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230 pages, Kindle Edition
First published July 9, 2019
Pidgin Edizioni fa fede a quanto afferma nei suoi intenti e ha portato in Italia un libro a dir poco straniante: “Vincent e Alice e Alice” di Shane Jones e su traduzione di Stefano Pirone.
A seguito della dolorosa separazione dalla moglie, Alice, che un giorno ha fatto i bagagli ed è andata incontro a una vita più ricca di stimoli, Vincent è ancora ossessionato dal ricordo di lei e questo sta mettendo a dura prova il suo rendimento impiegatizio. La svolta arriva dopo il colloquio con Dorian Blood che come un diavolo tentatore attrae Vincent con una proposta davvero allettante: dovrà fidarsi ciecamente del programma PRQ (pattuglia per la ripetizione quotidiana) costituito da tutta una serie di dettami che il protagonista dovrà seguire alla lettera, il cui scopo ultimo è aumentare la produttività sul lavoro ma garantendo la felicità dell’impiegato. L’uomo, come un moderno Faust, si abbandona a quest’opportunità accettando di partecipare all’esperimento pur di superare il senso d’insofferenza nei confronti della vita che negli ultimi mesi lo attanaglia.
Quando - dopo aver completato le fasi preparatorie del processo - tornato a casa, Vincent trova ad aspettarlo “Alice” e insieme torneranno alla routine di tutti i giorni seguendo l’iter del PRQ, tuttavia le cose si complicheranno quando la vera Alice tornerà in città e sarà da lì che le paturnie mentali del povero impiegato si moltiplicheranno. È preferibile quest’Alice fittizia ma comunque tangibile all’Alice che l’ha fatto soffrire e l’ha abbandonato?
Il protagonista comincerà ad arrovellarsi su ogni singola circostanza e a vagare nel limbo tra sanità mentale e pazzia.
Il mio futuro sta venendo a prendermi? Il mio futuro è mio?
Shane Jones con questo romanzo mette insieme un carosello di assurdità proiettandoci in un mondo bidimensionale, infatti, più che un distopico puro leggiamo di un presente alternativo.
L’aggettivo bidimensionale è voluto, l’autore ci mette dinanzi a due realtà speculari: la prima in cui presenta la vita insoddisfacente di Vincent dov’è ammorbato dalla routine, la seconda dal momento in cui (perdonate il gioco di parole) si ritroverà a vivere una vita cucita su misura per lui. Vincent e il suo andirivieni tra la realtà e il programma simboleggiano un capovolgimento strutturale di quella che lui crede essere un’esistenza inamovibile.
L’introspezione psicologica fatta su Vincent è ottimale, emerge appieno tutta la sua profonda umanità e imperfezione. Un vecchio aforisma recita così: meglio una brutta verità di una bella bugia. Il nostro protagonista si troverà nella spinosa situazione di dover scegliere da che parte stare: crogiolarsi in un’esistenza mendace e costruita ad hoc o accontentarsi della vita che davvero gli spetta?
Il libro è narrato in prima persona, seguendo un ordine cronologico, e viene proposto un linguaggio semplice ma comunque efficace per giocare - in maniera caustica - con le convinzioni più comuni.
Contesto quotidiano e scorci dell'ambiente impiegatizio vengono portati all’esasperazione parodiando luoghi comuni, più o meno noti, anche attraverso battute sagaci.
Temi portanti sono certamente l’alienazione sul posto di lavoro e quanto lo stress, scaturito dalla situazione lavorativa, si ripercuota inevitabilmente sulle persone a noi care, la complessità del matrimonio, la piena coscienza dei propri limiti e dei fallimenti che, talvolta, ostacolano il raggiungimento degli obiettivi.
I punti di contatto con il celeberrimo e intramontabile classico di Lewis Carroll sono diversi; ne condivide l’essere trasportati in un mondo illogico e la spensieratezza (ma non puerilità) della sua omonima, tuttavia Alice che, nel romanzo di Carroll, simboleggiava la realtà qui ne diventa l'opposto, è una chimera, una bambola di carta che dimostra comunque una grande forza di volontà, aggrappandosi con tutta se stessa all’identità che le è stata assegnata.
Sperimentazione e bizzarro allegorico sono le solide basi questo libro. Già dalle prime pagine ci si ritrova confusi e quasi destabilizzati e questa confusione aumenta in maniera esponenziale andando avanti, eppure, giunti all’epilogo si rimane comunque soddisfatti di quanto letto.