Questa storia racconta il viaggio di Ludwig nel mondo del linguaggio e del reale. Ispirandosi al pensiero di Wittgenstein, l’autore immerge il protagonista in situazioni che mettono costantemente in dubbio la realtà e la percezione che se ne può la danza delle api ha un suo linguaggio? I pensieri danno veramente forma all’Io? E se il linguaggio è un labirinto, come uscirne? I numeri rappresentano in modo preciso il reale? Chi dà loro questa autorità? L’infinito è misurabile?
La filosofia del linguaggio è una disciplina affascinante, inafferrabile e molto complessa. Mescola le domande più grandi e ne fa altre tuffandosi nella matematica e i suoi significati. Rainone mostra vero amore per uno degli autori più complicati e immaginifici, Wittgenstein, e costruisce la fiaba di un bambino che compie un piccolo viaggio per comprendere mondo e linguaggio, infinito e forma. Il viaggio del piccolo Ludwig ricorda la struttura dei viaggi immaginari di Gulliver, popoli strani e luoghi metaforici conducono il lettore a incontrare i concetti portanti della filosofia di Wittgenstein.
Da leggere se amate un filosofo ostico e allo stesso tempo capace di incantare, tenendo a mente che non si tratta di un vero romanzo ma di una serie di nuovi miti per spiegare concetti.
Un "Alice nel Paese delle meraviglie" che rende ancora più esplicita e manifesta la natura surreale e insieme logica del mondo dove al posto di animali bizzarri e perennemente scontenti ci sono sorrisi, enigmi e una sottile malinconia. Ognuno ci vede quel che vuole in questo libro, ma se "il mondo è tutto ciò che accade", come diceva Ludwig Wittgenstein, forse non sono i singoli elementi di questo libro che lo fanno bello, ma il fatto stesso di essere stato scritto.