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Penumbria, Regno di Taglia: una terra senza santi né eroi, in balia di mercenari e fuorilegge, stretta fra le lame di una crociata eterna e la fame di una fauna mostruosa. Mentre Lutti e Malavita si contendono il feudo di un eretico e un diabolico cardinale cospira per instaurare un ordine nuovo e duraturo, due stranieri senza passato spargono sangue e leggenda nelle contrade tra gli Appenninferni e il Maladriatico.Sono una cacciatrice di taglie e un mattatore di bestie e si fanno chiamare la Lebbrosa e il Barbiere.Niente di epico, niente di etico.Tra un matrimonio e molti funerali, solo ombre e acciaio.Letale come le zanne di una vilupera.

281 pages, Paperback

First published September 28, 2019

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Luca Mazza

43 books8 followers

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1 star
17 (6%)
Displaying 1 - 30 of 58 reviews
Profile Image for Krell75.
433 reviews85 followers
August 22, 2025
"L'alba partorì un mezzo sigaro con dietro un muso da forca."

Inizio con una definizione tanto per chiarire:
"Il grimdark fantasy è quel peculiare sottogenere letterario del fantasy nel quale le vicende sono ambientate in mondi immaginari (o anche sulla Terra), tetri e putridi, con una tecnologia simile a quella del nostro Medioevo, o a quella del Rinascimento e che vedono la partecipazione di personaggi vili, ambigui e malvagi."

Un grimdark comico tutto italiano che mi suscita brividi di gioia e grasse, grassissime risate? Esiste.
Benvenuti nell'apoteosi del gretto, dello squallore e del viscidume.

Astenersi perbenisti incalliti, bigotti all'ultimo stadio, deboli di stomaco e despoti del politicamente corretto. Qui piovono escrementi e sangue a secchiate, tra bagasce sifilitiche e preti pedofili. Non si salva nessuno. Siete avvisati. Parola d'ordine: Divertimento.

Uno stile ricercato nella prosa con influenze del gergo romagnolo o quasi, e un vocabolario da bettola dei bassifondi. Una trama intrigante tenuta in piedi da personaggi magnetici che ricordano Brancaleone alle crociate e Attila flagello di dio ma sporchi come latrine e tanto dark da non vedere il loro naso, quando ce l'hanno...
Ho riso per tutta la lettura.

Mazza e Sensolini portano il grimdark , o qualsiasi cosa sia questa roba, là dove nessuno aveva ancora osato.
Author 3 books27 followers
July 20, 2022
Il Lonfo non vaterca né gluisce
e molto raramente barigatta,
ma quando soffia il bego a bisce bisce
sdilenca un poco e gnagio s’archipatta.
È frusco il Lonfo! È pieno di lupigna
arrafferia malversa e sofolenta!
Se cionfi ti sbiduglia e ti arrupigna
se lugri ti botalla e ti criventa.
Eppure il vecchio Lonfo ammargelluto
che bete e zugghia e fonca nei trombazzi
fa lègica busìa, fa gisbuto;
e quasi quasi in segno di sberdazzi
gli affarferesti un gniffo. Ma lui zuto
t’alloppa, ti sbernecchia; e tu l’accazzi."
― Fosco Maraini, Il Lonfo

“Odio i trucchetti. Al primo segno di un trucchetto o trovata in un pezzo letterario, che sia un trucchetto da quattro soldi o anche elaborato, tendo a battermela. In definitiva, i trucchetti sono noiosi, e io mi annoio facilmente, cosa che probabilmente va a braccetto con la brevissima durata della mia attenzione. Ma la scrittura pretenziosa e ingegnosa all’estremo, o quella che è direttamente una buffonata, mi mette a nanna. Gli scrittori non hanno bisogno di trucchetti o trovate, né devono essere per forza i tizi più furbi del quartiere. A rischio di apparire folle, uno scrittore a volte ha bisogno di stare lì a bocca aperta davanti a questa o quella cosa – un tramonto o una vecchia scarpa – in semplice, assoluto stupore.”
― Raymond Carver, Fires: Essays, Poems, Stories (la traduzione è mia)

Il grimdark italiano non esiste. O se esiste, si tratta di poche, sparute opere indipendenti che si contano sulle dita di una mano. Vilupera non è tra queste.

Uno dei motivi che mi ha spinto a recensire questo libro è stata la quasi totale assenza di pareri negativi a riguardo. Quando medito l’acquisto di un libro, le recensioni negative sono la prima cosa che vado a controllare, perché spesso mi aiutano a farmi un’idea sul libro molto meglio di quanto possa farlo una sviolinata a cinque stelle. Ho quindi trovato bizzarro il fatto che un libro di relativo successo commerciale come Vilupera non avesse nemmeno una recensione a una stella. Voglio dire, perfino La strada di Cormac McCarthy di recensioni a una stella ne ha circa 400. Bizzarro anche il fatto che molti tra quei quattro gatti che fanno divulgazione nell’asfittico ambito del fantastico italiano rivolto a un pubblico non prettamente femminile (per intenderci, libri che non siano la miliardesima riscrittura de “la bella e la bestia” con il figaccione seminudo in copertina) ne tessano acriticamente lodi sperticate al punto da sfociare nella fellatio.
Possono esserci soltanto due spiegazioni per una simile anomalia: o Vilupera è un assoluto capolavoro, oppure, be’ ragazzi, qualcosa non va.
Ma andiamo per gradi.

La copertina e la realizzazione complessiva. Non sono un grande fan delle copertine dai colori accesi e dal tratto fumettoso perché tendono a far somigliare il libro a un fumetto, per l’appunto. Preferisco di gran lunga la copertina dell’edizione in brossura, dal tratto pittorico e dai toni cupi, che trovo molto bella. Apprezzabile la presenza di immagini a colori presenti all’interno che aiutano a orientarsi nel mondo creato dagli autori. Nel testo ho trovato pochi refusi (anche se gli stupri alla consecutio temporum sono più numerosi di quelli presenti nella trama), che è sicuramente un punto a favore per un prodotto indipendente, mentre la punteggiatura è un pianto, con virgole latitanti o sparpagliate a caso. Un po’ di correzione di bozze eseguita da un professionista non avrebbe guastato.

La trama. Classico contesto ormai stereotipato di guerra tra famiglie rivali nel quale intervengono degli sconosciuti a fare casino. Niente che non abbiamo già visto in Dashiell Hammett, Akira Kurosawa, Sergio Leone, Walter Hill e tantissimi altri, anche se qui l’ispirazione, o una delle ispirazioni principali, parrebbe essere Quentin Tarantino. Qualcuno ha parlato addirittura di plagio, io non lo definirei tale, ma bisogna comunque registrare che il citazionismo a tratti è davvero ingombrante (Abercrombie, Martin). L’unica particolarità sostanziale che contraddistingue la storia rispetto al solito è un contorno di creature mostruose che hanno la caratteristica di essere la fusione di due bestie, anche nel nome: per esempio, la Vilupera del titolo è un incrocio tra una vipera e un lupo, la torontola tra un toro e una tarantola, indovinate un po’ com’è fatto il verroceronte?

Lo stile. Neologismi appaiati con sinonimi inusuali e arcaismi in quantità industriale, termini usati in modo inconsueto (verbi intransitivi usati transitivamente o sostantivi usati come verbi), figure retoriche a tinchitè, espressioni in dialetto romagnolo e in gergo giovanilistico, onomatopee (spesso in inglese, per qualche motivo che mi sfugge), intricati giochi di parole che vanno a bisticciare con frasi laconiche senza articoli, una prosopopea abbaiata attraverso frasi a effetto insistite ad nauseam (“mai vinti, mai estinti” etc.). Questo modo di scrivere, inusuale, barocco, arzigogolato, ha sostanzialmente due effetti ben precisi: il primo, senz’altro positivo, è di risultare fortemente riconoscibile. Il secondo è di rendere la lettura un’estenuante rottura di coglioni: spessissimo mi sono trovato a dover rileggere ripetutamente frasi di cui non avevo immediatamente afferrato il senso e in più occasioni mi sono arreso perché non era ben chiaro cosa volessero dire. Una cosa che ho trovato estremamente faticosa da seguire è il fatto che le frasi, al netto dei vari giochi di parole che le allungano smodatamente, quasi sempre sono costruite secondo la struttura soggetto-verbo-complemento, per cui, all’interno di una scena il soggetto cambia all’improvviso più volte e quindi non è più la persona di cui si sta parlando ma il suo cappello, le sue budella, o il cielo sopra di lui, e questo contribuisce a far perdere il filo di continuo.
Il punto è che molto spesso le frasi sono inutilmente convolute, e i costanti e ripetitivi giochi di parole non aggiungono nulla all’andamento della storia o al suo carattere intrinseco, e finiscono solo per appesantirne se non instupidirne il contenuto, specialmente quando gli autori non lesinano espressioni da bimbominchia. Spesso si ha l’impressione che interi passaggi siano stati scritti in quel dato modo solo per giungere alla frase ad effetto di turno, risolvendo il tutto in uno sterile esercizio di stile. Il picco dell’autoreferenzialità forse viene toccato quando a un certo punto fanno la loro comparsa in scena due personaggi che si chiamano come gli autori e ne ricalcano l’attività (“compositore di operette”); da notare inoltre che non hanno niente a che fare con il resto della storia, sostanzialmente sono stati messi lì solo per il LOL.

Questo libro, come tutti gli altri del duo, viene spesso accompagnato da slogan di stampo wannamarchiano, come “colpi bassi, metriche alte”. Premesso che l’uso non ortodosso del termine “metriche” qui ricorda l’uso che se ne fa in ambito hip hop/trap, e quindi ognuno può trarre le opportune considerazioni sul retroterra culturale di chi strombazza a tutto spiano questo genere di letteratura con giudizi talmente roboanti da scadere nella barzelletta, a mio avviso di alto le “metriche” di questo libro non hanno un beneamato cazzo.
Si avverte fortissimo lo sforzo da parte degli autori di “colorire” ogni singola frase con il loro stile/marchio di fabbrica, ma proprio perché si avverte, e si avverte un bel po’, in definitiva la scrittura risulta artefatta, autocompiaciuta e pretenziosa. L’uso di onomatopee anglofone (swish, crack…) suona fuori posto in un contesto che si fregia di essere italiano al 100%, così come l’utilizzo di espressioni e termini che con un’ambientazione di stampo simil-medievale non hanno granché da spartire, vedi “svuotare il caricatore”, “biologo”, “bandana” o “stare sul pezzo” (questa in particolare mi ha fatto ridere perché è un modo di dire nato con l’avvento delle catene di montaggio); la scelta superficiale dei termini aliena rapidamente la sospensione dell’incredulità, già messa a repentaglio dai giochi di parole (il primo andrebbe anche bene, ma verso il 300esimo avete solo rotto il cazzo). Un’altra cosa che mi ha lasciato spaesato è stato l’utilizzo dell’espressione “baciamo le lame”, ennesimo divertissement sul “baciamo le mani” di origine siciliana. Anche le famiglie rivali della storia sembrano essere organizzate secondo modalità da cosche mafiose siciliane. Questo, in un contesto da centro-nord italia, stride non poco.

Il dialetto. Sarebbe interessante capire perché il dialetto venga usato in modo così incoerente: per esempio, per la maggior parte del testo viene usata una forma più o meno giovanilistico/colloquiale di romagnolo (da bimbiminchia, per intenderci), ma a un certo punto si incontrano dei milanesissimi “t’e capì?”o “sghei” – che cazzo c’entra? Vorrei essere chiaro: non ho niente contro l’uso del dialetto o di lingue inventate, il problema è che qui 1) non dà l’idea di essere vero dialetto ma semplice parlata gergale da bambocci della cumpa, ma soprattutto, 2) posso ancora capirlo nella “Orbino” similmarchigiana, ma non è chiaro perché in Penumbria, che dovrebbe essere l’equivalente dell’Umbria, parlino tutti sempre e solo romagnolo. Vuoi fare una cosa figa? Metti in bocca a ogni personaggio qualche parola in dialetto, ma che sia dialetto VERO, della regione da cui proviene. Siamo in Penumbria? Ma falli parlare in penumbro, no? Perché il Trancese non parla con accento francese? L’idea di base, quella di usare il dialetto qua e là, sarebbe anche buona se pur non originale (niente che un Camilleri qualunque non abbia già fatto e immensamente meglio), ma l’esecuzione è superficiale e approssimativa.

I personaggi. Sono tanti. Troppi. Non li ho contati ma direi che siamo intorno alla cinquantina di nomi, tanto che verso la fine diventa difficile richiamare alla memoria chi è chi e perché sta là. Data la mole di gente da gestire, quelli che dovrebbero essere gli eroi o, per meglio dire, antieroi, della storia compaiono assai di rado, e quando compaiono vengono accompagnati dall’ombra mastodontica di una plot armour che non vedevo da tempo in un libro fantasy: il Barbiere &c. sono praticamente l’incarnazione di Godzilla. Qualunque nemico, che sia un gruppo di lestofanti o un guerriero armato di tutto punto viene letteralmente affettato come una mortadella con una facilità disarmante (forse nemmeno una puntata di Dragonball arriva a questi livelli) e la conseguenza di questo naturalmente è che la lettura dei combattimenti, peraltro numerosi, diviene una palla inenarrabile, perché tanto sai già come va a finire e il pathos va a farsi fottere. Lebbrosa, in particolare, che tra l’altro sarebbe anche l’unico personaggio con un dito di spessore della storia, è sostanzialmente una donna malata grave di lebbra, eppure passa attraverso i nemici manco fosse un missile stinger; la sua malattia non ha effetti disabilitanti su di lei, è una caratteristica puramente estetica. Le motivazioni che spingono i personaggi sono pressoché ridotte all’osso. Da registrare verso la fine la presenza di abbondanti spiegoni che se non altro hanno il pregio di rivelare alcuni retroscena.

Per qualche misterioso motivo questo libro viene pubblicizzato come “grimdark fantasy”. Tagliamo la testa al toro: non lo è. Ora, non mi sogno nemmeno di impelagarmi in uno sterile tentativo di definire il genere grimdark (anche se probabilmente Joe Abercrombie ha fatto un buon lavoro con il suo “the value of grit”, che già da solo basterebbe per mettere tutti i necessari puntini sulle i), ma penso siamo tutti d’accordo sul fatto che tra le caratteristiche del grimdark ci sia senz’altro un certo quantitativo di violenza verosimile (e sottolineo VEROSIMILE), ma soprattutto una filosofia di fondo pessimistica, nichilista, cupa. Ecco… questo libro ha un taglio completamente opposto, che a volte si fa fatica a non definire ridicolo o cartoonesco, e questo è anche per via dello stile con cui è scritto. Per esempio, durante una scena di stupro i cazzi “spuntano come funghi”. La violenza è descritta in modo assolutamente esagerato, iperbolico, con teste o altri arti che volano via come se fossero appena stati tagliati da un raggio laser. Spesso si incontrano onomatopee che fanno francamente sorridere, come “smataff” … è chiaro che il tenore generale del libro è per lo più scanzonato, quando non del tutto comico. Scene molto truculente spesso vengono descritte in modo surreale e buffonesco, contro il quale chiaramente non ho nulla, ma se venite a dirmi che questa roba è grimdark, ragazzi, allora ho una cattiva notizia per voi.

È tutto molto semplice: non basta limitarsi a parlare di sangue, sperma e bestemmie per rientrare in un genere, e francamente trovo superfluo essere costretto a fare una considerazione del genere. Eppure, questo è lo stato del fantasy “maturo” in italia.
Appurato che Vilupera non è grim e non è dark, parliamo dell’elemento fantastico: se si esclude qualche bizzarra creatura che compare di sfuggita qui e là, durante la prima metà il libro parla pressoché solo di intrighi tra famiglie rivali che potrebbero stare in qualunque altro libro di genere non fantasy. Inoltre, sempre durante la prima metà, gli “eroi” compaiono di rado, per lasciare il posto a pagine e pagine di lunghi e noiosi dialoghi tra personaggi che rivedremo solo molto più avanti o mai più, rendendo la storia un discreto pastrocchio non facile da seguire. Capisco che le regole della scrittura vadano sfidate, ma qui secondo me a un certo punto deve essere scappato qualcosa di mano. Di fantasy ce n’è ben poco, il che non è necessariamente un problema, ma va constatato. Visto l’uso massiccio di armi da fuoco direi che il genere potrebbe avvicinarsi di più a un western sopra le righe. In definitiva, ci troviamo davanti a un low fantasy/western con tinte comico-farsesche, sulla falsariga di cose come “L’armata Brancaleone”, ma senza raggiungerne la grandezza.

La cosa che mi lascia perplesso e anche un po’ amareggiato è l’entusiasmo ingiustificato che accompagna questo libro, che in fin dei conti non è niente di che e soffre di numerosi problemi sia tecnici che di forma che di sostanza. I belati isterici dei fanboy possono anche essere comprensibili, un po’ meno lo sono gli strilli assolutamente privi di spirito critico di chi si fregia di fare divulgazione in questo campo. Sorge il sospetto che si tratti di personaggi più attenti al numero di follower che altro. Io sono tranquillo comunque: tutti i nodi, presto o tardi, vengono al pettine.
Profile Image for Giorgia.
Author 4 books805 followers
August 29, 2021
Non sapevo cosa aspettarmi, ma sicuramente niente del genere.
All'inizio è stato complicato entrare in sintonia con la storia per via dello stile davvero strano, aulico ma al contempo volgare e ricco di espressioni dialettali. Poi, superato lo scoglio iniziale, sono rimasta catturata nel vortice di violenza e totale assenza di morale: che figata!
Profile Image for Sara.
484 reviews117 followers
January 29, 2025
Abbandonato al 35% chiedendomi che è 'sta roba.

Mi sono fermata al punto in cui dei personaggi si masturbano, così tanto per. Stile allucinante, contorto, capace di non raccontarmi nulla per pagine se non volgarità, bestemmie, cazzi e mazzi e frasi ripetute così a caso come i motti delle famiglie.
Fino al punto in cui sono arrivata la caratterizzazione e la trama sono assenti, mentre l'unico aspetto interessante rimane l'ambientazione con i nomi di luoghi che mi donano grasse risate solo a vederli.

1 stella per la copertina e la mappa del regno di taglia + mezza per i nomi delle città (Crimini, pianura pagana, etc.).

Se pensavo che non ci fosse nulla di peggiore dello stile indigesto di Kristoff, questo lo batte.
Profile Image for Luciano Bernaroli.
Author 13 books87 followers
September 5, 2021
Leggendo le prime pagine non avrei mai pensato che sarei finito con l'innamorarmi perdutamente di ben due personaggio che compaiono in questo delirio romagnolo insomma salsa fantasy.
Tutte le vostre certezze e i vostri safe place letterari saranno presi a calci, comfort zone un paio di maroni, qui c'è la cruda, sofferente, maleodorante, violenta e sanguinosa terra di Taglia...
Profile Image for Libia Fibilo.
237 reviews10 followers
January 30, 2023
L'idea centrale di questo libro è spezzare la disordinata aulicità con l'alternanza improvvisa tra scene più blande e scene di violenza, sesso o volgarità.

Preciso che questa alternanza è fatta così male che spesso non è la scena stessa a diventare tale o talaltra, ma lo sono soltanto le parole, o per meglio dire, ciò che evocherebbero.

Facendo così l'autore/gli autori pensano che il lettore, dopo una 20ina di pag, si abitui al gioco di prestigio, ne apprezzi la vertigine lessicale, e trascuri che la storia è scritta davvero male.

Episodi che cominciano e, tra vari elementi poco connessi, quando lo siano affatto, si protraggono per ondate di lessico francamente nauseabonde.

Questo libro fa schifo, soprattutto perché è una presa di giro.

Sono stupito che molti indulgano nell'invito che questo libro fa a seguirlo nel suo mediocre meccanismo e che, infine, lo dichiarino persino un libro che li ha, quomodo, soddisfatti.

Terribile.
Profile Image for Lisa Bilotti.
Author 4 books21 followers
April 14, 2022
Vilupera è un romanzo unico nel suo genere, inaspettato e imprevedibile. Un libro come non ne ho mai letti.
Il duo Mazza-Sensolini ambienta la vicenda nel Regno di Taglia, e in particolare in Penumbria. I nomi vi ricordano qualcosa di nostrano, vero? Bene, è così. L'ambientazione richiama, storpiandole in chiave fantasy e ironica, luoghi e cose tutti italiani, e questa è già una bella novità rispetto al panorama narrativo che tutti conosciamo.
Il contesto è il medio-tardo Medioevo, con i regni dell'Italia centrale in lotta tra di loro, mentre le Crociate infuriano in terre lontane.
La famiglia Gualtieri, che aveva il suo seggio nell'omonima Selva, è accusata di eresia e condannata a morte. Successivamente, la Penumbria viene divisa tra le famiglie dei Malavita e dei Lutti, intenzionate - anni dopo - a forgiare un'alleanza matrimoniale.
Oltre alle vicende di Vilmondo Malavita, Duca di Crimini, di Foscone de' Lutti, Duca di Orbino, e dei loro eredi, il libro racconta la storia del Barbiere e della Lebbrosa, sue implacabili cacciatori di taglie.
Sullo sfondo (ma neanche troppo) della vicenda compaiono anche i Fratelli di Taglia, una banda di fuorilegge guidati da Bartolomeo Bandiera, detto lo Straccione, e il cardinale Vangelo Flagellanti.
Il tutto è raccontato con uno stile molto particolare ed altamente evocativo, che mescola termini aulici e volgari, descrizioni sanguinose a espressioni ironiche.
Per via dello stile così atipico, l'immersione nella trama non è immediata. Tuttavia ci si abitua presto e, alla fine, posso dire che non riuscirei a immaginare questa storia scritta in modo diverso.
L'ambientazione e lo stile sono gli elementi più peculiari di Vilupera. Insieme costruiscono un contesto che ha della genialità, unico nel suo genere. La storia è puro grimdark: i personaggi sono viziosi, crudeli, animati dalla sete di potere o dalla vendetta. Non c'è traccia di eroi o di cavalieri senza macchia: con sguardo disincantato, gli autori descrivono la feccia, la crudeltà e i massacri, e lo fanno con una sottile ironia che permea tutto il libro, dalla prima all'ultima pagina.
Altro tratto distintivo di Vilupera è la commistione di elementi fantasy, western, di cultura pop e regionalità romagnola, nonché la lunga serie di citazioni letterarie e cinematografiche, oltre che di luoghi - come si è detto - e di fatti di storia e cultura italiane.
La trama è un processo in salita, composta da filoni all'inizio apparentemente distanti tra di loro. Man mano che si avanza nella lettura, però, i diversi pezzi si avvicinano, fino a mettersi insieme in un finale esplosivo, che dà senso e gloria a tutto il resto.
Libro consigliato agli amanti del grimdark, a coloro che vogliono leggere un fantasy diverso, a chi cerca un'ambientazione dalla costruzione articolata e perfetta.
Profile Image for Barbara Poscolieri.
Author 8 books31 followers
March 27, 2023
Non metto in dubbio che a molti possa piacere perché ci sono alcune idee meritevoli, prima tra tutti la nomenclatura di luoghi e bestie. Non è però una lettura che fa per me né per il lessico né per la storia. Del primo il problema non è certo la volgarità in sé quanto piuttosto, a mio avviso, un mal dosaggio della stessa: alla lunga la sensazione è quella che dà il linguaggio di un ragazzino che ha appena scoperto quanto sia divertente infilare “merda”, “culo”, “scorreggia” a ogni frase o giù di lì. A forza di ripeterle tutte le parole perdono efficacia, anche quelle all’apparenza più “forti”. Anche la storia finisce fagocitata da questa marea di merda-culo-scorreggia, che è riuscita ad annoiarmi e distrarmi insieme. Vero è che ho scelto la versione in audiobook e, sebbene il narratore mi sia piaciuto sia come voce sia come interpretazione, forse non è il romanzo (e la scrittura) più adatto ad essere ascoltato anziché letto.
Profile Image for Giordano Bruno.
245 reviews10 followers
August 2, 2022
Signori, abbiamo un vincitore. Anzi, due!

Che dire: una bomba. Letteralmente un'esplosione di creatività del tutto italica, stile in primis, ma anche il resto non scherza. Un fantasy-spaghetti-western, un mix letale di Sergio Leone, Quentin Tarantino e Giovanni Boccaccio. L'unico modo per averne un'idea un po' più concreta è leggerselo: ne vorrete ancora. Applausi.
Profile Image for Luca (Bookanieri, Libri & Rum).
69 reviews9 followers
January 6, 2022
UNA VENTATA DI ARIA FRESCA NELLO STANTIO PANORAMA DEL FANTASY ITALIANO.

NARRATIVA TAGLIENTE, RICCA DI AZIONE, RISATE, VIOLENZA GROTTESCA MA MAI GRATUITA.

DA LEGGERE.
Profile Image for Aurora.
16 reviews
September 6, 2021
Questo libro è a dir poco geniale! Un'Italia medioevale narrata con cinico sarcasmo e, secondo me, anche un velo di satira per ridicolizzarne- in bene- storia, cultura e relativi stereotipi, il che è stato veramente interessante e divertente.
Questo primo libro è stato principalmente introduttivo, descrivendo le situazioni socio-politiche e socio-culturali di quest'Italia (o meglio, Regno di Taglia), per cui a livello di trama non succede molto, ci limitiamo a conoscere i personaggi principali in ciascun territorio, ma in maniera azzeccata: gli autori presentano ciascuna situazione senza peli sulla lingua, senza lodare troppo e, se dei personaggi o dei luoghi presentano difetti (e ne presentano!!) vengono portati alla luce così come sono, senza alleggerimenti o fronzoli di sorta; proprio per farci capire fin da subito che non esistono personaggi intoccabili in questo mondo: i cavalieri non hanno armature scintillanti, non sono senza macchia e senza paura e il clero non è immacolato e senza peccato. Le nefandezze vengono tutte portate alla luce.
Una cosa che ho apprezzato moltissimo, ma che allo stesso tempo mi ha reso un po' più difficile la lettura, sono le inflessioni dialettali nei dialoghi, che fanno respirare l'italianità a pieni polmoni: per la maggior parte sono inflessioni romagnole, ma non essendo romagnola non le ho capite tutte, però è un aspetto che ho molto apprezzato perché rende il tutto molto più verosimile e genuino rispetto a paroloni e termini aulici.
Curiosissima di scoprire come andrà avanti e quali saranno i prossimi territori che andremo a conoscere.
Profile Image for Federica Lup.
115 reviews11 followers
February 24, 2022
Vilupera è il fantasy grimdark finale, che porta all’estremo quello della trilogia di Magdeburg di Altieri (al quale per altro il libro è dedicato).

In una Penisola Italiana fittizia di un imprecisato periodo storico (probabilmente tra il 1300 e il 1500) vediamo svolgersi la storia di vendetta di due personaggi peculiari, il Barbiere e la Lebbrosa. I due protagonisti si muovono in un territorio devastato da guerre per il territorio, intrighi di palazzo, villaggi dati alle fiamme e popolo miserabile in balìa di mercenari e soldati di ventura che…sappiamo più o meno tutti cosa fanno. Le fazioni in campo sono immerse totalmente nei loro sporchi giochi di potere e nelle più oscure nefandezze che la mente umana può concepire.
Un matrimonio, molti funerali.

Un worldbuilding accattivante, ricco di bestie stranissime, personaggi sopra le righe e una religione cristiana distorta e corrotta.

La peculiarità del romanzo è sicuramente lo stile di scrittura originalissimo, che all’inizio risulta respingente, ma non scoraggiatevi. Man mano che le vicende proseguono, vi abituerete al modo di narrare degli autori, dei geni del male assoluti. Dalla scrittura e dalle storpiature dei nomi di città e persone, è chiaro come Mazza e Sensolini abbiamo una profonda conoscenza della lingua italiana e della storia del nostro paese.

Vilupera non è un libro per tutti e credo sia uno di quei casi in cui o lo si ama follemente o lo si odia visceralmente.

Io mi sono davvero divertita a leggerlo, anche se in certi punti mi ha un po’ provata. Ma è stata una lettura appagante anche per questo. Sicuramente non lascerò passare troppo tempo tra questo e il seguito, Mattanza!
Profile Image for Giulio Costa.
14 reviews1 follower
July 1, 2022
Mai visto nulla di simile...🔥⚔ qualcuno ancora parla...? BACIAMO LE LAME!
Profile Image for Giulia Zeta.
47 reviews3 followers
January 30, 2023
Immagino che sia uno di quei testi che o si ama o si odia.
Io l'ho odiato. Poteva anche avere degli spunti interessanti, davvero, ma lo stile con cui è scritto per me è insopportabile.
Sembra quasi un esercizio di stile, volgarità gratuita mista a uno stile molto aulico. Io boh, non l'ho capito, non mi è piaciuto.
Profile Image for Elena.
173 reviews7 followers
July 20, 2022
Romanzo non adatto a persone delicate, perbeniste e buoniste; inadatto a stomaci deboli e a chi si impressiona facilmente. Il Regno di Taglia è una bolgia in cui nulla è regalato e tutto viene portato via; un mondo sporco, volgare, ingiusto, violento, sanguinario e sanguinante che raccoglie tutto il peggio che si possa pensare. Ma ha anche dei difetti. Non c'è grazia, non c'è onore ma vige solo la legge del più forte, del più ricco, del più furbo...o di quello che sa meNare meglio; se si vuole qualcosa la si deve prendere e non è detto che rimanga a lungo.
è uno scenario crudo, cattivo e spietato, ma a volte fin troppo reale e veritiero, che scimmiotta l'Italia con tanto di nomi modificati, storpiati, resi ancora più truculenti e adatti all'ambientazione: quello che immagino sia un medioevo ma rivisitato con abomini per fortuna inesistenti (e non parlo solo di creature animali), con tanto di Ducati e Contee, ma la sua parte più turpe e iniqua. In realtà è quella parte di Italia che fingiamo non esista e che non vogliamo vedere, rendendo il tutto ancora più concreto e bruciante.
In esso, si muovono personaggi indimenticabili: ognuno ben caratterizzato, con storie una peggiore dell'altra alle spalle, pieni di difetti ma che in un modo o nell'altro riescono a bucare il cuore dei lettori (o almeno il mio). Non sono eroi, ma nemmeno antieroi: sono sopravvissuti, disgraziati, cornuti, mazziati e torturati che cercano di sopravvivvere tra intrighi, guerre, sangue, scandali, uccisioni e i propri demoni che non li abbandonano mai. Sono personaggi che lungo il racconto continui ad amare e odiare perché non sono mai del tutto buoni o del tutto cattivi, inseguendo solamente il proprio interesse: sono moralmente ambigui, ognuno con i suoi ideali e i suoi scopi che cerca di raggiungere con i mezzi che ha e con pochi scrupoli; non riesci a detestarli del tutto (per quanto abbia goduto della sorte di alcuni, ammetto), proprio perché sono fin troppo umani nei loro difetti, nei loro peccati e nella loro avidità; possono essere la feccia più putrida dell'umanità ma essa è composta anche da questi elementi e non di rado noi stessi lo siamo.
È un libro di mostri: siano essi persone, creature, fusioni animalesche discutibili, che si muovono in un mondo ugualmente mostruoso in cui devi compiere atti mostruosi per sopravvivere.
Ma per quanto si possa darne una lettura filosofica, alla fine, questo romanzo non è così pesante e denso:
ha uno stile che a primo impatto può sembrare ostico, tocca le vette più alte e auliche del linguaggio per descrivere le scene più profane, e spesso si scende a precipizio in termini volgari e crudi, in questo continuo contrasto. Ha un che di arzigogolato e molto ricercato che ne rende difficile la lettura, almeno all'inizio, frammisto a termini ed espressioni dialettali con cui bisogna prendere confidenza; ci vuole qualche pagina per riuscire a immergersi nel ritmo e la forma potrebbe non andare a genio. Io ho avuto un po' di difficoltà (da qui le mie 4 stelle), ma appena si ingrana la marcia, scorre velocemente e soprattutto le ultime pagine si divorano in poco tempo. è qualcosa di unico, ambizioso e rischioso ma che vale la pena essere letto, se si hanno abbastanza nervi e la mente aperta. Consigliato, ma non a tutti. Da assumere con cautela, potrebbe avere effetti indesiderati: apostrofare tutti con "vez",ampliare il proprio vocabolario di insulti e bestemmie, suscitare una irrefrenabile voglia di meNare tutti o pensare di creare ibridi animali non classificabili.
Profile Image for Le Storie & I Mondi.
30 reviews6 followers
July 14, 2022
Provate a prendere il registro stilistico, i personaggi amorali e la violenza senza compromessi di Alan D. Altieri, Valerio Evangelisti, Joe Abercrombie e George R.R. Martin a cui aggiungerete un taglio narrativo e un gusto della scena alla Sergio Leone e alla Quentin Tarantino e un bel po’ di storia rinascimentale, in particolare quella delle Compagnie di Ventura del XV secolo e delle Guerre d’Italia di fine XV – XVI secolo. Ora miscelate il composto con una prosa che tra dialettismi, turpiloquio, oscenità e lirismi farebbe saltare in aria ogni eventuale tentativo di stabilire una correlazione tra registro stilistico e contenuto e che all’inizio potrebbe, perciò, destabilizzare il lettore creandogli qualche difficoltà. Distribuite poi bene il tutto in una depravata, ultraviolenta e versione low fantasy dell’Italia Quattro-Cinquentesca – con tanto di fauna popolata da creature che sembrano uscite dalla mutazione genetica di un bestiario medievale – in cui l’anarchia, la disperazione, la violenza e fiumi di humor nerissimo regnano incontrastati e in cui le uniche leggi sono l’acciaio, l’oro e il tradimento… ed ecco Vilupera: lame, sangue, fango, merda e poesia. Non troverete nel nostro Paese – e probabilmente nell’intera storia della narrativa di genere – un romanzo fantasy simile a questo.

Recensione completa: https://lestorieeimondi.wordpress.com...
Profile Image for Luca.
111 reviews1 follower
July 29, 2021
Geniale, semplicemente geniale. Un grimdark nudo e crudo come si fatica a trovarne in giro (e pensare che bastava guardare in casa per trovarlo). Una prosa "difficile" nelle prime 20, ma che poi ti entra sottopelle. Miglior libro dell'anno finora, senza se e senza ma
Profile Image for Andhy Signorelli.
75 reviews1 follower
February 9, 2022
"Mai vinti, mai estinti"🐉...
Finito stasera.
Non ho mai letto nulla di più "allucinante".
All'inizio ho avuto un po' di difficoltà nella fluidità della lettura, il registro utilizzato, misto a dialetto romagnolo/italiano arcaico non aiuta, ma dopo un po' ci si fa l'abitudine...
EPICISSIMO!
Profile Image for Andrea Butini.
Author 6 books101 followers
September 6, 2023
Esagerato, violento, dissacrante, DIVERTENTE.
Ho finito anche io Vilupera, il primo romanzo della saga di Taglia, del duo Sensolini-Mazza di @ignoranzaeroica
La prima cosa di cui voglio parlare è il punto debole: lo scalino che si deve affrontare nelle prime pagine per entrare nel mood giusto. Mi spiego meglio. Lo stile è qualcosa di non convenzionale, che potrebbe fare da scoglio a un lettore debole o a un lettore che è alla ricerca della sua zona di comfort. Ci vuole infatti un po’ di concentrazione iniziale e qualche pagina (poche, dai, sulle cinque o sei) per abituarsi allo stile ed entrare nel vivo di come gli autori vogliono comunicare questo romanzo.
Una volta capite le loro intenzioni e appresa la chiave per una lettura veloce, poi, SI VOLA. E si capisce che lo stile usato, da poco consono, diventa adattissimo alla storia.
Ma passiamo alla cosa che mi è piaciuta di più: questi pazzi scatenati hanno fatto un grandissimo lavoro di worldbuilding. Hanno creato un’Italia medieval-rinascimentale dove criminali, mattatori, mercenari, famiglie in lotta, preti peccatori e chimere si muovono in un territorio cupo i cui nomi dei luoghi sono stati studiati perfettamente per una coerenza interna impressionante. E non solo i luoghi, ma anche i nomi personali, i nomi del bestiario e i cognomi delle famiglie. Tutta la retorica richiama a una coerenza che diventa simbolo di questa saga, unendosi allo stile di scrittura citato prima, che diventa così un marchio impossibile da sostituire e che già a un quarto del libro ho iniziato ad adorare.
L’altra cosa che mi è piaciuta un sacco è lo spirito dell’opera: il divertimento. Trasuda da ogni pagina la volontà di Sensolini e Mazza di divertirsi e di divertire il lettore. A chi dice a scopo denigratorio che questo romanzo ha inutile violenza gratuita, smargiassate e robe insensate, risponderei a costo di sbagliarmi che il senso dell’opera è proprio questo: perculare chi queste cose le mette prendendosi troppo sul serio, e così facendo risulta una ventata d’aria freschissima.
E ora baciamo le lame, che vado a recuperare Mattanza.
Profile Image for Federica Laviano.
291 reviews5 followers
March 17, 2022
Bello, bello, bellissimo!
Un grim dark che lascia cupezza nell'animo e sporca gli occhi di sangue e altre schifezze. Che rimane impresso nel cuore e fa salire un po' d'ansia in qualche punto.
Ambientato nel Regno di Taglia, nelle selve della Penumbria e tra i vicoli e i palazzi nobiliari di Crimini e Orbino, a evitare garatti e pellicagne e soprattutto lei, la vilupera.
Una storia di vendette, matrimoni e morti ammazzati. Tanti morti ammazzati. E morti male.
Il linguaggio è un po' ostico all'inizio, ma ci si abitua facile ed è adattissimo alla descrizione di questo mondo simile all'Italia pre-unione ma diversa quanto basta per far venire la curiosità dell'ambientazione.
Non dirò altro per evitare spoiler vari a parte un'ultima cosa... se dovessi addormentarmi e risvegliarmi in questo mondo, di certo mi sparerei in testa...
Profile Image for Marco De Santis.
6 reviews
March 29, 2022
Eccezionale sotto ogni punto di vista: personaggi, lessico, azione, svolgimento della trama. Il primo libro di Lethal Books che ho acquistato è stata anche la mia introduzione al darkfantasy "distopico" italiano. Una vera mazzata (vedi il cognome di uno dei due autori) tra capo e collo in diverse parti superiore al migliore Abercrombie. Tra l'altro, grazie alle discussioni social su questo su questo libro completamente brutale e fuori di testa, Zodd. Alba di Sangue, scritto da un altro autore italiano.
Intanto compratevi Vilupera e ringraziatemi dopo.
Profile Image for Andrea Dainese.
1 review
August 19, 2021
Questo libro riesce in 300 pagine a creare una mitologia e un dizionario proprio. Estremamente violento, crudo ed espressivo nel disegnare azione e personaggi mai banali. L’unica difficoltà che ho trovato è stato l’utilizzo del dialetto che avrei preferito fosse più edulcorata in dialettismi, ma dopo una piccola ricerca diventa anch’esso una piccola nota divertente. Sicuramente ora proverò Mattanza.
Profile Image for Davide Caporusso.
1 review2 followers
August 17, 2021
Niente di epico, niente di etico.
Una delle saghe più truci mai lette, nessun tentativo di indorare la pillola o celare il fetore dei cadaveri.
Già entro le prime venti pagine si perde il conto dei morti ammazzati.
Profile Image for Giovanni Casula.
85 reviews4 followers
January 2, 2022
Capolavoro faNtasy italiaNo. Cattivo igNoraNte e volgare...ma ha aNche dei difetti...
Profile Image for Manuel Shiran.
4 reviews2 followers
January 6, 2024
⭐️⭐️⭐️⭐️💫
4,5/5

S&M son riusciti a dar vita ad un mondo incredibile, superbo, ma tragico, che vede la violenza come strumento di sopravvivenza e come stile di vita.

Un gran bel libro, dove verrete catapultati nella Penumbria popolata da bestie fantastiche quanto orrorifiche e da gente con una morale propria dove spesso il bene e il male si uniscono in una contorta macchia incolore.

Mi é piaciuto molto, soprattutto le inflessioni dialettali e i posti a me cari, essendo io stesso Umbro di nascita e di vita. La storia é avvincente, un misto tra GoT e una tragedia Shakespeareana.

Se uscirà una graphic novel della serie sarò il primo a comprarlo.

O LE LAME O LA FAME!
Profile Image for Hal Incandenza.
612 reviews
January 3, 2024
Io un grimdark così non l’avevo mai letto.
Ma nemmeno un libro così…
Sensolini e Mazza sono due matti e due geni, hanno una prosa così densa e così immediata (per certo versi), che per le prime 10 pagine mi sono chiesto cosa c***o stessi leggendo. Poi ci fai l’abitudine e infine diventa un qualcosa di cui non puoi più fare a meno e di cui noti la mancanza quando passi ad altre letture.
La saga del Regno di Taglia mi farà compagnia in questo 2024, consigliatona.
205 reviews2 followers
October 19, 2023
Questo libro è talmente decantato che alla fine è stato una delusione notevole.

Sia ben chiaro, non è da buttare, anzi. Però, prima di giudicarlo, occorre separare dal libro in sé due aspetti, due patine che lo coprono.

La prima patina è la deformazione, in chiave distorta e sempre in senso negativo, di molti concetti di uso comune o legati all'Italia: per lo più la geografia, ma anche i nomi di personaggi rilevanti, i santi, gli animali. Questo fenomeno, molto accurato ancorché non tutti i riferimenti siano comprensibili, dà un senso di familiarità che fa sorridere. Indubbiamente contribuisce a rendere il tutto molto grottesco, ma comunque è un aspetto che ho apprezzato. Anzi, oserei dire che parte del gusto nel leggere questo libro sta nell'imbattersi in questi termini distorti. "Santa Dissoluta, disgrega per noi" è uno dei tanti piccoli capolavori inventati dagli autori.

La seconda patina è il linguaggio, e qui direi che abbiamo un problema serio. Dato che il libro utilizza un'enormità di neologismi che, come accennato sopra, danno un esuberante tono di colore al libro, già questo di per sé lo rende una lettura non perfettamente scorrevole, ma fin qui andrebbe bene. Il problema nasce nel momento in cui, congiuntamente a questo linguaggio ricco di neologismi, un buon 50-60% del libro fa uso di termini strettamente dialettali romagnoli. Allora, dialetto di qua, neologismi di là, la lettura diventa decisamente pesante. Soprattutto in quanto, se dei neologismi prima o poi il significato si comprende (già a partire dal titolo), il dialetto romagnolo uno o lo conosce o quei termini non li capisce. Cosa cavolo sono gli zanza? Qual è l'esatto significato di busone?

A questo si aggiunge un'incredibile quantità di frasi a effetto. Descrizioni in due parole (letteralmente, senza verbo), fatte di similitudini e modi di dire, di quelli che, di solito, quando ne trovi uno, dici "che bella frase, memorabile". Ecco, se tutto il libro è fatto di queste frasi a effetto, l'effetto non c'è più. Si passa dai motti ripetuti fino alla nausea, anch'esso chiara reminiscenza di Martin ("mai vinti, mai estinti"), a scene di battaglia che si scorciano in una frase ("vivi che urlano; morti, non più"), a descrizioni che si ripetono esattamente con le stesse parole in capitoli lontani (come la descrizione della vilupera e del demone bambino), che alla fine, con tutta questa altisonanza, hanno un eccesso di pompa.

Se non ci fosse questo linguaggio così ostico, probabilmente avrei dato una stella in più.

Ma poi, in tutto il Regno di Taglia l'unico vento che tira è il garbino? Possibile che da Sansepolto a Crimini, cioè sia sulla costa ovest che su quella est, il vento soffi sempre da sudovest? Spero di trovare una spiegazione nei seguiti, e non che sia una mera licenza degli autori di utilizzare il termine "garbino" per indicare più genericamente "vento".

Ciò detto, veniamo alla storia. All'inizio sembra un mix tra Romeo e Giulietta e le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco, ancorché con un'accezione più cupa. Alla fine, c'è una tale reminiscenza delle Nozze Rosse che è difficile non attenersi a quel secondo termine di paragone. Interessante, comunque, scoprire l'identità del Barbiere e della Lebbrosa, rivelazione che fa capire molte cose sulle loro motivazioni che durante la lettura destavano alcune perplessità.

In ogni caso, una storia coerente e, nel complesso, piuttosto intrigante. Tuttavia, diventa intrigante per lo più verso la parte finale. Per gran parte del libro, viene introdotta una quantità un po' eccessiva di personaggi, tra l'altro alcuni piuttosto simili tra loro (ad esempio, Clemente Casademoni e Carnace sono piuttosto speculari), che a tratti diventa difficile focalizzare di chi si sta trattando.

Un altro aspetto che non ho apprezzato è l'eccessiva volgarità. Anche questo è un elemento che rende questo libro piuttosto grottesco, ma alla fine diventa piuttosto stucchevole. Posso capire la descrizione di Goffredo Onnipotenzo II (c'è comunque una logica nella perversione portata all'eccesso di quel personaggio), ma in questo libro il livello di peccaminosità di tutti i personaggi rasenta il ridicolo in modo sgradevole. E non sono certo un puritano.

Per concludere, una questione di genere: non capisco con che coraggio questo libro venga classificato come grimdark. Con tutti questi elementi che contribuiscono a dare un'impostazione grottesca e di umorismo nero, e la leggerezza con cui tutta l'opera viene presentata (i cazzi che "spuntano come funghi" durante uno stupro? Il giocondo massacro degli attori ad opera della torontola?), di grimdark questo non ha proprio nulla.
Profile Image for Davekeel.
24 reviews8 followers
July 27, 2023
Una vera bomba!
Che dire, questo libro mi hastupito! All'inizio lo stile mi ha un po' spiazzato, ma dopo una trentina di pagine ci si abitua, e ci si prende pure gusto.
Violento, cinico, pulp, tagliato con l'accetta. Una storia di vendetta, che mi ha tenuto incollato dall'inizio alla fine. Un worldbuilding originale, western grimdark ambientato in Italia, con giochi di parole sui nomi delle città, che personalmente mi ha mandato in brodo di giuggiole.
Se non si avete problemi con la violenza, fiondatevici ora! Non aspettate!
Baciamo le lame.
Profile Image for Erica Ole.
22 reviews7 followers
July 8, 2024
Dnf al 30%, mi spiace perché l’esperimento linguistico è molto interessante ma per quanto non sia certo refrattaria a libri disturbanti, violenti e quant’altro, non sopporto la pornografia della violenza gratuita mascherata da esercizio di stile (almeno questa è la sensazione che ha dato a me personalmente)
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