Hot dogs vertelt het verhaal van Louise, die noodgedwongen haar brood verdient als danseres in de Endo in Lyon. De Endo is in handen van de Organisatie, een netwerk dat het uitgaansleven en de hele seksbusiness in de stad controleert. Voor Louise is het een baan als een andere. Tot twee van haar collega’s op een gruwelijke manier om het leven komen. Gaat het om een afrekening, een machtsstrijd binnen het milieu, of is een van de klanten door het lint gegaan? Wie is de mysterieuze Victor? En welke rol speelt de raadselachtige Mireille? Van hot dog op de dansvloer wordt Louise speurhond in de onderwereld. Ze bijt zich vast in de duistere zaak, raakt verstrikt in een web van intriges, en laat zich langzamerhand meeslepen in een neerwaartse spiraal van geweld.
Virginie Despentes is a French writer, novelist and filmmaker, born in Nancy, Meurthe-et-Moselle. Her most famous novel, and film of the same name is Baise-moi, a contemporary example of the exploitation films genre known as rape and revenge films. Her most recent biographical, non-fiction work, King Kong Theory has also been translated into English, and recounts her experiences working within the French sex industry, and attendant infamy and praise associated with the aforementioned Baise-Moi.
German: Die Unberührte Vintage Despentes: Her sophomore novel (after Baise-Moi) from 1996 tells the story of a young, beautiful striptease dancer in Lyon who is a virgin. Louise works in a peepshow that belongs to the so-called organization, so the reigning red light cartel, which then, you guessed it, is challenged by a rivaling group. The female head of the organization holds on to some serious kompromat, which enigmatic Victor attempts to attain. And who barbarically killed Louise's two colleagues?
Despentes has not only lived in Lyon (her pen name refers to Pentes de la Croix-Rousse), but famously worked in massage parlors and peep shows, so she knows the milieu she is writing about here. The text comes across as some kind of French noir, a crime thriller that explores unruly sexuality: Not only do we get detailed descriptions of Louise's job and male behavior in this context, we are also confronted with the surreal character of Victor, a sex god so capable that he transfixes all women and employs them for his intents against their better judgment. True to form, Despentes is once more fully uninterested in sugarcoating raw female sexuality, which leads some people to compare her to Michel Houellebecq, but let's not open this can of worms (let's just say: it's complicated, and Michel, although I like his work, is certainly not a feminist).
It has to be said though that the literary quality of this messy romp is far, far from Vernon Subutex 1, 2, and 3 or Cher connard or King Kong Theory. This is one for the completists out there and people who want to investigate attempts to capture female lust in writing - it's certainly an interesting venture, just not fully successful. The characters remain slightly shaky, the pacing is off, but then again, I love Despentes. I will read many more of her texts.
Virginie Despentes is clearly very knowledgeable about the atmosphere and general behaviour in massage parlors and peep shows, having worked in that milieu herself before she threw herself into authorship. The characters in the story all seem very authentic, but whether you enjoy to read about them is another thing. The novel is interesting in the way that you are given an insider’s view of that particular milieu. The key words are: nastiness, greediness, jealousy, rip-offs. I am not sure whether I liked to be told in such detail, but it was very educational and obviously true to life to portray that particular lifestyle if you are curious about it. I am sure that Virginie Despentes must have felt an urge to ponder on her former life and I can certainly appreciate that.
Primo approccio con la Despentes e, come succede con le mie "prime volte", non mi ha lasciata per nulla indifferente. Emozioni contrastanti: divertimento, eccitazione, dolore, disagio e per mia sfortuna non ne sono uscita illesa. Le 𝗗𝗼𝘁𝘁𝗲 𝗣𝘂𝘁𝘁𝗮𝗻𝗲 mi ha ricordato la scrittura di Palahniuk (sarà per quello che sono rimasta così turbata) con i suoi eroi del cazzo, gente "di merda" che prova a combattere contro una vita che fa schifo, che mette davanti a scelte che cambieranno completamente la loro esistenza, eroi contro una società che è brava solo a giudicare.
•••“Passiamo la vita a sudare perché degli stronzi si facciano delle seghe... Dei rotti in culo che non vediamo neanche. E non gli basta di ridurci così, devono anche venire a casa tua per guardare sotto la pelle come sono fatte le tue ossa... Ci devono prendere tutto... Non è abbastanza umiliante così, dobbiamo anche avere paura, dobbiamo anche crepare... Ma ti rendi conto?”.•••
È trash.... scopa, colpisce e si autodistrugge, ma a Louise il suo sporco lavoro piace, le piace essere guardata, far eccitare gli uomini, ma......nasconde un dolore profondo, un segreto che con il suo lavoro è praticamente impossibile da credere.
•••Dentro di me c’era qualcosa, io lo sapevo, qualcosa di sporco, solo mio, che doveva restare nascosto.•••
Leggetelo senza giudicare, lasciatevi trascinare con lei fino all'inferno, ma attenzione....non si torna indietro. Non certo una storia per anime sensibili. La Despentes ha una scrittura cruda, argotica, incisiva. Parla di sesso, violenza e degenerazione senza coprirsi il viso.
•••E ogni volta che credi di esserne fuori, ti ritrovi stretta nella morsa, sempre più stretta, ovunque tu vada, qualsiasi cosa tu faccia, e ogni volta credi che ne uscirai e avrai il tempo di respirare, ma quella cosa ti aspetta, ovunque tu vada.•••
Ultimamente sono queste le letture che mi colpiscono di più....mi sa che devo trovarne uno proprio bravo 😅
Ah dimenticavo.....il finale.......nemmeno ve lo immaginate
Comme tous les livres de Virginie Despentes, celui-ci ne laisse pas indifférent. Tour à tour on ressent des émotions très différentes : amusement, excitation, douleur, malaise intense,... mais au final, on n'en sort pas complètement indemne. A lire.
Una stella è anche troppo. 1) Inconsistente, male amalgamato, potrebbe averlo tranquillamente scritto un sedicenne. L'impostazione diaristica è inutile, non assolve al compito di tenere insieme l'opera, che rimane sgangherata. 2) Personaggi vacui, stilizzati e dai comportamenti insensati. Protagonista monocorde come una persona estremamente immatura, mancano proprio le premesse per affidarle il racconto in prima persona. Non pervenuto il senso dell'ossessione improvvisa di Louise (Spogliarellista vergine? Sì, certo) per Victor, che è il motore di una parte della storia. 3) I miei complimenti all'autrice per il trattamento giustificatorio riservato allo stupro. 4) Traduzione dei dialoghi e delle battute dei clienti del night imbarazzante come quella di 50 sfumature. Seriamente c'è qualcuno che dice ancora "mostrami la tua merce", "menarselo", "lei è deliziosa", "faremo una bella tavola di pollastre", "vi siete concesse un po' di m*nchia", "un idrante potentissimo", "quell'uomo aveva uno sperma di fuoco"? Ok. 5) Registro forzatamente basso, perché stiamo parlando di ragazze facili, quindi bisogna fare i trasgressivi, no? Salvo poi usare un linguaggio preziosistico che cozza con il turpiloquio della protagonista ("Avevo l'impressione che ci avevano ca*ato al mondo nella stessa culla") e che finisce per rendere il tutto ancora più finto, caotico e imbarazzante. Vediamo tutto attraverso gli occhi di questa Louise, che come titolo di studio al massimo avrà il battesimo, per il modo in cui conduce le giornate - e non per il suo lavoro: non ha interessi, non ha impegni né passioni (prova fastidio ad ascoltare quella di Mireille per il cinema), passa i giorni a bere, al massimo legge il giornale per isolarsi e non contribuire alle conversazioni. E nonostante ciò abbiamo pezzi tipo: "La regina madre era più imponente, aveva il vantaggio mammellare", "Madame Cheung ha cambiato tono di colpo, da cortese che era è diventata isterica, senza che si capisse bene cosa l'aveva fatta incassare a quel punto. Un carattere ciclotimico", "Mi sentivo benissimo, in uno stato di atarassia", "Ne imparavo ogni giorno di più su come comportarmi con lei, si aveva un bel praticare l'osmosi spontanea", "Riflessioni anodine" (aggettivo usato tre volte), "Lui era un maestro di scherzosa disinvoltura", "Il bruto dissertante era in piedi in soggiorno".
C'est crade, sale, ça remue, ça pose tout ce qu'il y a de plus violent. Le genre de lecture qui fait du mal, mais avec un petit effet cathartique quand même. Le genre de lecture qui t'accroche jusqu'à la fin – en apothéose –, alors même qu'elle t'a donné la nausée.
"Passiamo la vita a sudare perché degli stronzi si facciano delle seghe… Dei rotti in culo che non vediamo neanche. E non gli basta di ridurci così, devono anche venire a casa tua per guardare sotto la tua pelle come sono fatte le tue ossa… Ci devono prendere tutto… Non è abbastanza umiliante così, dobbiamo anche avere paura, dobbiamo anche crepare… Ma ti rendi conto?". Di Virginie Despentes, tempo fa, avevo sentito parlarne in occasione di Scopami (da molti ritenuto il suo miglior romanzo). Si tratta, comunque, di un'autrice molto autobiografica: punk, prostituzione, trattamenti elettroconvulsivi e, come se ciò non bastasse, è stata anche stuprata. In questo libro (ma mi hanno detto che il discorso vale anche per Scopami) adotta una prosa irregolare e spigolosa, a tratti quasi ingenua. La trama di Le dotte puttane, detto senza tanti giri di parole, non è un granché: assistiamo soltanto a lunghi ed estenuanti dialoghi tra donne a cui non piace sapere nulla e che, per giunta, si parlano alle spalle. Tutto qui! [https://lastanzadiantonio.blogspot.co...]
L'inizio era quasi una dipendenza, scorrevole ed interessante, una trama cruda ed uno stile 100% pulp. La parte finale era quella scritta meglio come scorrevolezza e grammatica, ma la questione di Victor e in generale tutto ciò che succede verso a fine è irrealistico e sconclusionato, insensato. Victor stesso alla fine è inutile alla trama. Il colpo di scena finale è fatto per scioccare ma non risolve niente, il finale non dà giustizia al romanzo nè dignità al lettore.
Questo libro è stato un crescendo di emozioni. Sapevo che non dovevo prenderlo sottogamba ma comunque non riuscivo a comprenderlo all'inizio, usa un linguaggio "di strada" che mi ha stranito e c'ho messo un po' ad entrarci e capire come si esprimeva la protagonista. Devo dire però che, nonostante l'inizio incerto che può farlo percepire come un romanzetto thriller a sfondo hard, dopo un terzo delle pagine la protagonista si disvela e il linguaggio che prima mi allontanava diveniva invece funzionale al tipo di storia raccontata. Certi ambiti della tossicità che il libro narra rimangono incollati alla pelle per la schiettezza delle parole e, nonostante si voglia prendere in continuazione a schiaffi la protagonista, in un certo senso si è così curiosi che si vuole che vada avanti.
premier livre que je lis de Despentes, eh beh c'était pas fou, difficile à évaluer... le texte est assez décousu, ça donne plutôt l'impression de lire 3 petites histoires, qu'une entière avec : la vie d'une strip-teaseuse, puis (tw viol), puis speudo résolution avec meutres. on ne revoit pas certains perso sur lesquels le récit s'attarde, c'est très bizarre et puis la phase où le personnage principal tombe raide-dingue de son violeur, c'est non et biiiiien trop long passez votre chemin sur ce texte
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virginie despentes me prend aux tripes comme aucune autre autrice ne le fait et même si je trouve toujours des choses à redire je finis par fixer le vide pendant 15min et y repenser non-stop
Si algo mola de Despentes es que te atrapa desde la primera página. Su estructura narrativa tiene un hilo que es fácil de seguir y que encandila. De ahí que mi objetividad hacia su escritura, queda del todo nublada y/o anulada. Quizás por eso, no sabría qué decir de este libro, no tengo para nada clara mi opinión respecto a él. Creo que si no fuera Despentes quien lo hubiera escrito, me parecería una mierda, o quizás no, quizás lo amaría hasta su punto final. Es un libro que me parece que juega mucho con la ironía en su título, o puede que no, tal vez sea el hecho de haber leído sus posteriores obras anteriormente, lo que hace que ya vaya a su novela con una idea clara de qué puedo encontrarme, o más bien, de qué quiero encontrarme. Centrándome en esta novela, considero que mi opinión hacia ella, va a variar totalmente dependiendo de qué día me preguntes, es un amor-odio en toda regla. Conclusión: amo el curro de la Despentes, me guste más o menos una obra concreta, en global, su trabajo, me flipa y me encanta poder configurar la biblioteca de mi hogar con su escritura.
Seguro que no te ha servido una mierda esta reseña con respecto a la obra. Pero ahí la gracia, ¿no?, que te la leas y digas: ¿qué pienso yo?.
Pas mon préféré de l'auteure. Plus dérangeant, inquiétant que d'habitude. ça met du temps à démarrer, et une fois qu'on comprend les tenants et les aboutissants, ça va un peu vite. Laisse sur sa faim. Reste quand même un bon polar à la Despentes.
Histoire trop géniale, l’intrigue est haletante, on ne s’arrête jamais ! La violence a parfois été beaucoup pour moi néanmoins.. le sujet traité est super et l’angle incisif de Despentes toujours aussi magique à lire :)
Le livre n'a pas du tout prit la direction attendue sur la 2eme moitié, je pense que je suis restée ébahis sur les 100 dernières pages. Très bien écrit mais du coup pas du tout ce que je pensais/voulais lire ???
Puedo entender esta obra en su totalidad como novela policiaca, sin embargo a día de hoy no puedo entender las decisiones de Louise desde la mitad hasta el final de la trama. Probablemente necesite más tiempo para dejar reposar mis impresiones y poder elaborar una opinión más compleja. Hasta entonces solo diré que menudo follón ha liado el perro.
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Yea mi primer Despentes! Conn estas creo q puedo recomendar q mejor no acercarse a la obra de la punketa de Lyon esperando una lectura de nivel, a una filósofa o teórica feminista, al menos en el sentido convencional de la palabra. No. Despentes escribe como una perfecta representante de la Generación X literaria: una escritura cortante, dinámica, cinematográfica, temas que ahondan en la suciedad y miseria social y personal, ladrones, putas, yonkis, navajeros. Despentes recoge el testigo de Cathy Acker y presenta un thriller enclavado en un barrio rojo. Su protagonista: una puta medioasexual convencida de no acostarse nunca con ningún hombre y permanecer virgen. Dos hechos alterarán la estabilidad de su vida: en primer lugar, el asesinato repentino de dos compañeras del peep-show donde trabaja desencadenará una serie de juegos de poder entre facciones mafiosas q harán tambalear los cimientos de su estabilidad laboral e integridad física; en segundo lugar, la aparición de Víctor, un misterioso ser aparentemente vinculado con los asesinatos y con una siniestra fama de volver a cualquier mujer en una perra sumisa. Despentes no hace concesiones al lector. No viene a dar mensajes. Viene a mostrar, a contar una historia que, aún siendo una ficción, es también una historia al fin y al cabo que contiene una verdad cifrada que el lector hace el trabajo de extraer. Aquí mi propuesta. Perras sabias es la historia de la degradación moral de su protagonista, de como una vida precaria llevada al principio con cierto orgullo ante el poder virtual de doblegar a culquier tío con la capacidad de producirle de la eyaculación se acaba volviendo en contra de la protagonista: de la perra sabia a la perra sumisa. De la vulnerabilidad de una vida solitaria, pues todos los problemas de la historia se desencadenan en el momento en que Thérèse se queda efectiamente sola; de como, sin la existencia de una red de apoyos y afectos, uno no se convierte más que en un cascarón vacío, una herramienta al servicio de los demás. Y por supuesto Victor: arquetipo exagerado del macho, contenedor de todas las violencias físicas simbólicas y psicológicas del patriarcado. Su irrupción en la segunda parte de la novela viene a desetabilizar la historia y a su protagonista. No hay mensaje, no hay moralina: solo los hechos: violencia y degradación desde un punto de vista autobiográfico. Es el lector el q solo debe darse cuenta de que las cosas que suceden está mal. Y agradezco que así sea.
Unsettlinnngggg, normalement je lis pas des romans de ce genre, du genre polar/ thriller noir, la lecture se faisait bien et j’ai aimé le style, un bon flow! mais la fin m’as laissé en effrois, pas habitué. Je sais pas si je suis prêt à lire plus dans ce genre.. en tout cas j’ai trouvé ça intéressant, à refaire si je cherche des émotions fortes qui te secouent!
"Les chiennes savantes" or what can be translated into English as "the learned bitches"(yes, a slapstick reference to Molière's les femmes savantes), is Virginie Despentes' second novel and kinda very ghosted in her bibliography. Nobody ever talks abt this one. Yes, of course, we all know Despentes for Baise moi (novel & movie), King Kong Théorie of course, les jolies choses, apocalypse bébé and the notorious Vernon Subutex trilogy, but who really knows or talk abt this novel? Even when somebody does talk or write abt this novel it's just a matter-of-fact statement that it's her second published novel etc. Well, you know me, I am a margin bitch, I have margin fever. Somebody gotta break this silence already! so, ladies & gentlemen & in between, I took it upon moi to talk abt this marginalized novel in Despentes' oeuvre.
If Baise moi was an over the top, campy, non-chalant novel written à l'improviste by a traumatized angry 20 y/o punkette, playing with sexploitation, hyperreal violence and road trip tropes with a lot of music references à la BEE, then les chiennes savantes, is her first attempt at taking the act of writing an actual plot driven novel seriously. In that instant, playing with the thriller trope.
In a nutshell its abt peepshow strippers who find themselves in the midst of very violent crimes and accidents that will boulversent their lives while they are trying to figure out "what happend/who done it". I put those in "" marks bcs, even though the novel is very plot driven and dialogue based- fr the dialogue is just very good-, however, this is not really the core of the issue here. Even though the "plot twist" was meticulosely crafted, what this novel really abt is more an exploration, in a serious way this time, of misogyny, esp internalized misogyny and how this renders relationship with the sexes more detramentle. Also, its abt how men get women crazy by what they do to them.
Whats interesting too, is the very nuanced problematization of "sex work", here you will find how patriarchy's greatest invention, even though its psyopping women and young girls to find in "sex work" smth "empowering", but in reality, it really put them vulnerable and exposed to every kind of violence, while cementing even more the Madonna/whore complex in both genders alike. Its interesting getting this vibe from a novel written by Despentes, a writer who is a fanatic pro "sex work" advocate who unironnically found the lunacy of Camille Paglia "empowering".
Rape is again, explored in this novel but in a more interesting way than the utter edgy schock element that was found in Baise moi. Here you will really get deep inside the head of a rape victim with all the tumultuous baggage that comes with it. Not for the faint of heart.
Last but not least, Louise, the narrator and protagonist of the novel, is a legit femme houellebecquian blasé character who suffers from a great deal of internalized misogyny.
La chose que j'aime dans les livres de Virginie Despentes c'est qu'il n y a jamais de protagonistes types, pas de jolies filles parfaites et douces, elle parle de putes, de droguées, des défoncées, des laides, de celles qui en bavent et qui donnent des coups, le tout en restant loin des clichés. c'est trash, ça cogne, ça baise, ça se détruit monumentalement à la fin...et putain qu'est ce que je l'aime la Virginie!
Pas le meilleur de ses livres, mais une belle ambiance, une petite intrigue et un point de vue extérieur, un peu modianesque où la narratrice subit des évènements sans qu'on ait l'impression qu'elle est vraiment là. La violence très crue n'apporte rien, le descriptif de la relation qu'elle a avec Victor et son frère est remarquable.
Policier, tranche de vie, histoire tordue, personnages paumés, l’autrice nous embarque par les tripes pour une virée dans le monde des peep show à Lyon dans les années 90. Pas mon préféré mais une lecture intéressante.
Mi avevano catturata le prime righe pensando ingenuamente che ci fosse qualcosa di meritevole da scoprire in questo libro. Le vicende si svolgono in un arco di dodici giorni in uno pseudo diario della voce narrante protagonista, una spogliarellista vergine sotto contratto con un'Organizzazione potente. Adesso già mettere le parole spogliarellista, vergine e organizzazione insieme ti fa pensare che l'autrice non abbia fatto i compiti a casa e che non si sia minimamente informata di come va il mondo della prostituzione e compagnia bella per le donne. Già qui al lettore fa girare ampiamente le scatole, senza contare che tutto ciò si denota anche da tutto il resto in generale (ambientazione, altri personaggi e vicende stesse). La storia scorre in modo sconclusionato e in tutte le 200 pagine non ho ancora capito perchè Louise (la protagonista) ce l'avesse così tanto a morte con le sue colleghe e le altre donne in generale e che razza di persona fosse visto che non aveva alcun interesse/hobby, niente di niente che la rendesse caratterizzata ... il fatto che anche la voce narrante non abbia spessore nel testo la dice lunga poi su tutti gli altri personaggi ancora più sottili di lei. L'ho trovato molto molto cringe, quasi scritto da una ragazzina che scopre per la prima volta wattpad e le fanfiction e decide di scriverne una anche lei decalcando la linea di ciò che ha letto. In effetti lo stile mi ha ricordato un tantino altri libri (Mi chiamano principessa, ho dodici anni e faccio la cubista per intenderci). Non riesco a capire il suo attaccamento a Victor (il bastardo manipolatore e stupratore del cavolo) specie dopo lo stupro che le ha inferto brutalmente la prima volta e tutti gli altri che sono avvenuti con lei PALESEMENTE manipolata dal tizio. Questa ultima parte in effetti è quella che mi ha fatto arrabbiare di più, perché Louise, Victor e l'autrice stessa tramite le parole dei due giustifica lo stupro di Louise. Già solo per questo si merita una stella. Parliamo poi del modo in cui tutte le vicende sono precipitate a seguito della consegna di uno dei tre dischi da parte della Regina Madre a Louise (perché questa ci tenesse a Louise vallo a capire, non ci è dato sapere) che ha fatto una bella frittata (ha consegnato il disco a Victor e ha pure sparato a Sonia) e poi si è ritrovata collegata all'assassina iniziale che prima ha fatto fuori Stef e Lola e poi Mireille tutto a causa della gelosia. Il tutto condito da un linguaggio che scimmiotta quello della strada mischiandoci secondo l'autrice qualche parola dotta a casaccio. Seriamente chi è riuscito a capirci qualcosa merita una medaglia.
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