Il movimento di liberazione animale ha avuto in Italia particolare rilievo negli ultimi anni, a partire dalle campagne contro pellicce e vivisezione sviluppate nei primi anni 2000 da gruppi radicali di ispirazione anarchica ed ecologista. Il culmine di interesse pubblico si è avuto, più di recente, con le mobilitazioni contro l’allevamento Green Hill. Le prassi adottate da associazioni e gruppi animalisti hanno portato a un panorama difficile da “leggere”, in cui convivono dibattiti, strategie e pratiche inedite, spesso in conflitto fra loro. Questa raccolta di saggi si propone di fornire una panoramica su alcune nuove frontiere interpellando collettivi, gruppi, studios* e attivist* che partecipano alla ricerca teorica e alle iniziative di questa galassia estremamente eterogenea. Un testo volutamente situato e partigiano, ma attento a cogliere non solo il carattere specista delle società moderne (e dell’Italia contemporanea, in modo particolare) ma anche le criticità dello stesso movimento e delle sue numerose anime interne. L’approccio intersezionale che attraversa la raccolta di scritti si avvale delle esperienze di ricerca e attivismo che hanno saputo mettere in connessione, fra gli altri, Animal Studies, transfemminismo queer, istanze antirazziste e anticapitaliste, resistenza animale e sociologia dei movimenti per articolare un discorso antispecista schierato contro il qualunquismo di un certo animalismo di destra o comunque “spoliticizzato”.
Lettura interessante per chi mastica già le tematiche antispeciste. I diversi interventi ci spingono a riflettere sulle prospettive del movimento per i diritti degli altri animali , sui pericoli del farsi inglobare dal capitalismo, che depotenzia ogni spinta rivoluzionaria ricoprendola di merci (cioè quello che sta succedendo negli ultimissimi anni). E il discorso vegan non viene depotenziato solo agli occhi della società, che lo vede solo come uno stile di consumo o una dieta, ma viene depotenziato anche nelle stesse persone vegane, che sono "coccolate" dal mercato e sentono meno urgente il bisogno di cambiamento, anzi pensano che se esce il magnum vegan "qualcosa sta cambiando" quando semplicemente questi prodotti si sono affiancati a quelli di origine animale e non li hanno minimamente scalfiti. Il saggio poi analizza anche i vari approcci dell'attivismo, di come stanno mutando attraverso i social, che stanno spostando l'azione dalla presenza fisica a qualche click.
Nonostante io abbia messo tre stelle ho apprezzato il libro, ma ci sono alcuni ma. Ci sono stati capitoli davvero interessanti, che sono fluiti bene, aprendomi gli occhi..altri molto meno. Questo perchè è un libro scritto a più mani, per cui lo stile, il modo di approcciarsi e la ripetitività di alcuni concetti mi hanno un po' annoiata.