Ci sono occhi che osservano, nascosti in un paesaggio spettrale…
Piero Bianchi non è ben visto nel paese in cui vive. Sua moglie si è suicidata, lui ha fatto a lungo abuso di alcol, i compaesani lo considerano un assassino. E così, quando viene a sapere che a Villa Nebbia cercano un custode, si presenta per avere il lavoro. A riceverlo è un avvocato, Emidio, ex marito di Ilde, l’anziana proprietaria della villa. Di lei si occupa la nipote, Mariasole: le due donne sono le uniche a vivere nella grande casa. Piero non desidera altro che un po’ di tranquillità e quella residenza spettrale, costantemente avvolta dalla foschia, sembra fare proprio al suo caso. Una volta stabilitosi lì, però, la nebbia non smette di tormentarlo. E in quella nebbia ha sempre l’impressione che qualcuno lo osservi: sente strani ticchettii sui vetri e, soprattutto, comincia ad avere l’impressione che nella casa e nel giardino che la circonda si aggiri un’altra presenza, oltre a Mariasole e Ilde… Quando però la villa diventa teatro di inquietanti eventi, i sospetti di Piero si fanno più forti. Possibile che si stia lasciando suggestionare dalle voci allarmanti che si rincorrono su quel luogo?
Piero Bianchi ha un passato difficile: ex alcolista, la moglie si è suicidata e la figlia gliene dà la colpa e non vuole più vederlo, e in più la gente del paese lo perseguita accusandolo di essere stato un pessimo marito. Così, quando sente che a Villa Nebbia cercano un custode, sente che è l’occasione giusta per lui, per poter staccare con la sua vecchia vita e rigenerarsi. Peccato che, fin dal primo momento in cui mette piede nella tenuta, si rende conto che c’è qualcosa che non va. I misteri sono fitti e il bosco sembra popolato da presenze misteriose, da cui perfino il proprietario intende scappare al più presto. Inoltre la villa, nonostante in completo abbandono, è abitata dalla nipote degli Acquiterni, Mariasole, che gli viene presentata subito al suo arrivo, e da chi altro? Non si riesce subito a capire da chi provengano gli strani versi che gli giungono dall’interno, dove comunque nessuno vuole che lui acceda. Quando cominciano a capitare strani “incidenti” capisce che c’è qualcosa di pericoloso e cerca di trovarne le cause.
Ho trovato questo libro interessante e coinvolgente fino agli ultimi capitoli. La trama costruita, ricca di misteri irrisolti e con una parte di surreale, mi ha conquistata e tenuta incollata al punto da leggere il libro in un giorno solo. L’ambientazione è davvero perfetta! Questa antica villa in totale abbandono, sulle colline bolognesi, sempre avvolta da una nebbia più o meno fitta, a cui il protagonista dà nomi appropriati, crea una sorta di timore reverenziale e diciamolo, ci si aspetta che da un momento all’altro qualche fantasma salti fuori sul serio da un angolo. E che abitanti poi! Tra la solitudine e l’isolamento, e la vena di malattia mentale serpeggiante, non potevano essere più azzeccate! Dalla storia del protagonista, ma anche dal personaggio dell’ispettore, ostile e prevaricatore col suo potere, ed incline ai pregiudizi, si intuisce quello che immagino sia l’orientamento politico dello scrittore. I capitoli brevi invogliano a proseguire nella lettura e a non staccarsene. E anche il fatto che siano raccolti in sezioni che hanno dei titoli estremamente significativi, mi è piaciuto.
Purtroppo però, con mia grandissima delusione, la conclusione va fuori da tutti i binari segnati fino a quel momento. Dopo la magistrale costruzione di così tanti misteri, non vedevo l’ora di arrivare alla fine per poter finalmente scoprirne la soluzione e capire qualcosa, perché è davvero impossibile riuscire ad immaginare il colpevole, e poi mi sono ritrovata con tutte le promesse sfumate e con l’amaro in bocca. Sembra quasi che l’autore non sapesse bene come far combaciare le fila di tutte le storie aperte e quindi abbia trovato la soluzione più veloce e più semplice per tirarsene fuori, ma lasciandomi del tutto insoddisfatta, perché la spiegazione non è illogica ma è del tutto nuova rispetto a quanto presentato in tutto il libro, a parte le ultime pagine in cui compare questa nuova figura come per magia, che va magicamente a diventare il deus ex machina che risolve tutto. Così facendo però è come se tutto il resto restasse in sospeso e non spiegato adeguatamente, come se si leggessero due libri diversi in due parti slegate ta loro, e ci si sentisse un po’ presi in giro. Devo dire che questo mi è dispiaciuto molto perché il resto del libro era davvero molto interessante e mi è piaciuto tanto da permettergli comunque una sufficienza, anche se stentata.
Recensione in ANTEPRIMA . Cassandra Gold - per RFS . Ben trovate, mie Fenici e ben arrivate a Villa Nebbia. Quest’oggi ci troveremo a indagare, su numerosi efferati delitti che si sono consumati all’interno delle mura di quest’antica dimora, alcuni dei quali hanno trovato una parvenza di risoluzione mentre altri invece, restano completamente avvolti dal mistero. Il povero Piero Bianchi, in cerca di un impiego come custode del sinistro maniero, si trova così coinvolto in una storia nella quale l’orrore e la meraviglia, condividono lo stesso volto. Ormai arrivato alla mezza età, il nostro protagonista cerca di uscire da una situazione molto penosa. Sua moglie Irene per motivi sconosciuti, qualche tempo prima, si è tolta la vita. Come conseguenza, la loro unica figlia, decide di prendere le distanze da lui, causando l’inasprimento dei rapporti con i compaesani, già comunque compromessi dal passato di Piero, coinvolto in piccoli crimini, incoraggiati dal suo vizio per l’alcool. Il nostro Bianchi, smette di bere, ma la cosa non gli porta giovamento alcuno, nel ricongiungersi con sua figlia. Sarà così, per sfuggire a una vita grama, colma di risentimenti e tristi ricordi, che Bianchi deciderà di trasferirsi nella dependance di Villa Nebbia, ed essere così coinvolto in una spirale di eventi, che lo porteranno nella vita della perfida Ilda e sua nipote Mariasole. Intrigato da tutta la situazione comincerà delle sue indagini private, che lo condurranno a un passo dalla morte, ma che riporteranno nella sua vita, finalmente, l’amore.
Un libro intenso e così appassionante, d’avermi tenuto sulle spine fino all’ultima pagina. Ogni capitolo reso minaccioso da un sussurro, uno scricchiolio della vecchia scala o un’orma in più sulla neve. Un romanzo inquietante, che anche leggendo fino all’ultima pagina, non si è scomodato a dare delle vere e proprie risposte. La casa, Villa Nebbia, non è solo la loro dimora, ma un individuo che vive e respira, dotato di una volontà propria. Un luogo maledetto, dove un’intera famiglia, ha trovato una triste fine. Solo Ilda e Mariasole sono sopravvissute nonostante le mille vicissitudini. Confesso di essere rimasta terrorizzata dal personaggio ridotto all’indigenza di Ilda, omicida, reduce del manicomio criminale. Mariasole, apparentemente asservita alla zia, ma in realtà, quasi la reale artefice dell’attuale situazione. Piero viene scelto come capo espiatorio dei loro piani, manovrato e ingannato. Diverrà così strumento e mezzo per portare avanti il loro progetto d’emancipazione, per ritornare a essere da sole. Insomma, più che un giallo, a me è sembrato un thriller. La conclusione non mi ha convinta molto perchè sinceramente non è ben chiaro dove voglia andare a parare l’autore. Peccato, perché il resto della storia é stato terrorizzante ma entusiasmante al contempo. Consiglio questo libro a tutti lettori sopra i sedici anni, purché non eccessivamente impressionabili. A presto!
Una villa tetra e malmessa, avvolta in una nebbia perenne, è alla ricerca del suo custode. Piero Bianchi sembra essere l’uomo giusto. Un uomo rimasto solo, dopo la morte della moglie e il distacco rancoroso della figlia. Bianchi si ritroverà a fare i conti con i segreti custoditi in quella dimora “claudicante”. Una villa intrisa di mistero, abitata da figure ambigue e sfuggenti. Omicidi e nefandezze.
Per chi conosce la scrittura di Carboni, avrà notato che in questo romanzo c’è un qualcosa di diverso nel suo stile narrativo. Ma è la storia e la sua ambientazione a richiederlo. Apprezzo gli scrittori camaleontici, un po’ come gli allenatori di calcio che adattano il modulo alla rosa di cui dispongono.
Libro veramente bello. Storia semplice ma allo stesso tempo con una trama fitta di eventi. Così com'è strutturato ti porta ad immaginare probabilmente un finale diverso. Lettura scorrevole anche grazie a capitoli molto brevi ma legati l'uno all'altro tanto che una volta iniziato il libro in un baleno ti ritrovi all'epilogo
Non male questo libro di Roberto Carboni, che può vantare una bella atmosfera iniziale ed un andamento che ricorda i primissimi film di Dario Argento, dove giallo e sovrannaturale sembrano mischiarsi senza soluzione di continuità. Peccato che l'autore decida di incanalare la storia verso un finale francamente poco sensato e non molto brillante, lasciando la splendida ambientazione ad un mero sfondo e non approfondendo la parte sovrannaturale che viene accennata nel libro. Tra l'altro, il uso personaggio principale, Piero Bianchi, vanta di avere una nonna strega e di aver ereditato da lei una parte di questi presunti poteri...beh la cosa rimane li fine a se stessa, senza alcun influsso sul proseguo del libro. Insomma, peccato si poteva fare decisamente di più con quanto messo in campo.
Non è un giallo classico di tipo deduttivo, ricorda piuttosto per atmosfera i film gialli italiani degli anni 70 (non a caso ambientato proprio negli anni 70 in quell'Appennino bolognese caro a Pupi Avati, con un intermezzo guarda caso a Comacchio). Certo non un capolavoro ma scritto in modo piacevole, e la soluzione pur non supportata da indizi era verosimile e coerente . Insomma se la vostra definizione di giallo esce almeno un poco dai cliché della golden age, se per voi giallo è anche altro rispetto a Christie, Queen, Carr e simili, questo libro può regalarvi qualche ora di tensione ed emozioni
Questo libro mi è stato consigliato da un caro amico Ad esser sincero ne ho apprezzato la scrittura scorrevole e la storia lineare, ma quel finale frettoloso ha fatto precipitare tutto. Capitoli brevissimi (non so se sia un pregio a questo punto) e pagine dove succede poco o nulla. Sarei un bugiardo a dire che il romanzo non mi abbia preso (incuriosito, volevo vedere dove andava a parare) la scintilla però non è scattata. Sembra quasi che l’autore abbia voluto chiudere al più presto la vicenda senza approfondire snodi poco chiari.
Roberto Carboni è nato a Bologna e vive sulle colline di Sasso Marconi, dal 2015 al 2018 ha vinto numerosi premi ed è docente di scrittura creativa, questo romanzo è ambientato proprio nei luoghi che lui conosce molto bene, anche se in un periodo che forse molti lettori di gialli non ha conosciuto parliamo degli anni di piombo,
Piero Bianchi vuole andare via, lui ex alcolista, sua moglie morta da pochissimo, si è suicidata, la figlia che non lo vuole vedere e i suoi compaesani che lo incolpano per la morte improvvisa della moglie. Se vuoi sopravvivere l’unica cosa da fare è fuggire e dove andare se non a fare il custode in un luogo dove nessuno lo andrà a disturbare, un luogo che mette paura, una villa che sembra disabitata per quanto è malandata, una villa che è avvolta sempre da una nebbia fitta. Ma nella villa vivono due donne Zia Ilde e Mariasole sua nipote. Piero vuole solo poter curare le sue ferite, ma nella nebbia che avvolge la villa inizia a sentirsi osservato, ci sono rumori che lo svegliano di notte, sembra che ci sia una presenza spettrale che si aggiri nel giardino e nel boschetto che circonda la villa. Ma è veramente un fantasma o una presenza umana che non lo vuole lì? E poi ci sono degli strani eventi tutti collegati alla villa ed allora Piero comincia ad affinare i suoi sensi ed inizia a cercare di capire se la sua è suggestione oppure realtà.
Non ho mai letto nulla di questo autore dunque non sapevo cosa aspettarmi, è stata una gradita sorpresa, adoro i capitoli brevi e diretti. La scrittura è scorrevole e piena di descrizioni sembra di assistere ad un film in bianco a nero lento e ammaliante, è stato come incontrare i ricordi della mia infanzia, i telefoni a gettoni, la musica alla radio, i modelli delle macchine. Roberto riesce a a far percepire le sensazione dei personaggi, che sono ben descritti sia fisicamente che psicologicamente, Piero è un uomo solo, che ha amato profondamente la moglie e si sente in colpa per la sua morte, un uomo che vorrebbe solo ritrovare il suo equilibrio, che vuole chiudere la sua parentesi relativa all’alcool, trovare pace la cerca nella nebbia in una baracca perché ormai la casa che ha diviso con sua moglie è diventata una nemica, è un uomo che cerca giustizia e che si sente in dovere di aiutare le due donne che si trovano in quella Villa, donne che per qualche motivo non lo vogliono che hanno paura, che lui sente il bisogno di proteggere malgrado tutto, forse perché MariaSole gli ricorda la figlia con cui non parla.
Il finale è a sorpresa, l’indizi ci sono come in tutti i gialli che si rispettano, solo nelle ultime pagine si scoprirà il mistero che avvolge la Villa come la nebbia che non l’abbandona.
"Il giallo di villa nebbia" di Roberto Carboni Pagine 352
Piero Bianchi ha fatto a lungo abuso di alcolici e da quando sua moglie si è suicidata, la sua vita è diventata un inferno. In paese lo colpevolizzano tutti, lo perseguitano, e lui sente il bisogno di staccare da questa realtà opprimente. È così che, appena viene a sapere dell'incarico di custode presso villa nebbia, inizia la sua avventura su Monte Civetta. Tuttavia, la tranquillità in cui Piero sperava non si trova affatto a Villa Nebbia. Anzi, l'inquietudine che quel luogo trasmette è a livelli assurdi e durante la sua permanenza strane cose iniziano ad accadere.
Ho iniziato questo libro con un entusiasmo davvero impressionante e mi sono ritrovata a divorarlo. La storia di per sé scorre molto bene, lo stile di Carboni è fluido e i capitoli brevissimi permettono al lettore di macinare pagine inconsciamente. Le descrizioni sono molto accurate, la Villa ha un suo fascino magnetico che può essere compreso solo leggendo ma allo stesso tempo è terribilmente inquietante! I personaggi potevano essere caratterizzati meglio onestamente. Il protagonista, Piero, forse è l'unico veramente ben riuscito e caratterizzato fino in fondo. Il suo dolore, la perdita, il senso di colpa lo rendono umano.
"Ma se c'è una cosa bella nel non avere scelta, è proprio il fatto di non poter scegliere."
La nota paranormale inserita permette alla suspence di rimanere alta, lo spettro della villa sembra essere sempre in agguato dietro l'angolo ma... sul finale tutto precipita! Il finale è il più grande punto interrogativo di questa storia. Come avrete capito i presupposti erano buonissimi ma ho trovato il finale molto affrettato e totalmente decontestualizzato dal resto del giallo. Non ho compreso i motivi per cui il colpevole ha portato avanti la sua scia di omicidi in maniera così scupolosa né la necessità di usare personaggi che hanno disturbi psichici (ma poi fino a che punto?) in maniera fine a sé stessa. Sicuramente la storia prende un risvolto inaspettato, sicuramente il lettore non sarà mai in grado di trovare la soluzione del caso da solo però boh... Mi è sembrato quasi forzato. Proverò sicuramente a leggere altro dell'autore ma questo non mi ha convinta a pieno!
RECENSIONE A CURA DEL BLOG "GLI OCCHI DEL LUPO" - Pamela Perretta
Piero Bianchi è un uomo dal passato tormentato: ex alcolista, sua moglie si è suicidata, sua figlia non gli rivolge più la parola ritenendolo il responsabile della morte di sua madre, e per questo nel paese in cui vive non è visto di buon occhio da nessuno. Piero vuole solo una cosa: essere lasciato in pace. Ecco perché decide di accettare il lavoro come custode di Villa Nebbia, una antica villa isolata sulle colline toscane in cui vivono la proprietaria Ilde e sua nipote Mariasole, sperando di riuscire a trovare la tranquillità che cerca; ma appena mette piede nel fortino che sarà la sua dimora Piero si sente a disagio. La villa si trova infatti alle porte di un bosco, ed è costantemente avvolta nella nebbia. Ed è proprio da quella nebbia che Piero si sente osservato, vede cose, sente rumori e strani ticchettii sul vetro. All’improvviso la villa diventa teatro di alcuni fatti inquietanti e Piero inizia a ricevere messaggi minacciosi che gli intimano di andarsene. Che sia solo la sua suggestione oppure qualcuno sta cercando di dirgli qualcosa?
“Ci sono occhi che osservano, nascosti in un paesaggio spettrale…”
“Il giallo di Villa Nebbia” è un thriller tutto all’italiana. Ci ritroviamo infatti catapultati sulle colline tra Bologna e Sasso Marconi, nel tipico clima invernale tosco-emiliano: un clima gelido, umido e avvolto dalla nebbia.
La scrittura di Roberto Carboni è semplice e scorrevole, i capitoli sono molto brevi, e la trama è interessante. I personaggi sono caratterizzati molto bene, a tratti in modo inquietante, soprattutto la zia Ilde, che trasmette abbastanza soggezione. E poi c’è Villa Nebbia, edificio che sembra cadere a pezzi, in cui c’è sempre un freddo disumano, pieno di stranezze e di segreti, di buio e che dà la sensazione di essere costantemente osservati, di non essere mai soli.
Il senso di inquietudine pervade un pò durante tutta la lettura, e vi farà fare diverse considerazioni, ma la verità svelata alla fine vi farà riconsiderare il tutto.
Personalmente ho trovato la narrazione un pò soft per i miei gusti in fatto di thriller, e mi sarei aspettata un finale con il botto, date le premesse. È comunque una bella storia, in cui viene spiegato tutto per bene, permettendo di intrecciare le vicende passate con quelle presenti. Un bel thriller, che si legge tranquillamente in qualche ora.
Sembra non esserci redenzione per Piero Bianchi: ex alcolista, accusato da tutti di essere il responsabile del suicidio della moglie, sopravvive in un paesino dove nessuno lo vuole e glielo fa capire con atti di bullismo. Anche la figlia lo ha abbandonato e rifiuta di parlargli.
Il caso gli offre un posto di lavoro come custode a Villa Nebbia, una costruzione che ha visto tempi magnifici, ma che adesso è un rudere abitato da due donne enigmatiche. Piero accetta, e con quel “sì” entra in una vicenda che ha i contorni di un incubo.
La nebbia e il gelo entrano nell’animo del lettore, che segue i passi esitanti con cui Piero cerca di muoversi alla ricerca di una verità sfuggente. Chi sono le due donne che vivono in quella casa? Quale segreto custodiscono? Intanto, gli omicidi si susseguono in una litania terrificante, come i pavimenti della villa che piano piano si inclinano e scompaiono in una voragine.
La ricerca di Piero è duplice: egli cerca di dipanare la matassa intricata che giace fra le mura corrose di Villa Nebbia e nel contempo anela a ritrovare se stesso, quella persona che ha perduto fra la morte della moglie e l’allontanamento della figlia.
Si fatica ad assorbire le parole di Roberto Carboni, perché ognuna di esse porta un carico pesante di significati. Alcuni palesi, altri nascosti. Il finale arriva come il taglio affilato di una lama.
🔖Un libro carino, che non sconsiglierei ma che non è nemmeno tra i miei top ten. È stata una lettura piacevole e sicuramente scorrevole. I capitoli sono super brevi ed è una cosa che adoro.
🔖Villa Nebbia è senza dubbio un luogo affascinante, perfetto per attirare subito il lettore tra le sue mura inquietanti e la sua nebbia spettrale.
🔖Il protagonista, Piero Bianchi, deciso a cambiare vita e dare un taglio al passato doloroso, si offre di fare il custode di questa villa ormai cadente e che avrebbe bisogno di molte cure e lavori. All’interno vivono Mariasole e sua zia Ilde.
🔖Piero, fin da subito capisce che qualcosa non va. Che qualcuno (una presenza?) si aggira nel bosco della casa e tra le mura della dimora.. Sono allucinazioni o è tutto reale? Cosa nascondono zia e nipote? E perché tutti quelli che sono stati in contatto con loro, muoiono?
🔖un libro con poco più di 300 pagine che seppur avendo una trama poco intricata ha saputo catturarmi e coinvolgermi fin da subito. Finale forse un po’ boh… che non mi ha entusiasmata e lasciata un po’ con i puntini in sospeso. Comunque promosso, per una lettura veloce, certamente ben scritta e con un pizzico di mistero e di paranormale.
💬L’avete letto questo giallo? Riuscireste voi a rimanere in un posto spettrale ma affascinante? Io sarei combattuta tra la mia spiccata curiosità e la paura di morire d’infarto. E voi? Fatemelo sapere nei commenti! ⤵️
È un libro che nel complesso mi è piaciuto. Ho apprezzato molto i capitoli corti, che hanno reso la lettura scorrevole e piacevole. Nonostante ciò, i dubbi su questa storia ci sono. L’inizio è molto lento e vengono citati particolari che nel corso degli eventi non si sviluppano o non si citano nemmeno più. Alla fine della lettura ho ancora molte domande a cui l’autore non ha dato risposta, evitando spiegazioni che, a mio parere, erano fondamentali per capire a pieno la storia. Sono rimasta sinceramente delusa dal finale, molto banale e con una piega completamente diversa rispetto a quello che la storia prometteva all’inizio. È un peccato perché si sarebbe potuto concludere molto meglio e in modo più coerente con gli eventi raccontati. Un punto a favore è sicuramente la capacità di farti sentire pienamente all’interno delle vicende, come se ci si trovasse in prima persona nei luoghi descritti. A tratti molto crudo e inquietante, motivo per cui non consiglio la lettura a chi è facilmente impressionabile; sicuramente adatto ad un pubblico adulto.
Non conoscevo questo autore e penso che leggerò altri suoi libri. Questo giallo è scritto benissimo e mi ha tenuta incollata alle pagine dall'inizio alla fine. Inquietante con le sue presenze apparentemente irreali Villa Nebbia sembra infestata da fantasmi, potrebbe essere davvero così oppure c'è qualcuno in carne e ossa nascosto nell'ombra che comincia a compiere degli efferati omicidi? È il fantasma della gemella morta che grida vendetta? Oppure la vecchia zia sanguinaria uscita dal manicomio? Cosa spinge la mano assassina legata alla villa? Gli interrogativi sono tanti e verranno svelati solo alla fine.
Buona trama, originale, e la narrativa é coinvolgente, incuriosisce e ti avviluppa come un giallo. Quello che manca secondo me é lo svolgimento della risoluzione del caso. Invece che descrivere eventi o indizi che inducono anche il lettore a scoprire il segreto dietro i vari misteri, il protagonista lo scioglie basandosi su sue intuizioni basate non si sa bene su che, se non su lampi di genio, elucubrazioni, e te lo serve su un piatto già pronto, cui tu non hai partecipato. Ecco, questo é stato un po' deludente. L'autore dev'essere un avido lettore: ho dovuto cercare nel dizionario almeno tre parole a me sconosciute!
Molto bello nell'atmosfera narrativa, meno nella costruzione della trama e del finale. Ormai bisogna abituarsi al fatto che senza un lutto e l'alcolismo alle spalle non esista un personaggio decente (ma del resto occorreva giustificare l'incarico presso questa villa spaventosa, altrimenti inaccettabile). L'aspetto meno chiaro e convincente è il personaggio chiave che struttura la fase finale: non si capisce bene la sua reale e sufficiente motivazione, in relazione ai presupposti che vengono alimentati in precedenza. Elementi macabri che si potevano evitare senza compromettere nulla. Bella la struttura narrativa ed il ritmo con capitoli brevi.
Pietro Bianche, ex alcolista, è rimasto vedono dopo che la moglie si è suicidata, La figlia e e la gente del paese dove vive danno la colpa a lui per il gesto estremo compiuto dalla donna. Stufo dei dispetti che tutti gli fanno e degli insulti coglie l'occasione al voloquando scopre che cercano un custode in una villa ricca di misteri e inquietante che sorge sulla collina, Villa Nebbia.
Scrittura semplice, paesaggi descritti benissimo, sembra di essere circondati dalla nebbia e dal gelo veramente.
Libro che mi ha piacevolmente sorpreso per la cura dei dettagli, in particolare le varie incombenze del custode come le piccole riparazioni edili e la ricerca del guasto dell’impianto dì riscaldamento sono descritte, per quel poco che ne so, in modo plausibile. Di solito cose del genere nei romanzi gialli sono trattate molto sbrigativamente trasmettendo una sensazione di sciatteria, perciò ho apprezzato. La soluzione del giallo non mi ha convinto, a dir la verità, ma non me la sono sentita di togliere una stellina solo per quello.
Ho trovato di gran lunga più intrigante la costruzione del mistero piuttosto che la risoluzione dello stesso. Infatti, il giallo è attentamente formulato, al lettore viene fornito un tassello alla volta, tanto che può divertirsi a cercare la soluzione. Invece, la seconda parte perde di mordente, diviene meno interessante e si fatica a comprendere la sequenza causale, in più diversi interrogativi rimangono senza risposta.
Il libro nel complesso mi è piaciuto. Peccato però che il finale sia un po' ambiguo e poco chiaro. Il lettore viene quasi catapultato verso la fine della storia senza avere a mio parere tutti gli indizi necessari per capirne bene l'evoluzione. Nonostante questo, ho adorato il personaggio principale e la sua crescita personale. Nel complesso non male ma sicuramente c'è di meglio.
Storia interessante, chiara, belle descrizioni, ma quando l'ho finito ho pensato che avrebbe potuto essere un capolavoro con piccole accortezze: capitoli più lunghi, maggiore introspezione, stile più ricercato, che emerge solo a tratti nelle descrizioni ben fatte.
4 stelle invece di 5 perché non ho capito la fine della storia...o meglio, mi sono rimaste molte domande in sospeso. Forse rileggendolo riuscirò nell'intento. In ogni caso il libro è appassionante e scorrevole, una lettura molto piacevole. Lo consiglio
Avvincente e ben scritto. Alternanza di due narrazioni, una in terza e una in prima, il narratore in questo caso è il protagonista, Piero Bianchi, il nuovo custode di Villa Nebbia. Non mi è piaciuto il finale-finale, mi è sembrato un voler eccedere.