Haworth, prima metà dell’Ottocento. Qui vivono i fratelli Kimball: John, Alice e Sarah, con caratteri e desideri molto diversi. John, unico uomo della famiglia, non accetta l’idea di svolgere un lavoro qualsiasi. Audace e curioso, preferisce andare a caccia di segreti. Alice, poco più giovane del fratello, è ammirata da tutti per la sua straordinaria bellezza, di cui però non fa sfoggio. Timida, sensibile e con il cuore infranto, non sa se riuscirà ancora a fidarsi dell’amore. Sarah, la ribelle dai capelli rossi, è intraprendente e molto distante dalle donne dell’epoca. Le parole che il padre le disse quando era bambina la tormentano: in un libro avrebbe trovato il segreto di ogni felicità. Trascorre il suo tempo libero leggendo, rifiutandosi di star dietro alla società e alle sue assurde imposizioni. Splendide sale da ballo, incontri e scontri con giovani appartenenti alla nobiltà, verità da rievocare alla mente e altre che andrebbero a tutti i costi celate. A fare da sfondo, un’epoca vittoriana appena inaugurata.
Approcciarsi alla penna di Valeria Di Spezio significa fare un salto nel passato, ritrovarsi tra le vie delle cittadine da lei caratterizzate ma senza sentire il peso di una scrittura ampollosa, talvolta riscontrabile in testi d’epoca trattanti gli stessi temi e ambienti presenti ne “I Fratelli Kimball”. Sapendo dosare discorsi e descrizioni, l’autrice genera un ritmo incalzante che mai va ad affievolirsi in corso di lettura, ma aumenta sempre più, rendendo quasi impossibile staccare gli occhi dal testo. Allo stesso modo, la trama evolve continuamente, sorprendendo il lettore e spronandolo ad andare avanti. Immedesimarsi nei personaggi, sulla base di tali premesse, diventa facile e immediato: i loro pensieri, i loro sogni e le loro paure diventano reali e credibili. Così, il coinvolgimento diventa totale e arrivati alla fine della storia non si può non sentire nostalgia nel lasciarla!
Un libro molto dolce e delicato. Da subito mi ha stupito la forte sensazione di unione familiare che l’autrice emana in questo libro. I Kimball vivono per il bene dell’altro, soprattutto nei momenti del bisogno. Si nota molto anche la diversità tra gente popolare e gente dell’alta società. Da una parte si nota l’ingenuità delle persone di paese e dall’altra la meschinità e l’interesse per il denaro. Ma come ben sappiamo c’è sempre l’eccezione e infatti in questo romanzo troviamo da un lato la testarda e fuori le righe, Sarah (la mia preferita), e da un lato Peter che nonostante sia un conte segue l’amore per Sarah. Un bellissimo personaggio è John, sempre pronto a trasmettere la sua dolcezza e sensibilitá al prossimo. L’incontro con il padre mi ha molto emozionata. Faccio i complimenti all’autrice per questo libro meraviglioso.
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Ho amato questo libro, coinvolgente le varie storie dei fratelli che vengono narrate. L’unica pecca per me è il finale, mi è sembrato un po’ lasciato in sospeso su certi punti, per il resto consigliato 💕 P.s. Il personaggio di Annabelle è di una forza immane per me
Recensione presente nel blog www.ragazzainrosso.wordpress.com Dopo la morte del capofamiglia, la vita dei Kimball viene sconvola. Annabelle, rimasta vedova, è costretta a rimboccarsi le maniche e a badare ai tre figli, dai temperamenti molto diversi l’uno dall’altro. John, venticinquenne perdigiorno, ama scoprire segreti da poter utilizzare a suo vantaggio; Alice, ventitrenne, trascorre le sue giornate tra lavori di cucitoe lunghi momenti dinanzi alla finestra: Sarah, diciannove anni, ama leggere i libri appartenuti al padre con l’intento di scoprire il segreto della felicità.
“Quando il signor Kimball morì, l’intero paese di Haworth manifestò un sincero cordoglio, nonché una grande preoccupazione, per la vedova Annabelle e i suoi tre figlioli. Quella era stata davvero una pessima primavera, ricordata da tutti come “la primavera degli orfanelli” e divenuta, al pari dell’anno zero, un vero e proprio riferimento temporale. Prima o dopo la primavera degli orfanelli? Così si diceva. “
Questo romanzo fa immergere i lettori in un clima narrativo squisitamente austeniano. Sono molte, infatti, le analogie, soprattutto a livello temporale (l’opera è ambientata nell’800) e geografico (ci troviamo nello Yorkshire).
Protagonista della narrazione è la famiglia Kimball, una famiglia normale, e in particolare i tre giovani rampolli.
John, affascinante, dotato di sovoir faire, non può non suscitare, almeno inizialmente, le simpatie dei lettori.
Alice incarna il prototipo della figura femminile del tempo: amante della vita casalinga, esce pochissimo. La sua unica forma di contatto col mondo esterno è costituita dalla finestra dalla quale guarda ciò che la circonda con occhi persi nel vuoto.
Sarah, da perfetta figlia minore, è la ribelle per eccellenza. Intraprendente e testarda, s’interroga sui segreti della felicità proprio come farebbe un uomo. Senza dubbio il suo è il personaggio che più si apre alla modernità.
La narrazione si snoda attraverso la voce di un narratore onnisciente, che presenta in maniera oggettiva le vicende delle quali sono protagonisti i tre fratelli.
L’autrice sceglie una prosa semplice e lineare capace di coinvolgere il lettore trascinandolo sino all’incredibile e sconvolgente finale.
Una lettura a sfondo storico piacevole e interessante. Un romanzo con protagonisti eroi comuni.