Nadir è solo un ragazzino quando è costretto a fuggire con suo fratello Quadir da una moschea in fiamme nella sua città, in Libano. Lì, tra le pietre divorate dall’esplosione, ha perso non solo i suoi genitori ma anche tutta la vita così come l’ha conosciuta sino a quel momento, e ha siglato un inconsapevole patto di sangue con la violenza, che d’ora in poi sarà il suo destino. Adesso che è ormai un adulto, la vita di Nadir è scandita da violenza e aggressioni e dalle regole del clan che ha fondato con suo fratello e che gestisce scommesse clandestine, droghe di ogni genere e racket. La violenza è l’unico linguaggio che Nadir conosca, tutto ciò che ha portato con sé dalla sua terra e che l’ha seguito fino in Europa, dove si è rifugiato. Tuttavia, anche per lui esiste qualcosa di sacro e intoccabile: la famiglia, il bene supremo da proteggere. A ogni costo.
Layla
Layla non ama la compagnia della gente. Preferisce rinchiudersi nel suo mondo, cullata dalle note del pianoforte sul quale lascia scorrere le dita. A casa, Layla non ha nessuno che l’aspetti: d’altra parte, suo padre è il capo della squadra omicidi della polizia di Berlino e ha ben altro di cui occuparsi. Tuttavia ogni tanto, trascinata da un’amica, anche lei si concede una nottata diversa dal solito. Ed è così, durante una notte in una discoteca della capitale, che il destino di Layla prende una piega inaspettata. È lì, tra le luci stroboscopiche che l’accecano e la musica techno che l’assorda, che incontra Nadir e si perde nei suoi occhi color dell’ebano. Le loro orbite collidono e, da quel momento in poi, niente sarà più lo stesso. Lei cade nella trappola dell’oscuro sconosciuto arrivato dal Medio Oriente e lui crede di avere il potere in mano. Non l’ha scelta per caso: sa perfettamente chi sia e, soprattutto, quale ruolo ricopra suo padre. Rapirla e consegnarla a suo fratello Quadir è il suo unico scopo. Ma ciò che Nadir ancora non sa è che sarà lui stesso a cadere in una trappola dalla quale sarà impossibile fuggire: quella della passione.
In bilico tra la vita e la morte, costantemente sospesi tra la verità e la menzogna, il giusto e lo sbagliato, Nadir e Layla si lasciano travolgere in una spirale di attrazione incontrollabile. Ma può l’amore sopravvivere al richiamo irresistibile del sangue? Possono due anime perdute ritrovarsi al di là del bene e del male?
DARK ROMANCE AUTOCONCLUSIVO *ATTENZIONE*: Questo romanzo contiene scene di violenza, linguaggio forte, rapporti sessuali di dubbio consenso. È consigliato ad un pubblico adulto e consapevole.
Debora C. Tepes è una lettrice, sognatrice e scrittrice. Ama viaggiare per il mondo e seguire nuove serie tv su Netflix. Scrive da quando è una bambina, ma solo da adolescente ha deciso di creare la sua prima storia. Ha pubblicato il suo primo romanzo "Predestined", uno young adult paranormale, nel dicembre 2014. Il 20 luglio 2015 ha auto-pubblicato su Amazon "Sono sempre stata tua", riscuotendo un enorme successo. È stata prima in classifica per due mesi diventando bestseller amazon e ha venduto più di 4000 copie in poche settimane. Dopo le richieste delle sue lettrici, ha pubblicato il sequel "Sei tu il mio paradiso". “Come fuoco sulla pelle” è il terzo volume autoconclusivo della serie Dangerous Souls a cui segue la novella “Para siempre”. Nel maggio 2018 pubblica il suo primo mafia romance “Javier”, amatissimo dalle sue lettrici che entusiaste hanno richiesto di scrivere il sequel “Cattleya”. Savage è il suo nuovo contemporary romance. "Eternal Night" è il suo nuovo dark romance.
«Layla». La voce del demonio mi arriva addosso come una nube nera intenzionata ad asfissiarmi. Lo cerco, provando a mettere a fuoco la sua sagoma. È seduto sulla poltrona in un angolo buio della camera, nero dalla testa ai piedi. Neri i suoi occhi.
Neri i suoi capelli.
Neri i suoi abiti.
Nera la sua anima.
Non è facile metabolizzare questa storia, a un certo punto mi sono sentita talmente scombussolata da non saper reagire, ma imperterrita sono andata avanti, perchè?
Perchè non sempre tutto è come sembra, non sempre le apparenze sono quelle che sembrano, non sempre i mostri dominano solo alcune persone.
Non è facile mettere per iscritto le tumultuose emozioni che Nadir vi scatenerà, ma voi non desistete, anzi, continuate ad entrare nel suo cuore, nella sua mente e soprattutto nella sua anima:
Adesso apparterrai per sempre a me, gracile ahmar.
Non ti lascerò toccare da altre mani.
Non ti lascerò guardare da altri occhi.
Non ti lascerò fuggire via da me.
Non giudichiamo Layla, non ergiamoci a giudici che si credono superiori a chicchessia, ma entriamo nel suo cuore, prendiamola per mano, facciamole conoscere la nostra amicizia, non releghiamola alla solitudine. Ha tanto sofferto come anche Nadir, sono due anime che devono trovare uno sprazzo di serenità in tanto inferno:
Lui è la mia nemesi e il mio diletto in un mondo fatto di grigia nebbia e torpido gelo.
Nadir è così vero, così difficile da amarlo, ma tutti hanno bisogno di trovare un attimo di pace e anche un demone può trovare la sua follia:
Chi è Layla per te? È un ostaggio, è un incarico da portare a termine. Cazzate! Chi è Layla per te?
Chi sei, piccola perversa Layla, per me? Sei vita e morte. Sangue e follia. Notte e notte eterna. Sei mia. Mia. Mia. Mia. Mia fino a quando respirerai. Mia fino a quando non ti farò cessare di respirare.
E Layla chi è per Nadir? Chi è Layla per chi ancora non la conosce?
«Che cosa sei tu, Layla?».
«La tua notte eterna, Nadir»
È stata una tra le storie più strazianti, più vere, più emozionanti che abbia letto, so che ci saranno critiche e non sempre positive, ma non fermatevi a ciò che riterrete aberrante, andate oltre perché….
Il male esiste, è infido, si nasconde in ogni cuore, anche di chi dovrebbe amarti da quando nasci a quando muori.
3,75 È il primo libro che leggo di Debora C. Tepes, e sebbene mi sia piaciuto ( ha quasi tutti gli elementi che mi piacciono in un dark), c'è qualcosa che mi impedisce di dare un punteggio pieno: non sono riuscita a "legare" con i personaggi. Non so bene come spiegarlo perché è qualcosa di personale, ma non sono riuscita ad emozionarmi come avrei voluto. Ciò non toglie il fatto che sia un bel dark
No. No. No, è troppo dark, dai, non puoi essere violentata dai 2 cugini del rapitore più dal rapitore quindi sei stata violata 3 volte e poi innamorarti del rapitore ma che è dai..
Debora è sempre una garanzia. Ho letto quasi tutti i suoi libri e ho seguito la sua crescita come autrice. Quest’ultimo romanzo è la dimostrazione della sua bravura, della sua capacità di veicolare passioni ed emozioni potentissime attraverso la sua prosa sentita e mai banale. Un romanzo da non perdere
Salve lettori, Oggi vi parlo dell’ultimo romanzo di Debora C. Tepes, un dark romance dal titolo “Eternal Night”. Attendevo questo romanzo da prima di Natale e sapete quanto io ami i dark, eppure quando ho terminato il romanzo ho metabolizzare per capire se mi sia piaciuta realmente. Vi parlo della trama e poi del mio punto di vista. "Che cosa sei tu, Layla?" "La tua notte eterna, Nadir." Layla è una giovane ragazza solitaria e tutto quello che ama della sua vita è la musica. Nonostante lei tenda a chiudersi e isolarsi, c'è sempre qualche amica che vuole farla riemergere dalla sua malinconia. Una sera, per accontentare una di queste amiche, va con lei in discoteca. La bellezza di Layla è mozzafiato e subito un paio di occhi scuri come la notte si fiondano su di lei per adescarla. All’inizio Layla rifiuta l'invito di questo sconosciuto, eppure il suo fascino straniero la ipnotizza e le è difficile toglierselo dalla testa. Non desidera davvero stare in discoteca, ma tra una chiacchiera e un bicchierino si scioglie e l'amica la incoraggia ad accettare l'invito dell'uomo. Lui è lì, sicuro che la piccola Layla cadrà nella sua trappola. Nadir, un principe oscuro appartenente ad un pericoloso clan, ha deciso che per quella sera la sua vittima è la giovane Layla. Dopo qualche drink decidono di continuare la serata in un modo diverso e di divertirsi facendo sesso. Ma ciò non accade perché Layla viene rapita dal clan Hassan. Cosa vuole un clan da questa ragazza? Ma soprattutto, chi è Nadir? "L'amore... è il peggiore dei bastardi. Ti riduce in polvere, offuscandoti il cervello, strappandoti il cuore dal petto. Ti rende vulnerabile e infine ti mette in ginocchio al cospetto di chi ami." L'oscurità trasuda da ogni frase, il dolore, la violenza, il pericolo sono racchiuse da questo romanzo oscuro, o dalla sua notte eterna. Un sentimento viscerale che nasce dal dolore, la vendette e la passione ci strazierà l'anima. Le scene sono tutte incisive e rimangono in testa, sembra quasi di viverle. La penna della Tepes è come sempre impeccabile, l'ha dimostrato anche in questo romanzo. Per quanto riguarda i personaggi, per me è stato molto difficile entrare in empatia con loro. Quello che mi ha dato più filo da torcere è stato Nadir, la sua instabilità confonde. Eppure non lo reputo del tutto un difetto, ma ci vedo la capacità dell'autrice di costruire un personaggio complesso. Il romanzo è crudo e impressiona facilmente, quindi consiglio la lettura solo ad un pubblico che apprezza il genere e che è consapevole di ciò che leggerà. Per il resto, buona lettura. Voto 4
Premetto che è la prima volta che leggo un Dark Romance, ho voluto provare un nuovo genere di lettura, e devo dire che "Eternal Night", sarà difficile da dimenticare, i protagonisti, tutto quello che succede tra di loro ed intorno a loro, sarà nei miei pensieri perché mi ha scosso fino ad arrivare nel profondo. La forza di Layla che affronta il suo rapimento da parte di Nadir, e che si ritrova sola a 21 anni in balia di un clan mafioso e senza cuore...provare delle torture e sevizie che ti provano anche solo a leggerle. Nadir, che si eccita solo nel vedere il sangue uccidendo qualsiasi persona che lo contraddice si troverà a combattere con uno scricciolo di donna che gli darà filo da torcere.
"Se dovessi immaginare il principe dei demoni, lo descriverei esattamente come Nadir. Se dovessi spiegare i suoi atti osceni, elencherei quelli che mi sta leggendo"
Si Nadir è bello, alto con degli occhi neri come la pece, in vita sua ha amato una sola donna, la sua mamma. Ha un "mostro" che abita la sua anima che esce fuori nei momenti in cui vuole saziare la sua sede di sangue, ma questo lo ha imparato nel suo paese, dal padre, nella sua casa in Libano, da dove è scappato insieme con il fratello Quadir ed ora entrambi sono i capi del Clan Hassan in Germania. Spietati assassini e spacciatori di morte. Il suo piccolo e gracile ostaggio lo farà tentennare e gli farà compiere dei gesti che mai prima ha fatto per nessuna donna, anche se la notte e il buio si impossesseranno molto spesso della sua mente.
"Layla. Una rosa bianca gremita di spine, una rosa dai petali macchiati di sangue. Layla. Un serpente nero che ti avvolge con le spire, fino a farti soffocare. Layla. Il mio prezioso ahmar dalle piume rosse che dona l'immortalità"
Nella sua prigionia Layla, scopre tante verità e tanti sentimenti contrastanti, anche quello di provare attrazione verso il suo aguzzino carceriere, un sentimento tormentato, un sentimento malato, e non sa dare risposte a ciò che sente sa solo che in fondo anche lei vive nel buio perché è morta ben prima di affrontare tutto questo.
"Anche Dio amava Lucifero, prima di allontanarlo dal paradiso"
Che dire all'inizio sono rimasta allibita da ciò che leggevo, mi si stringeva il cuore per quello che hanno inflitto a Layla, specialmente da quello che Nadir e gli altri le hanno inflitto, non solo fisicamente ma anche mentalmente, era il suo incarico e la voleva distruggere, farla diventare la sua schiava, ma nello stesso tempo non si rendeva conto di quello che lei gli donava ... Poi ho pensato ma come può provare Layla, attrazione per un'uomo del genere, un folle omicida, ma poi man mano che leggevo non potevo far a meno di smettere, dovevo assolutamente sapere come andava a finire, perché anche se cruenta, dura e oscena, sono stata rapita dall'intero racconto. Se l'autrice voleva suscitare nel lettore tanti turbamenti e forti emozioni, con me c'è riuscita, ho provato odio, paura, angoscia, ma nello stesso tempo tenerezza, per due anime così buie e distanti ma tanto simili tra loro. Ho imparato con questo libro che il genere dark romance non è per tutti, non posso dire che mi sia piaciuto ma neanche il contrario, la storia come è stata narrata dall'autrice è forte, ma nello stesso modo ha attirato la mia attenzione e se sono arrivata fino all'ultima pagina penso sia merito anche suo e al suo modo di scrivere!
Eternal night è un dark romance e non c'è definizione più giusta e coerente. Dark perché l'atmosfera che permea le pagine è intrisa di dolore, sangue, violenza, buio. Romance perché nonostante tutto c'è amore, una passione irrefrenabile e ingiustificabile che detta legge. In ogni pagina c'è un po' di dark e un po' di romance, soddisfacendo i gusti delle lettrici più audaci e anticonformiste come quelli delle lettrici più romantiche. I personaggi sono l'anima del romanzo. La particolare alchimia che li lega e li riporta uno vicino all'altra anche quando le loro strade sono a tanto così dal separarsi ha dell'incredibile. È appassionante la foga con cui si cercano, si rifiutano, si attraggono e si fanno male. È deleteria la loro vicinanza perché giorno dopo giorno Nadir diventa più violento e desidera marchiare Layla come sua, e lei è sempre più attratta dal lupo che vuole mangiarla. Sindrome di Stoccolma, direbbe qualcuno. Ma no, c'è dell'altro. Perché Layla non è la classica vittima che subisce: è parte del gioco, parte attiva. È vittima ma anche carnefice, è la perfetta controparte.
Se nella primissima parte del romanzo ho fatto fatica a entrare in sintonia con loro, o meglio ho faticato a comprendere il loro rapporto così strano e malato, per il resto della lettura mi sono lasciata ammaliare. La componente dark non lascia mai del tutto spazio a quella romance e viceversa. Ogni capitolo è una sfida, un grosso punto di domanda. Ci sarà più dark o più romance? Nadir sarà il Nadir possessivo e innamorato o quello psycho e pericoloso?
Solitudine. Se penso alla storia di Layla e Nadir, questa è la prima parola che rimbalza nella mia mente. Perché Debora C. Tepes con la sua prosa tagliente, decisa e a tratti poetica conduce il lettore in un viaggio nella psiche contorta, distrutta e frastagliata di due personaggi incredibilmente soli, totalmente estranei al proprio mondo, così dissociati dalla realtà, aggrappati alle loro piccole grandi convinzioni, a un universo momentaneo nel quale hanno deciso di chiudere a doppia mandata le loro anime, i loro sentimenti, i loro ricordi. Perché no, Nadir e Layla non sono due personaggi semplici. Sono un uomo e una donna spezzati dalla vita. L’autrice, con estrema maestria, delicatezza e coraggio mostra al lettore le ferite dei protagonisti sin dalle primissime pagine. Con un prologo intenso, poetico e devastante, il lettore è già distrutto, perché il suo cuore è andato in pezzi proprio come quello di Nadir. Quello stesso cuore, pagina dopo pagina, dovrà farsi coraggio perché ci sarà un nuovo dolore ad attenderlo: quello della piccola dolce Layla. Layla che suona il pianoforte. Layla che si perde tra le note, che tra quelle note dimentica se stessa. Layla che mette il mondo da parte. Sigilla i ricordi, li allontana, li distrugge, li fa in mille piccoli pezzi, mentre con le dita sfiora i tasti del suo pianoforte. Layla che indossa i suoi anfibi neri, che si nasconde dalle persone, che non ama i rapporti sociali, che preferisce lasciarsi avvolgere dalla solitudine, piuttosto che raccontarsi, piuttosto che lasciarsi andare. Layla che non vive, ma semplicemente sopravvive. E poi c’è Nadir. Arrabbiato con il mondo intero. Un uomo dalla personalità disturbata e un dolore radicato al centro del petto. Nadir, con gli occhi neri quanto la notte e profondi quanto gli abissi. Così complesso, così difficile da comprendere, così dissociato dalla realtà. Tutto ciò da cui Layla dovrebbe scappare. Eppure basterà il suo sguardo a farla cadere in trappola, ad ammonirla, ad annientarla, a catturarla nella sua rete. Non vi racconterò di più. Non voglio raccontarvi i dettagli di un libro che merita di essere letto. Di una storia dolorosa, travolgente, sfiancante, devastante e passionale. Perché questa non è una storia d’amore: è la storia di un uomo e una donna che annaspano ogni giorno della loro vita. È la storia di due menti disturbate, di due cuori rotti, fatti in brandelli. È la storia di un uomo scorretto che non ha conosciuto altro che la violenza. È la storia di quel bambino devastato dagli eventi, che sigilla le lacrime negli occhi e crescendo sostituisce la rabbia alle lacrime. Rabbia. Dolore. Violenza. Lutto. Tenebre. Ed è questo Eternal Night, un viaggio attraverso le tenebre. Un viaggio negli occhi neri e distrutti di Nadir. Un viaggio nelle iridi grigiazzurre della giovane Layla. Un viaggio nell’anima di due protagonisti profondamente feriti dalla vita. Un viaggio attraverso il dolore, che lentamente vi porterà alla luce. Cinque meritatissime stelle per Debora C. Tepes, che ancora una volta, con la sua penna abile, tagliente e coraggiosa, trascina il lettore tra le pagine, distruggendolo, devastandolo, in una notte senza stelle, dove il buio si incolla all’anima di chi legge, per poi arrivare a vedere nuovamente la luce. Perché quella luce squarcerà il buio, filtrerà attraverso le crepe dell’anima dei protagonisti colmando ogni dolore, ogni vuoto, ogni ferita.
CONTINUA: https://opinionilibrose.blogspot.com/... Buongiorno lettrici, Oggi vorrei parlarvi del nuovo romanzo di Debora C. Tepes “Eternal night”, un raro romance pieno di adrenalina, tristezza, sentimenti forti, violenza e amore. Una storia di due persone all'apparenza diverse e sconosciute ma che scopriranno insieme di essere due anime affini. Conosciamo meglio i nostri protagonisti…
Da bambini bisognerebbe vivere la vita spensierati, circondati solo da amore e felicità. Questa sicuramente non è l'infanzia vissuta da Nadir. Un evento tragico ha inoltre cambiato per sempre la sua vita. Era infatti solo un ragazzino quando i suoi genitori morirono a causa di una esplosione avvenuta in una moschea nella sua città in Libano. Gli resta solo il fratello Quadir, con il quale diverrà inseparabile. Si trasferiranno a Berlino e la loro vita sarà segnata da sangue e violenza d'ora in poi. I due fratelli infatti, nella capitale tedesca, fonderanno un loro clan, apriranno un club, gestiranno ogni genere di scommesse clandestine, droghe e racket. Nadir vive la sua vita costantemente suo filo di un rasoio, si nutre di adrenalina e sangue, la sua vita è diventata oscura.
Nadir è pericoloso, spietato ed assetato di sangue, insieme al fratello Quadir vuole conquistare il mondo, sono in Germania da un po' di anni e orfani della mamma, unica persona ad averli dato un po' d'amore e per fortuna orfani di un padre orribile che li ha iniziati ancor piccoli alle peggiori violenze e privazioni. Nadir è malato perché ha soddisfazione solo dalla morte del prossimo e quando gli viene chiesto di rapire Layla tutti i suoi istinti più segreti e più subdoli saltano fuori. Layla è indifferente al mondo, dopo aver perso la mamma tanti anni prima non riconosce più il padre e vive una vita piatta con l'unico stimolo derivato dal suo amato pianoforte. Nadir cercherà di piegarla e di spezzarla, lei è gracile come il suo uccellino dalle piume rosse... ahmar, ma lei non ha niente da perdere e un amore tossico e sconvolgente la sta dilaniando, proprio verso il suo aguzzino che non conosce l'amore e vive nelle tenebre perenni di una vita allo sbando destinata a finire molto presto. Non amo i dark romance e in questo c'è veramente tanta violenza ma non ce l'ho fatta a smettere, ho divorato questo libro e faccio i complimenti all'autrice.
Uno schifo totale. Questo va oltre il dark romance e oltre la sindrome di Stoccolma. Lei è chiaramente da ricovero se ama quell'abominio di uomo e lui è da sedia elettrica.
Avrei voluto tanto riuscire ad amare questo libro.. Ma davvero ho solo pensieri negativi.. Una donna umiliata che si innamora.. Ma quale sindrome di Stoccolma.. Ricovero coatto.. Romanzo scritto bene ma personalmente ho faticato a concluderlo
Dire che non mi è piaciuto sarebbe sbagliato, ma non l'ho adorato. Mi sono piaciute alcune cose. Di certo mi è piaciuto Nadir. Cattivo in tutto e per tutto. L'autrice è stata brava a mantenere immutato, fino quasi alla fine, il suo personaggio, anche se, le spiegazioni, riguardo al passato e sul perché sia diventato così cattivo, non mi hanno convinta. Non mi è piaciuta particolarmente Layla. Viene descritta come una normale ragazza, con una tragedia sulle spalle, ma quando viene rapita, si trasforma in una ragazza fin troppo coraggiosa, non ho sentito il suo terrore per la condizione in cui si è trovata, ma addirittura ha iniziato a sfidare il suo carnefice, se ne innamora e si scopre affine a lui, spezzata... ??? Layla mi ha confuso parecchio e non ho capito chi sia davvero. La storia non è male, ha anche un bel ritmo. Il romanzo non è noioso, ma ti tiene attaccato alle pagine perché la curiosità di capire come prosegue è tanta. Ci sono alcuni refusi, ma niente di particolarmente fastidioso. Consigliato SOLO a chi è in grado di sopportare un dark, perché non è una lettura per tutti.
Amo il genere dark, e chi leggerà questa storia troverà questo libro veramente ricco di atmosfere cupe.
Sono proprio i due stessi protagonisti ad essere dark. Le loro esperienze di vita li hanno trascinati in mondi senza luce, intrisi di sangue e rimpianti.
Nadir da ragazzo ha assistito ad ogni tipo di brutalità in Libano, perpetrate dal padre nei confronti di una moglie e madre totalmente schiavizzata, ripetutamente violentata in gruppo e infine obbligata ad essere una kamikaze dal marito che voleva tutta la sua famiglia sterminata in un attentato.
Nadir e il fratello Quadir fuggono in Germania salvandosi, e li ritroviamo ormai adulti a capo di un clan criminale.
Se Quadir ci appare freddo e distaccato, assolutamente padrone di sé stesso, Nadir si comporta come il padre, è un individuo borderline che si nutre della violenza, uccidendo trova energia per sopravvivere ai ricordi del passato. Divenuto incontenibile nella sua spirale violenta si scontra con il suo stesso clan. Quadir gli offre un’ultima possibilità: rapire Layla lasciandola in vita e occupandosi di lei fino a quando il padre, capo della squadra omicidi, non accetterà le loro richieste.
Layla è una ragazza solitaria, ha perso la madre da bambina in circostanze che hanno incrinato in maniera irrecuperabile i rapporti con il padre e l’hanno resa una vera asociale, l’unico suo amore è il pianoforte.
Layla non è però l’ostaggio che si aspettava Nadir, che pensa di fermarla con uno stupro. Ma quello che ottiene è solo renderla ancora più forte e determinata.
Entrambi sono vittima e carnefice, in un gioco delle parti che non ha né vincitori né vinti. Nadir fa leva sulla violenza e la paura, ma Layla resiste a tutto. L’attrazione che li ha legati fin dal primo istante si trasforma in sentimento, un sentimento che Layla accetta e Nadir combatte.
Ogni episodio violento porta i due a lunghe riflessioni, che l’autrice utilizza per approfondire le dinamiche psicologiche dei protagonisti seguendone così le evoluzioni.
Layla usa resistenza e resilienza per sopravvivere facendosi inghiottire dal suo lato oscuro e diventando essa stessa carnefice, va oltre l’aspetto esterno di Nadir e ne vede l’animo e la fragilità, si perché tutta la violenza di cui Nadir si circonda è il suo scudo, il suo modo per sopravvivere. Essere messo a nudo da Layla lo esaspera e brama la morte della ragazza, brama il suo sangue, arrivando sempre a un passo dall’ucciderla ma non riuscendo mai a finirla.
Non vi dico come si evolverà e come si concluderà il romanzo ovviamente, vi dico solo che va letto con la giusta predisposizione. Ci sono stati molti momenti in cui non ho capito Layla, non ho compreso i suoi atteggiamenti e il suo scivolare nell’oscurità, altri in cui avrei affettato Nadir con le mie mani usando i suoi preziosi coltelli. Poi ci sono stati momenti in cui li comprendevo e vedevo altro, arrivando alla fine della storia che li vede diventare davvero se stessi.
È una storia tosta che va apprezzata da stomaci forti, in cui non ci viene risparmiato nulla. Una nuova evoluzione dello stile della sua autrice che migliora libro dopo libro, una storia certo non per tutti.
Parlare di questo romanzo è davvero difficile per me perché mi sento ancora avvolta tra le sue braccia così invitanti eppure pericolose. Questa volta quindi cercherò di dirvi il meno possibile sulla storia concentrandomi invece su quello che ho provato io. Ma passiamo subito a parlare dei protagonisti indiscussi del romanzo. Nadir è tanto bello quanto pericoloso: membro del clan Hassan e braccio destro del fratello Quadir è stato sengnato fin dall’infanzia dalla perdita di chi amava e forgiato prima dal padre e poi dal fratello per diventare un assassino dal sangue freddo e glaciale. Lui ama fare del male, uccidere e torturare perché solo così riesce a sentirsi vivo e provare quelle sensazioni che dentro di lui si sono spente tanti anni fa. Le sue missioni e i suoi obbiettivi sono ciò che lo fanno andare avanti e che dovrebbero renderlo ‘degno’ agli occhi del fratello. Niente sembra scalfirlo, eppure più andiamo avanti a leggere e più lo vediamo dialogare con la sua ‘coscienza’ se così possiamo chiamarla, affrontare il suo dolore e mettere in dubbio la sua vita. Mai avrebbe immaginato di poter arrivare a ciò, mai prima di incontrare Lei, che è l’altra metà del cerchio, la sola chiave capace di sbloccarlo. Layla è una ragazza giovane e bellissima ma che ha già provato sulla sua pelle cosa vuol dire perdere la propria famiglia. E’ pura, solare, gentile e anche un po’ asociale. Non ama stare in mezzo alla gente e preferisce starsene per le sue, sola magari a suonare il piano, lo strumento che tanto ama. La sua vita è vuota, monotona con la sola compagnia di un’amica che è diversissima da lei ma che riesce almeno a distrarla dal resto. Ed è proprio a causa sua che una sera Layla decide di dare uno strappo alla regola e divertirsi spensierata. Ma la sua strada era già segnata perché c’era gia chi aveva deciso che quella sera avrebbe incrociato gli occhi più scuri e ammalianti che mai aveva visto rimanendone intrappolata. Da quel momento tutto cambia. Layla diventa una vittima, rapita da quell’uomo oscuro e pericoloso e Nadir il suo carceriere, pronto a sbranarla alla prima occasione.
“La tengo per i capelli, muovendomi rapido e violento ancora e ancora. Le sue lacrime lasciano spazio ai gemiti: non ha mentito, sta godendo. È questo che voleva da me, dal primo istante in cui ho posato i miei occhi su di lei. E questa notte ho sfamato la sua brama. Questa notte l’ho marchiata a vita.”
Eppure il loro rapporto non è mai piatto né banale: è un continuo susseguirsi di scontri e litigi, di lotte per dimostrare chi è il più forte. Difronte a lui emerge tutta la forza e la determinazione di Layla, decisa a non sottomettersi mai a lui ma risvegliando così le più oscure e perverse fantasie dell’uomo. Nadir gode nel farla soffrire, a vederla inerme ai suoi piedi come una perfetta schiava. Ma più passano il tempo insieme, tra una sfida e l’altra, più il loro rapporto si intensifica diventando una vera e propria ossessione. Niente di tutto ciò è giusto né possibile ai loro occhi: Layla non può pensare di essere attratta da colui che la ferisce e spezza continuamente così come Nadir non può pensare di provare dei sentimenti diversi dall’odio e dal desiderio di distruggere tutto e tutti. Entrambi i personaggi sono stati costruiti perfettamente a livello fisico ma soprattutto psicologico: entriamo nella loro testa, conosciamo i loro demoni e i loro desideri più profondi, le loro perversioni e fantasie scoprendoli così più affini di quel che pensiamo. Entrambi sono ben lontani dalla perfezione, soprattutto Nadir, eppure Layla lo accetta così come è senza desiderare di cambiarlo. Se ne innamora, contro ogni previsione e sensatezza, con tutte le sue ombre così come Nadir si innamora di lei, della sua forza e tenacia, della sua capacità di amarlo come mai nessuno ha saputo fare. Un amore, il loro, fatto di dolore e ossessione, di passione e attrazione oltre ogni convenzione a volte anche difficile da comprendere. Nessuno dei due cambia per amore ma ciò non gli impedisce di scoprire nuove parti di sé che solo grazie all’altro hanno avuto modo di comprendere e accettare.
“«Layla vuol dire notte» le rivelo, scostandole una ciocca di capelli dal viso. Si bagna le labbra con la lingua e continua a boccheggiare. «Notte… la notte è l’emblema della mia vita» riflette ad alta voce. «La mia, di vita, è una notte eterna. Vedi? Abbiamo già trovato una cosa che ci accomuna» le dico, continuando a interpretare la mia parte.”
Nadir trasuda sesso e potere da ogni poro e lo si percepisce chiaramente tra le righe: la sua bellezza oscura è capace di ammaliare ogni donna e farla prostrare ai suoi piedi, vittima del suo fascino e pronta a diventare creta nelle sue mani. E devo ammettere che mentre leggevo tutte le emozioni provate da Layla mi ci sono rispecchiata perfettamente tanto da sentirmi io stessa quella ad essere tra le sue braccia. Ma anche Layla spiazza con la sua forza e risolutezza, con la sue bellezza interiore quanto quella esteriore. E sebbene entrambi sono personaggi che non sempre si comprendono fino in fondo e che spesso spiazzano con le loro scelte, li si impara ad accettare così, pregi e difetti inclusi e ad amarli per ciò che creano quando sono insieme. Proprio quando ormai credevo di sapere cosa aspettarmi da questa autrice ecco che lei riesce a sorprendermi ogni volta. La Tepes è tornata con una storia cruda, a volte forse troppo, brutale e carnale che rapisce e conquista con il suo stile diretto e senza filtri, la sua capacità di osare e superare i limiti di ciò che è ritenuto lecito o no. Ci fa mettere tutto in discussione, ogni certezza e valore morale per scavare a fondo nella psiche di chi legge e lasciare devastati. Questa storia mi ha rapita, proprio come è successo a Layla, letteralmente; mi ha frugato dentro e ha fatto emergere tutte le mie fragilità e la mia sensibilità mettendomi di fronte ai miei limiti di sopportazione. Molte scene sono crude e brutali, forse troppo, ma sempre perfettamente in linea con un romanzo che sicuramente non è per tutti i lettori ma che risulta essere perfetto in tutto. Io ne sono rimasta completamente ammaliata e irrimediabilmente innamorata: per le sue tinte dark, per il suo erotismo e la sua carnalità, per la sua intensità sia nelle scene più delicate che in quelle più semplici o dure. Una storia piena di misteri e inganni da rivelare, che non lascia scampo e che mette in discussione ogni cosa continuamente, ma che non potrete fare a meno di apprezzare. L’autrice con il suo stile lascia ancora una volta il suo segno inconfondibile eppure capace di mutare in ogni romanzo diventando sempre più maturo e completo. Insomma, non si è capito che ho amato questa storia vero?! Adesso non mi resta altro che aspettare il suo prossimo romanzo con tanta curiosità!
Entrare in questa storia non è semplice, bisogna svuotare la mente e liberarsi dai preconcetti, contestualizzare i fatti e tener sempre presente che siamo davanti a un dark romance. Non si tratta di una lettura leggera o adatta a tutti, non ci sono eroi, né principi azzurri pronti a salvare la principessa. Ma con totale sicurezza posso dirvi che è una lettura che vi entrerà fino alle ossa, vi spappolerà e lascerà un segno indelebile nel cuore. Detto ciò, vi ritroverete a fare un viaggio all'interno della psiche umana, un oscuro viaggio. In bilico tra follia e lucidità, in un mondo fatto di violenze e sangue, un mondo corrotto e oscuro.
"Senza mezze misure la Tepes con la sua penna incisiva, graffiante e poetica ci fa provare sulla pelle il dolore, la follia e la disperazione. Dà vita ad una storia oscura e passionale, dove le scene erotiche sono forti e sopra le righe, come tutta la storia del resto. Con coraggio e senza esitazione dà libero sfogo alla sua vena dark, non si risparmia e non ci risparmia nulla. La sua penna, come un serpente a sonagli, ci cattura e ci stringe in un vortice di contrastanti emozioni. Dalla prima all'ultima pagina ci toglie il respiro."
Per prima cosa voglio ringraziare l’autrice, Debora C. Tepes, per avermi concesso di leggere il suo libro in anteprima (anche se, come al solito, mi sono lasciata la lettura priprio a ridosso del review party). Inoltre voglio dirvi che io, personalmente, non leggo molti dark romance e che quelli fino ad ora letti non erano certo somiglianti a questo incredibile libro, quindi spero di riuscire a dirvi le mie impressioni e le mie opinioni senza fare troppi disarstri.
Quando lessi per la prima volta la trama Eternal Night mi immaginai un dark romance in stile Bella e la Bestia, dove la povera ragazza rapita alla fine riesce a sopraffare il terribile carceriere. Non avrei potuto sagliarmi di più.
Eternal Night non è una storia come tutte le altre, fatte di salite e discese. Quella creata da Debora C. Tepes è la storia di due ragazzi che discendono negli inferi più oscuri e passionali della loro psiche senza sapere se, e come, alla fine, riusciranno a riemergere da essi.
Nasir e Layra sono due personaggi creati con precisione quasi maniacale. Tutti i loro aspetti, dal più innocuo al più pericoloso, sono decritti con incredibile precisione e mi hanno portata ad odiarli, soffrire con loro, amare con loro e alla fine anche a disperarmi e sorridere quando una sorta di pace di raggiungerà.
Passiamo alla storia: Nasir è il fratello minore di Quadir, capo del clan Hassan. Quadir e Nasir sono fuggiti dal Libano dopo che il loro padre ha distrutto una moschea in un attentato bomba. Entrambi i fratelli sono rimasti danneggiati dal geso del padre e anche dai vari soprusi che hanno dovuto subire a causa sua. Nasir, più del fratello, ha però sviluppato una psiche mostruosa, preda della violenza e del sangue. Lui ha bisogno di uccidere e questo me lo ha fatto immaginare come un mostro assetato di sangue e vendetta, impossibile da domare e controllare. Nonostante la sua bellezza esteriore, Nasir è come un bellissimo serpente: aggraziato e sensuale fuori, ma pronto ad attaccare e uccidere con il suo veleno al minimo movimento. Il personaggio di Nasir mi ha scatenato forti emozioni: per tutta la prima parte del romanzo l’ho odiato davvero con tutte le mie forze, per il suo carattere, per le sue azioni, per le sue parole. Daltronde questo dovrebbe essere un punto a favore della scrittrice: solo le migliori autrici riescono a creare personaggi così complessi da portare i loro lettori a delle emozioni così forti. Nasir, però, nasconde altro sotto quel suo aspetto incredibilmente bello e quella sua anima più nera dell’inchiostro. Nasconde un bambino traumatizzato dal padre e un fratello fedele che è disposto a fare qualsiasi cosa per rendere orgoglioso di lui Quadir, capo del Clan. Dopo una delle sue bravate, Nasir dovrà dimostrare al fratello Quasir che è davvero parte del clan. Sarà disposto a fare qualunque cosa pur di ottenere il perdono del fratello maggiore e la fiducia dei suoi cugini. L’incarico che Quadir assegna al fratello, però, potrebbe davvero distruggerlo.
Layla, d’altro canto, non è in una situazione migliore. La ragazza è bella, talentuosa al piano e con una lingua davvero impertinente, ma anche lei è traumatizzata nella sua psiche a casa di fatti che l’hanno coinvolta quando era solo una bambina. Il trauma di perdere la madre e la sorellina in un tragico incidente l’hanno portata a sviluppare una sindrome sociopatica e disordinata, che la porta ad allontanarsi da tutti e stare per lo più da sola. Da quella tragica sera Layra non vive più. Lei sopravvive. Va all’università, frequenta la sua unica amica, va a ballare e beve con lei, ma non vive davvero. L’unico momento nel quale è davverso sè stessa è quando suona al piano. Quelle note e quei suoni riescono a riportare in lei la vita perduta, le emozioni soffocate e una parvenza di umanità. Una sera, dopo l’ennesimo rimprovero dalla sua insegnante di piano, Layra viene trascinata dalla sua amica in una discoteca per ballare e sballarsi. Sarà proprio lì, in quella discoteca affollata, che Layra incontrerà il suo destino, attraverserà il punto di non ritorno che la porterà verso il suo futuro o verso la morte.
Come potrete immaginare, Nasir ha avuto l’incarico di rapire Layra. Il fine di tutto questo? Quadir vuole ricattare il padre della ragazza per ottenere che il suo clan non venga più indagato dalla polizia tedesca. Da questo momento in poi la storia diventa crudele, oscura e indicibile. Nasir porterà Layra a invocare la morte più e più volte a causa delle torture che le infliggerà, sia nel corpo che nella mente. Layra cercherà in tutti i modi di resistere ma il suo corpo, al contrario della sua mente, non è così forte da poter resistere al Principe delle Tenebre.
Spesso, da questo punto della storia in poi, mi sono detta che non sarei riuscita a terminare la lettura. A causa dei dialoghi, a causa delle scene, a causa delle emozioni che mi procurava la lettura. Il dolore e il tormento che ha provato Layra mi hanno fatta soffrire e le tenebre di Nasir, insieme al suo carattere, mi hanno portata ad odiarlo fortemente. Nonostante questo qualcosa però mi portava sempre a voltare pagina, a leggere un nuovo capitolo, a tifare per Layra e il suo carattere irruento sperando così di vederla vincere, con il suo fuoco interiore, le tenebre esterne che la avvolgevano.
L’atteggiamento combattivo di Layra, però porteranno il mostro interiore di Nasir ad uscire allo scoperto. Lui non le risparmia niente: torture fisiche e psicologiche, ferite, umiliazioni. Nasir cerca in tutti i modi di piegare Layra al suo volere, ma la combattiva ragazza non lo accontenterà. Preferirebbe morire al piegarsi a lui. Preferirebbe uccidersi da sola prima di sottostare agli ordini del suo carceriere. Questo suo atteggiamento la porterà a delle azioni che la metteranno spesso in pericolo, ma anche a guadagnare un’altra ora di respiro e poi un’altra ancora.
Fino ad ora il romanzo potrebbe sembrare un classico dark romance a sfondo psicologico. La parte interessante? Ora ve la dico, senza spoilerarvi troppo. Nasir ha un’anima nera, questo lo sappiamo, ma cosa succede quando la tua anima nera fa emergere anche quella di qualsun’altro? Layra scopre dentro di sè qualcosa che non sapeva esistesse. Non la classica Sindrome di Stoccolma, ma qualcosa di diverso, più oscuro e tenebroso. Una passione che la porterà a scendere negli inferi della mente di Nasir, che la porterà ad abbracciare quella oscurità e a farla propria, fino a non poterne più fare a meno.
Nasir e Layr, in un certo senso, si completano. Al suo interno Nasir possiede l’oscurità che ossessiona e attrae tanto Layra, al tempo stesso lei è la luce e il fuoco che riscaldano lui. Se deciderete di leggere il romanzo la sfida più ardua per voi non sarà comprendere Layra e le sue scelte, ma comprendere Nasir, la sua anima e la sua mente. Il suo bisogno di sangue e vendetta, il suo bisogno di infliggere dolore.
La lettura di Eternal night, fatta tutta d’un fiato (ben 6 ore di lettura initerrotta che per me sono davvero un record), mi ha portata ad immergermi in una oscurità che non avevo mai affrontato prima. Insieme a questi personaggi, descritti magistralmente, e allo stile dell’autrice davvero incalzante e mai scontato, ho potuto conoscere un nuovo genere. Di certo non vi dirò che ora ne sono ossessionata, perchè mi riservo di dirvi che, per me, forse questi romanzi sono troppo forti, ma posso dirvi che a volte immergersi in qualcosa di oscuro fa apprezzare meglio la luce che ci circonda.
Alla fine della lettura non so che voto dare a questo dark romance. Come ho detto non sono un’esperta del genere, quindi non ho grandi metri di paragone. Posso dirvi che la storia è incalzante e appassionante, che ci sono scene crude e forti, che le emozioni che vi porterà la lettura sono ancora più forti e spesso anche in contrasto tra loro. Se non avete paura di immergervi in questo girone infernale insieme a Layra e Nasir entrate, ma sappiate che quando ne uscirete non sarete più gli stessi.
Nadir e Layla, Il Principe Oscuro e la sua gracile Ahamr, due personaggi particolari che hanno molto in comune nonostante all’inizio ci sia odio e rabbia. Pian piano andando avanti con la storia capiamo il comportamento di Nadir, spesso bisogna leggere tra le righe ciò che in realtà vuole dire. Layla è forte, coraggiosa e capirà di essere attratta da lui nonostante le sembri sbagliato. La Tepes è stata in grado di creare una storia con personaggi diversi dal solito, un po’ fuori dal normale ma l’ha fatto con accuratezza, con maestria, descrivendo una storia d’amore bellissima, forte e potente. Un’altra cosa che mi piace di questa autrice è che varia da un genere all’altro, dal Paranormale al New Adult, dal Mafia Romance al Dark Romance riuscendo al 100% in ognuno di loro! E’ un dark romance quindi non aspettatevi la solita storia rose e fiori, e ovviamente, dividete la fantasia dalla realtà, è pur sempre un libro (opera di fantasia :P) Consiglio assolutamente questo libro, e anche tutti gli altri di questa autrice!!!
4,5⭐ Oscuro e conturbante. Un dark come piace da impazzire a me, con una forte componente psicologica, in cui nulla è lasciato al caso. Ogni emozione, reazione o pensiero contribuiscono a definire Layla e Nadir, il dolore, la violenza e la follia segnano l'evoluzione del loro legame che mi ha fatta sentire in alcuni punti sul filo del rasoio e pronta al peggio. Una storia dalle emozioni violente che fino all'ultimo è riuscita a rimanere fedele a se stessa.
Ecco questo libro è concentrato in queste poche parole. Debora C. Tepes ancora una volta è riuscita a tenermi con il fiato in sospeso, dalla prima all’ultima riga, regalandomi così mille brividi, mille emozioni, non sempre facili però da accettare.
Nadir, il protagonista, è un personaggio tormentato, violento, sadico, perverso; la sua vita è stata costellata da brutalità, dolore. E' solo un ragazzino quando vede crollare la sua vita, le sue certezze, in una moschea in fiamme nella sua città, in Libano, perdendo tutto. Costretto a scappare insieme a Quadir, suo fratello maggiore, sigla un inconsapevole patto di sangue con la violenza, che diventa la sua sola e unica compagna di vita e amica.
Oggi, ormai un adulto, si ritrova nella fredda e meravigliosa Berlino, la sua vita è ancora scandita da violenza e aggressioni e dalle regole del clan che gestisce insieme a Quadir. Uccidere, torturare, è diventata la sua missione, qualcosa che gli permette di sentirsi vivo, e immortale. Non ha paura, è sprezzante del pericolo, si sente un dio. Solo una cosa per lui è importante, la famiglia, quella che gli resta. Farebbe di tutto per suo fratello, nel corso della lettura scoprirete il bellissimo rapporto che gli lega, così uniti, così forti, così invincibili, così simili eppure allo stesso tempo così diversi. Adoro quando nei libri emerge l’importanza che hanno le persone che ci sono vicine… ma il mio cuore così come il vostro verrà ferito, verrà turbato, perché come sempre c’è un ma, e come sempre c’è qualcosa che minerà il loro rapporto.
Quando strappo la vita ad un essere umano, l’euforia di aver compiuto quel gesto d’onnipotenza mi fa sentire invincibile. Mi fa sentire vicino al divino. Dio da la vita e Nadir la tronca.
Vi farà paura, vi farà tremare il cuore, vorrete entrare nel libro per schiaffeggiarlo, ma vi assicuro una cosa, questo libro vi farà anche battere il cuore ed emozionare perché quando sei solo un bambino, e il tuo mondo viene sconvolto, niente più è semplice, cambiare è l’unico modo che hai per andare avanti, diventare freddo e duro ti permette di continuare a sopravvivere. Quando perdi dei punti di riferimento, per quanto negativi possono essere, non è mai semplice. Per questo non sarà facile entrare in empatia con il personaggio di Nadir, non sarà facile accettare le sue scelte, i suoi modi, i suoi comportamenti, ma non fermatevi solo all'apparenza, scavate fino in fondo e sono sicura che come me resterete affascinate da lui, quando nella sua vita entrerà la nostra piccola protagonista.
Layla è poco più di una bambina quando la sua vita entra in collisione con quella di Nadir; si incontrano in discoteca, non sa chi è eppure ne resta affascinata, i suoi occhi neri riescono a trapassarla da parte a parte, riescono a farle battere il cuore, a mettere tutto in subbuglio. Il loro incontro vi farà emozionare e subito dopo imprecare, sembra un controsenso lo so, ma quando leggerete il libro sarò qui se vorrete sclerare insieme!!! Layla è bellissima, vi entrerà nel cuore. La sua sofferenza, il suo dolore, sarà vostro, sarà impossibile non sentirla parte di voi, potrebbe essere una vostra amica, “una sorellina”, insomma qualcuno di importante per voi. Quindi non vorrete fare altro che proteggerla, abbracciarla, sostenerla, e non farla sentire sola. Durante il primo incontro non sa ancora quanto lui sia pericoloso, e non sa che lui è li proprio per lei, ma cosa vorrà da lei? E cosa succederà tra di loro?
Rapita… Violentata… Condivisa… La vita di Layla subirà mille scossoni, tante saranno le domande che la tormenteranno, i perché che si porrà riusciranno a trovare risposta?
Come può un uomo di così bell’aspetto a essere altrettanto crudele? È come un principe oscuro la cui missione sia diffondere il seme del dolore. Nei suoi occhi cupi leggo rancore, follia, violenza. Nadir è l’incarnazione del male.
"Il demonio mi ha accarezzato con le sue calde dita, con il solo intento di squartarmi in due."
“O mia, o morta.”
Avverto addosso gli occhi spietati di Nadir, più ghiacciati dell’acqua che colpisce la mia pelle nuda, più taglienti della lama del suo coltello nella mia carne. Mi spogliano, anche se non posseggo neanche un pezzo di stoffa indosso. Mi lacerano le membra, consumandomi fino all’osso. Non so quali siano le sue intenzioni, se mi ha rapita per uno scopo a fondo sessuale, o per altri motivi. Se prima o poi mi lascerà andare, o mi sgozzerà come un coniglio. Una cosa so per certo, ovvero che farò di tutto per sopravvivere, non permetterò che si prenda l’unica cosa che mi resta, la mia vita. Scenderò a compromessi con quel demonio, se servirà a restare viva.
Tra violenza, phatos, colpi di scena, passione struggente e devastante preparatevi a vivere mille emozioni e mille sensazioni, La Tepes, secondo me, ha la capacità di centrifugarti per bene, facendoti affezionare ai suoi personaggi, che con delicatezza e maestria riesce a rendere reali, veri e unici. Complimenti anche questa volta sei riuscita a non deludermi.
wow.... ok .. se non fosse stato per la cosa che è successa al 20% e poi per il finale ( troppi anni ) sarebbero state 5 stelline!
sono sincera avevo i miei dubbi se leggere questa storia o meno, avvendo letto le altre recensioni sapevo cosa ci avrei trovato... però ho voluto lo stesso capire e provare a vedere se in qualche modo poteva essere non so..evitato?giustificato? non è stata giustificato quella sua azione, non può essere giustificata in generale, però devo dire che avrei preferito fosse stato un ordine di qualcun altro...e non di Nadir....ok...e poi anche le altre cose che ha fatto sono state crude...ma è un dark quindi ok.. devo dire che l'autrice è stata davvero brava a descrivere lui, e ho continuato a leggerlo per curiosità :)
Ho divorato questo libro mi ha tenuto con il fiato sospeso per due giorni una storia forte che ci riporta nella cruda verità di quei paesi!!!! Debora non mi ha mai deluso e questo libro e la perfezione in persona !!!!!!libro forte nel contesto ma non possiamo vivere di principi azzurri in eterno no!!!!brava Debora continui a essere tra le scrittrici mie preferite !!!!
La storia di Nadir e Layla è la tipica sindrome di Stoccolma. Lui si definisce un diavolo una persona che non sa amare, ma sa solo incutere terrore e sadicismo. Infatti dopo che gliene ha fatte passare tante Layla prova amore x Nadir , e pian piano riuscirà a scalfire il cuore di pietra e farsi amare anche dal diavolo.