“Io non so che cosa sia l’amore. So cosa sono le intimità provvisorie. Non pensate a godimenti fuggitivi, a divagazioni non matrimoniali. Solo una visione vecchia di noi stessi e degli altri ci può far pensare all’amore come a una cosa che prima non c’è e poi compare e poi finisce. A me sembra che ci sono parti di noi che sono sempre in amore e altre che sono in fuga, sepolte e irraggiungibili. Ogni incontro bello, ogni intimità attinge a un giacimento mitico e poetico del quale dobbiamo smettere di aver paura.L’amore è una dimensione intimamente locale, si svolge sempre in un luogo ed è inedito ogni suo gesto. Il luogo dell’amore è il corpo. Corpo che diventa foglia, albero, paesaggio. Corpo che fa ombra e fa luce, corpo assoluto e cordiale, per un’ora o per mezzo secolo. Riconoscere questa specificità dell’amore è una forma di resistenza alla globalizzazione delle emozioni, alla dispersione dell’intensità. Il corpo amoroso ci richiama alla vita da vicino, al suo sapore locale, preciso.” Le poesie di Franco Arminio sono il resoconto quieto e febbrile di un cammino umanissimo eppure percorso dall’anelito a qualcosa di più grande. La parola poetica diventa rivelazione di una scintilla divina tra le nostre mani e canta un amore che forse non ci salva, ma senza il quale saremmo soli in balia del tempo che scorre.
Franco Mario Arminio (1960) è un poeta, scrittore e regista italiano, autodefinitosi come «paesologo».
È documentarista e animatore di battaglie civili, battendosi, ad esempio, contro l'installazione delle discariche in Alta Irpinia e contro la chiusura dell'ospedale di Bisaccia.
Nel 2009, con Vento forte tra Lacedonia e Candela. Esercizi di paesologia ha vinto il premio Napoli.
Roberto Saviano lo ha definito «uno dei poeti più importanti di questo paese, il migliore che abbia mai raccontato il terremoto e ciò che ha generato».
Nel luglio 2011, con Cartoline dai morti ha vinto il premio Stephen Dedalus per la sezione "Altre scritture". Con Terracarne, edito da Mondadori, ha vinto il premio Carlo Levi e il premio Volponi. Nel 2013 è uscito il suo ultimo libro di prosa Geografia commossa dell'Italia interna.
Nel 2015 fonda la Casa della paesologia a Trevico (AV).
Questo libro mi ha rivoltato, commosso. Le parole vengono fuori con potenza semplice e la cosa bella è che non c'è proprio nulla di letterario, non c'è un bel nulla di letterario o academico perché non c'è nulla che non sia vita, vera. Non trovi niente che sia compiacimento formale o gratificazione letteraria, invece ogni pagina ti incalza e ti scuote nel modo in cui pensi all'amore, pensi dell'amore e nel modo in cui lo hai incasellato e depotenziato, soprattutto nel tentativo anche legittimo di metterti tranquillo. Invece lui ti viene a cercare e smuove le incrostazioni e tu non vorresti ma poi senti che respiri, ti sei un po' disincrostato e respiri finalmente. La poesia è un disincrostante, ecco cos'è.
Un po’ tende a ripetersi. La precedente silloge, era di più ampio respiro.
“È tempo di riscrivere l’alfabeto sentimentale. Non siamo fatti per essere in coppia, non siamo fatti per tradire e neppure per essere fedeli. Semplicemente non siamo fatti una volta per sempre. L’amore costruisce il dio che ci guida, non è già pronto, non è una forma in cui entrare e poi magari stare tutto il tempo a pensare come
E questa è una “coccola” serale, per tutti, nonostante tutto.
“Tu pensati così: terra che frana se sopra ci passa qualcuno. Ogni radice nella terra è un occhio che vuole uscire a vedere qualcosa, ogni fiore è una mano, ogni abbraccio che hai avuto è ferro e fiato e pioggia che cade. Sognalo l’amore se vuoi che cresca, ogni faccia sarà neve e poi notte. Giura che da domani porti ad ogni faccia devozione. E pensa al prossimo bacio come a una grande festa che porta la terra in gita al mare.”
Ci sono delle poesie in questa raccolta che mi hanno davvero toccato nel profondo. Chiaramente non tutti i componimenti sono sullo stesso piano ma credo sia molto soggettivo questo aspetto. Ho letto che alcune sue raccolte a parere di molti sono di livello superiore, non mi resta che leggerle!
'Ho fatto tanti errori nella mia vita. questo ognuno di noi lo dice. quello che non sappiamo dire è questo: ho fatto tanti errori nella vita degli altri'.
Franco Arminio è l’antiletterario, e serve così. È la contemplazione del minuscolo che si fa sacro. È l’amore che ha per altari i corpi. Ogni sua raccolta letta finora mi ha rigenerata nel bene.
Ancora una volta Arminio è garanzia. Innamorata di queste poesie, di questi versi. Arminio parla di tutto noi, entra dentro le nostre menti. Quante emozioni, sono davvero felice di aver recuperato questa raccolta.
"Abbiate cura di incontrare chi non sta nel mezzo. Cercate gli esseri estremi, i deliri, gli incanti. Cercate una donna o un uomo che non siano di questo mondo, cercate Giovanna D’Arco, Giordano Bruno."
'L'infinito senza farci caso' è una raccolta di poesie incentrate sull'amore, che viene identificato come forza motrice, quasi salvifica, della vita. Poesie delicate, ma anche sensuali, sul desiderio, sulla vicinanza, su come l'amore possa ferire e guarire allo stesso tempo. Come in ogni raccolta, ci sono poesie che mi hanno colpita di più rispetto ad altre, ma la poesia è così soggettiva che a volte è difficile anche dare un giudizio. Personalmente, questo primo incontro con la poesia di Arminio mi ha tutto sommato convinta e quindi credo che leggerò altro di suo in futuro.
Ero elettrizzata all'idea che uscisse una nuova raccolta, appena avuta tra le mani l'ho bevuta in un solo fiato, ormai l'avrò riletta tre volte. Come al solito Arminio non delude, quel senso di secolare e atavica precarietà permea tutta la raccolta dedicata all'amore, in bilico tra vita e morte. Premetto che non ho le competenze per valutare un libro di poesia e che questi sono solo i miei gusti personali. Alcuni dei componimenti non mi sono piaciuti, un po' per il ripetersi della rima inaspettata alla fine di molte poesie, un po' per la scelta di inserire riferimenti espliciti all'atto sessuale. Complessivamente la raccolta mi è piaciuta ma preferisco le due precedenti.
“L’amore può essere un giorno qualunque di ottobre, un giorno in un castagneto, un giorno in cui ascolti un racconto qualsiasi di un anziano o vedi un cinghiale coi suoi cuccioli. In un giorno così puoi fare l’amore con l’aria, col tempo che passa, non hai bisogno di spogliare una donna o di spogliarti. Basta camminare, ridere, piangere, aspettare che arrivi il buio e continuare a camminare, a ridere, a piangere, pensare serenamente il viaggio del mondo e ancora più serenamente la sua fine.”
"L'amore è più che altro una questione di orografia. Alcune persone sono più ripide, si passa in poco spazio dal tepore al gelo. Una persona può amarti dalle sue pianure o dalle sue cime. Molti amori finiscono non per mancanza di amore ma per ignoranza della geografia."
Franco Arminio ha sessant'anni, da poco ha lasciato l'insegnamento per dedicarsi completamente alla propria essenza. Da molto tempo si occupa di territorio, della sua difesa gentile, perché territorio vuol dire persone, relazioni, legami col passato e proiezione nel futuro, benessere concreto. Perché una persona non può essere davvero tale, nella sua compiutezza, forse sempre più utopica, se la si considera un elemento disgiunto dal territorio che abita, che vive, che la circonda. Separati non si può stare al mondo, separati dall'ambiente, separati dalle persone, considerarsi un'isola - nessun uomo lo è. Eppure la nostra evoluzione sociale ci spinge a esserlo. Qual è la rivoluzione che vi si può opporre? Quale la lotta, per chi pensa che ne valga la pena. La risposta di Franco Arminio è anche nella sua poesia. Il cerchio è la geometria più dolce, racchiude o abbraccia, lega l'inizio alla fine. Il cerchio è la ruota del carro che avanza sulla terra, l'anello al dito che simboleggia un ricordo o una promessa, l'evoluzione di un individuo che prima nasce e poi dà la vita, a non voler essere precisi è il profilo del nostro pianeta, della sua orbita attorno al sole. Come il cerchio la poesia di Arminio racchiude, congiunge l'oblio alla speranza, l'unione alla separazione. La fine non nega il principio, semmai lo completa. L'amore è sempre amore sia quando fiorisce sia quando perisce. Trae ispirazione dalla natura e l'accettazione allora diventa inevitabile, come il passare delle stagioni che tutto contiene, comprende, conclude, avvia. Non è sinonimo di rassegnazione. La geografia di Arminio è una teoria della continuità, il principio dell'impossibilità di separare, dividere. In tutta questa persistenza e indivisibilità, in tutto questo mutare lento e costante, che non rimuove né dimentica ma che sempre progredisce ubbidendo alla legge della semplicità e dell'autenticità, la natura è il nostro specchio, la nostra costituzione primordiale: una zolla di terra, il cielo, un fiume, una foglia, una formica, una radice, una frana, un bosco, una montagna, un'arancia. Nessuna sconfitta, nemmeno la morte, ci separa dalla loro caducità e dalla loro eternità. La natura. Troppo a lungo data per scontata. Assenza irrilevante. Sfondo che non determina. Viverla non basta. Se c'è uno sforzo che dobbiamo fare è comprenderla. Accoppiarla al nostro corpo. Dimenticarcene è l'errore che non dobbiamo commettere. Senza volerlo, basta sentirlo e approfittare del silenzio, ascoltarlo. E dobbiamo chiamarla amore.
"L'amore senza rivoluzione cade nelle ombre che portiamo dentro. La rivoluzione senza amore cade nelle ombre che portiamo fuori".
Devo ammettere che non conoscevo Franco Arminio prima di leggere questa selezione di poesie, ma di essere rimasto piacevolmente sorpreso da questa lettura.
Penso, infatti, che Franco Arminio riesca a calare la tradizionale tematica amorosa in un contesto moderno, rapportando le sue idee e le sue emozioni causate dall’amore a dei tempi bizzarri come quelli moderni. Viviamo in un’epoca che è difficile da definire e che ci sfugge davanti agli occhi. Sembriamo incapaci anche soltanto di capire cos’è l’amore o di dare il giusto peso ai sentimenti. E Arminio sembra accorgersene, così come si accorge anche che non esiste amore senza un aspetto più puramente fisico.
Per Arminio l’amore non accetta compromessi e non si adatta al periodo storico che stiamo vivendo. Bisogna essere straordinari per amare, senza nasconderci dietro falsi idoli. In qualche modo l’eccezionalità dell’amore sta proprio nella concretezza con cui non ammette deroghe, con cui si pone come azione straordinaria in una realtà tendente all’ordinario.
Pur non propugnando nessun messaggio alto o estremamente lirico, Arminio sottolinea l’eccezionalità di chi riesce ancora ad amare e ad abbandonarsi a questo sentimento.
“L'infinito senza farci caso" è una raccolta di poesie d'amore scritte da Franco Arminio, un poeta dalla grandissima sensibilità. Si tratta di poesie che parlando di incontri e separazioni e celebrano l’amore in tutte le sue forme perché “un vago amore è in ogni cosa”. In pieno stile del poeta, la raccolta si chiude con uno stralcio di prosa dal titolo “Manifesto delle intimità provvisorie”, ma cosa sono le intimità provvisorie? Dice il poeta: “Non pensate a godimenti fuggitivi, non pensate alle divagazioni non matrimoniali. Credo che solo una visione vecchia di noi stessi e degli altri ci possa ancora far pensare all'amore come a una cosa che prima non c'è e poi compare e poi finisce. A me sembra che ci sono parti di noi che in un certo senso sono sempre in amore e altre che sono sempre in fuga o sepolte e irreperibili (…) E amare non è altro che incontrare e farsi incontrare. Poi può essere per un'ora o per mezzo secolo, poco importa”.
La delicatezza di questo poeta, il suo sguardo semplice e puro sulle dinamiche del cuore mi lasciano sempre senza parole. Raccolta bellissima e molto emozionante.
Non credo ci sia una recensione oggettiva che posso dare perchè quando si legge la poesia non si possono dare giudizi , poichè può essere tutto come può essere niente. Soggettivamente parlando alcune poesia le ho apprezzate e tanti estratti erano di una forte natura profonda anche se molte altre poesie tendevano a ripetersi e ripetersi. Credo che la poesia dovrebbero tutti leggerla per capire il significato di molti autori e in quanto Franco Arminio, ha un suo modo soggettivo di vedere la vita e la sua forma d’amore , quasi imponendotela. La via per spiegare l’amore non esiste , quindi l’imposizione che lui vuole dare di per se non ha senso. Per questo credo che tante poesie non mi hanno colto come speravo mi cogliessero. Tuttavia è un libricino piccolo , lettura di poesie leggere e abbastanza scorrevoli, per chi ama frasi d’amore o vuole cercare delle parole per sentirsi capito appieno mi sento di consigliare questo libro.
C’è una voglia di far sì che questo libro sia d’amore. La mia impressione è che sia un libro che parla di poesie sull’idea di amore, più che su un amore concreto o particolare.
Comunque rimane sempre in bilico tra un libro di autoaiuto e motivazionale, che propone frasi facilmente condivisibili sul Facebook di un boomer, più che autentica poesia intelligente o intrinsecamente piacevole. Parla molto di evitare la pornografia delle cose comuni, ma alla fine ci conduce a un piacere facile, senza grande profondità, fatto di luoghi comuni difficili da contestare e, allo stesso tempo, facili da ignorare: frasi qualunque messe poeticamente su una pagina bianca. Fa più per lasciare spazi infiniti aperti sulla pagina bianca che per riempirli di significato. Alla fine è vuoto come l’infinito che ci porta al cuore mentre lo leggiamo.
Mi hanno detto che è il miglior libro di poesia italiana contemporanea. Spero proprio di no.
"Abbiamo bisogno di un luogo: ci vuole una mano, una casa, un sorriso, qualcosa che ci faccia da perimetro. L’animale senza luogo si ammala, ama senza amare, soffre senza soffrire. Amare è costruire un luogo, cioè un pezzo di mondo con un dio dentro. "
Per descrivere questo libro e rendere meglio la sensazione non posso che usare le sue stesse parole: "curarsi leggendo poesie, [...] prendere la medicina dell'alba, lo sciroppo della lingua"
Le immagini si trasformano in sensazioni, la ricerca del sentimento scavando e studiando ogni minimo oggetto e azione è molto illuminante. Alcune poesie avevano una sensualità travolgente, un' intimità che spaventa da quanto vera, l'accostamento di parole inoltre crea davvero meraviglia.
È la prima volta che leggo Franco Arminio, credo proprio che leggerò altre sue raccolte.
Era da tanto tempo che non riuscivo ad apprezzare un libro di poesie. Il caso ha voluto che mi imbattessi in questo libro per suggerimento di qualcuno che lo aveva appena acquistato, che mi ha fatto leggere qualche pagina. Ho come avuto l’impressione che ogni parola fosse al posto giusto, fosse perfetta nella sua umiltà e semplicità, senza una ricerca aulica di qualsiasi tipo. Con parole quotidiane associate in modo incredibilmente creativo e sbalorditivo per me, ha affrontato un tema delicatissimo, l’Amore, con risultati che mi hanno conquistata, col desiderio di ricopiare quasi ogni pagina di poesia. Le sue parole risuonano, scuotono e svegliano. Toccano delle corse impolverate dell’anima producendo melodie che dentro di noi abbiamo ma che ci dimentichiamo di suonare.
Ho letto questo libro qualche mese fa e una volta ogni tanto mi capita di sfogliare qualche pagina bevendo il tè. Mi è capitato di riprenderlo in mano oggi; La maggior parte della raccolta mi ha toccato profondamente, e non penso che ci siano delle poesie migliori rispetto ad altre, io sono dell’idea che una poesia ti possa piacere più di un’altra per via dell’esperienza personale, e in questo libro non ne ho trovate di brutte. Ho letto cose che non pensavo avrei mai sentito da qualcun altro, emozioni così specifiche e dette in modo altamente irreprensibile che mi è stato arduo credere che non le abbia scritte io stesso; è come se Arminio fosse stato capace di trovare e mettere insieme certe parole che cercavo già da un bel po’ di tempo.
Non leggevo un libro di poesie dai miei tempi dell'università e casualmente mi sono ritrovata a leggere queste poesie che sono un vero balsamo per l'anima, una linfa vitale per il cuore. L'infinito che troviamo in quell'amore che neanche ci accorgiamo di provare, quell'amore che ci avvolge e sconvolge e quell'amore che è la controparte come pesi differenti sulla bilancia, quell'amore che dobbiamo allontanare, di cui abbiamo paura, che rimane in disparte. Poesie che mentre leggi sembrano scritte per ognuno di noi, come se alla fine tutti possano provare ciò che Arminio decanta, entrando nel nostro pensiero, nella nostra testa e nel nostro animo.
"Io non so cosa sia l'amore. Credo solo che una visione vecchia di noi stessi e degli altri ci possa ancora far pensare all'amore come a una cosa che prima non c'è e poi compare e poi finisce. A me sembra che ci sono parti di noi che in un certo senso sono sempre in amore e altre che sono sempre in fuga o sepolte e irreperibili. E amare non è altro che incontrare e farsi incontrare. Poi può essere per un'ora o per mezzo secolo, poco importa. L'amore costruisce il Dio che ci guida, non è già pronto e non è una forma in cui entrare e poi magari stare tutto il tempo a pensare come uscirne."
Una breve raccolta di poesie che parlano d’amore, in forme molto diverse. Alcuni componimenti sono belli, altri mi sono piaciuti meno. La poesia è un genere molto soggettivo, la recensione è quindi più di cuore che di testa. Per i miei gusti lo stile è a tratti un po’ troppo didascalico, preferisco una poetica più complessa.
⭐️⭐️1/2
"Se mi ferisci mi dai ciò che mi aspetto dalla vita, io sono cresciuto in braccio a una ferita. Spezzami in due, il buono è la luce che nasce quando ci spacchiamo."
"Togliete i confini, il filo spinato. La fiamma dei vivi è la vicinanza."
L'amore può essere un giorno qualunque di ottobre, un giorno in un castagneto, il giorno in cui ascolti un racconto qualsiasi di un anziano o vedi un cinghiale coi suoi cuccioli. In un giorno così puoi fare l'amore con l'aria, col tempo che passa, non hai bisogno di spogliare una donna o di spogliarti. Basta camminare, ridere, piangere, aspettare che arrivi il buio e continuare a camminare, a ridere, a piangere, pensare serenamente il viaggio nel mondo e ancora più serenamente la sua fine.
Questo libro è arte e ti fa trovare ( o riscoprire )l’amore in tutto ciò che non è scontato.
In questa giornata mondiale della poesia, ho preso in mano il libro di Arminio. È stata una buona scelta. Rimango sempre stupita dal fatto che le stesse parole, nello stesso ordine, possano evocare nella mente di chi le legge emozioni diverse, a volte addirittura rivolte o provocate da persone ulteriormente diverse. La poesia è magia. Le due parole rimano non per caso. Siamo fortunati a poterla tenere nel palmo di una mano.
“Togliete i confini, il filo spinato. La fiamma dei vivi è la vicinanza.”
Primo approccio a questo autore e devo dire che non è andata malissimo.
Le poesie complessivamente mi sono piaciute, alcune mi hanno davvero toccate il cuore, altre non le ho comprese/condivise al 100 %, anche per l'uso (secondo me) di ripetizioni nel corso delle pagine come morti o sesso.
Ne consiglio comunque la lettura in quanto la penna è d'impatto.