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Le porte del mondo: L'Europa e la globalizzazione medievale

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«Per colonizzare un territorio non è sufficiente disporre di capacità tecniche e risorse economiche, bisogna anche valutare che l'impresa valga la spesa e la fatica», per questo non c'è da stupirsi se imprese come l'arrivo dei vichinghi in Nordamerica poco dopo l'anno Mille o la feroce irruzione mongola in Occidente rimasero episodi circoscritti. Ben diverso, invece, fu lo scenario a partire dalla seconda metà del Duecento. Quando la curiosità per il mondo circostante, la sete di guadagno e la fede spinsero molti a intraprendere viaggi e spedizioni rischiose, e i contatti e le transazioni si fecero sempre più intensi al punto di dar vita a una vera e propria «globalizzazione» ante litteram.

Ma è un errore, per noi occidentali affascinati dalla figura di Marco Polo, mettere l'Europa al centro di questo processo di connessione come se fossimo stati noi a «scoprire» il resto del mondo. Non fu così.

Contrariamente a quanto si pensa, gli europei del Medioevo erano consci di vivere alla periferia di un mondo ricco, colto, civilizzato e multipolare, dove avrebbero dovuto ritagliarsi un ruolo sviluppando il dialogo e i commerci, non certo cercando di imporsi con gli eserciti. Quelli che Paolo Grillo ci descrive nelle pagine de Le porte del mondo sono mercanti, missionari, uomini di cultura e avventurieri, non conquistatori. Soltanto così l'Europa riuscì a inserirsi pacificamente e fruttuosamente in un mondo più vasto e, spesso, più prospero e tecnologicamente avanzato, e ad arricchirsi di nuove risorse e di nuove conoscenze.

Paolo Grillo ci conduce in un viaggio attraverso le infinite pianure mongole, il continente indiano e l'Africa, alla scoperta di quella globalizzazione che permise all'Europa di respirare per decenni un'aria nuova, un'aria destinata a condizionare la cultura e l'economia dell'Occidente latino per i secoli a venire.

313 pages, Kindle Edition

First published January 1, 2019

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Paolo Grillo

29 books3 followers

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Displaying 1 - 4 of 4 reviews
Profile Image for Dvd (#).
512 reviews93 followers
December 8, 2021
08/12/2021 (****)
Un saggio ben scritto che illustra in maniera efficacie la prima globalizzazione, ovvero, se si preferisce, il prodromo di quello che è considerato un fenomeno tipico dell'età moderna, con epicentro e vettore l'Europa, a partire dal Cinquecento: la proto-globalizzazione sviluppatasi a cavallo fra XIII e XIV secolo su tre continenti.

Paolo Grillo va indietro nel tempo di qualche secolo e illustra in questo saggio le fitte e intricate reti commerciali che legavano le varie macroaree culturali del pianeta in quei decenni turbinosi che vanno dal 1240 al 1350: a segnare, come due pietre miliari, l'inizio e la fine di un'epoca formidabile furono l'onda mongola da una parte e la peste nera dall'altra.
Questi due eventi aprirono e chiusero questa sorta di globalizzazione originaria, poiché fecero sì che Europa e Asia venissero messi in collegamento dalla presenza, nella sterminata area interna del continente asiatico, di un agente unico stabilizzante, ossia l'Impero mongolo (e poi i suoi eredi). Ciò irrobustì enormemente i traffici attraverso le due principali rotte commerciali che collegavano Mediterraneo e Cina, ossia le due aree più densamente popolate dell'epoca: la prima, che passava dal Mar Nero e percorreva le immense distese dell'Asia centrale attraverso le città carovaniere e le grandi catene montuose (che poi sarà ribattezata via della Seta); la seconda, marittima, che dall'Egitto attraverso il mar Rosso circumnavigava l'India e raggiungeva il mar Cinese meridionale.
L'utilizzo di queste autostrade commerciali permise a merci e beni di spostarsi, anche se su tempi enormemente più dilatati di quelli attuali, da un capo all'altro del mondo.

Vari sommovimenti economici, sociali e politici, avvenuti in un periodo di tempo piuttosto limitato (e non si sa quanto interconnessi) e probabilmente causati da fluttuazioni metereologiche portatrici di siccità e cattivi raccolti, acuiti dall'espansione della peste nera, comportarono la chiusura delle tratte commerciali, l'asfissia dei traffici e la chiusura delle macroaree in sé stesse.

I commerci intercontinentali riprenderanno massicciamente solo nel tardo Quattrocento, quando il tappo islamico rappresentato da ottomani e mammelucchi, che chiudeva ai latini entrambe le vecchie vie commerciali sul Mar Nero e presso l'Egitto, sarà aggirato dalle navi portoghesi, ora in grado di affrontare l'Oceano: si aprirà allora l'epoca delle grandi esplorazioni e l'inizio della globalizzazione dei commerci, che non sarà più interrotta e che perdura, quasi completamente deregolarizzata, ai giorni nostri. Appesantite però, nota giustamente Grillo, dal carico del colonialismo otto e novecentesco, con tutti gli annessi e connessi (razzismo, sfruttamento, imperialismo, ecc), del tutto assenti nella proto-globalizzazione trecentesca.

Il saggio, come detto, è estremamente interessante, ricco di spunti e informazioni che permettono al lettore di comprendere il ruolo fondamentale avuto dalle scelte politiche, dalle possibilità geografiche e dalle esigenze tipiche del momento, culturali o economiche, nel generare e indirizzare le diverse correnti commerciali, a loro volta decisive nello stabilire la ricchezza e la potenza delle nazioni attraverso i secoli.

Ottima lettura, consigliato.
Profile Image for Emanuele Baseggio.
129 reviews
July 23, 2025
“…e in qualunque altra parte del mondo”.



Menzione speciale ai trichechi del Terranova e agli elefanti del Congo.
Profile Image for marghe.
69 reviews1 follower
January 11, 2024
Testo straordinario che mette a frutto gli studi del professor Grillo sulle relazioni tra l'Europa e il resto del mondo nel medioevo. È un libro semplice e scorrevole, non bisogna essere addetti ai lavori per approcciarvisi! Ho apprezzato particolarmente gli inserti delle fonti, che so essergli cari dato che cerca sempre di introdurre i suoi studenti al loro utilizzo pratico già dai primissimi corsi di storia medievale.
Consigliato a quelli che ancora credono che l'Europa medievale fosse un mondo chiuso e non connesso, o che l'europeo medio si sentisse al centro del mondo.
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