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The Game

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Doce años después de Los bárbaros, donde Baricco reflexionaba sobre la mutación –que no invasión– que estaba sufriendo nuestra sociedad debido al impacto de las nuevas tecnologías, llega ahora The Game, donde el autor traza la cartografía (y la historia, a partir de lo que él denomina fósiles, desde los pioneros hasta nuestros días) de la insurrección digital. No se trata de una mera revolución tecnológica, sino del colapso de los paradigmas de la sociedad del siglo XX, considerada catastrófica por jóvenes inicialmente relacionados con movimientos contraculturales. Por increíble que nos parezca, en poco más de tres décadas, ordenadores personales, smartphones y otros dispositivos digitales (meras herramientas, de hecho) se han hecho imprescindibles y, sobre todo, han ido cambiando la sustancia misma de nuestra concepción de la realidad y nuestra relación con ella. Y lo han hecho con una lógica que en gran parte es heredera de los videojuegos (de ahí el título de este ensayo): hacerlo todo más fácil, más agradable, aunque por debajo haya un gran despliegue tecnológico. Pero ha sido la proliferación de programas y aplicaciones –Google, Facebook, YouTube, Twitter, Tinder: sus nombres nos resultan tan familiares que a estas alturas resulta inconcebible vivir sin ellos– lo que ha permitido el despliegue de este nuevo modo de entender el mundo en forma de redes (desde las informativas hasta las sociales) que amplían nuestra experiencia. Evidentemente, existen también peligros innegables (el surgimiento de nuevas élites, cierto egoísmo de las masas, la expansión de los populismos o de las fake news…), aunque, advierte Baricco, estos no sean fenómenos completamente desconocidos. Sin embargo, también se percibe la importancia creciente de un nuevo desafío al que no podemos dar la espalda: la Inteligencia Artificial.

336 pages, Paperback

First published October 2, 2018

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About the author

Alessandro Baricco

102 books3,968 followers
Alessandro Baricco is an Italian writer, born at Torino in 1958. He's the author of several works, including the novels Lands of Glass (Selezione Campiello Award and Prix Médicis Étranger), Ocean Sea (Viareggio Prize), Silk, City, Emmaus or Mr. Gwyn, among others.

He is also the author of the majestic rewrite of Homer’s Iliad, the theatrical monologue Novecento, the essays Next: On Globalization and the World to Come or The Game.

Baricco hosted the book program "Pickwick" for Rai Tre, which, according to Claudio Paglieri, "invited Italians to rediscover the pleasure of reading." In 1994, he founded a school of "writing techniques" in Turin called Holden (as a tribute to Salinger), which, under his direction, has been a resounding success. Since the publication of Silk, which has become a long-standing bestseller both in Italy and internationally, Baricco has established himself as one of the great Italian writers of the new generations.

He was awarded the Fondazione Il Campiello Prize in 2020 and the Penna d’Oro Prize in 2022 for his body of work.

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Profile Image for piperitapitta.
1,050 reviews465 followers
December 2, 2018
Contemporary Humanities
“L’idea di un’umanità aumentata”


Qui Baricco racconta "The Game".



Da donna-tastiera-monitor quale sono (diventata) posso dire che io c’ero, quando Space Invaders ha fatto fuori il calciobalilla (ma c’ero da prima ancora, da quando due bacchettine verticali giocavano a ping-pong sullo schermo del televisore con il tubo catodico e in bianco e nero); c’ero anche quando gli Space Invaders subirono l’attacco del Commodore 64 e il giorno in cui la Apple scrisse Congratulations a Windows 95, che finalmente si decideva ad abbandonare definitivamente il DOS e le sue schermate con scritte in verde fluorescente su fondo nero per entrare nel magico mondo delle icone (e chissà che prima o poi non si decidano a dismettere quella specie di dinosauro di Explorer).



È stato in quel lungo e breve periodo in cui, da donna eretta ho iniziato a modificare la mia postura fino ad assumere quella da donna-tastiera-monitor: nel 1994 ho iniziato a muovere il mouse del mio primo Mac, un paio di anni dopo a digitare i tasti del mio primo Nokia, nel 2000 a frequentare il mio primo forum e le mie prime mailing list, a scoprire il mondo dei blog (prima ancora che Grillo, l’informazione e i suoi derivati mettessero le mani su quello che fino ad allora era solo un bellissimo mondo dove giovani nerd e giovani graphic e aspiranti web designer mettevano in connessione le loro menti, i loro talenti e le loro aspirazioni), ad assistere nel 2004 in maniera compiuta al passaggio dal web 1.0 al web 2.0, ma è stato solo nel 2007 - Il 9 gennaio 2007, quando già “tutti pezzi erano sulla scacchiera”, Steve Jobs inizia il Game: presenta l’iPhone. Erano affamati, erano folli. - quando ho acceso lo schermo del mio primo iPhone 2G (usato), che finalmente ho potuto scoprire l’oltremondo e capire che la trasformazione era avvenuta, che presto quello strumento che tenevo nella mia mano sarebbe diventato il testimone con cui le generazioni future il mondo lo avrebbero tenuto in mano, lo strumento per oscillare fra mondo e oltremondo ed entrare nel Game.



Io c’ero, dunque, e come altri milioni di persone, sono stata strumento e artefice di questo cambiamento, ed è per questo che a leggere The Game mi sono divertita parecchio e non mi divertivo e non mi ritrovavo così dentro a un saggio dai tempi di No Logo di Naomi Klein (che segna un passaggio epocale per la presa di coscienza di quello che è stata ed è diventata la società occidentale dei consumi) e da quelli di Mondo blog scritto dalla mia amica Eloisa Di Rocco, una delle primissime blogger italiane ad aprirne uno.
The Game di Alessandro Baricco ci racconta come siamo diventati quello che siamo, ci analizza con sorprendente vivacità e curiosità, ci predispone lo scenario dei suoi reperti con la stessa attenzione e lo stesso orgoglio con cui un archeologo (o un cartografo, viste le mappe della nostra geografia che Baricco sottopone alla nostra attenzione) ci porterebbe sul campo delle sue scoperte, e senza darci un attimo per riprenderci dallo stupore, ci trascina in un vortice di continue rivelazioni e interpretazioni, in un’analisi sociologica che rivela sin da subito l’intento filosofico della nostra guida: fino a partire dalla descrizione di quel mondo della controcultura californiana degli anni, tutti ingegneri, tutti bianchi, tutti uomini, dal loro approccio filosofico che si opponeva a quello della cultura elitaria novecentesca (quella che aveva costretto il mondo a due guerre), al linguaggio friendly e a una nuova consapevolezza di sé che ha permesso, in quel contesto e in quegli anni, di porre le basi per quella rivoluzione digitale che - Baricco ci tiene molto a sottolinearlo, fate attenzione (gli sto facendo il verso, eh!) - è stata una rivoluzione mentale prima ancora che tecnologica.

È un punto cruciale. Necessita di una certa attenzione: per favore mettete il cellulare in modalità aereo e date il ciuccio al bambino […].
In questo senso il passaggio che riporto, quasi a inizio del saggio, è emblematico, rivelatorio, al punto da imporre sin dall’inizio di non limitarsi a credere che “LA RIVOLUZIONE MENTALE SIA UN EFFETTO DELLA RIVOLUZIONE TECNOLOGICA, […] DOVREMMO CAPIRE CHE È VERO IL CONTRARIO. Pensiamo che il mondo digitale sia la causa di tutto dovremmo, al contrario, leggerlo per quello che probabilmente è, cioè un effetto: la conseguenza di una qualche rivoluzione mentale. Guardiamo la mappa alla rovescia, giuro. Bisogna girarla. Bisogna invertire quella dannata sequenza: prima la rivoluzione mentale, poi quella tecnologica. Pensiamo che i computer abbiano generato una nuova forma di intelligenza (o stupidità, chiamatela come volete): invertite la sequenza, subito: un nuovo tipo di intelligenza ha generato i computer. Che vuol dire che una certa mutazione mentale si è procurata gli strumenti adatti al suo modo di stare al mondo e lo ha fatto molto velocemente: quel che ha fatto lo chiamiamo rivoluzione digitale. Continuate a invertire la sequenza e on fermatevi. Non chiedetevi che tipo di mente può generare l’uso di Google, chiedetevi che tipo di mente ha generato uno strumento come Google. Smettetela di cercare di capire se l’uso dello smartphone ci disconnette dalla realtà e dedicate lo stesso tempo a cercare di capire quale tipo di connessione alla realtà cercavamo quando il telefono fisso ci è sembrato definitivamente inadatto. Il multitasking vi sembra generare una una sostanziale incapacità di prestare la dovuta attenzione alle cose: invertite la sequenza: da quale angolo stavamo cercando di venir fuori quando ci siamo costruiti degli strumenti che ci consentivano finalmente di giocare su più tavoli simultaneamente? Se la rivoluzione digitale vi spaventa, invertite la sequenza e chiedetevi da cosa stavamo scappando quando abbiamo infilato la porta di una simile rivoluzione. Cercate l’intelligenza che ha generato la rivoluzione digitale: è assai più importante che studiare quella che ne è stata generata: ne è la matrice originaria. Perché l’uomo nuovo non è quello prodotto dallo smartphone: è quello che se l’è disegnato a suo uso e consumo, che lo ha costruito per fuggire da un prigione, o rispondere a una domanda, o zittire una paura.”



E quindi, invertite la sequenza, studiate e divertitevi con questo saggio, che io ho definito Web for dummies nella misura in cui siate già utenti e fruitori smaliziati di strumenti digitali e della loro storia, o analfabeti tecnologici come Baricco e mia sorella, o parzialmente informati come me (ecco, Alpha Go mi mancava proprio, non avevo idea di cosa fosse, e le date, certo, le date non le imparerò mai nonostante alcuni passaggi, come dicevo, li abbia vissuti passo passo), ma che diventa per tutti interessante e affascinante quando all’elenco dei fatti aggiunge la sua lettura e la sua visione. Una visione che è più una profezia, una profezia che è quasi un monito: abbiamo il Game, ora, ora, lì dentro, manca l’Umanesimo.
Restiamo umani, torniamo umani, è il Game che ce lo chiede.

(Poi lui è antipatico, sì, e si piace anche molto, sì, ma quando fa così piace molto anche a me)
Profile Image for ferrigno.
552 reviews110 followers
February 12, 2019
Con "The Game" Baricco tenta un paio d'operazioni. La prima è spiegare la genesi di questo nuovo mondo creato dalla massa di utenti interconnessi nel network sociale (intendo: da Space Invaders ai social network); la seconda è fare il bilancio della situazione.
La prima parte l'ho trovata noiosetta, forse perché l'ho vissuta personalmente -dal C64 in poi- e non ho trovato spunti sufficientemente interessanti. Forse i ventenni troveranno più motivi d'interesse.

La seconda l'ho trovata francamente superficiale. Le sfide sono troppe e troppo aperte per liquidarle così.
Contano di più l'accessibilità alle informazioni, la possibilità di comunicare praticamente con chiunque -insomma, il progresso, oppure il benessere? Come definiamo la qualità della vita, Baricco? Siamo assaliti ogni momento da tonnellate di informazioni -i massacri in Sud Sudan, i pastori che versano il latte, il costo mensile della connessione (con tim, tre, vodafone, iliad, wind), il rapporto costi-benefici della TAV, la bambina uccisa dalla mamma in Alabama, il cambiamento climatico, il bando per il nuovo ponte di Genova, i terroristi che ci attaccano, noi che gli vendiamo le armi con cui ci attaccano, il gay pestato sottocasa, gli uteri in affitto; di più: siamo assaliti da varianti dello stesso fatto: prendete gli eventi in Siria come esempio. Qualcuno ha capito chi stiamo sostenendo, chi stiamo combattendo, a chi stiamo vendendo le armi e da chi stiamo comprando petrolio ed eroina? Di questa storia sentiamo le versioni più diverse, ogni esperto mostra dati a supporto di argomentazioni ragionevolissime e tutte in contraddizione.
Siamo tenuti a capire e scegliere. Scegliere l'operatore che ci fregherà di meno, scegliere l'auto che non si romperà, scegliere il partito che farà le scelte meno folli ma che farà l'interesse della classe media possibilmente senza ghettizzare qualcun altro, scegliere il pomello dell'armadio, il pelato tra mille varianti (piennolo, pomodoro cinese, sammarzano, datterino con buccia e senza, organic, senza zucchero con zucchero di canna/basilico/aglio/glutammato monosodico)...

"Ma era così anche prima" dice Baricco. Non è vero Baricco, le storie, le fonti, si sono moltiplicate esponenzialmente e io faccio fatica a star dietro alla miriade di operatori (libertà di scelta) per i servizi che devo usare ogni giorno (la fottuta libertà di scelta); ma io vengo da un mondo di monopolisti: SIP per il telefono, ENEL per la luce, RAI per la verità (indiscussa e indiscutibile).

Probabilmente ci sarebbe da riempire enciclopedie con gli studi sull'impatto di tutto ciò sull'umanità. Su come si sia tutti in burn-out cronico, cinici e disillusi per necessità di sopravvivenza, sempre più rinchiusi nell'orticello perché non si riesce più a gestire la selva che c'è fuori, la selva di scelte infinite.

La stramaledetta libertà. Ma che cazzo di libertà è se non afferri i termini e non conosci le conseguenze delle tue scelte?

Baricco, va'. Scrivi un romanzetto, lascia le cose serie agli adulti, o a chi vuole prenderle sul serio.
Profile Image for SCARABOOKS.
292 reviews264 followers
January 9, 2019
Di sicuro mi sono divertito. Perché è scritto per essere anche divertente, da uno che lo sa fare. Mi ha anche permesso di riepilogare e sistematizzare una storia importante: quella della digitalizzazione, dell’ingresso e del trionfo di pc ed eredi nella nostra vita. E soprattutto del modo in cui cui ha cambiato il nostro modo di pensare, oltre che di lavorare e vivere. Ho capito meglio alcune cose sul piano tecnico e afferrato alcuni aspetti più strettamente umanistici, che pur avendo letto tanto su rete e dintorni non avevo trovato (o che mi erano sfuggiti). Mi pare tantissimo.

Poi sulle sue idee di fondo su cause ed effetti si possono avere tutte le perplessità che si vogliono. E ne ho, fin dal tempo dei Barbari (la sostanza è la stessa). Mi sembra che continui a mancare un pezzo importante della spiegazione del tutto e senza scomodare Marx, mi veniva in mente proprio il famoso “it’s the economy, stupid!” che poi a un certo punto cita nel libro. Ma il discorso sarebbe lungo.
Opera meritoria di un ottimo stimolatore dell’intelligenza. Sborone quanto vi pare, ma uno dei pochi, in questo momento, in Italia.
Profile Image for Nood-Lesse.
427 reviews325 followers
March 21, 2019
Uomo-Penna-Quadernone

Esco (*1) entusiasta da The Game, ci sono tanti e tali spunti su cui riflettere che consiglierei a chiunque di leggerlo. Mi ha colpito subito la ricostruzione pseudo-storica, i passi intercorrenti da internet al web (Baricco vi spiegherà che sono due cose differenti) il ventaglio nutrito di deduzioni e contro deduzioni, scritte con un linguaggio chiaro, talvolta un po’ gigione, altre volte volutamente sboccato. Baricco scrive per l’erudito e per il cazzone, essenzialmente scrive perchè gli piace farlo. In questo libro sembra che maturi le idee strada scrivendo, che navighi anziché scrivere. Apre continuamente nuovi link, fa quello che facciamo tutti noi con mouse, tastiera e monitor… mi leggesse direbbe che io non ho capito, che la postura è uomo-tasti-schermo, che il mouse è già stato fatto fuori in quanto elemento esterno, che i devices che maneggiamo sono estensioni della nostra umanità, potenziamenti, sono ciò che ci consente una realtà aumentata. La strada per riassumere questo libro non è praticabile, oltre a dover scrivere almeno cento cartelle mancherebbero stile, grazia e ritmo che ne hanno fatto una lettura piacevole. Non è praticabile perché chiunque lo leggerà si fermerà in stazioni di servizio che altri avranno beatamente sorpassato per fermarsi a fare il pieno più avanti. Mi era capitato di sentire la presentazione di The Game alla radio, ne era stato letto un passo dall’autore:

L’insurrezione digitale è stata una mossa quasi istintiva, una brusca torsione mentale. Reagiva a uno shock, quello del ’900. L’intuizione fu quella di evadere da quella civiltà rovinosa infilando una via di fuga che alcuni avevano scoperto nei primi laboratori di computer science. C’era quella tecnologia, il digitale, e per lo piú era usata per consolidare il Sistema. Si intuí, però, che, deviandone la linea di sviluppo, poteva, al contrario, diventare uno strumento di liberazione. Ad avere un’idea del genere fu una comunità tutto sommato circoscritta, che abitava la California degli anni ’70: era un’umanità strana, in cui ingegneri informatici, hippie, militanti politici e nerd geniali si ritrovavano sotto l’ombrello di un preciso sentimento comune: l’insofferenza per il mondo com���era.

Credevo che fosse come un trailer cinematografico, che contenesse la scena migliore del film e che si potesse rinunciare a vedere la pellicola. Non è la scena migliore del film (non lo è secondo me) ve ne sono di assai più riuscite. Non essendo Baricco e avendo apprezzato questo suo saggio, l’unica cosa di cui posso parlare è di ciò che credo di conoscere meglio di lui. Nella sua cavalcata tecnologica salva dall’estinzione post novecentesca ciò che gli ha dato da vivere e mangiare per tutti questi anni, il libro di carta. È l’ennesima dimostrazione che chiunque, quando è coinvolto in prima persona, perda di lucidità. Quello che si può fare con un e-book non è paragonabile a quello che si può fare con il suo antenato, è paradossale che non se ne sia accorto, è paradossale che non l’abbia scritto apertamente con lo stesso stupore che ha dedicato alle prestazioni dell’i-phone. La digitalizzazione dei libri ha avuto un impatto simile a quello che ebbe la loro stampa meccanica. Se il parametro principale del Game è la velocità, quale fine volete che faccia la vecchia, polverosa, affascinante carta stampata?

c’è un tipo di postura che avrebbe avuto un grande futuro e che riconosceremo in gran parte delle formazioni geologiche che chiamiamo rivoluzione digitale: uomo-tasti-schermo in un unico animale. È la postura in cui sto scrivendo questo libro. [Non quella in cui, probabilmente, lo state leggendo: onore al libro cartaceo, che ancora resiste a qualsiasi mutazione]

Messo lì, fra parentesi quadre, perché sicuramente non disturberà chi lo ho letto in digitale e farà piacere a chi ha speso Euro 13,50 per acquistarlo con la copertina flessibile. Ho avuto il Kindle prima dello smartphone, non lo scrivo per vantarmene, lo scrivo solo per segnalare che non sono un pioniere tecnologico, che non arrivo fra i primi, generalmente sono nella pancia del gruppo, alcune volte precedo l’ambulanza. Tornare a leggere di carta per me sarebbe come tornare a scrivere a penna, sarebbe dunque come se Baricco avesse scritto il suo Game uomo-penna-quadernone.

La critica più ricorrente che ho letto nei riguardi del libro è che sarebbe ripetitivo. Il libro è volutamente ripetitivo, Baricco richiama i concetti espressi per connetterli con quelli a venire, non lo facesse, The game non sarebbe così chiaro, il lettore dovrebbe tornare indietro e rileggere, riconnettere autonomamente. Azzardo che ribadire i concetti sia stato utile anche a lui per non perdere la bussola quando le schede aperte dal suo browser (scommetterei che usa preferibilmente Safari) cominciavano ad essere troppe.
Onore al merito: cinque stelle. Meglio il Baricco divulgatore di quello romanziere, non accontentatevi del trailer, leggete il libro.

(*1)
(esco il cane – Ma non dicevano che la crusca lo aveva sdoganato?
Dobbiamo quindi deludere i sostenitori dell'ammissione di uscire transitivo a livello di lingua; proponiamo però, al solo prezzo dell’uso di una preposizione, di cominciare a uscire con il cane: dopo tutto è un amico.)
http://www.accademiadellacrusca.it/it...
Profile Image for Roberta Sarno.
113 reviews11 followers
October 14, 2018
In un periodo in cui le tecnologie digitali sono argomento di testi molto interessanti (tra cui, a titolo d’esempio, il recente 21 lezioni per il XXI secolo di Harari), il nostrano Baricco pubblica un libro che a mio avviso ha la sola peculiarità di raccontare la cronistoria delle invenzioni in campo digitale dalle origini ad oggi. Tutto il resto è farneticazione incomprensibile, banalità già sentita da chi si interessa un minimo di innovazione e nuove tecnologie, spocchia e poca accuratezza, vedi l’assenza totale di fonti o uscite come quella in cui in soldoni dice “non parlo dell’intelligenza artificiale perchè è troppo presto per fare previsioni ma sarà importante per il futuro”... no comment.
Non capisco quali sono le sue teorie o interpretazioni della realtà e perchè vi dedica centinaia di pagine nei “commentari”. Non capisco perchè ogni 5 pagine c’è una figura che non aggiunge nulla al testo. Non capisco perchè un lettore debba accontentarsi di un’opera così irrilevante solo perché l’ha pubblicata Baricco. Mi meraviglio della Einaudi, sono sicura che se lo avesse scritto uno sconosciuto, The game non sarebbe arrivato dove è.
Profile Image for Pietrino.
160 reviews185 followers
April 23, 2019
Una volta sono stato a Singapore per lavoro, e ho conosciuto un tizio che a quanto pare era un pezzo grosso, avrà guadagnato piu di 100k all'anno, e un sacco di persone davano molto peso a quello che dicesse. Insomma, era un pezzo grosso per davvero. Nonostante questo, essendo olandese, oltre ad avere una normalissima ossessione per la birra, era un tizio piuttosto aperto, che non si faceva problemi a parlare con l'ultimo arrivato mai visto prima (il sottoscritto). Immaginatevi la scena, siamo in un rooftop, a bere birra e a parlare principalmente di donne e del senso della vita. Ebbene, a questo punto il tizio in questione mi tira fuori i pilastri secondo i quali vive la sua vita:
- Keep it simple
- Don't think too much
Teneteli a mente perché ci serviranno tra poco.

Molto curioso il fatto che io abbia iniziato il libro dopo averlo visto in una storia instagram di Camilla. Ancora più curioso il fatto che il titolo mi ricorda una sorta di meme del 2010 dove se pensavi al gioco avevi perso, che storia cazzo.
Comunque, Baricco ci racconta, a partire da Space Invaders, come siamo arrivati a Facebook, Spotify, Instagram e compagnia. Mille punti a lui che, a sessantanni, riesce a parlare dei fenomeni dell'era digitale come se ne avesse venti. E lo fa molto bene, inutile girarci attorno. Ad esclusione dell'ultimo, ogni capitolo è sostanzialmente diviso in due parti, una parte più diretta e oggettiva dove spiega le innovazioni del mondo digitale in un dato intervallo di anni, e una parte dove cerca di tirare fuori quelle che sono le implicazioni antropologiche e sociali di quanto era nato nella prima parte del capitolo. Il mio problema purtroppo arriva qui. Non so se sono io che non ho fatto il classico e lui sì (ho controllato) ma nella seconda parte dei capitoli mi sembra che stiamo divagando un pochino, e un paio di volte non ho capito bene dove si volesse andare a parare. Tutto viene analizzato per cercare chissà quale significato (con un paio di concetti che, per l'amor di dio, da qualche angolazione funzionano anche bene eh) che però mi ha lasciato un sapore più amaro che dolce. Oh, poi magari sono io che ho fatto l'Itis e non capisco un cazzo eh. E nella parte finale del penultimo capitolo Baricco parla dei modi di esprimersi dei suoi tempi (la scrittura, il teatro, il cinema) e fa una sorta di analogia con gli strumenti dell'avvento digitale dei nostri giorni per chiudere il discorso (e anche il libro).
Eh no però, Alessà, ma che cazzo stai a dì? Mi sa che sono io che ho capito male, o almeno spero. Però è in quel momento, quando leggo pagine su pagine per dare un significato a l'invenzione di Facebook, che ripenso alla mia serata a Singapore. E mi chiedo se davvero serva tutto sto casino per spiegare certe cose. Ma non è che forse è molto più semplice di cosi? - mi chiedo - non è che forse ci stiamo facendo dei pipponi un po' troppo tirati per giustificare qualcosa che alla fin fine è nata per un motivo e poi, come tutto, si è cercato di farne una macchina per soldi?

Un'altra stella tolta per l'ultimo capitolo fatto a mo di elenco, sei Baricco, mica Carlo Cracco.
Profile Image for capobanda.
70 reviews56 followers
October 11, 2018

Del giovane intellettuale che è stato, Alessandro Baricco mantiene a sessant’anni la curiosità per il mondo com’è e la volontà di sedurre chi lo ascolta invitandolo a sederglisi accanto. E pazienza se questo modo affabile, ostinatamente estraneo all’accademia negli argomenti e nello stile, risulta a chi lo segue dall’inizio un tantino irrigidito in maniera, un antitrombonismo che finisce per suonare paradossalmente un po’ trombone.
Più importante è il tentativo messo in campo di introdurre un principio d’ordine, una mappatura, una definizione cronologica dei passaggi in un fenomeno che ha cambiato le nostre vite troppo tumultuosamente perché fossimo veramente consapevoli di quello che andavamo facendo. Non che sia necessario concordare integralmente con Baricco, ma -come il paese di Pavese- una mappa ci vuole; anche solo per la voglia che ti viene di renderla più precisa, di definire in maniera più esatta il profilo di una costa, l’altezza di una collina. E questa mappa ha di particolare di non ambire a sistemazioni sociologiche definitive, a analisi economiche raffinatissime, ma di essere essenzialmente centrata sulle conseguenze della rivoluzione digitale nella vita degli uomini COMUNI, delle persone che, tra divertimento e timore, come me si sono ritrovate un bel giorno a dipendere dal loro iPad e a sentirsi scalze se dimenticano a casa lo smartphone.
Apparentemente, il modo di procedere di Baricco, con i suoi collegamenti talvolta illuminanti talvolta arbitrari ma sempre stuzzicanti, è da sempre naturalmente vicino alla navigazione in Rete, al sistema dei link. Ma, a ben guardare, si nota che alla fin fine Baricco cerca sempre un fatto originario, una caratteristica umana essenziale, profonda che spieghi l’evolversi dei fenomeni.
Forse per lui quell’iceberg non si è poi così rovesciato.
Profile Image for Grazia.
504 reviews219 followers
November 5, 2018
Bariccosofia

Finito il libro ho messo tre stelle, snervata dalle ripetizione multipla degli stessi concetti.

Poi, a distanza, visto che le idee di Baricco continuano a ripresentarmisi e farmi leggere gli avvenimenti con occhi nuovi, ho pensato che a questo libro almeno 4* le dovevo mettere.

Eh sì. Ci sono proprio intuizioni brillanti ed espresse in modo tale che siano fruibili anche dall’essere meno tecnologico presente sulla terra. Anche alla mia favolosa mamma ottantenne, che non ha la minima nozione tecnologica, sono riuscita a raccontare il Baricco pensiero sulla rivoluzione digitale, avendo una interlocutrice non solo attenta ma pure interattiva.

Con la sua mappatura (letterale e figurata) e la sua ricostruzione del fenomeno, mette le basi per comprendere dinamiche che avevo forse intuito ma non ancora così ben codificato.

L’oltremondo (termine romantico con cui Baricco definisce la realtà virtuale) da chi è stata progettato e come?
Da un gruppo di ing. maschi bianchi americani (prevalentemente) che hanno partorito un mondo fatto a immagine e somiglianza dei videogiochi.
Tutto è partito da lì. Una macchina con infinite possibilità di gioco. Subito fruibili senza bisogno di istruzioni o manuali per imparare a giocare. E giocare, dopo i primi livelli, non è affatto facile.

Se pensiamo al mondo odierno, l’accesso a qualsiasi APP o applicazione del mondo tecnologico anche direttamente sul WEB, si caratterizza per alcuni tratti comuni:
1) La volontà di eliminare gli intermediari, le caste, i tenutari del sapere, le lobbies (critici, venditori, agenzie di viaggio...), quelli che Baricco chiama i sacerdoti
2) La facilità della fruizione
3) L’utilizzo di essa come se fosse un gioco (vince a questo gioco chi ha più like o i punteggi maggiori)

Questo modo di procedere, caratterizzato dalla velocità di accesso, e dalla rapidità con cui si deve giocare, è nato (sostiene Baricco) dalle tragedie che hanno costellato il ventesimo secolo. Due guerre terribili che hanno messo a rischio l’umanità nate proprio nella patria della cultura hanno messo l’idea che di santoni non ce ne dovevano più essere.

Peccato che dalle ceneri delle vecchie caste, ne siano sorte di nuove (vedi colossi quali Amazon, Google, Facebook...), dando poi luogo ad un individualismo di massa che lascia spazio (giustamente ma con cautela) a tutti di essere in primo piano, anche chi non ha in realtà niente da dire. E il rischio (o piuttosto la realtà che ci sta davanti) è che dall’individualismo di massa assurga un egosimo di massa che vada a sfociare in ciò che la rivoluzione digitale voleva scongiurare (nazionalismi, razzismo. ..).

Cosa manca in questo mondo in cui tutto sommato si sta comodi? (quanto ci ha migliorato la qualità della vita?)
Manca l’umanesimo. Ma non è la tecnologia che deve diventare umanistica (ossimoro), ma è l’umanesimo che si deve tecnologizzare.
In questo momento ciò che ha successo è ciò che corre veloce sul Web, ciò che diventa subito virale, come fare a rallentare e a riempire di sostanza le post verità?

Solo i millenium possono trovare la soluzione.
Profile Image for Siti.
406 reviews165 followers
April 16, 2019
Copertina nera, al centro, piccolo, il nostro pianeta, sospeso. Uno spazio fisico ridotto per contrasto a quello della realtà aumentata che la rivoluzione tecnologica ha prodotto e che noi stiamo vivendo, forse subendo, sicuramente producendo in una spirale auto-generativa la quale avviluppa il tutto, il reale e il virtuale, in una commistione dall'indubbia identità ibrida.
Rivoluzione la cui portata non è certo chiara nei suoi esiti finali, ammesso che una fine abbia, e che sarà destinata a evolversi in un indefinito che non è possibile immaginare. Detrattori, pare dirci Baricco, fatevi avanti, spendete il vostro lume per argomentare le nefandezze prodotte da tale cambiamento e vi ritroverete arresi nel constatare che ciò in cui siamo attualmente invischiati, altro non è che il puro e semplice prodotto del genio umano.

Con fare sommesso, ammiccando al lettore, pazientemente l'autore ci prende per mano e ci conduce in un confortevole viaggio partendo dalla tesi che domina ogni assunto: la modalità gioco, tipica dei primi videogiochi è il linguaggio specifico sul quale è stato costruito tutto quello che gravita oggi intorno a noi. Il viaggio, inizialmente, nella sua prospettiva rigorosamente cronologica, appassiona e incuriosisce in maniera proporzionale all'età che si ha: più ci avvicina a quella dell'autore, più ci sente coinvolti; di contro neanche il più giovane si sente abbandonato, perché il tono colloquiale e il registro medio lo fanno sentire degno destinatario. Per facilitare ulteriormente la comprensione, a corredo, significative cartine che rappresentano l'evoluzione tecnologica legata all'informatica, le varie tappe come dorsali emergenti da un mare piatto e calmo che custodisce nei suoi abissi, in un'ottica invertita, tutto il reale finora esperito. Il viaggio, o meglio il percorso, ora molto simile al volo di un drone diventa però a tratti ansiogeno come un volo areo disturbato da più perturbazioni che fanno tremare ogni certezza riaccendendo sopite fobie. Più volte mi sono ritrovata a pensare a quanta resistenza iniziale abbia io usato contro molte delle novità che si sono susseguite in modo repentino e quante alcune di loro ancora mi siano sconosciute, persistendo l'atteggiamento di fondo: la paura dell'appiattimento, dell'omologazione, della manipolazione. E poi all'improvviso razionalizzare un evento significativo quale la nascita del figlio primogenito e richiamare alla memoria le sue fotografie scattate con la fotocamera del telefono, quello che ritenevo accessorio fino a pochissimo tempo prima del lieto evento. Ecco, l'intelligente sguardo di Baricco, mi ha messo di fronte a me stessa dentro quel grande fenomeno, mi ha permesso di leggere la mia esistenza all'ombra dell'innovazione, andando magari a quel lontano '95 quando la prof. all'università chiedeva un saggio in formato word e l'amico informatico capace di scriverlo sotto mia dettatura pareva essere il depositario della verità rivelata, o quando ancora alcuni anni dopo andai alla faticosa ricerca di un personal computer il cui possesso non rientrava nelle mie facoltà finanziare, fu un medico a prestarmelo. Vero dunque che questo sistema iniziava, fin da subito, a far percepire un digital divide che non a caso oggi contribuisce a caratterizzare la povertà economica mentre, in altre latitudini, alimenta povertà ideologica.

Consiglio sicuramente la lettura perché permette uno stacco critico necessario, una tappa di avvicinamento a una consapevolezza che è sempre difficile raggiungere mentre un fenomeno è ancora in corso e muta sembianze in modo imprevedibile.
Profile Image for Emanuela.
Author 4 books82 followers
October 31, 2018
Mi ha emozionato.
Mi ha emozionato perché ho visto, finalmente, in un adulto immigrato digitale, lo sforzo intellettuale per capire il più possibile il cambiamento che è avvenuto sul globo in questi ultimi due decenni.
Quello che racconta Baricco -e lo fa molto bene, con quel pizzico di teatralità alla maniera delle lectures ascoltate a Mantova -, è tutto vero. Mi identifico in ciò che scrive.

Io, un paio di anni meno giovane di lui, le ho vissute fin dall'inizio pur non avendo una formazione strettamente informatica, con una vibrazione precedente agli avvenimenti che mi ha reso sicura che ci sarebbero stati cambiamenti epocali, con un'esplosione creativa mai vista in precedenza.
La stessa percezione non l'ho sentita in tanti colleghi insegnanti coetanei e non che ho provato a formare sulle nuove tecnologie funzionali all'apprendimento che, o per mancanza di esperienza diretta (snobbano il Game), o per mancanza di uno studio profondo come quello dell'autore, non possono capire il presente, le sue implicazioni emotive e cognitive, relegandosi a subire un sentimento diffuso di disagio.
Ho condiviso in rete questa citazione:
"La scuola, per dire, segna a gioco fermo ogni volta che apre le porte al mattino, ne siamo consapevoli, vero?",
perché credo proprio che nei più, ahimè, non ci sia la consapevolezza, piuttosto resistenza.

Ben venga allora questo testo che smorza il senso di ansia imperante ben rappresentato da un'informazione che approfitta di una maggioranza che ha bisogno di sentirsi rassicurata nella condivisione delle proprie paure.

Nel testo c'è qualche sbavatura, spesso rappresentata da ripetizioni un po' ossessive. Mi rendo conto, però, che siano più forme di auto convincimento, sorta di eureka, per aver capito e correlato i fatti e i pensieri.
Le mie cinque stelline sono il frutto di una valutazione data con un foglio di calcolo, che arrotonda automaticamente per eccesso il quattro e mezzo, così come è sua saggia abitudine fare. (Chi non conosce il Game si ferma al sei meno meno).
Profile Image for Alfonso D'agostino.
931 reviews73 followers
December 7, 2018
Si, si. Certo che sei bravo a scrivere (e molti dei tuoi romanzi li ho riletti più di tre volte). Si, si, l'edizione è bellissima e ci sono i disegnini fighi e le mappe che si capisce tutto. Si, ok, l'idea di raccontare la rivoluzione digitale delle nostre vite usando il gioco come filo conduttore è brillante. E sì, alcuni degli spunti che regali possono far nascere e sviluppare pensieri e discussioni che durano settimane.

Si.

Però se poi mi devi far sentire un po' mona con una sorta di spocchia intellettuale e letteraria tesa solo a dimostrare che tu mi spieghi il mondo altrimenti non saprei dove posare i calcagni... beh, due palle.
Profile Image for sigurd.
207 reviews33 followers
da-sfogliare-e-consultare
January 3, 2019
https://www.linkideeperlatv.it/apolog...

non è che il bisogno di fare "coming out" su Bariccolo di questo tizio ci deve per forza convincere delle sue capacità letterarie, che per quanto mi riguarda sfiorano lo zero assoluto (e forse i numeri negativi). B. è bravo nel far circolare e muovere idee, associa spesso immagini a idee, creando una buona suggestione, e suggerisce un percorso (non sempre giusto, non sempre originale, spesso sentimentale, spesso accattivante benché fuorviante e fondato su premesse diverse).
però è vero che io riesco a tollerare il Baricco scrittore di saggi e divulgatore, perché ho sempre in mente un articolo di Borges ("L'idioma analitico di John Wilkins",questo sì devastante nella sua intelligenza e nella sua verticalità, in grado di sprigionare idee e suggestioni infinite) dedicato a John Wilkins, vescovo e segretario fondatore della Royal Society di Londra.
John Wilkins creò un idioma che riusciva ad abbracciare tutte le categorie dell'intero universo. per poterlo fare configurò l'universo in una quarantina di categorie. e ogni categoria era suddivisa in differenze, e ogni differenza in specie. così assegnò a ogni categoria "un monosillabo di due lettere; a ogni differenza, una consonante; a ogni specie, una vocale." Per Borges, il sistema di Wilkins è ingegnoso perché se a noi la parola salmone non dice nulla sulle caratteristiche di questo pesce, la parola analoga nel sistema di Wilkins è zana, e "definisce (per chi è versato nelle quaranta categorie e nei loro generi) un pesce squamoso, fluviale, dalla carne rossastra".
A noi un tentativo simile ci sembra astruso, impensabile, eccessivo, perché capiamo, come dice Borges, che "non c'è classificazione dell'universo che non sia arbitraria e congetturale. e La ragione di tutto ciò è molto semplice: non sappiamo cosa è l'universo."
Quindi per Borges il tentativo di Wilkins, quello di ridurre l'universo in una serie di categorie e da queste dedurre o creare addirittura un sistema linguistico, è ridicolo. Però, e in questo però è giustificata la mia tolleranza nei confronti dello scrittore di saggi Bariccolo e di Borges per il povero e ingegnoso Wilkins, "l'impossibilità di penetrare il disegno divino dell'universo non può dissuaderci dal tracciare disegni umani, anche se li sappiamo provvisori". Cercare di penetrare il disegno divino, la storia, vedere nella forma delle nuvole un leone, una tigre, riflettere sul digitale per arrivare al reale, scorgere un profilo familiare, un senso. Una cosa del genere ci dovrebbe accomunare, ci dovrebbe unire. dovrebbe essere per noi una consolazione.
Profile Image for Cosimo.
443 reviews
October 16, 2019
Una storia di umani

The Game è un piano di fuga: è l'insurrezione digitale che ha nel movimento un valore totemico e indiscutibile, è la piattaforma superficiale che eleva il gioco a schema fondativo di un'intera civiltà. È il pensare al contrario, alla rovescia, costituendo una post-esperienza, basata sulla postura zero (uomo-tastiera-schermo) e sull'individualismo di massa, che elabora un habitat analogico dove sia impossibile ripetere le tragedie del Novecento. Le élite novecentesche sono tramontate, si sono smaterializzate, scrive Baricco; al loro posto nuovi individui adatti, nuovi nativi migliori che riescono a riscoprire il tutto e a vivere in esso, nell'attesa di costruire le chiavi per il recupero del senso, dell'intensità, della vibrazione, dell'essenza. Baricco afferma che le persone giuste che sanno vivere ovunque possono creare un contromovimento in grado di sottrarre al business il ruolo di player unico, privandolo di manipolazione e asimmetria. Baricco ritiene l'aggressività un valore, come il coraggio di creare e inseguire una personale utopia, interpretando nuove tecniche. Certamente smartphone e social sono al centro del contemporaneo. Sembrano strumenti irresistibili per coniare un nuovo modello di verità, per accelerare i fatti in velocità e risolverli tramite formule binarie. Secondo Baricco, le fortezze stanno crollando e un nuovo oltremondo permette a tutti di creare, condividere, esprimersi e fare soldi. È ottimismo e nel tempo attuale è cosa assai rara. Cosa altro aggiungere? Spacewar.

“Quel che sappiamo con certezza è che il Game sprigionerà tutte le sue potenzialità solo quando sarà interamente disegnato da intelligenze da lui disegnate. Allora sarà sé stesso”.
Profile Image for jmilannister.
22 reviews8 followers
January 14, 2019
È chiaro già dalle prime pagine: questo libro non è stato scritto per noi nativi digitali. È stato scritto per quelle generazioni che hanno conosciuto il mondo quando ancora era analogico.
Ciò significa che i giovani non lo apprezzeranno? Assolutamente no. I primi capitoli, a noi, potranno sembrare ovvi, visto che ci siamo nati in quei momenti. Eppure, a un certo punto, Baricco non spiega più cosa è successo, ma spiega perché è successo. Perché i social hanno avuto quest’affluenza inimmaginabile? Perché non possiamo fare a meno di creare copie digitali di noi stessi su internet? Il tempo odierno, nel quale il Game è padrone, è davvero sinonimo di inferno?
Leggere The Game non ha rivoluzionato il mio “modo di stare al mondo”, ma mi ha reso più consapevole di ciò che mi circonda quando lo schermo, un qualsiasi schermo, si accende.
Profile Image for Vilis.
705 reviews131 followers
August 6, 2020
Varbūt drusku par vienkāršu/virspusēju, bet kopumā diezgan inčīgas pārdomas par Lietu Stāvokli Mūsdienu Pasaulē
Profile Image for Kristīne.
807 reviews1 follower
April 25, 2022
Kaut nu uz grāmatas būtu skaidrākiem vārdiem uzrakstīts, ka šis nav mums pazīstamais Bariko, bet cita, ne mazāk būtiska viņa šķautne.
Profile Image for Luca Masera.
295 reviews76 followers
May 19, 2019
L'insurrezione digitale che ha cambiato le nostre vite negli ultimi trent’anni spiegata da Baricco "alla Baricco".

"The Game" rappresenta una sintesi - lucida, brillante e ironica - delle rivoluzioni (culturali e tecnologiche) di cui ogni giorno siamo protagonisti, tra paradossi e storture: il tentativo è quello di dare una struttura cronologica, gerarchica e geografica (grazie alle tante e chiarissime "mappe" all'interno del libro) all'evoluzione ultima del'uomo.

Saggio sicuramente scorrevole ma, a fermarcisi su con un po' di attenzione, non di immediata lettura. Agevola molto in questo senso, ma solo per quelli a cui piace, l'amore sconfinato di Baricco per la (sua) scrittura.
24 reviews1 follower
May 6, 2022
Mi è piaciuto molto. Inizialmente noi lettori siamo accolti da una un'introduzione storica e globale del mondo digitale, utile specialmente per i giovani che come me che non hanno vissuto la seconda metà del '900. È stato interessante il suo parere su come il binomio fatti/storytelling abbia accompagnato l' evoluzione tecnologica, mostrando il grande bisogno di accrescere l 'aspetto etico/morale/umanistico dell' umanità, perché questo é stato sorpassato di gran lunga dalla tecnica. In particolare ho trovato interessante la discussione in merito all'esperienza/post-esperienza e di come nel mondo digitale si stia perdendo quella vibrazione, (quel difetto/errore se vogliamo semplificare per capirci) che rende tutto piú umano.
Profile Image for Maria Di Biase.
314 reviews76 followers
January 10, 2021
Molto, troppo sommario. L’idea di raccontare la rivoluzione digitale usando il filo conduttore dei giochi (da Space invaders fino ad Alpha Go) è bellina, ma c’è poco altro.
Per dire:
«INTELLIGENZA ARTIFICIALE. Neanche ci provo a spiegarvi cosa esattamente significa, ci penserò tra dieci anni quando scriverò la terza puntata della saga dei Barbari. Ma qui avevo bisogno di appuntare quel nome perché è sicuramente il nome di una svolta [...]. Ma il resto è tutto un orizzonte aperto, tutto da scoprire. Si vedrà.»

Magari sì, se fosse un libro degli anni Ottanta, ma queste sono le ultime battute di un libro del 2018 che si pone l’obiettivo di spiegare cause e conseguenze del digitale, quindi no. Proprio no.
Profile Image for Tassia.
102 reviews54 followers
June 26, 2021
Libro ricco, ricchissimo di idee, riflessioni e ragionamenti. Personalmente amo lo stile di Baricco, quindi se a questo si aggiunge anche un tema di fondo molto interessante, non posso che essere già a prescindere una fan del libro.
Un punto però mi lascia un po' interdetta e mi costringe a non dare la quinta stella, ovvero che forse ci sono troppe idee, troppi spunti, troppi collegamenti che, alla fine di queste 300 e passa pagine, lasciano il lettore in una nube di mezzi ricordi e senza un'idea cardine da portarsi dietro. A livello grafico ci sono le vere e proprie mappe che dovrebbero riassumere i temi, in più anche i 25 punti principali che secondo l'autore sono quelli che riassumono un po' tutta la questione.
Eppure, forse proprio a causa dello stile impalpabile di Baricco, alla fine nonostante anche tutti questi supporti, almeno personalmente non riesco a portami a casa granché, proprio perché è stata messa troppa carne al fuoco.
Rimane comunque un libro scritto benissimo e molto interessante, che consiglio di leggere a chi ancora non lo avesse fatto.
Profile Image for José Miguel Tomasena.
Author 18 books542 followers
December 22, 2019
Un buen libro de ensayo. La tesis central es que los videojuegos ha permeado la lógica cultural de nuestro mundo, en el sentido de que nuestras experiencias han de ser divertidas, intuitivas y de progresiva complejidad.
Un poco de hueva el desarrollo de los argumentos, como niveles de videojuego.
Profile Image for Karel-Willem Delrue.
Author 1 book43 followers
May 25, 2019
Game changer?

Al in de laatste jaren van ons secundair onderwijs hoorden wij geruchten over het fabelachtige Einde der Grote Verhalen. Het postmodernisme, zo leerden wij, had alle overkoepelende theorieën en ideologieën van de kaart geveegd. Al in de jaren ’70 had Jean-François Lyotard het over een ongebreidelde technologische vooruitgang, over massacommunicatie en over versnippering. En toch waagde het Italiaanse fenomeen Alessandro Baricco zich in 2010 aan een alomvattende analyse van onze tijd. In ‘De barbaren’ legde hij op een zeer toegankelijke, bijna simplistische, manier uit waarom wij de laatste jaren een verschuiving –hij had het over een ‘mutatie’ – meemaken van het kaliber van pakweg de renaissance of de romantiek. Het einde van de wereld zoals wij die kennen voor dummies.

Zowat een decennium later blijkt Baricco nog steeds niet uitverteld over deze omwenteling. Nu gooit hij ‘The Game’ op de markt, de opvolger van ‘De barbaren’, waarin hij oorzaken, gevolgen en risico’s van de digitale revolutie begrijpelijk wil maken. Wij begonnen heel gretig te lezen. Op zoek naar antwoorden. Want het zijn verwarrende tijden waarin diepgang, betekenis en aanknopingspunten soms ver te zoeken lijken.

De toon van ‘The Game’ is opnieuw opmerkelijk positief. Onze wereld is aan het veranderen en volgens Baricco is er geen vuiltje aan de lucht. In 2010 brak hij al een lans voor de barbaren die over de oppervlakte surfen en door betekenisnetwerken vormen. Ook in ‘The Game’ blijft hij vrolijk. Argeloos houdt hij de poorten open om de barbaren te verwelkomen. Kome wat komen zal, vindt de Italiaan. Jongeren gebruiken dan de conjunctief niet meer, stelt hij, maar ze hebben wel 30 keer zoveel films gezien als de voorgaande generatie. Omdat het vermoedelijk gaat om flarden van filmpjes die ze onachtzaam op hun kleine schermpjes te zien kregen, hebben wij het moeilijk om Baricco’s optimisme te delen.

Al zijn we het op vele vlakken grondig oneens, we moeten wel toegeven dat ‘The Game’ een sterk essay is. Noem het een hoorcollege. (Zo noemt hij het trouwens zelf ook in zijn opdracht.) En die benaming houdt steek. Onder meer door verschillende quasi geïmproviseerde tussenwerpsels –“Goed.”, “Ik begin er lol in te krijgen.” – hadden we tijdens het lezen van ‘The Game’ meer dan eens het gevoel dat we naar een TED talk zaten te luisteren. Bovendien blinkt het boek uit in het gebruik van meesterlijke metaforen. Baricco vergelijkt onze bewegingen op het internet op een gegeven moment met een vlieg in een rijdende treinwagon. We hebben een gevoel van vrijheid maar worden door allerlei onzichtbare algoritmen toch in een bepaalde richting geduwd.

Echte antwoorden hebben we na het lezen van ‘The Game’ niet gekregen. Eerlijk, we hadden er ook niet echt op gehoopt. Maar Baricco reikt wel een aantal denkbeelden en landkaarten aan die veel inzicht bieden in wat er op dit moment in de wereld aan het gebeuren is. Zijn betoog is helder en duidelijk en stap voor stap neemt hij de lezer mee doorheen plattegronden van onze ‘heerlijke nieuwe wereld’. Alessandro Baricco opent ogen, maar doet tegelijk ook wenkbrauwen fronsen. Wij kunnen ons bijvoorbeeld niet vinden in de positieve manier waarop hij aan aantal veranderingen en verschuivingen omarmt. Dat neemt niet weg dat hij met ‘The Game’ alweer een analyse van onze tijd de wereld instuurt die nog heel vaak als voer voor discussie zal dienen.
Profile Image for Bobparr.
1,149 reviews88 followers
October 17, 2018
Mi sembra un testo interessante per vari motivi. Intanto, continua e a suo modo completa “i barbari” che mi fece molto divertire e molto riflettere, allora. Poi, mette ordine in un panorama nel quale anche più sagaci e precisi potrebbero rischiare di perdersi. Infine, è affascinante vedere il processo del pensiero che si srotola ininterrotto per 300 e più pagine, arrivando a conclusioni audaci, alle quali mai avrei supposto pur partendo da premesse evidenti. Un saggio che poi mi piacerebbe sentire in audiolibro, con l'inconfondibile cadenza sorniona di Baricco.
Profile Image for Laura Bormolini.
3 reviews4 followers
January 27, 2019
Okay, smetterò di demonizzare i prodotti dell'era digitale.
Leggere questo libro mi ha dato l'impressione che in capo a " l'internet" c'è una rivolta, una ribellione. Bello.
E anche divertente.
Ora ho molti più strumenti per comprendere quello che è successo(e che sta succedendo).
Mi resta un dubbio:c'è un modo per vivere meglio nell'era digitale? Si può trovare un equilibrio in mezzo a tutto questo movimento? E l'egoismo di massa, come salvarci?
Profile Image for Sabin.
467 reviews42 followers
December 31, 2024
Cartea asta tot stă pe raft de vreo șase luni. E o carte de filozofie. Cred. Cu toate că mai degrabă autorul i-ar zice arheologie socială. Autorul, Alessandro Baricco, e profesor și filozof (și romancier și cineast), iar în cartea „The Game” ne vorbește despre societatea în care trăim, mai exact despre tranziția evidentă către societatea digitală. Cartea a fost scrisă în 2018 (și a câștigat premiul european pentru eseu în 2020), deci se oprește cu analiza atunci, însă, fiind o privire înapoi, reușește să rămână actuală în ciuda ritmului nebun al schimbărilor.

Pe parcursul eseului principal, autorul face două chestii. O dată cartografiază evenimentele importante ale acestei migrații către o societate de digital natives și, doi, examinează fosilele lăsate în urmă de aceste evenimente. Sincer, ordinea firească mi s-ar fi părut să fie invers. Mai întâi descoperi fosilele și povestea fiecăreia, apoi pui cap la cap o poveste și cartografiezi migrația. Doar că în cazul societății moderne nu evenimentele sunt cele greu de descifrat (avem destulă presă care să se ocupe de realizarea reportajelor și arhivarea lor) ci extragerea acestor fosile ale comportamentului uman pentru a înțelege exact ce schimbare s-a produs nu în lumea materială ci în concepția oamenilor asupra lumii. Deci nu avem artefacte materiale, astea sunt la fel de ușor de urmărit ca evenimentele (World Wide Web, Google, primul iPhone, Facebook), ci fosile ale comportamentului uman și ale modului în care omul înțelege lumea.

O analogie pe care autorul o tot folosește este cea a tranziției de la jocul de fotbal mecanic (așa e în carte, eu i-aș zice fotbal de masă) la mașina de flipper iar apoi la Space Invaders. O tranziție de la poziția variabilă a jucătorului, senzația tactilă și efortul fizic la postura om-tastatură-ecran pe care o întâlnim până o simplifică și mai mult ecranul tactil. El vede în asta (și o explică cu tot ce trebuie pe parcursul cărții) o tranziție de la cultura tipică secolului al XX-lea, unde adevărul se află undeva la fund, la care nu se poate ajunge decât prin intermediul unor experți (profesori, oameni de știință) și a instituțiilor pe care le reprezintă, la o cultură care scoate miezul lumii la suprafață, îl face accesibil tuturor, refuză „profunzimea ca sălaș al autenticității”.

Mai exact el zice (parafrazând): „Îi vezi pe ăștia care nu dau doi bani pe criticul de artă, pe academician sau pe cineva cu un doctorat? Ăștia nu sunt consecința Facebook, Google și Wikipedia. Ăștia sunt cei care le-au creat de fapt!” Contracultura din California anilor ’60-’70 a pornit direct cu această misiune: ”Stick it to the man!” să scurtcircuiteze accesul la adevăr, fiecare individ să aibă întreaga lume la vârful degetelor. S-au folosit de psihedelice, au deschis lumii proiecte militare (ArpaNet > Internet > World Wide Web), sau au transformat modul nostru de a fi în lume într-un joc. Doar că oamenii ăștia erau extraordinar de deștepți, și ei creau lumea asta după chipul și asemănarea lor, instrument cu instrument. Oamenii care au început să folosească instrumentele, însă, sunt de toate felurile.

Din toată cartea asta de 200+ pagini cu un singur lucru nu sunt întru totul de acord. Nu cred că influențează concluziile, ci mai degrabă simplifică abordarea. Baricco spune că inventatorii „The Game” au avut un plan bine pus la punct, acesta de a deturna autoritatea „sacerdoților”. Planul ar fi să nu mai avem niște elite patriarhale care, din vârful piramidei, prin ideile lor tot mai înălțătoare, să arunce oamenii de rând într-o serie de conflicte globale ca în secolul al XX-lea, ci să trecem la o cultură de descentralizare, individualistă, DIY, în care catastrofe de genul să fie imposibile. Bine, aici ar fi de menționat, într-adevăr, niște nume ca Buckminster Fuller sau Stewart Brand, care chiar are legătură cu Silicon Valley, mai exact cu Steve Jobs. Doar că eu zic că cei mai de succes nu au avut nicidecum planuri mărețe și strategii pe termen lung pentru produsele lor. Larry Page și Sergey Brin habar n-aveau cum să monetizeze Google când l-au conceput. Mottoul Facebook e „move fast and break things”. Numai strategii nu-s astea. Planul lui Brand ar fi fost acela de a schimba cultura umană punându-i individului la dispoziție noi instrumente. Până la urmă așa e, instrumentele îl fac pe om, îi modelează comportamentul. Însă eu nu văd „planul” ăsta decât ca o sugestie, nu un fundament pentru ce avea să se întâmple.

În rest, și e mult și cel puțin la fel interesant acest rest, autorul identifică o dedublare a realității în spațiul digital și tot felul de trasee de comunicare care se realizează între cele două lumi, identifică o instituționalizare a acestei revoluții culturale și o nouă elită specifică acestei lumi, influencerii, capabili de ceea ce el numește Post-experiență, care pot să se adapteze la cerințele ei, știu să îi navigheze particularitățile și să profite de pe urma ei. Post-experiența asta este și ea un termen cu o istorie interesantă, un produs al refuzului experienței care provoacă fiorul acela de a cunoaște și de a înțelege profunzimea lucrurilor, care se dobândește cu mult efort și care are mulți gatekeeperi („sacerdoții” din carte). În schimb, în civilizația digitală, autorul arată cum fiorul se produce prin creație, folosind uneltele noi și din ce în ce mai universale dezvoltate de aceasta. De asemenea, se apleacă asupra noilor mișcări populare potențate de era digitală și discută cum individualismul extrem poate genera mișcări reacționare cu o mare susținere populară.

Tonul cărții e destul de informal, aș spune chiar prietenos. Se vede că autorul pune în practică lecțiile pe care ni le prezintă în carte. Păstrează un stil conversational, se adresează direct cititorului, face niște referințe înduioșătoare la momente din fotbalul anilor ’90 (pe care traducătoarea se simte nevoită să le explice în notele de subsol 😅) și abordează subiectul ca pe un joc, ca pe o călătorie de explorare de-a lungul căreia face descoperirile pe care ni le comunică.

Mai are trei mici eseuri de opinie la finalul cărții, în care vorbește despre era post truth, viitorul artei și al disciplinelor umaniste. Ați crede că deja a dat-o-n bară, a venit AI-ul și a schimbat datele problemei. Doar că ceea ce el a cartografiat rămâne în picioare, iar finalul eseului acoperă inclusiv triumful lui Alpha Go asupra lui Lee Sedol, numindu-l un prim pas al unei noi etape din The Game. În plus, autorul ne anunță că prin 2028 se așteaptă să fie nevoit să scrie un nou volum, tocmai pe tema asta, a inteligenței artificiale. Probabil că-n patru ani o să-l avem, măcar în italiană, dacă nu și tradus.
Profile Image for Tanabrus.
1,980 reviews197 followers
January 27, 2019
Interessante.
Un'analisi della "rivoluzione digitale" dagli albori (identificati con i primi cabinotti di Space Invaders) fino ai giorni nostri, mascherata da indagine archeologica dei reperti fossili di questa storia quasi cinquantennale.

Al netto di diverse, troppe ripetizioni, generalmente ho trovato parecchio interessante quanto scritto.
Su alcune cose mi posso dire d'accordo, o che mi abbia convinto: il fatto che all'origine di quanto uscito dalla Silicon Valley degli albori ci fosse un desiderio di rivoluzione, di rottura col passato, di creazione di qualcosa di completamente nuovo; la struttura e il funzionamento delle "verità-veloci" in questo nuovo habitat dove la velocità e la fluidità sono tutto; la futilità delle resistenze delle vecchie "elite" e l'evoluzione degli schemi di pensiero.

Altre cose invece mi hanno lasciato parecchio perplesso.
Lo sminuire il fenomeno delle fake news, qui assimilato con ogni altra menzogna detta in passato e ricondotto al fenomeno della velocità e semplicità implementate nel mondo digitale, senza però considerare questioni come le fabbriche prezzolate di fake news, i bot e i troll, le bolle. No, su questa parte mi trovo in disaccordo.
Anche il tentativo di far passare tutto il movimento digitale come un qualcosa di rivoluzionario in reazione al '900 mi pare quantomeno pretestuoso: passi per i primi, ma chi è venuto dopo raramente può avere avuto un qualche pensiero in questa direzione. L'unica spinta è il fare soldi nell'ambiente in cui ci si trova. Non è certo una spinta da criticare, è quello che si fa tutti. Ma non ci sono motivazioni idealistiche, almeno non nella stragrande maggioranza dei casi.
E soprattutto, non sono d'accordo quando individua nella rivoluzione digitale l'anticorpo per prevenire un nuovo '900. Soprattutto ora che si sembra tornati indietro di un secolo, e che gli stessi schemi di pensiero che avevano funestato il secolo passato sembrano essere tornati in voga appropriandosi degli strumenti digitali per la propaganda, un'asserzione di quel tipo lascia non poco sgomenti. Specialmente considerando che il libro è stato stampato meno di un anno fa.


A parte questi punti di disaccordo comunque l'ho trovato interessante, stimolante, fornisce un punto di vista intrigante per analizzare il recente passato e il presente.
Profile Image for Guzzo.
248 reviews
August 30, 2019
Entretenido ensayo donde he echado de menos la cuidada prosa de Baricco, aquí el lenguaje es mucho más coloquial y pone en evidencia el cambio de modelo de sociedad y la rapidez con la que se ha transformado y todo como algo lúdico, como un juego.

Baricco realiza un recorrido donde pone de manifiesto cómo el móvil, la tableta y el portátil se han vuelto imprescindibles cuando hace 20 años ni los soñábamos. Cómo nuestra forma de relacionarnos con el mundo ha cambiado y las consecuencias que esto tiene.

"En los próximos cien años, mientras que la inteligencia artificial nos llevará aún más lejos de nosotros, no habrá bien más valioso que todo lo que haga sentirse seres humanos a las personas".

Recomendable.
Profile Image for Elis.
68 reviews60 followers
October 26, 2018
Baricco ha l’innata capacità di spiegare le cose mettendoci una parte di poesia e romanticismo. Come può la rivoluzione tecnologica essere romantica? Come può la prima presentazione dell’Iphone da parte di Jobs diventare una scena magnifica e da brividi? Baricco può.
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