«Queste sono le poesie che al di fuori di qualsiasi critico io stimo più di tutte. Sarebbero insomma quello che io lascerei ai posteri se posteri esisteranno.» Così nel 1973 Sandro Penna introduceva la propria raccolta di poesie in uscita nei tascabili Garzanti, l'unica assemblata da lui personalmente. I versi, scritti tra il 1939 e il 1958, si presentano straordinariamente compatti per i temi e il linguaggio: quella di Penna è una poesia limpida, che si rifà a una classicità senza tempo e applica la lezione di Dante, Leopardi, Rimbaud, Montale, tra gli altri, senza mai cadere nella maniera. Ma è una poesia solo in apparenza semplice, la cui chiarezza e luminosità non possono che nascere da una zona buia, da un mistero.
Sandro Penna (June 12, 1906 – January 21, 1977) was an Italian poet.
Born in Perugia, Penna lived in Rome for most of his life. He never had a regular job, contributing to several newspapers and writing almost only poetry. His first poems were published in 1932, through the intervention of Umberto Saba. Openly gay, his works were largely marked by his melanchonic view of homosexuality as emargination. Penna's economic conditions were often poor, and in his late years a group of intellectuals signed a manifesto in the newspaper 'Paese Sera' to help him.
His affection for young boys was reflected by the constant presence of young boys in his verses, as well as in his taking a 14-year-old streetboy from Rome, Raffaele, to the home he shared with his mother in 1956 and living with him, on and off, for fourteen years.
According to Pier Paolo Pasolini, Penna's poetry was made of "an extremely delicate material of city places, with asphalt and grass, whitewashed walls of poor houses, white marbles of the bridges, and everywhere the sea's breath, the murmur of the river in which the trembling night lights reflect".
His controversial erotic love poems can be found in English translation in This Strange Joy (Ohio State University Press, 1982) and Remember me, God of Love (Carcanet, 1993).
"La tenerezza tenerezza è detta/ se tenerezza nuove cose dètta". E la poesia di Penna è in effetti tenerissima, seppure nel respiro classico e tradizionalista che permea interamente la sua produzione. Vi è in effetti una profonda uniformità di stile in quest'antologia, messa a punto dallo stesso Penna nel 1973: un'uniformità fatta di costruzioni poetiche ricche di armonia, simmetria, musicalità e ritmo (non soltanto rime, ma rime interne, equivoche, assonanze e costanti riprese creano un qualcosa di unico nella poesia novecentesca italiana), dove l'endecasillabo (fulgido, perfetto) regna sovrano. Tuttavia, l'uniformità poetica di Penna è anche uniformità tematica. È l'amore l'unico tema della poesia di Penna, ma un amore estremamente peculiare: è l'amore verso i fanciulli, meglio ancora se proletari (in questo Penna è molto genettiano, se si considera anche una certa predilezione per i marinai), e soprattutto un amore fugace, occasionale, spesso consumato nell'istante di uno sguardo, ma sempre ricco di gentilezza e dolcezza. Se può risultare monotona perciò la lirica penniana, per quest' eccessiva unicità tematica, d'altro canto è interessantissima l'evoluzione che essa vive nel corso degli anni: se si inizia da un amore vissuto con estremo pudore, con estrema timidezza, tentando di celare la propria omosessualità al mondo (e concependo perciò la letteratura come unico mezzo di espressione della verità), nel tempo Penna diventa sempre più sfacciato, sempre più fisico nella propria narrazione, quasi a rivendicare in modo assoluto la propria ribellione sessuale, come si evince nella splendida I moralisti. Ma, anche nei periodi di maggior gaiezza, la poesia di Penna presenta spesso una vena triste, crepuscolare, capace di regalare anche una certa ombra esistenzialista (soprattutto in una quasi costante tensione tra amore e peccato, estasi e vergogna) e che si svolge soprattutto in occasione delle stagioni fredde. Al contrario, è nell'estate che la poesia di Penna tocca le sue vette di vitalismo, è nella luce (e i migliori componimenti sono forse quelli solari) che risaltano maggiormente i corpi degli amanti, la forza dell'amore.
Όταν δυσκολεύομαι να διαβάσω είτε γιατί δε νιώθω καθόλου καλά ψυχολογικά είτε γιατι απλά δεν τραβάει το διάβασμα αλλά την ίδια ώρα που δεν τραβάει είτε αυτό είτε εγώ το έχω ανάγκη για να κρατηθώ απο κάτι, ανατρέχω πάντα σε ποιητικές συλλογές. Από τις ενδιαφέρουσες και άκρως αισθαντικές περιπτώσεις που γεμίζουν την ψυχούλα σου.
Ω φτάνει!! Φτάνει πια μ' αυτή την πηχτή και γλοιώδη ζωή,φτάνει!... Άγρια, ανήμερη ακόμα η ψυχή μου ας είναι. Όχι πια. Όχι πίσω απο μια μορφή του έρωτα να τρέχει η ψυχή μου!! Εραστής μου ας είν' όλος ο κόσμος. Νιώθω τώρα πλημμυρισμένη την καρδιά μου απο νερό, από σκόνη,κι απ' το νέο το φως του ήλιου που θα 'ρθει.
Προβάλλει ένας άλλος κόσμος: ένα όνειρο ευτυχισμένο μου κορίτσι κάτω από τον ήλιο ( ω τα αρχαία και χρυσωμένα αγόρια). Ανάλαφρο όνειρο η ζωή... Μη με ξεχνάς εσύ θεέ του έρωτα.
Ο έρωτας που εμφανίστηκε σ’ ένα παράθυρο είπε: Το πρόσωπο μου, κύριοι, το γνωρίζετε; Ναι όλοι του αποκρίθηκαν μα το παράθυρο έκλεισε πάλι. Και ο έρωτας ξανάρχισε. Που ήταν ένα παιχνίδι στοργικό, και θα τελειώσει Μονάχα όταν μπορέσουμε ν’ ανέβουμε Σ’ εκείνο το δωμάτιο και να δούμε εκεί ποιος είναι.
Non credo che Sandro Penna sarà il mio poeta preferito in assoluto della letteratura italiana, ma quanta raffinatezza in questi pezzi. Da oggi in poi mi dirò orgogliosa di condividere il giorno di compleanno con questo autore.
Calda, malinconica, nostalgica - poesia nel suo stato più puro e splendido
Queste pagine sono il meglio (per stessa dichiarazione del poeta, che ha selezionato personalmente le poesie da includervi) della produzione di uno dei maggiori poeti italiani del Novecento, che meriterebbe sicuramente maggiore attenzione e più lettori. Nonostante la monotematicità dei suoi versi (quasi sempre dedicati a giovani amanti, reali o desiderati), Penna ha una capacità evocativa che coinvolge ed emoziona anche il lettore più distante e meno sensibile. Attraverso frasi brevi, spezzate, tutto si carica di senso, anche le parole più semplici assumono significati densi. veleggiavano nubi di marmo dorate sullo spento monastero .
Il rapporto con la natura e il tempo atmosferico è fondamentale per la creazione dei mondi penniani: spesso è estate e fa caldo; in poche parole l'autore materializza quel senso di malinconia uggiosa, di nostalgia sensuale tipico di certi meriggi afosi e noiosi. I suoi versi, anche quando parlano di sofferenza e di perdita, risultano avvolgenti e suadenti grazie all'uso di enjambements e di una intensa musicalità:
La veneta piazzetta, antica e mesta, accoglie odor di mare. E voli di colombi. Ma resta nella memoria - e incanta di sè la luce - il volo [...]
La poetica di Penna è chiara: parlare di sensazioni e di vita vissuta, restando attaccati al giorno, dove si può avere solo "La Rima Facile, La Vita Difficile" (ironia metaletteraria di un componimento con rime sovrabbondanti e ripetitive per comunicare sensazioni dolorose di smarrimento e perdita)
Perdonino gli dei se non conviene il sentenziare su piume leggere
I componimenti includono: i) corti poemetti (massimo una pagina) dove si dipana una narratività molto riuscita ed evocativa, ii) brevi e compatte poesie di grande intensità dove la cura estrema dei vocaboli raggiunge vette di perfezione ed di grande potenza espressiva iii) poesie di una-due righe dove la forma diviene asciuttissima, come se Penna puntasse ad aumentare a dismisura il peso specifico di singole parole, arrivando ad una forma quasi da haiku, verso il fascino profondo e misterioso della bellezza di semplici parole (semplici solo a prima vista), usando con grande maestria le ripetizioni e i cambi di senso.
La tenerezza tenerezza è detta se tenerezza cose nuove detta
La scrittura di Penna è apparentemente semplice e di agevole leggibilità, ma è una illusione - anche i versi più semplici nascondono strutture complicate e, sempre, una musicalità quasi miracolosa che indica ampie profondità di senso tutte da scoprire ed indagare.
Ogni poesia di Penna sembra essere la scheggia residua di un'esplosione avvenuta chissà dove (dall'Introduzione di Raffaele Manica)
La mia poesia non sarà un giuoco leggero fatto con parole delicate e malate [...] La mia poesia lancerà la sua forza a perdersi nell'infinito
One of my former college professors translated this and I read it as it came out. As years passed, I decided to revisit this volume of poetry since I'm on a poetry kick this year. It's a beautiful translation and the bilingual edition really helps understand passages that are unclear to me because I've not read italian poetry in quite a while.
Questa raccolta di poesie di Sandro Penna è forse una delle letture recenti, che più mi hanno impressionato. “Perché è avvenuto?”, mi sono chiesto. Tutto sommato ho letto sia poesie più belle, nella mia vita, sia poesie, che trattavano gli stessi argomenti. Il punto, credo, sia che le forme più alte di letteratura riescono ad andare oltre lo stile preferito del lettore e anche oltre le sue opinioni e la sua vita e comunicano in modo profondo la realtà dello scrittore, del poeta: in questo caso di Sandro Penna. Questi versi, tra vita e immaginazione, mostrano l'uomo, che si muove e vive dietro il velo della poesia: un uomo che ha avuto una vita doppiamente difficile, sia a causa di una situazione economica non sempre felice, sia a causa della sua omosessualità (esperienze che hanno attraversato guerra e fascismo). Eppure, sulla sua sessualità, nella poesia, non ha (giustamente) messo veli. Eppure, da ciò di cui scrive, si evince un vivere la propria realtà in modo più ostico. E benché, sinceramente, il suo costante riferimento ai "fanciulli", mi turbi ed inquieti non poco... devo dire che, unendo tutti i punti letterari e di vita vissuta, la sua opera particolare, più che universale, diventa una pietra miliare nella poesia italiana e anche nella discussione pubblica (cosa alla quale ogni scrittore dovrebbe aspirare). Perché lo diventa? Beh, perché come si possono leggere questi versi e non chiedersi, come sarebbe stata la vita di Penna, in un paese più aperto, dove i falsi pregiudizi dell'ignoranza non avessero soffocato per secoli la sessualità umana, stigmatizzandola? Sono giuste le esperienze di Penna e ciò di cui si è dovuto accontentare? Assolutamente non sempre. Ma perché? L'umanità non poteva offrirgli migliori possibilità? A me risulta evidente, che queste belle poesie siano costruite sulle briciole di ciò che la società, la maggioranza, ha ritenuto di concedere a chi è etichettato come diverso. E questo viene trasmesso da questi versi con una potenza, che invita ad agire, affinché alcune cose non avvengano più e non si ripetano. E sbaglia chi oggi crede che l'omosessualità vada ancora vissuta come ai tempi Sandro Penna. Le sue poesie sono arrivate ai posteri. E noi posteri abbiamo tutte le capacità di capire, che l'autore meritava un contesto migliore e che quel contesto migliore deve essere quello in cui noi, oggi, viviamo.
Poesie di Sandro Penna, nell’edizione Oscar Mondadori, è un libro che non si impone al lettore ma lo avvicina lentamente, con discrezione. Fin dalle prime pagine si ha la sensazione di trovarsi davanti a una poesia essenziale, spogliata di ogni artificio, eppure densissima di emozioni. Penna non cerca effetti spettacolari né costruzioni complesse. La sua forza sta nella naturalezza con cui riesce a trasformare frammenti di vita quotidiana in immagini poetiche limpide e memorabili.
La lettura scorre con facilità, ma lascia un segno profondo. I versi sono brevi, spesso musicali, e sembrano nascere da uno sguardo attento e malinconico sul mondo. Amore, solitudine, desiderio, attesa sono temi ricorrenti che non vengono mai affrontati in modo astratto, ma sempre legati a sensazioni concrete, a luoghi, a presenze fugaci. In Penna c’è una continua tensione tra felicità e tristezza, tra luce e ombra, come se ogni attimo di gioia fosse già attraversato dalla consapevolezza della sua fragilità.
Ciò che colpisce maggiormente è la sincerità della sua voce poetica. Penna scrive senza difese, con una trasparenza che può sembrare semplice, ma che in realtà richiede grande precisione e controllo. Ogni parola è necessaria, ogni verso è calibrato per restituire un’emozione pura, senza spiegazioni o commenti. Il lettore è invitato a sentire, a condividere uno stato d’animo più che a interpretarlo.
Poesie davvero molto belle e che scorrono bene. L'utilizzo di rime ogni tanto, le quali peraltro direi uscite fuori dal nulla, vista la totale mancanza di forma, mi ha lasciata un po' così. Temi un po' ridondanti.
Tanta delicatezza e classicismo (Leopardi & co.), ma senza rinunciare alla modernità. Immagini spesso molto vivide (à la Pavese), ma semplici e quotidiane.
Personalmente ho preferito la primissima metà della raccolta, che raccoglie le più belle. Consigliatissimo.
Un libro di poesie che esalta la bellezza dei corpi maschili e che regala delle impressioni naïf sulla gioia di vivere anche nel dolore, sul trovare in ogni gesto che sembra banale il miracolo della vita
Meraviglia imprescindibile. Una delle vette novecentesche del panorama italiano per la capacità di descrivere la passione per/dei corpi come se stesse camminando sul velluto. Vibrante e voluttuoso.