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L'Unione Sovietica 1914-1991

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I lettori troveranno qui una sintesi, compatta, maneggevole e arricchita da un'approfondita discussione storiografica di tutte le questioni nodali, della storia sovietica. Il volume si divide in quattro parti: le prime tre sono costituite dall'esposizione della vicenda sovietica a partire dalla Grande Guerra e dalla Rivoluzione d'ottobre fino all'incredibile e imprevisto scioglimento pacifico dell'Urss nel dicembre 1991; la quarta enuclea i temi portanti emersi nel dibattito storiografico: il leninismo, lo stalinismo e il terrore, il peso dell'ideologia, le caratteristiche dell'economia, le campagne, le nazionalità, la politica estera, i motivi del collasso finale.

687 pages, Paperback

Published September 1, 2011

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About the author

Andrea Graziosi

43 books18 followers
Andrea Graziosi, professore di Storia contemporanea all’Università di Napoli Federico II, ha studiato e insegnato in università americane, russe ed europee.

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Displaying 1 - 2 of 2 reviews
Profile Image for Massimo Morelli.
160 reviews3 followers
June 28, 2023
Graziosi è certamente un grandissimo esperto dell'Unione Sovietica, l'uso delle fonti è enciclopedico e il libro è una miniera di particolari. Purtroppo gli aspetti positivi finiscono qui. Il libro non spiega quasi nulla, dà per scontate conoscenze per nulla banali (non si spiega cos'è la NEP, non si fa la storia della guerra civile si fa riferimento a movimenti e personaggi senza spiegare chi sono e perché sono importanti). Inoltre, non ne so abbastanza per avere una posizione precisa, ma ho l'impressione che la posizione ideologica di Graziosi sia molto sbilanciata, visto che cita positivamente e in continuazione Conquest, Hayek e Mises. Le spiegazioni economiche sono talmente incomprensibili, fino al punto da sembrare una supercazzola. Assolutamente da evitare se non sei un professore di storia, nel qual caso forse nel confusionario enorme volume di dettagli, c'è qualcosa che ti interessa.
10 reviews
February 11, 2024
Quella dell'URSS é senza dubbio una delle storie piú interessanti del 20° secolo. La storia di una monarchia che viene sovvertita da un esperimento politico ed economico, il quale per sostentarsi instaura un regime sanguinoso che per quasi mezzo secolo tiene sotto scacco la propria popolazione tra depredazioni, massacri, persecuzioni, purghe, e nasconde la propria insita debolezza vendendo, con abile propaganda, un'immagine utopistica di sé al mondo esterno, per poi decadere nella stagnazione e nel crollo totale (seppur pacifico) sotto il peso di quelle debolezze intrinseche. La peculiarità di questa Storia in particolare é di essere basata su fonti archivistiche interne della stessa ex URSS. Il quadro che ne é esce é quello di una entità politica piena di contraddizioni, che all'esterno si vendeva come una superpotenza, in grado, secondo molti, di gareggiare con gli USA, ma che per quasi tutta la sua storia ha arrancato in termini di progresso e crescita. Tolta una breve parentesi post seconda guerra mondiale, durante la quale si é registrato un boost economico grazie all'appropriazione di tecnologie occidentali, l'economia sovietica é stata sempre una storia di miseria, carestia e impoverimento delle masse. Non che non lo sapessi già, ma leggendo le cifre mi sono reso conto che la situazione era persino peggiore di quanto immaginassi (e il quadro che avevo era già pessimo). Altro tema, che salta all'occhio, é il parallelismo con la contemporaneità. Vogliamo parlare, per es., del ruolo della propaganda verso l'esterno? C'é davvero questa grande differenza tra il modo in cui l'URSS negli anni 30 si presentava all'Occidente in piena grande depressione come l'alternativa "di successo" al capitalismo (mentre milioni di sovietici morivano letteralmente di fame), e il modo in cui negli ultimi 15 anni Putin ha cercato di influenzare l'opinione pubblica europea in proprio favore? Ma la tematica fondamentale, oggettivamente, rimane quella dell'imperialismo russo. Davvero possiamo dire che questo sia finito assieme agli zar, quando la prima cosa che ha cercato di fare l'URSS in politica estera é stato cercare di riappropriarsi di quelle nazioni (Ucraina in primis) che con la I Guerra Mondiale volevano emanciparsi, con tutta la serie successiva di soprusi ai danni delle popolazioni "non russe"? Sono sempre piú convinto che le mire imperialiste siano in qualche modo insite nella mentalità delle elite russe. Cambiano i regimi, ma certe visioni del mondo si tramandano e sopravvivono a rivoluzioni e colpi di Stato. E temo che con questa identità autocratico imperialista (spesso condita di revanchismo), dovremo fare i conti, come Occidente, ancora per molto tempo.
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