzino scomparso. Poi appaiono i personaggi femminili, tra cui spicca quello di Annesa, uno dei più interessanti della narrativa italiana, accostabile, per alcuni aspetti, alle figure della Pisana, di Malombra o di Modesta, protagonista di L'arte della gioia di Goliarda Sapienza.
La descrizione, essenziale e precisa, non esasperata come in Fogazzaro, sembra quasi il supporto di una sceneggiatura. Visuale è anche l’approccio, la rappresentazione di cose e persone. Sembra di entrare sul set di un vecchio sceneggiato in bianco e nero della RAI. Il romanzo infatti divenne anche pièce teatrale e fu trasposto per il cinema e, in tempi a noi più prossimi, per la televisione.
L’edera è anche uno dei romanzi di Grazia Deledda in cui appaiono utilizzati, in maniera consapevole ed evidente, alcuni espedienti del romanzo d’appendice. Frequente è la presenza nel feuilleton di elementi conoscitivi, taciuti per scelta o per caso, con la successiva funzione di rivelazione o di agnizione. Anche in questo romanzo elemento fondamentale è il ritardo dell’informazione, che modifica l’azione, con le conseguenze che ne derivano. L’autrice dimostra di conoscere molto bene certi meccanismi. La sua abilità nel descrivere la tempesta emotiva che travolge i personaggi dei suoi romanzi si unisce in L’edera alla creazione di un clima di tensione emozionale, che mantiene la vicenda e la risposta emotiva del lettore sul filo del rasoio, fino alla conclusione preannunciata e continuamente rinviata. Buoni anche i frequenti dialoghi, che anziché creare uno stile artificiale di conversazione, riprendono gli usi della parlata del popolo, elementi dialettali compresi. Ottimo anche l’inserimento di elementi caricaturali e grotteschi, che servono a bilanciare i toni cupi della vicenda. La Deledda non rinuncia nemmeno ai coups de théâtre, in un finale complesso e articolato, in cui le passioni cedono al buonsenso e alla sostanziale positività dell’animo sardo, placando la tentazione oscura del melodramma.
Un buon romanzo, in definitiva, ricco di componenti, in cui convivono religiosità tradizionale e magici timori, passione, rimorso, in cui l’ambiente magico delle montagne sarde sembra assai prossimo a quello delle storie scandinave ed Emily Bronte si lega a Dostoevskij. Nulla di strano se quest’atmosfera, locale sì, ma in fondo molto vicina a quella di tanta letteratura europea, sia stata apprezzata anche fuori d’Italia, forse proprio perché poi tanto italiana non era.
Profile Image for Marta Cava.
579 reviews1,137 followers
Read
June 8, 2025
em declaro des de ja fan absoluta de les senyores escriptores de la literatura sarda
Profile Image for Dafne.
238 reviews38 followers
March 12, 2015
Sardegna, inizio ‘900. Siamo a Barunei (in realtà Baunei) piccolo paese sulla costa orientale dell’isola, durante la vigilia della festa di san Basilio.
La situazione economica dei Decherchi non è delle più rosee.
La famiglia è di antiche e nobili origini, possiede ancora alcuni poderi ma oramai è oberata dai debiti. Per avere ancora qualche soldo, i Decherchi, sono costretti a prendersi cura di Zio Zua, un lontano parente ricco, vecchio e malato d’asma, che in cambio delle cure di cui necessita paga un contributo in denaro alla famiglia. Zio Zua, però, è un rompiscatole, si lamenta in continuazione di tutti i membri della famiglia: le sue lagnanze hanno come obiettivo principale Paulu e Annesa (Anna), la protagonista del romanzo deleddiano.
Annesa è una giovane donna di poco più di trent’anni; abbandonata quando era piccola, è stata adottata dai Decherchi. È proprio lei che si prende cura del vecchio malato di cui tutti aspettano la morte per riceverne l’eredità. Annesa è una bella donna, con capelli biondi, innamorata follemente (ricambiata) di Paulu, giovane vedovo, l’ultimo discendente dei suoi benefattori.
Per questa folle passione, per salvare il suo amato e la sua famiglia dai debiti è disposta a fare tutto…

L’autrice sarda ha una prosa armoniosa e nitida, che fanno scorrere le pagine velocemente quando seguiamo la storia di questa donna che si sente incaricata del compito di riparare i danni causati da Paulu ai suoi parenti.
Paulu è un debole, vigliacco, incapace, che ha passato anni della sua vita a bighellonare, a sperperare il denaro di famiglia e ad indebitarsi con gli strozzini per continuare a fare la bella vita. Rappresenta la decadenza delle ricche famiglie di proprietari terrieri che non sanno rinnovarsi ma si ripiegano su loro stessi e muoiono. Proprio come fa l’albero quando è soffocato dall’edera.
Annesa, è orfana, bella, intelligente, gran lavoratrice, piena di riconoscenza e d’amore per i suoi benefattori, con un gran bisogno di essere amata; si aggrappa alla famiglia come l’edera fa con un tronco, con un muro o con qualsiasi altro sostegno, e per loro arriva a compiere perfino un delitto. Per lei, da quel momento in poi, c’è sola la fuga, il tormento, il rimorso ed infine l’espiazione della propria colpa.

Grazia Deledda disegna i personaggi del romanzo molto bene, approfondisce la loro psicologia e molto spesso gli slanci dell’animo umano riflettono i fenomeni della natura.
La natura è anch’ella un personaggio del libro.
L’autrice pennella con passione le affascinanti descrizioni del paesaggio sardo; un paesaggio arido, aspro, duro, selvaggio. Una Sardegna con i suoi boschi di lecci e di querce, il vento che agita le vesti, l’odore del mirto e d’altre piante spontanee e poi i suoi monti di granito che scendono sino al mare per aprirsi improvvisamente e rivelare un mare color zaffiro. Un paesaggio che accompagna e partecipa alla disperazione della protagonista del libro. Queste sono tra le pagine più belle della narrazione.

Un romanzo duro e intenso che ci parla dell’inevitabilità del destino, di come l’amore da solo non basti a salvare le persone dalle loro azioni. Coinvolgente ed appassionante, non si può non soffrire con Annesa, quando si rende conto di aver commesso il delitto, vive l’inferno della paura e il tormento per i peccati compiuti, e la necessità del castigo e dell’espiazione. Il tutto è scritto in maniera esemplare che sembra di entrare nella vicenda e di essere nella grotta con Annesa.

Un libro melanconico, fatalista, intenso, appassionante, scorrevole e piacevole, mai pesante.
Una scrittrice dalla penna splendida, dal linguaggio fresco e accurato che permette di “vedere” la vicenda narrata.
Questo, per me, è stato il primo libro della scrittrice sarda ed è stata una vera scoperta.


Non sgridarmi, Paulu mio, cuore mio caro, non sgridarmi; tu l’hai già detto una volta, che io sono come l’edera; come l’edera che si attacca al muro e non se ne distacca più, finché non si secca.
Profile Image for Alexandra Bradan.
139 reviews28 followers
October 9, 2014
L'intero libro si potrebbe riassumere con le stesse parole della protagonista, Annesa, donna sdegnosa, ma profondamente triste e melanconica, che per l'assenza di radici proprie, necessita dell'appiglio ad un sostegno:

"Io sono come l'edera; come l'edera che si attacca al muro e non se ne stacca più, finché non si secca. Io sono l'edera che non può vivere senza il suo tronco, ma qualora lo stessi soffocando, me ne staccherei, per poi riallaciarmici e coprirlo pietosamente. Pietosamente, poiché, il vecchio tronco, è ormai morto."

Il tema che, forse,mi ha maggioremente colpito, è stata la colpa che noi uomini inputiamo, incondizionatamente, a Dio, qual'ora le avversità della vita ci sferzino e ci lacerino l'anima: diventiamo delle bestie spietate, "ululiamo" e "mordiamo" come un cane sulla cui ferita sia stato versato un medicinale, che nonostante allievi e cicatrizzi l'escoriazione, bruccia più del fuoco dell'Inferno e danna più del volere divino.
Mi è piacita, a quasto avviso, la figura di prete Virdis, così simile ad un Don Abbondio benevolo e locuace.

"Vecchi, giovani, uomini, donne, tutti se la prendono con Dio. E' molto comodo accusare il Signore del male che noi stessi ci facciamo. Dio ti ha aveva dato un'anima umana e tu l'hai deformata. A poco a poco, anzi hai fatto peggio ancora, l'hai uccisa l'anima tua, l'hai soffocata, e l'anima tua si è imputridita entro di te come un cadavere in una tomba; e ti ha corrotto e ti ha reso immonda... a tal punto, che nemmeno lo spetaccolo della morte, ti impone rispetto."

Per concludere, anch'io, ho ritrovato nella Deledda un "liaison de passage" tra il Verismo, con le sue magnifiche descrizioni provvinciali (qui sarde) e l'introspezione psicologica del Decadentismo.

Profile Image for chhaya.
192 reviews22 followers
April 4, 2020
20. század eleji szappanopera, szardíniai módra.
Lehet, hogy az új fordítással jobban jártam volna...
Mindenesetre megjegyzem magamnak az írónőt.
Profile Image for Laura.
46 reviews5 followers
October 29, 2022
I had to read this for uni, but in no way did I expect it to be 𝘵𝘩𝘪𝘴 good.

Annesa is a faithful maid for the Dederchi family. Orphan and with no knowledge of her origins, she's taken in, growing up along the young master of the house, Paulu. But when the family seems to meet their demise, Annesa finds no limit in helping them, doing something unforgivable.

Grazia Deledda was ahead of her time, I'd say. She masterfully crafted a novel that would keep you on the edge of your seat 'till the last sentence. The atmosphere screams Italian, you learn new traditions while reading.
The novel is not kind though. Suspenfully as it may be, it is also heartbreaking. It starts slow and graduates into a fast pacing and hair-tearing story, which ultimately ends on a peaceful, but remorseful note.
The characters are also well drafted, they're realistic. You can't help, but hate most of them. They show the ugly part of humanity.

So, is it worth to read this book? Yes! It embodies the Italian culture with deep themes, such as life itself. It's a read that will stay with you long after you've finished it.

5 stars ✨
Profile Image for Pilar.
58 reviews2 followers
March 26, 2024
No conocía a esta escritora, pero leeré más de ella porque me ha gustado como escribe.
Profile Image for eli.
159 reviews8 followers
August 7, 2024
È stato il mio primo approccio alla scrittura di Grazia Deledda e ne sono rimasta a dir poco affascinata. 

Ciò che ho apprezzato maggiormente è stata la capacità dell'autrice di mettere sulla scena del romanzo delle persone tangibili, reali, più che dei personaggi: ognuno, infatti, porta con sé, come pesanti fardelli che gli gravano sulla coscienza, i suoi dissidi interiori, le sue paure, la sua storia passata e il tutto è reso in modo soffuso, mai pesante, ma al tempo stesso incisivo, permettendo al lettore di sentirsi parte della storia, sebbene la vicenda sia ambientata in un tempo ormai trascorso e in un ambiente che sembra quasi cristallizzato, immobile, fuori dal flusso della Storia.  

Al centro della narrazione troviamo Annesa, una donna, orfana, che è stata trovata e accolta quand'era piccola dalla famiglia Decherchi: una famiglia nobile, ma ormai impoverita, la quale si trova ad affrontare gravi problemi finanziari che rischiano di mandarla in rovina. Un fortissimo sentimento religioso permea tutta la narrazione e determina i comportamenti dei personaggi: la stessa Annesa riconosce i propri errori e si impone di porvi rimedio, anche a costo di sacrificare la propria serenità e benessere. 

Ho amato profondamente le descrizioni dei paesaggi, i quali vengono quasi antropomorfizzati dall'autrice: minuziose, dettagliate, immersive, ma al tempo stesso poetiche e scorrevoli, leggere. 

Un libro forte, scritto divinamente, che mi ha fatto venire voglia di leggere altro di questa autrice troppo poco conosciuta e soprattutto poco letta. 
Profile Image for Joan Roure.
Author 4 books197 followers
December 6, 2023
Primera incursió en la literatura de la Premi Nobel sarda Grazia Deledda amb aquesta «L'heura», que publica per primer cop en català Fonoll en traducció de l’Alba Dedeu. Interessant l'exercici narratiu que fa Deledda, que ens explica la història de l'Annesa, adoptada per la família Decherchi —de la noblesa sarda vinguda a menys—, per a servir a casa seva, i de l'hereu de la casa, en Paulu, que cerca desesperadament un lloc entre un passat de glòria i un present decadent. Deledda, després d'un inici una mica lent, va introduint en un clima de tensió emocional que creix a un ritme trepidant i colpidor fins a fer que no puguis apartar la mirada.
La bella prosa de la italiana, amb les acurades descripcions dels paisatges muntanyencs de la Sardenya, una història addictiva i uns personatges que ens mostren les seves interioritats i clarobscurs, fan d'aquesta obra un gaudi pel lector.

«Malgrat tot, la vídua va mirar el vidu; ell ja la mirava. Tots dos tenien uns ulls preciosos, i els ulls bonics estan fets per mirar-se, encara que ja hagin vessat moltes llàgrimes sobre la tomba de persones estimades.»
Profile Image for LaSacherTorte.
41 reviews2 followers
March 16, 2019
Un libro godibile, quasi teatrale, e il mio primo approccio a una grande scrittrice.
Profile Image for Giovanna Tomai.
404 reviews5 followers
May 20, 2024
La Deledda non delude mai. Questo romanzo, consigliatomi sempre da Marcello Fois, ha alcune connessioni con Marianna Sirca, ma ha tinte più che, più noir. Annesa è un personaggio magnifico, vinto tra la vita e il peccato, rivoluzionario, come sempre le donne della Deledda: non crede in Dio, commette un omicidio, si fustiga in una vita di penitenza ma riesce infine nel suo intento primario. Sposare chi ha amato in gioventù.
L'amore trionfa come unica risposta possibile alla vita, nonostante le brutture.

[Non sgridarmi, Paulu mio, cuore mio caro, non sgridarmi; tu l’hai già detto una volta, che io sono come l’edera; come l’edera che si attacca al muro e non se ne distacca più, finché non si secca.»]

Ma parliamo anche dello stile e della competenza di scrittura della Deledda...che ve lo dico a fare...

[Annesa camminava, e le pareva di essere passata altre volte attraverso quelle tenebre, in mezzo a quei fantasmi e di conoscerli, e di non aver più timore dei pericoli ignoti che la precedevano e la seguivano: eppure di tanto in tanto bastava il fruscìo dei suoi passi sulle foglie secche per farla trasalire.
A metà strada, sull’alto di una china apparve una figura strana, che si muoveva davvero: sembrava una figurina umana, ma con una enorme testa di Medusa, nera nel chiarore lunare. Annesa si gettò dietro una roccia: e vide passare e sparire, a lunghi passi silenziosi, una ragazzetta scalza con un fascio di legna sul capo. Era una bimba che viveva vendendo legna rubate: i suoi piedini coperti di una crosta di fango sembravano calzati di leggeri sandali adatti alla fuga.
Annesa riprese la strada. E su, e su. Un’altra figura apparve, nera sulle bianche lontananze di un pianoro; un centauro che fischiava e galoppava verso le vaporosità dell’orizzonte. Poi più nulla: il mare apparve, come una nuvola d’argento azzurrognolo, sull’ultima linea del cielo lattiginoso: e la chiesetta nera si disegnò, alla destra del sentiero, sulla china petrosa. S’udiva il tintinnio monotono e argentino dei sonagli d’un gregge al pascolo. Dovevano essere le pecore di ziu Castigu. Guidata dal tintinnio melanconico, Annesa attraversò il pianoro sottostante alla china, e giunse fino alla capanna del vecchio pastore. Non trovò nessuno; ma il cane cominciò ad abbaiare, e ziu Castigu non tardò ad apparire, avanzandosi rapidamente dal bosco.
«Annesa, che c’è! Sei tu, anima mia?», gridò con voce spaventata. «Che è accaduto?»
«Dov’è?», ella domandò con voce bassa e anelante. «Dov’è?»
Il pastore la guardò da vicino: gli parve che ella fosse invecchiata e impazzita.
«Chi?», domandò.
«Chi? Paulu!», ella disse quasi con dispetto.]
Profile Image for Lorenzo Pastore.
49 reviews
March 6, 2025
La Sardegna raccontata da Grazia Deledda in Edera è un mondo sospeso tra realtà e mito, un universo arcaico e selvaggio, quasi fantastico, ma al tempo stesso crudelmente concreto. I paesaggi, con le loro luci e ombre, non sono solo sfondo, ma parte viva della narrazione: esprimono la durezza dell’esistenza, il peso del destino e la lotta silenziosa dei personaggi contro un ordine immutabile.

Al centro del romanzo c’è Annesa, una giovane donna che si paragona all’edera, pianta resistente e avvolgente, incapace di vivere senza un sostegno. Il suo attaccamento viscerale alla famiglia che l’ha accolta e la sua dedizione assoluta la spingono a compiere scelte estreme, in un contesto in cui le passioni non hanno il diritto di esistere se non entro i confini imposti dalle convenzioni.

Deledda racconta con uno stile lirico e intenso il conflitto tra desiderio e dovere, tra il bisogno di libertà e la sottomissione a un destino già scritto. La sua prosa, densa di immagini potenti e suggestioni simboliche, avvolge il lettore in un’atmosfera quasi irreale, eppure profondamente vera. Edera è un romanzo breve, ma carico di tensione emotiva e di riflessioni sulla condizione femminile, sul senso di appartenenza e sulla forza inesorabile del fato.

Come sempre, Deledda riesce a farmi percepire la sua terra non solo come un luogo geografico, ma come un’anima viva, pulsante, in cui il confine tra sogno e realtà si dissolve.
Profile Image for Davide.
102 reviews1 follower
April 25, 2022
Proprio come la pianta che dà nome al libro, questa tragica storia di peccato ed espiazione si è avvinta al mio cuore e non lo lascerà andare così facilmente. Un drammatico personaggio principale ed una storia destinata senza fallo alla tragedia, il tutto sullo sfondo di una natura tanto meravigliosa quanto terribile ed incombente, rendono questo libro molto più che degno di essere letto. Sicuramente una delle mie letture preferite dell'ultimo periodo. 5 stelle.
Profile Image for Dr. Watson.
Author 4 books44 followers
February 5, 2022
L’edera è esempio della capacità di Grazia Deledda di rendere tridimensionale qualsiasi personaggio, che sia protagonista o secondario. Qualunque personaggio porta con sé la propria storia passato, i traumi, ricordi e battaglia interiori che deve affrontare, senza pesare troppo sulla narrazione.

Il personaggio principale de L’edera è Annesa, di cui l’edera ne è rappresentazione, ma l’intera famiglia Decherchi si trova al centro della storia. La famiglia, nobile ma ormai impoverita, si trova ad affrontare problemi finanziari che rischiano di portargli via il poco che gli resta. Annesa è la loro serva, e figlia d’anima di Donna Rachele Decherchi. Annesa si ritrova spesso divisa fra ciò che sarebbe giusto fare e ciò che si sente di fare per aiutare i Decherchi, finendo per compromettersi e perdere ciò che aveva acquisito.

Annesa è un personaggio di molte sfaccettature, divisa fra il non conoscere le proprie origini e il servire la sua famiglia acquisita. Lei, come la società in cui vive, è pervasa da sentimento religioso che ne detta i comportamenti che deve mantenere. Riconosce i suoi errori, con la giustizia ma anche con il senso religioso del periodo, e si impone di porvi rimedio a costo del proprio benessere. Le sue lotte interne e i suoi conflitti ne caratterizzano la figura, alla ricerca prima di sé e poi di redenzione per quelli che considera suoi peccati.

Vi sono molte tematiche che ricorrono spesso nei libri della Deledda, dal tema del peccato e degli errori umani, il pentimento e la ricerca di redenzione nella vita terrena, ma anche il senso generale di decadenza, qui espresso in particolare nelle sorti della famiglia Decherchi, rovinata da sciagure familiari ma anche da dissoluti sperperi di denaro dello stesso Paulu Decherchi. Noto qui, come precedentemente in Elias Portolu, che vi è sempre un personaggio maschile che non aderisce ai canoni del uomo forte, capo famiglia e temprato dalla vita. Qui Paulu è presentato come una persona fragile, che spende il proprio denaro senza pensare, già segnato dalla morte della prima moglie, e che non è abbastanza forte per cambiare e prendere in mano la situazione, quasi a voler esplicitamente andare contro l’idea dell’uomo forte e coraggioso della società e cultura sarda.
Profile Image for Arianna Desogus.
Author 1 book24 followers
October 22, 2025
Breve e assai intenso questo romanzo che Grazia Deledda costruisce sullo sfondo di un duplice decadimento – della nobiltà sarda e della società del paese di Barunèi all’inizio del XX secolo – rendendo la tragica vicenda di Annesa punto di partenza per una riflessione su devozione e attaccamento e per un’indagine sulle idee di colpa e di peccato, misurando la distanza tra pentimento ed espiazione ed esplorando il rapporto tra religione e fede, mentre il paesaggio sembra parlare e il suo sentimento compenetrarsi con gli stati interiori dei personaggi, in un gioco di simbologie continuo e potente e in una fusione quasi mistica tra scrittura e natura.

[Ho parlato de L'edera anche su YouTube, ai minuti 19:50-27:30 di questo video: youtube.com/watch?v=EHq1oEYBUEg&t=5s]

[De L'edera ho condiviso diversi estratti qui: lasardascrittrice.com/2024/09/26/sugg...]
Profile Image for Nobody.
123 reviews
July 30, 2017
L'Edera è senza ombra di dubbio il romanzo della Deledda che amo di più. Appassionato ed intenso ci parla dell'ineluttabilità del destino, di come l'amore da solo non basti a salvare le persone dalle loro azioni.
Annesa, raffigurata dall'edera che avvolge l'albero attorno a cui cresce, è insieme vittima e carnefice della situazione, dipendente e sostegno dell'uomo che ama, che giorno dopo giorno vede perdersi in un mare di indecisioni ed errori. E' la sua forza quella di cui gli altri hanno bisogno, è la sua forza quella che la porta sull'orlo della rovina...
Profile Image for Maria Luisa.
320 reviews8 followers
September 6, 2022
Libro di una tristezza profonda ma anche di coraggio e di abnegazione tutti femminili. Gli uomini del libro non si piegano a cercare un'occupazione, un'alternativa alla miseria, ai debiti. Si limitano a sperare e a aspettare che succeda qualcosa attraverso qualcuno che risolva i loro problemi. Le donne, nei loro limiti, agiscono invece: si mettono al servizio dei più poveri, delle persone che amano, decidono di sfidare la sorte e ne pagano le conseguenze fino in fondo.
Profile Image for Francesco.
18 reviews1 follower
August 28, 2020
Potente, vero, capace di tornare indietro nel tempo, in quella Sardegna magica ricca di tradizioni e di legami familiari, un opera complessa che scava dentro i personaggi ponendo in atto una vera e propria fiction. Amo tutti i personaggi ogni cosa ha la sua simbologia un chiaro esempio di fusione perfetta tra romanticismo e verismo.
Profile Image for Lluís Gallart.
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July 4, 2024
He descobert una gran autora. En molts moments sembla un Crim i Càstig sard posant la dona al centre. La novel·la va creixent a poc a poc, amb uns personatges molt ben construïts i una tensió que es manté sense cops d'efecte innecessaris. Menció especial per la relació entre l'Annesa i el Paulu. Res és sorprenent, però tot és al seu lloc.
Profile Image for Monica Mangar oprina.
91 reviews2 followers
March 9, 2021
O poveste interesanta, de suflet. Dar ce mi-a placut mai mult decat povestea in sine a fost descrierea locurilor, Sardinia... Si lectura cartii m-a facut sa caut mai multe informatii despre insula, asa am descoperit ca exista un muzeu dedicat Graziei Deledda la Nuoro.
Profile Image for Elisa Pomarico.
Author 2 books9 followers
May 3, 2025
"L’Edera" è stata per me una lettura densa, spesso poetica, a tratti persino commovente, ma che non è riuscita a colpirmi come altre opere della Deledda. La sua prosa, come sempre, è evocativa, intensa, profondamente radicata nella sua Sardegna — che più che semplice ambientazione diventa un personaggio vero e proprio, con le sue voci, i suoi silenzi, la sua morale.
Annesa, la protagonista, è un personaggio complesso, dilaniato tra il sentimento d’onore verso la famiglia e una crescente lacerazione interiore. Ed è proprio questo il nucleo del romanzo: un’edera che si attacca a ciò che resta, che si aggrappa con tenacia alla casa dei Decherchi, al senso di debito verso di loro; pur essendo colpevole non solo di avere una relazione, che non sarebbe ben vista, ma soprattutto di un terribile atto che ha scosso la famiglia dei suoi protettori.
L’ho trovata affascinante come figura, soprattutto mettendo a paragone la sua voce interiore, con quella degli altri personaggi più esplorati: Prete Virdis e Paulu; entrare nella mente ricca di contrasti interiori di questi personaggi sono momenti carichi di significato. Rispetto ad altre opere dell’autrice, qui la tensione drammatica si muove più per introspezione che per fatti (il fatto, vero e proprio attorno a cui la vicenda si dipana è unico e ben identificabile).
Resta però fortissima la riflessione sui concetti di fedeltà, sacrificio, ma soprattutto di quanto l’essere umano sia complesso, di quanto la nostra psiche lavori molto più delle nostre mani; di quanto un pensiero sia esso malevolo o benevolo si espanda e contagi il nostro intero essere e agire come l’eco di un sasso in uno stagno. Ho sentito forte anche in questa storia l’eco di una Sardegna ancora arcaica, piena di riti e codici non scritti, dove l’identità è legata indissolubilmente a ciò che si è ereditato.
Una lettura che mi ha lasciato un senso di malinconia e di rispetto, ma soprattutto tante, tante riflessioni. Deledda riesce sempre a regalare, quella capacità di farti riflettere sulla natura umana, sui legami invisibili che ci tengono stretti.
Profile Image for ganxeta_lectora.
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August 20, 2025
“A poca distància es dreçava una alzina amb la capçada seca, i escampades per terra hi havia unes quantes branques d’heura, arrencades del tronc de l’arbre, que encara no eren seques, però ja havien estat trepitjades per algun passant”

Fa un temps la meva filla em va regalar L’heura, i aquests d’agost m’ha vingut de gust llegir-la per participar en l’#agostitalià que proposa @lilladeserta

Grazia Deledda ens situa en la Sardenya rural de la segona meitat del segle XIX, en el context històric de la unificació d’Itàlia. Una família de la noblesa italiana els Decherchi i la seva afillada i serventa l’Annesa.

La novel·la comença assossegada, les pautes descriptives alenteixen el ritme del relat, amb una ploma lírica, farcida de figures retòriques i simbolisme que casa molt bé amb la vivacitat i, fins i tot l’ironia en alguns diàlegs i que alhora sosté l’agitació de la gran càrrega psicològica dels personatges, amb el psicorelat i la introspecció, que faran trontollar els esquemes mentals dels personatges i se’ns endurà cap bens endins.

Una història colpidora, amb vestigis de les trames de la fortuna dels grans clàssics i reminiscències de la novel·la rural catalana, Víctor Català. Fins i tot a mi m’han evocat personatges tan turmentats com els de l’Emily Bronté.

L’autora posa al capdavant els paisatges, les tradicions sardes, la llengua, la pèrdua de la pàtria, potser exemplificada en la decadència de la casa noble, i també el pes de la religió: la moral, el pecat, la culpa, el sentit del deure, la irresponsabilitat, patriarcat...

L’heura una planta forta que s’arrapa, als troncs, a les cases. Una planta que dona vida, resistent, però també destrueix si no se’n té cura. És cargola com una serp a l’arbre prohibit, iconografia del pecat, o...

Si ho voleu saber l’haureu de llegir. 😁

Agraiments a @editorialfonoll i a l’Alba Dedeu per traducció i el pròleg, tan interessant.

Honestament, ha estat una grata sorpresa per a mi i, per la Far de @pandemiadellibres. Moltíssimes gràcies per aquesta lectura plegades i per compartir.💜
12 reviews
July 5, 2023
Διάβασα την συλλογή ποιημάτων «Ο κισσός» του Δημήτρη Βασσάλου (επειδή δεν υπάρχει το βιβλίο στο Goodreads χρησιμοποιώ έναν άλλο Κισσό για να γράψω την κριτική μου).
Πολύ όμορφες οι εικόνες που δημιουργεί ο ποιητής με την φύση. Αναφορές στην αρχαία Ελλάδα, την αρχαία Αίγυπτο και την Ιερουσαλήμ. Υπήρχαν κάποια ποιήματα «σφήνες» τα οποία είναι στο παρόν - ανανεωτικά διαλείμματα για τον αναγνώστη και την αναγνώστρια.
Και τώρα θα μιλήσω για κάτι διαφορετικό: αυτή τη χρόνια έχω υποβληθεί σε μια μακρά διαδικασία εκκαθάρισης των υλικών αντικειμένων που έχω στην κατοχή μου. Ένα μεγάλο μέρος της εκκαθάρισης αυτής αφορά τα βιβλία: έχω βάλει στόχο να διαβάσω όλα εκείνα τα βιβλία που έχω στη βιβλιοθήκη μου να σκονίζονται, που ίσως ξεκίνησα αλλά δεν τελείωσα ποτέ, που κάποια στιγμή στον χρόνο ήμουν πολύ ενθουσιασμένη να τα διαβάσω και μόλις τα απέκτησα αυτός ο ενθουσιασμός εξαφανίστηκε. Κάτι μαγικό που συμβαίνει σε αυτή την διαδικασία είναι ο φόρος τιμής που απονέμω στις στιγμές που απέκτησα αυτά τα βιβλία: Ο κισσός, για παράδειγμα, ήταν δώρο Χριστουγέννων από ένα πολύ αγαπημένο πρόσωπο, μια μέρα που είχαμε πάει για εθελοντισμό στην κοινωνική κουζίνα «Ο άλλος άνθρωπος» και μετά στο βιβλιοπωλείο των αστέγων (απ’ όπου και το αγόρασε). Τώρα που διάβασα το βιβλίο, τρία χρόνια αργότερα, έχω την αίσθηση ότι αναβίωσα εκείνη τη μέρα. Και ότι η τελευταία πέτυχε τον στόχο της. Είναι πραγματικά πανέμορφο συναίσθημα.
Profile Image for ALESSANDRA ESPOSITO.
126 reviews2 followers
May 15, 2024
Innanzitutto partiamo col dire che gli avrei dato 3,5 stelle ma qui i mezzi punti non valgono. Scopro a posteriori che questo libro è stato prima edito in tedesco e francese nel 1907 e solo nel 1908 è uscito in Italia; prima in capitoli stile feuilleton e poi in libro unico. Scrittrice molto prolifica in cui mi imbatto per la prima volta e di cui rimango stupita, non credo se ne parli abbastanza francamente. La trama drammatica fa comunque godere di una scrittura molto scorrevole e in un qualche modo fresca; l'immersione totale nella cultura sarda di inizio novecento ci fa districare tra i pensieri della gente di paese, termini dialettali piacevoli da scoprire, architettura paesana molto semplice e costruzioni sociali molto radicate nella religione, nel denaro e nelle credenze popolari. La struttura della storia è tutta incentrata sulle alterne fortune della famiglia Decherchi in cui veniamo buttati da subito senza preamboli e alle conseguenti disgrazie di cui sono più o meno vittime e che reggeranno il racconto fino alla fine, trovando in Annesa il filo conduttore. La storia mi è piaciuta molto, idem la scrittura e anche il dipanarsi della trama, sembra di leggere una pagina di storia del nostro paese, salvo poi accorgerci che molti degli atteggiamenti tenuti sono ancora vivi e presenti ai giorni nostri, con buona pace dei più di cent'anni di distanza e dei "progressi della civiltà".
Profile Image for verbava.
1,145 reviews161 followers
August 30, 2025
персонажі «плюща» старанно живуть про людське око, але потерпають від цього дуже по-різному, бо чомусь загадково так виходить, що людське око значно прихильніше до домашніх тиранів, ніж до тих, кому доводиться їх обслуговувати, і до шляхетських гульвіс у другому поколінні, ніж до тих, хто в їхніх по вуха закладених маєтках таки ще робить якусь роботу. у процесі читання дуже хочеться, щоб воно все нарешті згоріло к бісовій мамі, і хоча головну героїню (чия ситуація — це безцінний приклад для дослідження кохання як зброї патріархату) шкода, їй би на згарищі теж було краще.

(із перекладом відбулося щось прикре, скидається на те, що редакторці довелося його переробляти й не вистачило часу на, власне, редагування, а коректорку просто не покликали, тож якщо вас дратує випадкове використання розділових знаків і подобається, коли сенс мають от прямо всі речення книжки, цю можна й пропустити).
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